lunedì 22 agosto 2022

I PEANUTS ARRIVANO IN EDICOLA!

 

Dal 20 agosto Hachette Fascicoli ha lanciato la collana di libri da titolo “Tutto Peanuts” disponibile in edicola e sul sito hachette.it

Una collezione unica e speciale che raccoglie tutte le strisce e le tavole domenicali in un’edizione cronologica e integrale.

Un’occasione imperdibile per rivivere la poesia e l’ironia pungente dei Peanuts e godere ancora una volta delle pillole di filosofia del loro autore Charles M. Schulz.

Dal 1950 al 2000, un’evoluzione durata mezzo secolo: ogni giorno, per 50 anni, Schulz si è seduto al tavolo per disegnare una striscia. In quel mezzo secolo l’autore è cambiato, ed è cambiato il suo stile di disegno. E così sono cambiati anche i suoi personaggi, sia nel tratto che nel carattere.

Questa pubblicazione è l’occasione per riscoprire Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy e i loro amici, bambini che sanno unire il candore e l’innocenza propri della loro età con la capacità di riflettere sui grandi temi della vita, in un mondo in cui gli adulti esistono ma non si vedono mai.

Questo il piano dell’opera:

Tutto Peanuts è in edicola dal 20 agosto 2022 con la prima uscita al prezzo di lancio di 1,00 € oppure è disponibile on-line sul sito hachette.it con l’offerta abbonati dalla prima uscita, 3 libri a soli 6,99€, e in più fantastici regali!

- Numero uscite: 52

- Periodicità: settimanale tranne la prima uscita che è quattordicinale

A chi si abbona, questi fantastici regali!

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Un’offerta incredibile che ti permetterà di ricevere comodamente a casa tua tutte le uscite e in più fantastici regali! La collezione Tutto Peanuts è già disponibile su hachette.it

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Se siete interessati a questa pubblicazione, potete visionare il piano dell’opera (ed eventualmente abbonarvi) a questo link:

https://www.tuttopeanuts.it?cmp=MC

oppure acquistarla in edicola.

martedì 2 agosto 2022

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (50)

Chi l’avrebbe mai detto?

Alla fine è successo davvero:

siamo giunti alla cinquantesima puntata

della rubrica

A domanda… Moreno risponde”!

Ciò sta a significare, dato che la matematica non è un’opinione,

che in quasi quattro anni e mezzo

MORENO BURATTINI

ha risposto a ben 1000 delle vostre domande!!!


Questa rubrica, inaugurata nel mese di marzo 2018

un po’ per venire incontro

alle continue domande che i lettori del blog

mi chiedevano di inoltrare a Moreno,

un po’ per verificare se davvero vi fosse

da parte degli zagoriani la “necessità” di avere

un contatto diretto con il curatore delle testate

dello Spirito con la Scure,

e un po’ – diciamolo – anche per divertimento,

ha avuto un successo al di là dell’immaginabile.

Tanto che a un certo punto ho dovuto necessariamente

cominciare ad operare una cernita tra i quesiti

che venivano formulati e, in certi periodi,

sono stato addirittura costretto a

sospenderne la “raccolta”, tanti se ne erano accumulati.

Ritengo, comunque, che si sia trattato di uno “spazio” importante,

divenuto via via sempre più fondamentale

soprattutto in considerazione del fatto di

essere “unico” sul web, non reperibile altrove.

Naturalmente tutto ciò è stato possibile

grazie all’incontro di due grandi “elementi positivi”:

la curiosità di voi lettori zagoriani,

che avete letteralmente inondato il blog con le vostre domande,

e la disponibilità di Moreno nel fornire

pazientemente le risposte.


Da parte mia, giunti a questo importante traguardo,

non posso che ringraziare entrambi:

voi lettori e Moreno Burattini.

Siamo stati compagni di viaggio in tutti questi anni

e mi scuso con i primi se non tutti hanno potuto

vedere pubblicata la loro domanda e con il secondo

se a volte l’ho assillato un po’ troppo per avere un suo riscontro.

In ogni caso sappiate che vi voglio davvero bene!!!


Ora che succederà?

Chiuderemo la rubrica e considereremo terminata

questa bellissima esperienza,

oppure a Moreno sono rimasti ancora

voglia e tempo per rispondere ai vostri quesiti?...

…lo scoprirete solo una volta terminata

la lettura di questa cinquantesima serie!


1Caro Moreno, quale/i è/sono il/i personaggio/i realmente esistito/i e contemporaneo/i di Zagor che le piacerebbe utilizzare in qualche futura storia e che non sia/siano già apparso/i (Alexis De Tocqueville, per esempio) o anche solo citato/i (Mary Shelley, altro esempio)?

L’elenco potrebbe essere lungo. Davy Crockett, per esempio. Johnny Appleseed (meno noto ma molto interessante), ambientalista ante litteram. Abraham Lincoln, incontrato quand’era ancora un giovane avvocato. Lo scrittore Washington Irving. William Clark, il compagno di Meriwether Lewis nella famosa spedizione di inizio secolo. Volendo continuare, ce ne sarebbero tanti altri.

