Già dopo aver notato che, nella quarta di copertina dell’albo del giugno 1990, la cover del n. 300 (tutto a colori) riproduceva il medesimo disegno di Gallieno Ferri che qualche mese prima era stato riportato sulla copertina del saggio Speciale Zagor Collezionare avevo avuto come un presentimento… Era come se l'interesse manifestato per Zagor in quel saggio dai suoi autori si fosse in qualche modo trasfuso nella serie...
Infatti, nella pagina della posta del n. 300, del luglio 1990, Sergio Bonelli smentiva clamorosamente (e, possiamo dire, fortunatamente per gli zagoriani) se stesso e, quasi a ritrattazione di quanto aveva dichiarato nell'intervista dello Speciale Zagor Collezionare, definiva Zagor "un eroe ancora in forma e pimpante, seguito da molti sostenitori", e dichiarava che avrebbe fatto il possibile per assicurargli "un futuro altrettanto luminoso del suo passato e del suo presente". Per realizzare ciò, su sollecitazione scritta di un appassionato di nome Marco Verni da Forlì (che oggi - come tutti voi sapete - è diventato uno dei disegnatori zagoriani dal tratto più ferriano), prometteva che avrebbe effettuato una serie di brainstorming con la redazione...
Insomma, qualcosa nel mondo zagoriano si stava muovendo e noi lettori cominciammo a sperare in un futuro più luminoso per il nostro eroe…
Sei mesi dopo, nella posta del n. 306, del gennaio 1991, Sergio Bonelli scrisse che Marcello Toninelli, colui che da diversi anni aveva raccolto il gravoso fardello dell'eredità nolittiana scrivendo numerose storie di Zagor, aveva deciso di prendersi una vacanza dal personaggio...
Nella posta del n. 307, Bonelli scrisse che la sua attenzione e quella dei suoi collaboratori si era concentrata sulla scelta di nuovi sceneggiatori e sulla possibilità di future trasferte dello Spirito con la Scure… Quindi, nella posta del n. 308, rivelò che la testata di Zagor continuava ad andare benissimo tanto da essere la terza, in ordine di vendite, delle pubblicazioni della casa editrice.
L'esito dei citati brainstorming era stato l'allestimento di un nuovo staff di sceneggiatori, di cui svelava finalmente i nomi: Ade Capone (già autore, in passato, di alcune storie zagoriane), Alessandro Russo, Mauro Boselli e MORENO BURATTINI!
"Quest'ultimo lo conosco!", dissi a me stesso quando lessi il suo nome. Era proprio colui che aveva scritto nello Speciale Collezionare il saggio sulla vita di Zagor che mi aveva appassionato quanto la lettura di un romanzo! "Allora siamo davvero in buone mani!", pensai. Il nome di Moreno Burattini era per me una garanzia, così come il fatto che avesse più o meno la mia età e che quindi fosse "cresciuto" con le stesse storie che mi avevano fatto innamorare del personaggio…
Nel n. 310 del maggio 1991 potevo leggere, finalmente, la prima sceneggiatura zagoriana realizzata da Moreno Burattini che portava il titolo di "Cico rubacuori" e si apriva con una lunga e spassosa gag di Cico, proprio come ai vecchi tempi...
Non solo. Nel Giornale di Sergio Bonelli Editore di quel numero erano contenute due pagine dedicate al nuovo Speciale Cico (Cico Trapper), sempre sceneggiato da Moreno Burattini (che veniva definito la "promessa") e al nuovo Speciale Zagor (La fiamma nera) il cui autore era un altro esordiente: Mauro Boselli (che Bonelli definiva "uno dei miei critici più severi per le avventure di Zagor").
Beh...all'epoca della pubblicazione del N. 300 il presente zagoriano molto luminoso non era!
RispondiEliminaMassacrato da sceneggiature bolse a supporto di idee narrative ancor peggiori, disegnato spesso alla meno peggio (Segni, Gamba...), in realtà all'epoca a tenere in piedi le vendite della testata era l'esercito di cocciuti nostalgici dello Zagor che fu.
