lunedì 21 dicembre 2015

Visita alla redazione (15 Dicembre 2015)



Lo scorso 15 Dicembre ha avuto luogo la “Pizzata Natalizia Ambrosiana” del Forum SCLS, giunta alla sua “nona edizione”, con consueta visita alla redazione ed incontro con sceneggiatori e disegnatori.

Ecco a voi alcune foto scattate nell’occasione.

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            Le primo foto che vi mostro sono relative agli ormai noti grafici bonelliani Roberto Piere e Tino Adamo.


             Entrambi erano al lavoro sulle tavole del prossimo Zagor Maxi disegnato dai fratelli Cassaro, in particolare modificando ed inserendo alcune vignette per ottenere una migliore scorrevolezza della storia.






 Purtroppo il buon Roberto Piere mi ha confidato che essere molto in ritardo
con i disegni della sua storia zagoriana ambientata nella Terra di Baffin
(mancano ancora circa 60 tavole) per cui sarà praticamente impossibile
che essa veda la pubblicazione nel Maxi Zagor del settembre 2016...

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Qui di seguito, ecco alcune foto scattate agli autori
 che hanno partecipato alla pizzata

Luigi Corteggi

Alessandro Piccinelli

Fabrizio Russo
Fabrizio Russo e Roberto Piere

Moreno Burattini con gli amici forumisti Ivano e Roberto

Luigi Corteggi con l’amico forumista Giancarlo

Gianni Sedioli
 
Alessandro Piccinelli e Fabrizio Russo
 
Gianni Sedioli
 
Gianni Sedioli e Marco Verni

Giorgio Giusfredi

Luigi Corteggi, Fabrizio Russo e Alessandro Piccinelli
 
In una foto scattata dall’amico forumista Stefano Bidetti
compare anche il sottoscritto...

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E per concludere due piccoli “scoop”...

Per chi ancora non lo sapesse,
ecco chi sarà il disegnatore dello Zenith n. 666

Il fascicolo di una nuovissima
sceneggiatura in lavorazione...

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Infine, qui trovate un breve video girato in pizzeria con il
“discorso di fine anno alla nazione zagoriana”
di Moreno Burattini!



giovedì 10 dicembre 2015

La luna degli scheletri (ZCSCSpec13)




Il tredicesimo (e ULTIMO) numero in edicola oggi contiene la conclusione della storia di Zagor sull’isola di Sha-ka-Lah, nonché la storia completa “La danza degli spiriti” (Zagor Special n. 23 – marzo 2011).


LA LUNA DEGLI SCHELETRI

Giunto a Spokane in cerca di un dottore per condurlo a curare un indiano Naskapi ferito, Zagor non perde l’occasione per dare una bella strigliata a Mulligan e Doyle, due lavoranti al soldo del potente allevatore Garreth, che hanno aggredito due pellerossa della tribù dei Nipmuc, Huskay e sua figlia Ahlita, fuori dal trading post di “Pancia Grossa” Colan.
Mulligan e Doyle, usciti di prigione, intendono vendicarsi di Zagor, ma prima che possano fare alcunché vengono circondati da una nebbia innaturale da cui sbucano delle figure scheletriche; Zagor ritrova i cadaveri dei due con accanto un monile di fattura Nipmuc e pertanto si reca al villaggio indiano per far luce sull’accaduto.
Gli indiani raccontano a Zagor che qualche tempo prima quattro misteriosi assassini avevano massacrato una famiglia Nipmuc e lo sciamano Tawak durante un funerale nella Radura dei Sakem e poi avevano depredato i preziosi ornamenti custoditi in una grotta sacra. Ora la Luna degli Scheletri è alta nel cielo e i Demoni dell’Abisso sono scaturiti dalla nebbia per punire due dei colpevoli (Mulligan e Doyle) e nelle notti successive completeranno l’opera, sterminando tutti i responsabili.
Dopo una serie di vicissitudini, Zagor ottiene una piena confessione dal vecchio Cappello Grigio, un Nipmuc scacciato dalla tribù che vive di elemosine: egli aveva rubato un monile dalla grotta sacra per rivenderlo al commerciante Colan; questi aveva rivelato la cosa a Mulligan, Doyle e ai loro sodali Rascal e Clayton, i quali – saputa l’ubicazione della grotta da Cappello Grigio – avevano poi compiuto il massacro.
Sulle tracce di Rascal e Clayton, Zagor ha occasione di salvare dalla fiamme (a cui questi li avevano condannati) mister Garreth e suo figlio. I due banditi fuggiaschi vanno incontro al loro destino, trafitti dalle frecce e dalle lance degli spettri vendicatori; Cappello Grigio muore di paura dopo aver visto lo spirito di Tawak materializzarsi; anche “Pancia Grossa” Colan, tempo dopo, andrà incontro al suo destino in una notte di luna piena...