2Caro Moreno, scusa il disturbo, ma ho letto su una piattaforma internettiana, altresì detta social network, che una persona citata all’interno di questa rubrica, per la quale venne chiesto se avesse mai potuto divenire un autore di Zagor, ovvero Gianfranco Manfredi, ha addirittura scritto sulla suddetta che si era proposto per una storia ma che non gli è stato neanche risposto. Cosa puoi e vuoi dirci al riguardo di questa semplice curiosità?

Da amico e ammiratore di Gianfranco Manfredi non ho mai frapposto nessun ostacolo. Credo solo (se non ricordo male) di aver suggerito a Gianfranco, manifestando riconoscenza per l’interesse da lui dimostrato, di chiedere prima ai nostri direttori una sorta di “via libera” dato che siamo in sovrapproduzione e gli inserimenti nello staff di altri sceneggiatori devono essere autorizzati (mi si chiede di diminuire la produzione per favorire lo smaltimento delle giacenze). C’è poi il problema del budget che, appunto, è sempre meglio venga valutato da chi tiene d’occhio i conti delle collane legate a Zagor (che non vendono quanto quelle legate a Tex, e dunque sono diverse le tariffe corrisposte agli autori, in linea di massima). Si può anche immaginare che per un talento come quello di Manfredi ai piani alti abbiano in mente progetti diversi dal farlo applicare a Zagor (basti pensare a quanto è prezioso su Tex). Dopodiché non so quali passi siano stati fatti e quali i motivi della mancata risposta.

3Gentile Moreno, dopo aver sperimentato la coppia Sedioli-Verni, quale altro “duo” di disegnatori della sua scuderia vedrebbe bene insieme, uno alle matite e l’altro alle chine?

Già si è sperimentata la coppia formata da Luca Pozza e Luca Corda (in un albo della miniserie “Cico a spasso nel tempo” e in due storie brevi de “I racconti di Darkwood”). Esistono anche alcune tavole di Lola Airaghi inchiostrate da Giovanni Talami nella seconda storia con Fiore della Notte e Brezza di Luna. Non ci dimentichiamo di Giorgio Sommacal e Stefano Voltolini nello Speciale “Ritorno alla Casa del Terrore”, e neppure di Stefano Di Vitto inchiostrato da Della Monica nella seconda serie di albetti inediti a striscia. Però a me piacerebbe vedere Mauro Laurenti e Massimo Pesce inchiostrati anch’essi da un pennello morbido e tondo come appunto quello di Della Monica, oppure Andreucci, oppure Venturi, oppure Piccininno. E chissà come sarebbero le chine di Mangiantini su matite altrui.

4Caro Moreno, ti scrivo dopo aver letto la tua risposta alla domanda riguardante la distruzione del museo sotto il quale si trova la sede della base “Altrove”. Mi hai risposto che il museo sarà ristrutturato. Non vorrei suonare duro, ma la base “Altrove” è un’organizzazione governativa segreta con una sede segreta. Insisto con il termine “sede segreta” e ti chiedo: non è una rivelazione di segretezza se l’oggetto volante è caduto sul museo “ordinario” e lo ha smantellato, in cui sono addirittura stati uccisi tre civili? La base “Altrove” ha molti nemici e penso che se il museo fosse rinnovato, alcuni agenti o spie stranieri avrebbero sicuramente avuto l’idea di “controllare” il museo dove qualcosa è caduto dal cielo. Tutto poteva essere servito al pubblico, una bomba o una meteora, ma ci sono testimoni, centinaia di testimoni che vivono nella grande città e non tutti possono essere messi a tacere. Non so perché il governo americano si sarebbe preso un tale rischio trasferendo un’organizzazione segreta in un luogo che non è più un segreto. Ho una certa esperienza con l’architettura, niente di speciale, ma so che dopo aver visto il museo completamente distrutto nel racconto “Il destino di Hellingen” è quasi impossibile restaurare l’edificio. “Rinnovare” è impossibile in questo caso, l’unica possibilità è la costruzione di un nuovo edificio. Tutti i manufatti del museo che abbiamo visto sono stati distrutti, ne dovrebbero essere consegnati di nuovi e molto altro. Sarebbe un lavoro di più mesi che attirerebbe l’attenzione anche del più comune mendicante sull’ubicazione della base “Altrove”, e non solo di agenti stranieri e nemici. Nella storia “La casa che urlava nel buio” nelle “Storie da Altrove”, il personale della base, incluso Roberts, nel 1838 decise di spostare l’organizzazione dal museo di Philadelphia a un luogo nel deserto che vediamo nelle storie di quella serie e in Martin Mystère. L’anno 1838 corrisponde esattamente all’attuale ambientazione dei racconti di Zagor, e poiché il museo è ancora intatto in quel racconto, possiamo dire che il negozio si trovava poco prima del “Destino di Hellingen” e della distruzione del museo, e non dopo, perché anche se il museo fosse ricostruito, di certo non sarebbe lo stesso in ogni dettaglio. Sono solo un lettore qualunque e non posso dirti quali decisioni prendere, posso solo dare alcuni suggerimenti, che non sono di cercare di non apportare modifiche alla serie. Il mondo sta cambiando, così dovrebbe Zagor come serie. Non sono necessarie modifiche drastiche, ma non comprendo che l’edificio smantellato debba essere ricostruito proprio per non avere variazioni nella serie. Perché, allora, c’è stata una scena epica in cui Hellingen ha colpito la base di “Altrove” con un disco volante quando hai “paura” di introdurre un cambiamento come la nuova posizione della base? Per favore, non pensare nemmeno che ti stia insultando, mi dispiace se sembro un po’ duro e aggressivo, ti rispetto molto come persona e rispetto il tuo lavoro; semplicemente non capisco la decisione sullo status quo. Immagina solo quali nuove storie potrebbero essere create se Zagor visitasse la base “Altrove” nel suo nuovo quartier generale nel misterioso deserto e che tipo di avventure potrebbe vivere in quel posto fantastico. Non evitare di rinfrescare la serie, cosa che non potrebbe danneggiare nessuno. Non sto parlando della morte di Cico o Tonka, ma della semplice evoluzione della base “Altrove”. Lo ripeto ancora una volta, non ho nulla contro di te e non ho scritto questo testo troppo lungo e noioso per insultarti e criticarti, ma per suggerirti alcune modifiche che sarebbero benvenute in questa serie. Distinti saluti al grande signor Burattini! Grazie!

