giovedì 30 ottobre 2014

Visita alla redazione zagoriana (28.10.2014)



Martedì scorso ho effettuato una nuova visita alla redazione di Zagor.

Qui sotto vi mostro le foto scattate nell’occasione.

Work-in-progress:




















I predatori (Burattini/Nuccio)


Lo sceneggiatore dampyrianio Francesco Testi
e la sua proposta zagoriana

 Le bozze dell’albetto celebrativo della prossima
manifestazione zagoriana a Santa Margherita Ligure
con un racconto inedito di Burattini


Alcune tavole a computer della storia di Dampyr
scritta da Moreno Burattini (Le porte dell’Inferno)





 Un buffo omaggio a Zagor

Mauro Boselli

 Giorgio Giusfredi

Bozza della cover del numero di dicembre di Tex,
con una parte di tavola e relativa sceneggiatura



 Il n. 151 della Collezione Storica a Colori è pronto!!!

  Una parete della redazione

 Una panoramica delle pareti dell’ufficio di Moreno Burattini


mercoledì 29 ottobre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Minaccia dal passato (ZCSC142)



Il centoquarantaduesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione della storia del figlio perduto, nonché le prime pagine della storia "Ombre su Darkwood".
     
            
IL FIGLIO PERDUTO

Zagor e Cico, giunti ormai alle porte di Darkwood, si scontrano con i predoni indiani di Okayo, intenzionati ad assalire un gruppo di uomini guidato da Isaac Howard. Quest’ultimo con i suoi uomini è alla ricerca del figlio Perry, scomparso dieci anni prima in un tragico agguato in cui hanno perso la vita la moglie e gli uomini della scorta. Howard ha avuto notizie che nella fattoria della famiglia Kindman si trova un ragazzo che ha una curiosa anomalia identica a quella di suo figlio: il piede sinistro con sei dita! I nostri eroi si uniscono agli uomini di Howard per aiutarli a sfuggire alla minaccia di Okayo.
Nel frattempo, Kevin Harvey, un banchiere che utilizza metodi da strozzino, si sta recando con due uomini dai Kindman, deciso ad approfittare delle loro difficoltà economiche per impadronirsi della fattoria. Harvey è a conoscenza del viaggio di Howard, sulla cui pista ha messo un misterioso complice. Zagor e i suoi amici riescono a distanziare gli indiani, ma Nilsen – uno del gruppo – scompare con i cavalli. Appiedati, vengono raggiunti da Jonathan Kindman, il padre adottivo del figlio di Howard. Il gruppo si reca alla fattoria e, poco dopo, vede arrivare Nilsen, ferito mortalmente da una freccia: prima di spirare, confessa di essere stato pagato da Harvey per rallentare la marcia di Howard, in modo che il banchiere potesse acquistare a prezzo stracciato la proprietà dei Kindman.
I predoni di Okayo assaltano la fattoria. Nello scontro, Zagor sconfigge in duello il capo dei predoni, che nel frattempo si ritirano. Mentre tutti pongono l’attenzione altrove, Brant, il nipote di Howard, uccide Okayo. A questo punto Zagor lo smaschera: fu proprio Brant. dieci anni prima, a pagare Okayo perché uccidesse suo cugino Perry e diventare così l’unico erede dello zio: visto fallire il primo tentativo, ha riproposto a Okayo di uccidere Howard prima che ritrovasse Perry. Quindi, per evitare la forca, Brant si suicida!
Nel frattempo, i superstiti della banda di Okayo incrociano Harvey e i suoi: nello scontro il banchiere trova la morte.
Howard, invece, non porterà via Perry ai suoi genitori adottivi, ma insieme formeranno un’unica famiglia.