Storia molto articolata di Jacopo Rauch, con tanti personaggi e tante sottotrame più o meno connesse tra di loro, che cerca di fondere un’ambientazione tipicamente western con il genere horror (probabile ispirazione potrebbe essere il film Fog di John Carpenter del 1980 o il suo remake del 2005).
          L’idea della vendetta compiuta da esseri ultraterreni non è certo una novità, tuttavia l’autore senese gioca bene le sue carte e crea una storia non priva di piacevoli sequenze. La sceneggiatura cattura il lettore nel susseguirsi degli eventi e non annoia mai, con i suoi dialoghi sempre frizzanti.
           Lo Zagor di Rauch si conferma un eroe determinato, dall’ottimo intuito e molto abile nella strategia. Anche a Cico viene dato il giusto spazio e lo sceneggiatore dimostra di saperlo gestire bene, sempre funzionale alla trama.
La storia si segnala, inoltre, come prima prova di Oliviero Gramaccioni ai disegni. L’artista romano, proveniente dalla scuderia di Mister No, offre una buona prova professionale. Il suo stile molto particolare può risultare ostico ai “puristi” zagoriani, ma rende molto bene l’atmosfera cupa del racconto. I tratti di Zagor e Cico sono abbastanza lontani dal “canone” ma non per questo meno apprezzabili; forse in alcune vignette, soprattutto quelle con i personaggi inquadrati in campo lungo, si nota poca precisione, ma nel complesso il suo lavoro è dignitoso.


LA DANZA DEGLI SPIRITI

I Wapekute, indiani appartenenti al gruppo Dakota capeggiati da Nashack, si stanziano a Darkwood e iniziano a far prigionieri coloni e pionieri bianchi. Zagor e Cico si mettono in marcia verso il villaggio di Nashack temendo che il comportamento dei Wapekute scateni la reazione dell’esercito facendo andare di mezzo anche l’incolpevole tribù degli Oneida.
Durante il viaggio, Zagor ha occasione di salvare dalle mani di un trafficante di whisky Molly Graw, una donna dal carattere indomito, disposta a tutto pur di ritrovare il marito Josh rapito dai Wapekute.
Dopo varie vicende, Ryan rapisce Cico e Molly e li consegna a Nashack, nel cui accampamento si sta per svolgere una cerimonia sacra chiamata “la danza degli spiriti”. Zagor fa una delle sue spettacolari entrate in scena e nessuno può nuocergli perché le consuetudini della cerimonia impediscono di versare il sangue di un avversario a meno che non sia lui a farlo per primo.
Quando Molly viene a sapere che il marito Josh è morto durante un tentativo di fuga, impazzisce per il dolore e ferisce Nashack con un coltello. Zagor agevola fa fuga di Cico e Molly e rimane a combattere con i Wapekute. Molly però torna sui suoi passi e con una pistola cerca ancora di uccidere Nashack. Questi legge la follia negli occhi della donna e le racconta come il marito sia morto da valoroso lottando con lui in combattimento; Molly spara al capo indiano ma Zagor gli salva la vita. Molly, allora, confessa che il suo unico scopo era quello di ricongiungersi a Josh; poiché questi è morto, prima cha Zagor possa fermarla, si punta la pistola al petto e si uccide!
Nashack, colpito dal gesto della donna, le consente di riposare accanto al marito nel cimitero dei Wapekute; poi si congeda da Zagor promettendo che smetterà di rapire i bianchi e di compiere scorrerie... ma che in futuro tornerà a cercarlo per ucciderlo!