Mi stupisce, in questa articolata domanda, il tuo voler mettere le mani avanti dicendo “non ti sto insultando o criticando” o “non ho niente contro di te”. Non credo di aver mai incusso timore in qualcuno, né di essere stato sgarbato nelle mie risposte, neppure contro chi, magari, aveva davvero l’intenzione di insultare covando, non ho mai capito perché, qualche rancore contro il sottoscritto e portando avanti per anni delle crociate ad personam. Di solito, in tanti mi rimproverano al contrario di aver troppa pazienza. Criticare peraltro è legittimo, come lo è rispondere alle critiche (chi critica può aspettarsi, cioè, che il criticato replichi). Venendo al merito della questione, cioè la ricostruzione della Base di Altrove dopo la distruzione avvenuta nella “scena epica” (immagino sia un complimento e ringrazio) del finale de “Il destino di Hellingen”. Mi sorprendo come questa ricostruzione possa essere fonte di tante elucubrazioni, dato che l’argomento è stato appena sfiorato e dunque si possono immaginare le soluzioni più diverse al problema sollevato. Il disco volante che si è schiantato sul Museo lo ha fatto di notte, dunque con pochi testimoni. Il disco volante può addirittura aver attraversato il buio del cielo cittadino senza venire notato durante il suo precipitare verso il suolo. Ammettendo che qualche nottambulo abbia alzato gli occhi, avrà visto un velocissimo corpo oscuro in caduta. Quando è avvenuto l’impatto, il velivolo si è piantato nel terreno sprofondando e penetrandovi. Le macerie dell’edificio gli sono cadute sopra, ricoprendolo. La Base di Altrove è collocata parecchi metri sottoterra (ci si discende con un ascensore e la discesa sembra lunga), per cui non è stata portata alla luce e posta sotto gli occhi di tutti (con ogni probabilità sarà perfino stata danneggiata solo parzialmente, e i locali più in basso non hanno subito crolli). Chiunque sia accorso sul luogo nell’immediatezza dell’impatto, può aver visto soltanto le macerie delle mura crollate del Museo (l’astronave rimane celata al di sotto). Il luogo viene recintato dagli uomini di Altrove che, come agenti governativi, hanno il potere di allontanare gli estranei. La versione fornita è quella di un meteorite caduto dal cielo: perché non dovrebbe essere creduta, essendo peraltro la spiegazione più probabile? Se di fronte a un palazzo abbattuto mi dicessero “è stato colpito da un meteorite”, riterrei la cosa più credibile che se mi dicessero: “ci è caduto sopra un disco volante guidato da uno scienziato pazzo sfuggito dalle grinfie del Wendigo”.  Jesse e Roberts possono facilmente spiegare la necessità di evacuare la zona per radiazioni pericolose emesse dal corpo celeste, o qualcosa del genere. Dopodiché, Altrove ha gli uomini e gli strumenti per occultare e far scomparire i resti del disco volante, smontandoli o interrandoli. Al di sopra, l’edificio del Museo può essere ricostruito così com’era. Direi che qualunque città del mondo tenderebbe a ripristinare nella forma precedente un palazzo storico crollato per qualche motivo (mi vengono in mente i casi della Fenice di Venezia, del Campanile di Piazza San Marco, del ponte di Mostar o della cattedrale di Notre Dame). Quando dici che meglio sarebbe trasportare altrove la Base di Altrove (mi si perdoni il giovo di parole alla cui tentazione non ho resistito), rispondo che il poco che viene detto ne “Il destino di Hellingen” non esclude affatto questa possibilità. Il Museo può essere ricostruito, la Base sottostante mantenuta provvisoriamente in attesa del trasferimento in un’altra nuova (magari nel deserto), una volta che si siano valutati meglio i pro e i contro (l’idea che la Base resti lì può essere soltanto la prima ipotesi presa in considerazione). Mi preme comunque far notare come ci siano lettori che temono qualunque cambiamento dello status quo, e altri che rimproverano la mancanza di coraggio nel rinnovare la serie. Nel mezzo ci sono io, criticato da entrambi i gruppi (a cui rispondo sempre con il massimo della pazienza).