        Questa ottima storia burattiniana conclude la cosiddetta “seconda odissea” ed è l’ultima della serie regolare illustrata dal grande Franco Donatelli, scomparso nel dicembre dell’anno precedente.
L’avventura è un western di stampo classico ed è costituita da una trama che vede coinvolti diversi personaggi, le cui vicende convogliano verso un unico destino che li vede scontrarsi in un finale ricco di sorprese.
Burattini è bravo nel tratteggiare tutti i comprimari, da Howard, il vero padre di Perry (il figlio perduto del titolo), desideroso di ritrovarlo e di aiutare i suoi nuovi genitori in difficoltà, ai Kindman, i genitori adottivi, figure ingenue ma molto positive, dai cattivi di turno (i predoni di Okayo e il banchiere Harvey) a Brant, il crudele cugino di Perry, tutti personaggi di impronta classica, mai banali e sempre ben delineati.
Di grande impatto emotivo, poi, il finale della storia, quasi commovente, con il suicidio del cugino di Perry, il beffardo destino dello strozzino Harvey, e la proposta di Isaac Howard alla sua “nuova famiglia”.
         Per concludere, possiamo dire che siamo in presenza di una storia intrisa di molti sentimenti ed emozioni, con alla base una sceneggiatura molto valida, ottimo trait d’union tra la fine della “seconda odissea” e il ritorno alla foresta di Darkwood.
          Come già accennato, questa è l’ultima vicenda zagoriana illustrata da Donatelli e pubblicata nella serie regolare: potremmo definirla il suo autentico testamento artistico.
Le due ultime storie di Franco Donatelli rimaste nel cassetto verranno pubblicate nel Maxi Zagor n. 3 del luglio 2002. La prima, L’uomo dalla maschera nera, scritta da Francesco Moretti, è stata realizzata prima de Il figlio perduto. La seconda, L’ombra sul sole, opera di Burattini, è stata disegnata successivamente e, rimasta interrotta a metà a causa della morte dell’artista, è stata portata a termine dal disegnatore Roberto D’Arcangelo.

mercoledì 22 ottobre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Testimone d'accusa (ZCSC141)




           Il centoquarantunesimo numero, che troverete in edicol domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor sulla Lucky Mermaid, la storia completa "La terra dei Cherokee", nonché le prime pagine della storia "Il figlio perduto".
             
         
LA PAURA CORRE SUL FIUME
La Lucky Mermaid è una bisca galleggiante sul Mississippi, il paradiso dei giocatori d’azzardo. Qui , Zagor e Cico incontrano lo sfortunatissimo giocatore Tris di Sette, l’insondabile Colonnello (dal misterioso passato) accompagnato dall’indio Raphael, il simpatico chitarrista nero Fats e una loro vecchia conoscenza: l’affascinante Gambit!
Ma a bordo della Lucky Mermaid c’è uno spietato assassino che taglia la testa alle sue vittime e le rimpicciolisce, trasformandole in “tsantsas”, secondo l’usanza dei Jivaros.
Ma cosa ci fanno degli indios amazzonici in Nord-America? E qual è il drammatico segreto del Colonnello? In realtà, costui era un prete evangelico, missionario in Amazzonia, che è tornato negli Stati Uniti insieme all’indio Raphael per vendicarsi dell’uomo che aveva sterminato un intero villaggio Jivaros e che ora si cela sotto le spoglie di Andros, l’armatore della Lucky Mermaid.
Zagor riesce a catturare Raphael, il tagliatore di teste, e nello scontro a fuoco finale con i marinai il Colonnello, Raphael e Andros muoiono. Zagor, dopo una notte d’amore trascorsa insieme a Gambit, riprende il suo viaggio insieme a Cico...

       Storia di ambientazione fluviale disegnata da un ispirato Raffaele Della Monica, che vede l’esordio di Maurizio Colombo ai testi della serie regolare dello Spirito con la Scure, qui al suo debutto anche come unico autore di soggetto e sceneggiatura (in precedenza aveva scritto il solo soggetto dello Speciale n. 7 La leggenda di Wandering Fitzy, sceneggiato da Burattini, e la sola sceneggiatura dello Speciale n. 8 Anima nera, su soggetto di Boselli).
Nelle tematiche affrontate, l’autore si dimostra a mio parere molto vicino alla sensibilità di Nolitta: l’ambientazione fascinosa di una barca trasformata in sala da gioco galleggiante, il ritorno di un personaggio spumeggiante come la bella Gambit e la presenza di un comprimario di buon spessore come il Colonnello e il suo servitore Raphael, riesce ad essere nel contempo convincente e avvincente.
Buona l’idea di iniziare la narrazione con un flashback che svela qualcosa (ma non troppo) del passato dei co-protagonisti dell’albo e dà qualche indizio sulle loro motivazioni; la storia poi si sviluppa su tematiche misteriose e di retroscena da svelare, con elementi decisamente macabri, con indizi sapientemente sparsi qua e là e con il merito di tenere il lettore incollato alla storia fino alla fine. Bello il saluto finale di Gambit in lacrime e il modo in cui il rapporto fra lei e Zagor si evolve durante la storia.
           Da notare che Della Monica, in questa storia, ha raffigurato tra i giocatori che compaiono nella prima vignetta di pag. 65 del primo albo originale diversi autori della Casa Editrice: Sergio Bonelli, Decio Canzio, Mauro Boselli e Maurizio Colombo.

