giovedì 26 ottobre 2017

Zagor Collezione Storica a Colori: Il segreto della città nascosta (ZCSC212)




          Il duecentododicesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor in Perù.


LA MUMMIA DELLE ANDE

Proseguendo la sua caccia a Dexter Green, Zagor e Cico si imbarcano verso il Perù e giungono nel porto del Callao. Qui, conosciuto il simpatico avvocato Aguilar, intraprendono in sua compagnia il viaggio per Lima ma, lungo la strada, si scontrano con una banda di killer al soldo di don Cristobal Torres, proprietario di una manifattura in cui sfrutta il lavoro degli indios dei quali si è fatto paladino l’avvocato, che vogliono uccidere Aguilar.
Intanto, un avventuriero senza scrupoli, chiamato Barranco, è in cerca di una mummia nascosta sulle Ande, al cui collo c’è un “quipu”, una collana di fili i cui nodi celano preziose informazioni per raggiungere una città sacra degli Inca nascosta sulle vette andine.
Sopravvissuti all’agguato e catturato il capo dei sicari, Gilberto Serrano, Zagor, Cico e Aguilar, cercano rifugio presso la fattoria di Mama Jacinta, una curandera, e lì la pista dello Spirito con la Scure si incrocia con quella di Barranco, che ha costretto Mama Jacinta a rivelargli l’ubicazione della città sacra degli Inca decifrando i nodi della collana ed ha rapito e condotto con sé la bella Soledad, figlia della curandera.
Dal canto loro, Dexter Green e Yambo, scoperte in un antico codice cinquecentesco delle importanti indicazioni per raggiungere la base atlantidea dove l’archeologo intende usare le pietre trafugate per costruire la “chiave della conoscenza”, si mettono in viaggio per Cuzco. Ed è lì che anche Zagor si dirige, seguendo le tracce di Barranco, su suggerimento di Mama Jacinta, che gli rivela di appartenere alla stessa sorellanza della sciamana Shyer.
Nel frattempo Zagor e Cico vengono catturati dagli uomini di don Torres e portati nella sua villa. Con l’aiuto di Celicia (figlia di Torres) si liberano e in uno scontro con gli avversari Zagor uccide sia Serrano (che era tornato in libertà) sia don Cristobal. Quindi proseguono il loro viaggio consci del fatto che Cecilia e l’avvocato Aguilar si adopereranno per migliorare le condizioni di lavoro degli operai manifatturieri.
Dexter Green e Yambo raggiungono le rovine di un’antica fortezza Inca fondata da un discendente degli atlantidei, il misterioso Viracocha. Lì l’archeologo riesce a scoprire le coordinate della più importante base atlantidea situata agli estremi confini del mondo, dove potrà finalmente attivare la “chiave della conoscenza”.
Soledad, ancora prigioniera di Barranco, scopre che questi vuole raggiungere la città sacra di Machu Picchu non tanto per brama di ricchezza, quanto per rintracciare un gruppo di donne, le figlie di Viracocha, e farsi rivelare da loro dove si nascondono le leggendarie Amazzoni! Queste donne misteriose liberano Soledad (che scopriamo essere anche lei una sciamana come la madre) e la conducono nei sotterranei della città, ma vengono inseguite da Barranco. Le componenti di questa sorellanza sono tutte fisicamente uguali, anche se di diversa età, ed aborrono ogni forma di violenza; quindi, quando Barranco le rintraccia ed esse si rifiutano di dargli le informazioni che cerca, egli comincia ad ucciderle senza trovare opposizione.
Fortunatamente il massacro viene fermato da Zagor e Cico, anch’essi giunti nei sotterranei di Machu Picchu, e Barranco viene fatto prigioniero. La più anziana della sorellanza, Sanya, conduce Zagor in un laboratorio atlantideo, all’interno del quale vi sono le vasche di incubazione da cui sono nate tutte le figlie di Viracocha da un’unica progenitrice. Ma queste vasche sono ormai danneggiate e nessuna bambina nascerà più: la sorellanza è destinata così ad estinguersi.
Sanya spiega ancora a Zagor che un altro gruppo di donne, più combattive di loro, aveva rifiutato questo tipo di “riproduzione” e, tempo prima, erano partite per il Rio delle Amazzoni alla ricerca di altre basi atlantidee nascoste nella giungla. Sono queste le Amazzoni di cui, non si sa per quale motivo, era in cerca Barranco.
Infine Sanya dice a Zagor di dirigersi verso il Rio delle Amazzoni nella sua caccia a Dexter Green e gli consegna un monile con il quale potrà rintracciare le loro sorelle separate. Barranco, che nel frattempo si è liberato, ha ascoltato tutto e cerca di uccidere Zagor ma viene da lui sopraffatto; nella fuga, precipita in un fiume sotterraneo le cui acque impetuose lo trascinano via.
Zagor e Cico proseguono allora nel loro viaggio verso la giungla amazzonica.