5 – Caro Moreno, la mia più che una domanda è una proposta (un po’ folle, lo ammetto). Mi pare di aver capito che oltre a “Il re di Cuenca Verde” e a “Il sakem senza piume”, esistono altre storie in vari stadi di realizzazione che non sono adatte alla pubblicazione. Sarebbe possibile estrapolare da queste storie delle sequenze già disegnate e rimontarle, rivedendone anche i testi, in modo da inserirle in uno Zagor Più della serie “I Racconti di Darkwood”?

Distinguiamo “Il re di Cuenca Verde” e “Il sakem senza piume” dalle altre storie in giacenza in attesa di pubblicazione. Le prime due appartengono al passato (la seconda è addirittura del 1963), per testi, disegni, tipologia di racconto. Capisco la curiosità degli appassionati, ma si tratta di racconti davvero non appetibili per il pubblico dei giorni nostri, quelli a cui si rivolge “Zagor Più”. Si potrebbe tutt’al più ipotizzare una edizione limitata per collezionisti, e del “Sakem senza piume” ne esiste una ottima pubblicata dall’ANAFI (Nota di Baltorr: con traduzione mia dal francese). Ci sono poi storie, più recenti, che per vari motivi non hanno ancora trovato la strada dell’edicola, pur essendo in attesa da molti anni. Ogni tanto riesco a ripescarne qualcuna, rimediare alle magagne che ne sconsigliavano la pubblicazione nella forma originaria, e inserirla nella programmazione. In ogni caso, alcune storie di scorta è sempre meglio averle, perché a volte capitano degli imprevisti che richiedono soluzioni d’emergenza (tipo storie programmate non pronte in tempo, che devono venire sostituite). Il mio intento resta, comunque, quello di mandare in edicola il meglio che riusciamo a produrre, dando la precedenza ai racconti più convincenti.

6Gentile Moreno, crede che far tornare Zagor nella Valle delle Ossa, dove ha vissuto una delle prime, se non la prima vera tragica avventura insieme al proprio mentore “Wandering” Fitzy, che lei ha saputo egregiamente narrare sia nello speciale “La Leggenda di Wandering Fitzy” sia ri-narrare nel numero 3 della miniserie “Le Origini” col titolo “Il demone cannibale”, possa essere uno spunto per far tornare in lui vecchi ricordi e per, finalmente, narrare una sua avventura al presente dello Zagor attuale, non per questo senza, appunto, ricordare ancora una volta, e meritatamente, un grande personaggio come Nathaniel Fitzgeraldson? Naturalmente, ci vuole uno spunto, e non solo il volere di un fan dello Spirito con la Scure che chiede di poter rivedere quella valle, e sfortunatamente non saprei darvelo, non essendo né sceneggiatore né soggettista. Ma sono sicuro che lei, o uno dei suoi collaboratori, magari lo stesso Maurizio Colombo che non fa più parte dello staff ma che scrisse il soggetto dello Speciale di cui sopra, potreste anche lavorarci sopra per trovarlo. Tutto ciò per farci rivivere, ancora una volta, quel ricordo di immensa tragedia che è il cannibalismo e quella valle che non si sa se sia rimasta tabù per gli indiani e per i viandanti, dopo la scomparsa del demone che l’aveva infestata.

“La Valle delle Ossa” in effetti potrebbe offrire buoni spunti. Terrò presente il suggerimento. Sarebbe il massimo riuscire a far scrivere una storia ambientata in quel luogo proprio a Maurizio Colombo. Chiedo continuamente a Maurizio se ha voglia di sceneggiare un nuovo episodio, lui promette ogni volta che ci penserà.

7Caro Moreno, a quanto si intuisce dal finale della storia “Yeti!” il mostro del titolo avrebbe a che fare, più o meno indirettamente, con le origini del Sasquatch, probabilmente essendo lui stesso tale essere. La domanda che ti faccio pervenire è quella riguardante il fatto se lo stesso mostro sia anche il medesimo apparso in una famosa storia di Tex, oppure un suo diretto discendente visto che gli anni passano e non sappiamo quanta vita possa vivere una creatura del genere?

Ci ho riflettuto a lungo, giungendo (negli ultimi mesi) alla conclusione che lo Yeti e il Sasquatch vadano tenuti separati. Il motivo principale è che il Sasquatch è tradizionalmente collocato in regioni più occidentali (Tex lo incontra nell’Oregon), e del resto sarebbe strano che in sessanta anni di storie nessuno a Darkwood lo abbia mai avvistato. Lo Yeti affrontato da Zagor è un singolo esemplare e dunque si può giustificare meglio il fatto che, ritiratosi chissà dove su un’alta montagna, non lo si sia più rivisto. In ragione di queste considerazioni ho già cominciato a scrivere una storia intitolata appunto “Sasquatch”, affidata ad Arturo Lozzi, che intendo costruire come un prequel dell’avventura texiana di Nolitta e Nicolò (dunque ambientato in gran parte lontano da Darkwood). Magari poi scriverò qualcosa anche sullo Yeti, facendolo ritornare sulla scena e rimarcando la sua diversità dal Sasquatch.