Lo sceneggiatore di questa storia è il magentino Mirko Perniola, che prima di questo Speciale aveva esordito su Zagor con il Maxi n. 10 Corsa mortale (del luglio 2008), seguito dall’Almanacco dell’Avventura 2011 Il dottor Knox (settembre 2010).
Storia realistica, di grande maturità e “modernità”, ricca di momenti toccanti, con personaggi non convenzionali e ben caratterizzati, verosimili nelle loro vicende, primi fra tutti la tragica e sfortunata Molly Graw ed il fiero Nashack.
Il fulcro della storia sono proprio i personaggi, prigionieri del ruolo che il destino ha riservato loro. Prigioniera del proprio amore e di un doloroso passato é Molly Graw. Quando gli indiani le portano via anche il marito Josh, ella si aggrappa alla speranza con folle determinazione e cerca di precedere, invano, il crudele destino. A sua volta, il marito vuole tornare a tutti i costi dalla moglie che ama, ma sulla sua strada trova Nashack, un feroce guerriero schiavo delle regole del suo mondo e prigioniero del proprio orgoglio. Né Nashack né Molly sono del tutto buoni o cattivi, ma entrambi vedono il mondo dalla loro esclusiva prospettiva: nessuno dei due riesce ad uscire dal proprio ruolo, a sfuggire al proprio destino e alla regole del mondo che si sono costruiti.
Quando tutto è perduto, Molly non ha il coraggio di affrontare ancora la vita. Ci ha provato ed ha perso: l’unica via di fuga al dolore è la propria morte. La caduta nella follia della donna è silenziosa e del tutto inaspettata, ed il sorprendente finale è la logica conseguenza del precipitare degli eventi, al di là della portata dello stesso Zagor.
Una fine tragica ma inevitabile, che corona una storia davvero bella.
Buoni i disegni di Marcello Mangiantini. Oltre a variare molto le fisionomie, è molto bravo nella ricostruzione degli ambienti e nella realizzazione degli abiti dei personaggi. Fa un buon lavoro anche su Cico, che in alcune vignette ha un’ottima espressività, mentre la nota dolente rimane il volto di Zagor, decisamente un po’ troppo giovanile. Forse abbandonando la fisionomia “ferriana” dell’eroe e rappresentandolo a modo suo potrebbe rimediare all’unico difetto presente nelle tavole.

Nel 2010 sul Forum SCLS lo sceneggiatore Mirko Perniola rivelò che la data di uscita di questa storia era stata rinviata perché “per come stava uscendo bene, insieme a Moreno abbiamo deciso di allungarla portandola da 94 a 160 pagine, in modo da farci uno speciale... e devo dire che, per il momento, sono molto contento che sia stata presa questa decisione, così la storia risulta indiscutibilmente più intrigante avendo avuto più spazio per dar vita ai personaggi!
La storia era già disegnata, ed è stata davvero dura riuscire a trasformare il tutto! Però per me scrivere una storia è come scolpire una statua... Inizialmente hai il tuo blocco di pietra grezza, che è il soggetto, che ha enormi potenzialità e possibilità; allora andando a togliere "i pezzi in più" o scene poco interessanti, come ad es. Zagor che fa domande infruttuose durante un’indagine, mi avvicino sempre più alla forma finale, che comprende i fatti più interessanti e intriganti. Di solito, a trattamento e découpage finiti per intero, mi ritrovo ad aver sforato di diverse tavole, allora a malincuore devo tagliare delle scene che avrei voluto raccontare, ma per le quali non c’è spazio.
Giocoforza, se mi viene chiesto di aggiungere ad una sceneggiatura finita, torno indietro e riattacco i pezzi precedentemente scalpellati via... il difficile sta nel rendere il tutto davvero omogeneo così che il ritmo di lettura non venga spezzato.
 Stavolta si trattava di aggiungere 66 tavole, due terzi in più rispetto a quelle che già c’erano! Perciò, dopo un primo momento di panico, mi sono organizzato riattaccando inizialmente i pezzi scritti in passato ma eliminati per motivi di spazio, poi ho aggiunto alcuni elementi che nella versione iniziale non erano neppure stati immaginati (vi sfido a trovarli durante la lettura!), Questo però mi ha costretto a dover effettuare un lungo e complesso lavoro di rimontaggio spezzando anche le tavole già realizzate, per fare in modo che tutto si incastrasse bene senza che si vedessero strappi o cuciture e, cosa più importante, senza costringere il buon Mangiantini a dover buttare delle vignette già realizzate!
Insomma è stata un’esperienza complessa ma che sono contento di aver fatto, dati i risultati!”.