* * *


LA TERRA DEI CHEROKEE
        Georgia settentrionale. I Cherokee di Satko sono in pericolo: un affarista senza scrupoli, Lancaster, vuole impadronirsi delle loro terre. I Cherokee si sono organizzati come nazione indipendente, ma Lancaster asserisce di aver comprato le loro terre da un capotribù. Zagor, però, recupera le prove per mandare in fumo il suo diabolico piano.
Lancaster, allora, fa uccidere il capo cherokee Tahcee, facendo in modo che Satko venga accusato della sua morte. Satko si rifugia da Sequoya, il saggio leader morale della nazione Cherokee, e Zagor, aiutato dal giornalista Craig Turner, rintraccia il vero assassino di Tahcee e scagiona Satko da ogni accusa.
La terra dei Cherokee, almeno per ora, è salva!

      Un storia di Burattini ben raccontata, bellissima, emozionante, piena di riferimenti storici reali che, tuttavia, non appesantiscono la narrazione.
      Gli avvenimenti e i personaggi rimangono davvero impressi nella mente del lettore: la discriminazione e il razzismo dei Georgiani ai danni dei Cherokee, attuati con leggi ingiuste e inique, il ritorno di Satko e Linda, la presenza di Sequoya, la descrizione della vita nei villaggi Cherokee, le positive figure del giudice Lewis e del giornalista Craig Turner, e infine l'abbietto e spietato Lancaster.
Molto bella la parte del primo processo, con l’incertezza di non sapere se Zagor è riuscito a svolgere il suo incarico, e molto bello anche il finale dove ogni personaggio mostra alla perfezione il proprio modo di pensare. Drammatico l’assalto della guardia georgiana alla capitale e splendide le parole di chiusura pronunciate dal giornalista Craig Turner.
Un racconto in linea con i grandi classici della narrazione zagoriana come Il Giorno della Giustizia o Spedizione punitiva, anche se il finale triste viene rimandato al drammatico sequel di questa avventura (il Maxi Zagor n. 2 La lunga marcia, sempre di Burattini/Chiarolla, pubblicato nel luglio del 2001).
            I disegni di Chiarolla sono come sempre dinamici e funzionali, perfetti nel ritrarre la realtà dei costumi dei pellerossa.
        Così Moreno Burattini ha commentato, in un suo intervento del febbraio 2004 sul Forum SCLS, questa sua sceneggiatura:
Riguardo a La terra dei Cherokee vorrei far notare come si tratti della prima storia zagoriana in cui la tribù di Satko viene mostrata in maniera antropologicamente corretta (almeno per quanto possibile in una ricostruzione fumettistica e avventurosa, o almeno per quanto possibile a me - altri avrebbero forse saputo fare di meglio). Nelle precedenti storie con Satko (soprattutto in quella scritta da Toninelli), invece, i Cherokee erano stati mostrati vivere nei tepee, come indiani delle praterie. Non solo io e Chiarolla abbiamo mostrato un quadro più realistico della loro condizione, dato che era un peccato non sfruttare la peculiarità dei Cherokee che era appunto il loro grado di civilizzazione (Nolitta aveva inserito questo elemento facendo di Satko un avvocato indiano, chiaramente avendo presente la figura storica di John Ross), ma abbiamo anche fornito una spiegazione plausibile del perché in precedenza si fossero visti accampamenti con le tende invece di case in pietra. Mi è piaciuto molto aver potuto inserire nella storia il grande Sequoya, personaggio storico. E anche Craig Turner, il giornalista, è ispirato a figure reali: l’articolo che scrive alla fine del racconto riporta le esatte parole di un vero articolo apparso su un giornale dell'epoca, riguardo alla questione Cherokee”.