8Caro Moreno, hai raccontato spesso e volentieri che la tua passione per Zagor è nata da giovane, e che hai iniziato soltanto successivamente a collezionare gli albi e non a scambiarli. Ma, rispetto a Tex che c’era nelle edicole nello stesso periodo, insieme a svariati altri personaggi s’intende, cosa ti ha fatto propendere verso lo Spirito con la Scure rispetto al Texas Ranger? Cosa aveva di più Zagor rispetto a Tex, per te, e cosa aveva Tex di meno rispetto a Zagor?

Nessuno dei due eroi aveva qualcosa in meno o qualcosa in più. Erano (e sono) semplicemente diversi. Forse la mia preferenza per lo Spirito con la Scure è dovuta al fatto che ho cominciato a leggerne gli albi da ragazzino delle elementari, e Nolitta scriveva Zagor proprio per un target di età più bassa rispetto a quello dei lettori di Tex, fumetto adatto per i più grandi. Da bambino Tex mi sembrava troppo difficile da seguire. Zagor invece mi faceva sognare, trasportandomi ogni volta in uno scenario diverso (mentre Aquila della Notte era più monotono nelle tematiche). Crescendo, ho imparato ad apprezzare anche il Ranger, ma ormai avevo ricevuto l’imprinting zagoriano.

9Caro Moreno, credi che non solo possa essere possibile, col giusto spunto, ma addirittura intrigante scoprire le origini della famosa Minaccia Verde che dette filo da torcere in una famosa storia scritta da Alfredo Castelli per Zagor e pubblicata nel lontano 1977?

Ti sei risposto da solo: “possibile, col giusto spunto”. Faccio notare però che esiste anche uno Speciale intitolato “Palude mortale” (n° 15, 2003) in cui Zagor affronta una “minaccia verde” di tipo diverso ma paragonabile a quella castelliana. Lo dico per sottolineare come anch’io, autore di questa seconda sceneggiatura, fossi rimasto affascinato dall’idea che le piante possano animarsi e uccidere (anche se ho subito l’influsso di Swamp Thing).

10Caro Moreno, giusto oggi ho acquistato lo Zagor Più “I racconti di Guitar Jim” avendo apprezzato moltissimo i due precedenti con Molti Occhi e i trappers. Credi che sarebbe interessante leggere racconti di comprimari storici e umoristici come Digging Bill, Bat Batterton e Icaro La Plume? Cordialmente saluti.

Sarebbe non solo interessante, ma interessantissimo, e lo faremo.

11Caro Moreno, cosa ha spinto la sua curiosità verso i Chupacabras?

Sentendone parlare, leggendone, vedendo documentari, mi sono sempre chiesto perché mai Tex non li avesse mai incontrati. Così ho proposto il soggetto per una storia breve destinata a un Color, proprio con i Chupacabras. Uscì sul n° 10 della serie, nel 2016, illustrata splendidamente da Michele Rubini. A cose fatte, io e Mauro Boselli concordammo sul fatto che fosse un peccato limitare un argomento così interessate a sole 32 tavole. Così, mi ha commissionato un sequel in due albi (220 tavole), sempre affidato a Rubini, che credo uscirà all’inizio del 2023.

12Gentile Moreno, c’è un personaggio di Zagor (visto che negli anni i suoi comprimari si sono in qualche maniera “evoluti”), che inizialmente faceva fatica ad accettare o semplicemente che non le piaceva, e che poi col passare del tempo ha finito con l’affezionarcisi?

Qualcosa del genere è accaduto con Panko, il parvol di Golnor creato da Tiziano Sclavi. Per il resto, se qualche personaggio non mi è piaciuto di primo acchito, sono rimasto dell’idea. Per esempio, da lettore non ho mai digerito l’Uomo Dipinto. E Stiletto. Ma solitamente i personaggi che compaiono sulle pagine di Zagor mi piacciono quasi tutti.

13Caro Moreno, cosa ne pensi dei lettori non abituali che comprano un albo soltanto per chi lo scrive o per chi lo disegna? E cosa ne pensi invece dei lettori abituali che fanno la stessa identica cosa, non dimostrandosi, a parer mio, affezionati al personaggio come invece dovrebbero essere, a prescindere da quali siano gli autori, in quanto non è affatto detto che un determinato autore possa scrivere o disegnare sempre e comunque una “ciofeca” o viceversa?