Alla domanda di un forumista, che osservava come da un personaggio come Molly Graw si sarebbe aspettato una donna alla Kill Bill, fredda nella ricerca del marito, magari una donna alla Anna Magnani in Roma città aperta, mentre aveva trovato la donna del tutto pazza e penosa, che guarda solo al suo obiettivo di ritrovare il marito, Perniola rispondeva:
La risposta, in realtà, è nell’albo! Pagina 77, vignetta 4.
Molly: "Quel giorno a me hanno strappato l’anima".
Infatti, il titolo di lavorazione di quest’albo era L’anima strappata (che a me piaceva molto di più di quello trovato sull’albo...).
Insomma, la Sposa e la Pina avevano trovato dei motivi per vivere, mentre a Molly era rimasta solo un’idea che non voleva neppure considerare (come ammette alla fine).
Perciò, più che pazza e penosa, che sono termini di chi ritiene la propria posizione di superiorità rispetto all’oggetto del commento, parlerei piuttosto di triste e comprensibile disperazione.
Molly ha avuto il coraggio di uccidere e di rischiare la vita, ma non ha trovato il coraggio di vivere senza amore... è davvero una pazzia?
Basta saper amare davvero per trovare la risposta”.

giovedì 3 dicembre 2015

Il sepolcro dello stregone (ZCSCSpec12)



Il dodicesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione della storia di Zagor con il giovane Ward, la storia completa “Il sepolcro dello stregone” (Zagor Special n. 21 – aprile 2009), nonché la prima parte dell’avventura “La luna degli scheletri” (Zagor Special n. 22 – marzo 2010).


IL SEPOLCRO DELLO STREGONE

A Sha-ka-Lah, un’isola in mezzo al lago Erie che gli indiani Shawnee considerano sacra, giace tumulato in una grotta il corpo del malvagio stregone Artiglio Nero, che anni prima aveva cercato di ottenere i poteri del demone Kudan e di diventarne il tramite sulla terra.
Nessuno dovrebbe disturbare questa potenza maligna dormiente, ma quando uomini bianchi senza scrupoli (due antropologi e un mercante di whisky) sbarcano sull’isola, l’orrore si risveglia. Una forza malvagia e distruttrice si scatena non solo contro i profanatori, ma anche contro Zagor, giunto sul posto per fermare i criminali.
Dopo una serie di scontri con lo spirito maligno, senza positivi risultati, lo sciamano shawnee Volpe Grigia riesce a compiere una magia che consente a Zagor di gettare Kudan/Artiglio Nero all’interno di un cerchio magico dove una colonna di luce annichilisce per sempre la forma fisica del demone.

Prima prova alla sceneggiatura di Diego Paolucci, che dopo aver scritto il soggetto di Neve Rossa (Zagor Gigante nn. 463/464) si cimenta qui in una storia di magia e orrore che però funziona solo in parte. Infatti la storia è buona, l’argomento interessante, ma lo svolgimento risulta poco coinvolgente dopo lo sbarco sull’isola, a causa di una narrazione fin troppo lineare e prevedibile e una serie di scontri ripetitivi contro un mostro apparentemente inarrestabile.
          Troppo semplicistico, poi, è il modo in cui Volpe Grigia e Zagor sconfiggono Kudan/Artiglio Nero: leggendo la storia si ha la percezione che questo demone potrebbe diventare pericolosissimo una volta lasciata l’isola e di conseguenza il lettore si aspetta che per poterlo sconfiggere occorra una maggiore difficoltà che non un semplice rito magico...
         Peraltro Paolucci mostra di saper “condurre” la storia, ed i personaggi hanno ognuno il proprio preciso ruolo. Zagor è ben gestito, è sempre in azione e si muove con determinazione e carisma.
          Davvero molto buono il lavoro di Alessandro Chiarolla ai disegni, con paesaggi spettacolari e scene d’azione esaltate dal suo stile pittorico.