Zagor giunge finalmente in Sudamerica in una storia che miscela sapientemente la caratterizzazione storico-geografica (con spunti documentaristici ben inseriti nel contesto della trama), l’avventura di stampo classico, il viaggio irto di pericoli, la suggestione magica e tecnologica, e una serie di comprimari interessanti: sopra tutti il nuovo villain Barranco, avido e senza scrupolo alcuno, che esordisce compiendo una atto di profanazione e omicidio di grande impatto emotivo e che continuerà durante tutta la vicenda a comportarsi da vero fellone.
Moreno Burattini caratterizza benissimo anche Zagor e Cico, e il loro rapporto di amicizia in questa avventura mi sembra che possieda un realismo davvero splendido, con una caratterizzazione molto moderna della dialettica tra i due.
La storia si dipana poi in un intreccio di eventi riconducibili all’azione individuale di più personaggi, che la rendono però corale: lo “scontro” dell’avvocato Aguilar e don Cristobal (che coinvolgerà anche la figlia di quest’ultimo, con sullo sfondo un problematica di sfruttamento dei lavoratori); la trama portante della ricerca di Dexter Green, con il suo comportamento “ambiguo” (ma è buono o cattivo?); le premonizioni di Shyer e l’aiuto della curandera; Barranco che persegue criminosamente i suoi loschi interessi, dei quali non si colgono fino in fondo le motivazioni; le figlie di Viracocha e – in prospettiva – le Amazzoni.
Il tutto con ottimi cambi di scena fra le vicende che coinvolgono direttamente il nostro eroe e quelle dei suoi antagonisti, che procedono parallele, a volte sovrapposte e convergenti.
Giuseppe Prisco, qui alla sua terza prova su Zagor dopo il Maxi Uomini in guerra del 2007 e Un capestro per Gambit del 2009, ci regala delle tavole curatissime, con disegni molto belli e “certosini”, dal tratto moderno, e la presentazione di atmosfere ed ambienti suggestivi e convincenti.

Una curiosità: il personaggio di Barranco è graficamente ispirato alle fattezze di un appassionato e collezionista zagoriano romano (nonché amico mio):  Giancarlo Orazi. Prestando il suo volto al cattivo, Giancarlo entra a tutti gli effetti a far parte dei comprimari zagoriani, conquistandosi persino l’apparizione su una cover del Maestro Gallieno Ferri (n. 565 La città sulla cordigliera)!

A tale proposito, riporto un intervento di Moreno Burattini pubblicato sul suo blog, che svela i retroscena di questa “straordinaria interpretazione”:

Due parole su Barranco. Si tratta del primo, grande super-nemico che Zagor incontra nella trasferta sudamericana. Bastano le poche pagine del suo esordio per farlo odiare a chiunque le legga.
Per dargli l’aspetto che ha, ho chiesto degli studi non a Prisco, ma a Mauro Laurenti, descrivendogli un tipo che doveva essere un peruviano di etnia caucasia (di origini spagnole, insomma), dalla faccia particolarmente patibolare.
Laurenti, abituato a pescare modelli tra i suoi parenti e amici (non avete idea di quanti zii, cugini e conoscenti abbia ficcato nelle sue vignette), ha immediatamente trovato il tipo giusto nella figura di un comune amico (suo, mio e di tutti quelli che bazzicano l’ambiente dei fan zagoriani): Giancarlo Orazi, grande collezionista e organizzatore di eventi, uomo di rare umanità e simpatia.
Giancarlo si è prestato volentieri al gioco, ha acconsentito a mettere a nostra disposizione numerose sue fotografie, e Prisco è riuscito a ritrarlo con efficacia”.

Da ultimo, penso sia interessante scoprire qualcosa di più sull’originale personaggio di Mama Jacinta riportando quanto scritto sempre sul blog di Moreno:

Si tratta di un personaggio che mi è venuto spontaneo inventare perché se c’è una cosa tipica delle culture andine è la figura della curandera. Se avessi mandato Zagor in Perù senza fargli incontrare una curandera, mi sarebbe sembrato di scrivere una storia come se il nostro eroe, girando per Darkwood, non incontrasse neppure un trapper.
Perciò, documentarmi sulle curandere è stata la prima cosa che ho fatto. Una rapida ricerca in libreria mi ha permesso di scoprire i libri di Hernàn Huarache Mamani, in particolare quello intitolato “La profezia della curandera”. Mamani, indio quechua (proprio come Mama Jacinta) è l’ultimo erede di una stirpe di curanderos andini, allievo di un maestro depositario di antichi segreti del popolo inca.
Leggendo i suoi scritti (che ho divorato, ma con il mio atteggiamento laico di sempre), ho appreso un po' di cose sul culto della Pacha Mama (la madre terra) e sullo sciamanesimo femminile, in sintonia con l'anima del mondo. E' stato Mamani a farmi capire che la mia Shyer poteva benissimo ricollegarsi a questo tipo di mistica, e che ci poteva essere un legame con il mito delle Amazzoni (che volevo affrontare in un'altra storia). Così, ho scritto La progenie del male, primo pezzo di un mosaico che a me sembrava, in prospettiva, molto affascinante”.

venerdì 20 ottobre 2017

Gallieno Ferri a… Varazze (seconda parte: le fotografie)


In una bellissima giornata di sole,
e come ho già avuto occasione di scrivere qui,
sabato 14 ottobre 2017 ha avuto luogo una commovente
cerimonia di intitolazione di una sala della biblioteca di Varazze
al maestro Gallieno Ferri.