Penso che ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole, e che noi autori abbiamo il dovere di fare sempre e comunque del nostro meglio al servizio del personaggio, perché ciascuno possa riconoscerlo. Tuttavia, io appartengo di sicuro al primo gruppo. Per capirci meglio, escludendo Zagor, facciamo l’esempio del mio atteggiamento nei confronti, poniamo il caso, dell’Uomo Ragno. Naturalmente io apprezzo di più certi disegnatori e certi sceneggiatori rispetto ad altri, ma dato che mi piace il personaggio, il suo universo, la sua poetica e sono curioso di leggere le sue avventure, lo seguo chiunque le scriva o le illustri, anche perché le mani si alternano e si tratta comunque di professionisti selezionati dalla Marvel, non certo di dilettanti allo sbaraglio. Capisco anche che, se un certo autore a me non è gradito, magari viene apprezzato da altri. Non pretendo certo che se non piace a me non debba piacere a nessuno. Di sicuro non vado in gito su Internet a spargere veleno su di lui e a condurre campagne per il suo licenziamento (chi lo facesse, si meriterebbe che altri malmostosi andassero a dire peste e corna del suo lavoro, qualunque esso sia, su tutti i Social). Un conto, peraltro, è esprimere pacatamente delle opinioni, argomentandole, un altro è condurre crociate contro qualcuno che ha l’unica colpa di non andare a genio a chi evidentemente si ritiene l’unico e infallibile arbitro del bello e del brutto. Un fumetto seriale è composto da più episodi realizzati da più autori: ci saranno episodi migliori e peggiori, episodi che piacciono a me e non ad altri e viceversa, ma se a uno piace una serie la segue comunque anche nei momenti bassi, aspettando quelli alti.

14Caro Moreno, ti scrivo in questa rubrica per farti alcune domande legate fra loro, e non nello stesso post. Ines e Rolando, i due giovani visti in “Sfida a Los Angeles” ed “Aquila Nera”, al tempo della loro prima apparizione erano più piccoli della seconda volta in cui sono apparsi. Hai sempre detto che il tempo è cristallizzato per Zagor soprattutto per i comprimari più presenti, ma non per tutti. Ora, la mia domanda verte sul fatto che la prima apparizione di Ines e Rolando è di poco successiva, temporalmente parlando, all’avventura narrata in “Anima Nera”, dove Tim Cuorepuro era altrettanto un bambino. Ne “L’angelo della morte”, dove è apparso per la seconda volta, la storia è temporalmente basata 7 o 8 anni dopo, come da prefazione, rispetto ai primi avvenimenti. Per cui possiamo dire che se, temporalmente parlando, Ines e Rolando sono cresciuti al pari di Tim Cuorepuro, e che le loro prime avventure sono da considerarsi narrate più o meno in contemporanea, le seconde potrebbero esserlo altrettanto, in quanto 7 o 8 anni dovrebbero o potrebbero essere passati da “Sfida a Los Angeles” ad “Aquila Nera”, tenendo quindi conto del fatto che le avventure odierne di Zagor sono quelle contemporanee alle narrazioni svoltesi nello Speciale n. 9 “L’angelo della morte”?

Questo tipo di considerazioni, pur giustissime in assoluto, cozzano contro una delle leggi non scritte del fumetto seriale: mai farsi troppe domande sullo scorrere del tempo. In generale non ci si dovrebbe neppure chiedere perché un eroe (non soltanto Zagor, ma anche James Bond) possa restare ferito decine di volte senza rimanere invalido, perché durante le scazzottate non perda i denti, perché non vada mai a fare pipì e tante altre cose di questo tipo. Nella realtà, di sicuro nessun Ranger del Texas può aver avuto il tempo di vivere tutte le avventure di cui è stato protagonista Tex Willer. Qualcuno ha notato che anche Destoevskij ne “L’idiota” dilata i tempi della giornata facendo fare al principe Myškin molte più cose di quante un uomo possa ragionevolmente compiere nella realtà. Tuttavia, riguardo al caso che poni, si possono fare alcune considerazioni. I ragazzi crescono in fretta, nel senso che la loro crescita si nota molto di più dell’invecchiamento degli adulti. Mettiamo il caso di uomo di trent’anni anni posto accanto a quello di un bambino di cinque: dopo un decennio, il primo potrebbe avere più o meno lo stesso aspetto, il secondo sarà un adolescente spilungone il cui cambiamento è evidentissimo. Questo è ciò che si può pensare della crescita di Ines e Rolando e di Tim Cuorepuro: erano ragazzi e sono cresciuti, Zagor e Cico sono rimasti con lo stesso aspetto. Circa la contemporaneità delle vicende, tendo a considerare gli Speciali e Maxi come episodi scollegati dalla continuity (anche se certi, come “Ritorno alla Casa del Terrore”, fanno riferimento ad avventure della serie regolare), per cui si può immaginare che questi numeri extra siano collocabili avanti o indietro nel tempo, senza che si debba per forza tener conto della cronologia (evitando comunque di contraddirla).

15La seconda domanda scritta da me medesimo riguarda il “vecchio” Zagor apparso in “Bandera!” e che, naturalmente, non può essere rimasto con le mani in mano tutto il tempo in attesa di tornare in azione in Texas. Avrà dovuto tenersi in allenamento, come dimostra il suo fisico, ed essendo l’Inviato di Manito non avrà certo potuto esimersi dal proprio ruolo pur invecchiando come tutti gli esseri umani... E proprio per questo ti chiedo non solo se ti piacerebbe sceneggiare una storia di uno Zagor anziano ambientata nella Foresta di Darkwood, e se la sfida riesca ad impressionarti un po’, ma addirittura se, essendo appunto uno Spirito, gli indiani non abbiano infine mangiato la foglia vedendo quello che loro credono tale avere i capelli bianchi ed appesantirsi, e quindi vedendolo come un essere umano.