Ovvero fu merito nostro se Bonelli ci ripensò sopra ed invece di fargli fare la fine di Mark (che chiuse a Gennaio di quell'anno) iniziò a cercare nuova linfa creativa per la sua ormai trentennale creatura.
Va detto che a metà anni '70 Bonelli fu un po' Medea con Zagor.
Abbandonato ad un destino infame in favore del suo amatissimo Mister No.
Noi, lo abbiamo fatto tornare sui suoi passi.
Le storie degli ultimi vent'anni non sono state tutte fantastiche, in realtà lo Zagor degli anni '70 resta lassù, nell'olimpo dei capolavori magnifico ed irraggiungibile.
In questi ultimi lustri a volte la sua componente zagoriana è artificiosamente eccessiva e quindi rende il risultato poco credibile, a volte le trame sono troppo intricate e indigeste (Boselli), ma in ogni caso è sempre meglio questo Zagor che quello di Toninelli.
Se potessi dare un suggerimento ai Maestri senza irritarli troppo, direi loro di mantenere le trame su una maggiore linearità nello sviluppo delle vicende senza sovrapporre strati di situazioni che rendono le storie delle mappazze indigeribili e poco interessanti.
L'ultimo Tex di Nizzi (Alto Tradimento) è un buon esempio di quel che intendo.
Lo Zagor nolittiano de "I Sei Della Blue Star" (e di cento altre storie) invece dovrebbe essere il Puro Vangelo da seguire a menadito.
I tuoi commenti sono sempre una fonte di informazioni preziosissime, oltreché traboccanti di passione per lo Spirito con la Scure!
RispondiEliminaGrazie a Mario per la sua disamina, come al solito completa e "pungente" al punto giusto...;-)
RispondiEliminaGrazie anche ad Alessandro per i complimenti!
Grazie a te per non censurare i passi un po' aspri dei miei interventi!
RispondiEliminaIn realtà sono stufo di leggere recensioni mosce di film "carini", di dischi "carini", di libri "carini" e sono un nostalgico della stroncatura!
Fare il recensore o comunque criticare il lavoro di chi sa fare mi rendo conto che ha in se aspetti infami.
Ovvero la cosa sta in questi termini: io che non so fare, giudico, esamino e talvolta dileggio il lavoro di chi sa comunque fare.
Però tant'è.
Se non ci fossimo noi incapaci ma puntigliosi, pungenti e pedanti col lavoro degli altri credo che ci si annoierebbe a morte...
;-))
Beh, Mario, io credo che così come i complimenti sinceri possono far piacere, anche la critica appassionata e propositiva, pur se puntigliosa e pungente, non può che essere utile per gli autori... L'errore in cui non bisogna incorrere è quello della supponenza e della "stroncatura" fine a se stessa, magari fatta solo per provocare... ecco, questo no!
RispondiEliminaMa non è questo il tuo caso!;-)
Pensare che per 2 anni la testata rimase senza autore principale e vi si alternarono tra serie regolare e speciale storie di sei autori diversi! °_O Tra il 92 ed il 93 si è decisamente vivacchiato!
RispondiEliminaPoi come fatto notare: Toninelli e Torricelli avevano lasciato, il compianto Capone era con la valigia in mano, il compianto Pepe stava diventando ormai quasi esclusivamente art director... meno male che arrivò Burattini e Boselli scoprì la sua vera vocazione XD ! Sempre come fatto notare però poteva andare a finire molto peggio!
"ma in ogni caso è sempre meglio questo Zagor che quello di Toninelli."
Io sono un po nostalgico di Toninelli! Chiaramente di quello migliore! XD
"L'errore in cui non bisogna incorrere è quello della supponenza e della "stroncatura" fine a se stessa, magari fatta solo per provocare... ecco, questo no!"
Quoto!
"Se potessi dare un suggerimento ai Maestri senza irritarli troppo, direi loro di mantenere le trame su una maggiore linearità nello sviluppo delle vicende senza sovrapporre strati di situazioni che rendono le storie delle mappazze indigeribili e poco interessanti."
Quoto!