Alla cerimonia di scopertura della targa
erano presenti, oltre alle Autorità Cittadine,
ai parenti di Gallieno, a Davide Bonelli e a diversi autori zagoriani,
anche un numerosissimo pubblico di appassionati
accorsi a rendere omaggio al papà grafico di Zagor.

Per il Forum SCLS è stata l’occasione
per celebrare il Raduno Autunnale 2017.

Dopo avervi mostrato i filmati,
ecco qui di seguito una serie di fotografie scattate dal sottoscritto
durante tutta la giornata.

LA CERIMONIA DI INTITOLAZIONE

L’Assessore Andrea Cipollone ha invitato il numerosissimo pubblico a prendere posto…


…riservando le prime poltrone agli ospiti più importanti:

i figli di Gallieno Ferri, Gualtiero e Curzio e
la Sig.ra Pia, compagna degli ultimi 17 anni di Gallieno.

Quindi Andrea ha invitato al tavolo della presidenza
gli autori zagoriani presenti…

Marcello Magiantini

Marco Torricelli

Alessandro Piccinelli

…che raggiungono Moreno Burattini e Graziano Romani

In sala erano presenti anche Davide Bonelli e consorte

Hanno preso la parola prima il Sindaco di Varazze
Alessandro Bozzano

…poi l’Assessore Andrea Cipollone

…seguiti con estrema attenzione dai presenti



Il microfono è passato poi nelle mani di Moreno Burattini
che ha ricordato il maestro Ferri attraverso dei ricordi personali
ed una serie di bellissime e commoventi fotografie,
dando anche la parola agli ospiti presenti











Quindi, cerimonia nella cerimonia,
gli organizzatori di Albissola Comics
consegnano ai figli di Gallieno Ferri
una targa in memoria dell’artista


Ed infine si è proceduto alla scopertura della targa
che riporta un’illustrazione di Michele Rubini
il cui originale è stato donato dal disegnatore alla biblioteca




Al termine della cerimonia vera e propria
i partecipanti hanno potuto usufruire di un buffet
offerto dall’Amministrazione Comunale
e gli autori presenti (a cui si era aggiunto Stefano Biglia)
 hanno socializzato con il pubblico




Alessandro Piccinelli ha omaggiato la famiglia Ferri
con una sua bellissima illustrazione



IL POMERIGGIO

Dopo aver trascorso qualche ora in spiaggia…

…alle 17 ha avuto luogo la prima conferenza
nella neo-dedicata Sala Gallieno Ferri
tenuta da Moreno Burattini, Graziano Romani,
Alessandro Piccinelli e Marcello Mangiantini








Oltre che dei suoi libri, Moreno ha anche rilasciato alcune
dichiarazioni di natura zagoriana,
le più importanti della quali sono queste:

Marco Verni ha cominciato a disegnare il ritorno
di Supermike in un’avventura dal titolo “La sfida finale”

A conferma e completamento di quanto già scritto da me su questo blog qui,
Moreno ha rivelato anche che…

1
I tre Maxi del 2018 costituiranno i tre capitoli di un’unica trasferta zagoriana
che porterà il nostro eroe dalle coste nordorientali dell’America
fino a Los Angeles; nel primo Maxi ci sarà il ritorno di un nemico storico
per ora ancora segretissimo, nel secondo il ritorno del principe Alexis
e nel terzo Zagor sarà nuovamente in California a portare a compimento
alcune situazioni lasciate in sospeso nella seconda odissea…
Inoltre, il ritorno a Darkwood da questa trasferta avverrà
negli albi della serie regolare immediatamente
successivi all’ultimo Maxi pubblicato!

2
Nel 2019, invece, usciranno due altri Maxi dedicati a
I racconti di Darkwood, a gennaio e a settembre.
A tale proposito, Marcello Mangiantini ha dichiarato
di stare disegnando una storia “cupa” di Andrea Cavaletto.

3
I Morb invaderanno Darkwood nello Zagor Color
del prossimo anno che vedrà il team-up con Brad Barron
scritto di Tito Faraci.

A conclusione della conferenza, ecco a voi
Graziano Romani alla chitarra e Moreno Burattini al microfono
in una performance inedita di
"Cico Felipe Cayetano Lopez y Martinez y Gonzales"

LA SERATA

Questa magnifica giornata si è conclusa con una buonissima cena
durante la quale ho scattato diverse foto… eccone qualcuna:








Un ringraziamento finale mi sembra doveroso farlo
all’amico Andrea Cipollone che è riuscito
a creare un evento davvero importante e significativo
in quella Liguria, patria del nostro Gallieno