Non so se Boselli ne abbia tenuto conto, scrivendo “Bandera!”, ma Zagor è stato sottoposto dalle Amazzoni (incontrate durante la trasferta sudamericana) alle cure di una macchina atlantidea che ha curato le sue ferite più recenti e cancellato i postumi e le cicatrici di quelle più vecchie, praticamente rigenerandolo. Dunque non c’è da meravigliarsi che lo Spirito con la Scure sia un ultra cinquantenne ancora così baldo ed energico. Che cosa gli sia accaduto nel periodo che separa le avventure della Collana Zenith da quelle del giovane Tex Willer per il momento non lo sappiamo, potrebbe essere materia di avventure ancora da scrivere. Riguardo l’eventualità di una avventura con Zagor anziano, io credo che gli uomini possono invecchiare ma le leggende no, perciò se mai dovessi scriverne una non racconterebbe di un eroe che va in pensione ma di uno che trova il modo di uscire di scena da campione, in una maniera spettacolare come quella della prima apparizione, perpetuando il mito. Va detto però che la storia scritta da Boselli sembra escludere che ai tempi di “Bandera!” Zagor sia ancora il Re di Darkwood e viva nella capanna nella palude insieme a Cico. C’è anche da considerare quello che in proposito si dice nella miniserie “Zagor Darkwood Novels”.

16Caro Moreno, ti scrivo per chiederti se Zagor, volendo dare una seconda possibilità a qualcuno, non se ne sia poi amaramente pentito. Mi ricordo ad esempio, nella storia riguardante la prima apparizione di Lupo Solitario, del Dottor Potter: in preda alla febbre dell’oro, dopo aver tentato di uccidere lo Spirito con la Scure ed i suoi compagni, dopo essere fuggito, essere quasi morto congelato nel fiume ghiacciato, e salvato dallo stesso indiano e da Zagor, quest’ultimo decide che abbia già pagato abbastanza per i suoi peccati. Tutto si risolse per il meglio, quella volta, ma il racconto narrato da Lupo Solitario dove viene detto, alla fine, che di oro non ce n’era davvero più nel luogo dove aveva portato i tre banditi, potrebbe anche aver indotto lo stesso dottore a voler approfondire la questione, magari cercando informazioni dallo stesso Warren in cambio di uno sconto di pena o della libertà totale. In due potrebbero andare a ricercarlo, quell’oro, con Warren pronto ad approfittarne per tornare in libertà e tornare quindi alla sua vita di ladro ed assassino, o ancora, creare una nuova banda. Oppure qualcuno interessato a quell’oro, dopo tanto tempo, trova il coraggio di coinvolgere meschinamente il dottore per fare uscire di prigione Warren e venire portato nel suddetto luogo. Alla fine della fiera, Zagor dovrebbe comunque pentirsi di aver lasciato in libertà un pericoloso, per quanto ingenuo, criminale come il dottor Potter, col rischio, appunto, di vederselo tornare sulla strada, sia come cattivo volontario od involontario, con una sua decisione o con una decisione presa da altri. Ma forse non sarebbe molto giusto andare contro una scelta avvenuta anni fa, e che potrebbe quindi far ricredere il giudizio dato da Zagor nei confronti di chi ha avuto semplicemente un attimo, un tragico attimo di debolezza?

Zagor è un personaggio meno tetragono di Tex, più incline all’ascolto delle ragioni di tutti e alla pietà verso il nemico sconfitto. Perciò può certamente dare una seconda possibilità a qualcuno. Succede per esempio in almeno due mie storie, “Tragedia a Silver Town” e “La palude dei forzati”.

17Caro Moreno, invio questo quesito che mi “diverte” sottoporti. Premetto che “Il seme della violenza” è una delle mie avventure preferite di Zagor, ma proprio quell’avventura mi fece nascere un dubbio, all’epoca, sul comportamento del Generale Murray. Quando Zagor, sul finale, fa fuggire di fronte a tutti il responsabile di tutto ciò che stava accadendo di male nella regione in quel momento, lo stesso Patrick Wilding dichiara di aver voluto anticipare il Generale in quanto non poteva fidarsi ciecamente di lui, e per non rischiare che potesse insabbiare tutto. Nel corso del racconto, abbiamo sì visto Murray vacillare di fronte alle possibili mazzette dovute ad una vendita estrema di fucili durante una guerra indiana, ma Zagor di questo non dovrebbe saperne niente, in quanto non presente di persona nei momenti in cui i cattivi di turno cercano di tirare il Generale dalla loro parte. La mia domanda, quindi, è riferita al fatto di capire come mai Zagor possa dubitare così tanto del Generale. Forse perché non si fida dei militari in toto, oppure c’era qualcos’altro che mi è sfuggito?

Che Zagor non si fidi troppo dei militari è un dato di fatto, così come lo è che alcuni di loro siano suoi ottimi amici (è il caso del colonnello Perry). Lo Spirito con la Scure non potrebbe però essere l’eroe che è se non avesse, fra le sue doti, anche quella di saper leggere negli occhi degli interlocutori riuscendo a capire se gli si possa dare fiducia o meno, intuendo talvolta anche ciò che è accaduto in sua assenza. Qualche volta qualcuno riesce comunque a trarlo in inganno, ma non è così facile.

18Buongiorno. Intanto complimenti per la cura delle storie molto avvincenti. Mi preme una domanda: come mai certe storie faticano anni prima di arrivare in edicola? Sono forse datate o non vengono ritenute pronte per il lettore? Grazie in anticipo e scusate se per caso è già stata data risposta.

Abbiamo una buona scorta di storie in magazzino, messa da parte nel corso degli anni. Qualche avventura in giacenza è sempre meglio averla per sopperire nel caso ci siano degli imprevisti nella programmazione (autori che non finiscono in tempo, o episodi dalla lunghezza spuria che necessitano di venire incastrati con altri del numero giusto di pagine, eccetera). Alcune di queste giacenze sono costituite da ciambelle che non sono riuscite con il buco e bisogna trovare il tempo e il modo per ovviare alle magagne. In altri casi ci sono stati dei motivi per cui una sceneggiatura è stata interrotta e il disegnatore è passato a fare altro (la salute o perfino la morte di un autore, la necessità di una storia breve che venga realizzata in tempi rapidi lasciando indietro una più lunga che si può rimandare). Quando c’è abbondanza di scelta nel programmare le uscite è ovvio dare la precedenza a ciò che è pronto e soprattutto a ciò che c’è di meglio, per cui si creano liste di attesa che proposte più intriganti riescono, sgomitando, a superare.

19Ciao, imam primjedbu, zašto dajete crtačima da crtaju zagora koji loše crtaju chiarola, laurenti, barison itd jer lošim crtežom upropaste dobru priču, mnogi čitatelji se žale na loš crtež, nabrojani crtača kad imate drugi dobrih crtača verni, espositi bros, sedioli, della monica itd.

Traduzione dal croato: “Ciao, ho un’osservazione. Perché permetti di disegnare Zagor a fumettisti che disegnano male: Chiarolla, Laurenti, Barison, ecc? Poiché un cattivo disegno rovina una bella storia, molti lettori si lamentano del cattivo disegno dei sopra indicati fumettisti, quando hai altri bravi fumettisti: Verni, Esposito Bros, Sedioli, Della Monica, ecc.

Secondo me Chiarolla, Laurenti e Barison disegnano benissimo. A moltissimi lettori piacciono, come a te, viceversa, piacciono gli altri che hai citato. In ogni caso, sono tutti professionisti attivi da anni, il cui talento non può venire messo in discussione neppure dai detrattori. Il fatto che qualcuno non gradisca il tratto di un disegnatore non significa che i gusti di uno debbano venir presi come metro di giudizio valido per tutti. Perché è evidente che si tratti soltanto di gusti personali. In ogni caso, Zagor va in edicola con oltre duemilacinquecento tavole inedite ogni anno. Un disegnatore molto veloce può arrivare a illustrarne duecento (la maggior parte non arriva a centocinquanta). Dunque servono molte mani per garantire la produzione. Il che assicura anche una varietà di proposte per i palati di tutti i lettori, dunque un arricchimento per la serie.

20 – In qualità di curatore del blog, la millesima domanda la voglio formulare io stesso… Carissimo Moreno, giunti a questo ragguardevole traguardo, avrai ancora voglia e tempo per rispondere ad altre domande degli appassionati zagoriani? Ciao, Marco/Baltorr.

Caro Marco, avvicinandomi a questo traguardo (quello delle mille domande a cui ho dato risposta), mi sono chiesto se la cinquantesima puntata della nostra rubrica non potesse rappresentare la tappa finale, la chiusura in bellezza. Voglio dire: dopo mille domande, che cosa altro mi può venire chiesto? Ho pensato che sarebbe stata un’ottima occasione per fare un inchino, ricevere qualche applauso e gli ultimi fischi, far chiudere il sipario e dedicarmi ad altro. Confesso che scrivere tutte queste risposte mi ha portato via un sacco di tempo, rubato al lavoro ma anche allo svago. Faccio notare (non a te ma a chi fosse restio a riconoscermene il merito) di come si sia trattato di risposte argomentate ed esaustive, e non monosillabiche. Mi sono ripetuto che nessuno avrebbe avuto il coraggio (anche se non si può mai dire) di accusarmi di volermi sottrarre al confronto con i lettori e alle risposte scomode, avendone fornite a centinaia (scomode e no). Però ho anche riflettuto sul fatto che se le domande vengono poste è perché ci sono lettori interessati. E il mio lavoro (che è anche la mia passione) consiste proprio nell’interessare chi legge. Lo faccio da oltre trent’anni e tu sai (diversamente da chi lo ha dimenticato) quanto mi sia sempre impegnato per animare la comunità degli zagoriani, organizzando eventi, progettando iniziative, sollecitando la nascita dei forum, partecipando a infiniti incontri, fornendo materiali e notizie, eccetera eccetera. Ti ho chiesto dunque se c’erano molte altre domande in attesa, se i lettori manifestavano ancora interesse per le mie risposte. Mi hai assicurato di sì. E allora, che fare? Naturalmente continuiamo. Anche per dimostrare la vitalità del nostro eroe, lo Spirito con la Scure, a cui ho dedicato la mia esistenza.


E allora, cari amici zagoriani,

fatevi avanti con sempre nuove domande!!!