giovedì 28 luglio 2011

Patricia Wilding

Tutti gli zagoriani sanno che il vero nome dello Spirito con la Scure è Patrick Wilding.

Il solo cognome era già stato svelato dal suo creatore Guido Nolitta/Sergio Bonelli nella celeberrima storia "Zagor racconta...", laddove aveva indicato come Mike Wilding il padre del futuro Zagor, ma nulla aveva svelato in merito al nome di battesimo del nostro eroe.

Nei primi anni '90, Moreno Burattini (all'epoca non ancora sceneggiatore zagoriano ma semplice appassionato), in un articolo contenuto nello Speciale Zagor Collezionare, avanzava ua "modesta proposta" a Sergio Bonelli: il nome di Zagor avrebbe ben potuto essere Patrick. Tale proposta veniva sostenuta con valide ed argomentate motivazioni (tra le quali la probabile origine irlandese della madre ed il fatto che ella avesse voluto dare al figlio il nome del santo patrono della sua terra d'origine, cioè San Patrizio).
Una volta entrato nello staff degli autori zagoriani, Burattini riuscì a tramutare in realtà quella proposta e fu così che anche nella serie a fumetti il "vero" nome del personaggio si rivelò essere, appunto, Patrick Wilding.

Ora, proprio grazie a Moreno Burattini, mi sono ritrovato tra le mani il n. 1 di una rivista serba dedicata ai fumetti, uscita nel giugno di quest'anno, della quale qui sotto potete vedere la copertina:


All'interno della rivista, oltre a vari articoli, vi sono anche sei brevi storie a fumetti, una delle quali illustrata dal disegnatore Igor Mandic (a mio parere molto bravo) dal titolo Patricia Wilding!
La storia consta di una splash page iniziale (stile copertina) e di 8 pagine dedicate all'avventura vera e propria... Un'avventura "urbana" ambientata in una futuristica Darkwood City, per le strade della quale si muove la protagonista il cui nome dà il titolo alla storia... la quale è, evidentemente, una discendente del nostro Zagor!!!
Come potete vedere dalle vignette qui sotto, infatti, Patricia Wilding non solo ha un nome inequivocabile, ma trova riparo dietro la lapide della tomba di Zagor/Patrick Wilding, porta il simbolo dell'Uccello-Tuono sul petto, ha gli stivali con le frange, la pistola al fianco sinistro e, al fianco destro, una scure identica a quella che ben conosciamo, arma che lancia con inusuale maestria!!!




Magari a qualche "purista" questa trovata potrà far arricciare il naso, ma io ritengo, invece, che si tratti di un simpatico e ben riuscito omaggio al nostro eroe.
Voi che ne pensate?

lunedì 25 luglio 2011

Saranno famosi

In un post precedente ho parlato di Laura Stroppi e del suo Ghigo lo Sfigo, un'autrice e un personaggio probabilmente sconosciuti ai più.
Ebbene, nelle mie frequentazioni fieristiche ho avuto occasione di entrare in contatto con altri giovani disegnatori ai primi passi nella loro carriera fumettistica e di averne avuto in omaggio anche qualche schizzo, disegno o stampa.
Taluni sono ancora per me totalmente sconosciuti, come, ad esempio, l'autrice di questo disegno:


Altri, invece, hanno poi "fatto carriera" e da pubblicazioni "minori" (se non altro in termini di dati di vendita) sono poi riusciti ad approdare alla grande editoria. E' il caso di Alessio Fortunato, già disegnatore di Lazarus Ledd e John Doe, che qualche mese fa ha visto pubblicato il primo numero da lui disegnato di Dampyr, La casa delle cicogne.
Qui sotto potete vedere due stampe autografate per me alla Comiconvention del 1997.


Vi sono poi autori che possono essere collocati nella categoria dei cosiddetti "saranno famosi", cioè di coloro che da anni lavorano nel mondo del fumetto e già hanno pubblicato diverse opere, ma che devono ancora essere conosciuti dal grande pubblico...
Ecco allora che in questo post voglio parlare soprattutto di due disegnatori i cui primi lavori ebbi la fortuna di leggere nel 1997 e che successivamente ho avuto il privilegio di conoscere di persona e di considerare amici.
Mi riferisco a Roberto Piere e Tino Adamo.

Credo fosse l'autunno del 1997. Mi trovavo all'Hotel Executive di Milano dove aveva luogo una manifestazione fieristica (quella che sarebbe poi stata chiamata Fumettopoli) e, passando tra i vari stand, notai che a quello della casa editrice INK vendevano un volume dedicato a Dracula, edito in occasione del centenario della pubblicazione del romanzo di Bram Stoker.
Il  volumetto, di 64 pagine, era intitolato "Dracula - Storia, Mistero, Cinema e Fumetti"; oltre ai canonici articoli sulla storia e sulla leggenda di Dracula il vampiro, il volume conteneva la vita dell’autore del romanzo, due ampie rassegne di fumettografia e filmografia vampiresca, una breve rassegna sui giochi di ruolo dedicati al tema, oltre al diario di un viaggio realmente avvenuto all’inizio degli anni ’90 in Transilvania.
A completare il numero, c'erano un fumetto che raccontava la storia di Vlad Tepes detto l’Impalatore disegnato da Tino Adamo e Paolo Telloli, e una versione del romanzo Il Vampiro di John William Polidori disegnata da Roberto Piere.


Da sempre appassionato di letteratura horror, mi avvicinai e mi dissero che, se compravo il volume, avrei avuto in omaggio una stampa e uno degli autori mi avrebbe fatto un disegno con dedica. Interessato comunque all'acquisto, presi l'albo e - insieme a questo - la stampa (opera di Roberto Piere) e il disegno con dedica: l'autore era Tino Adamo.




Come potete vedere, sia la stampa che la prima pagina del fumetto Il Vampiro hanno l'autografo di Roberto Piere, che non era presente al momento del mio acquisto...
Questo perché sia lui che Tino Adamo li incontrai nuovamente una decina di anni dopo... Infatti, Roberto e Tino oggi lavorano in qualità di grafici di redazione presso la Sergio Bonelli Editore e il primo dei due, dopo aver esordito con due storie sulla defunta Zona X (L'ultima spiaggia del 1995 e I predatori delle nebbie del 1997) sta attualmente disegnando una storia di Zagor sceneggiata da Moreno Burattini, dal titolo provvisorio "Nella Terra di Baffin".
Come avrò occasione di raccontare meglio in futuro, infatti, grazie alla mia partecipazione al forum http://www.spiritoconlascure.it/, ho avuto la possibilità di frequentare spesso la S.B.E. e anche di incontrare varie volte Roberto e Tino, sempre gentili, disponibili, simpatici e cordiali.
Qui sotto vi propongo varie fotografie che li ritraggono.

Roberto Piere nel 2007


Roberto Piere nel 2008


Roberto Piere nel 2009, alla sua postazione di lavoro



Roberto Piere nel 2010


Roberto Piere e Tino Adamo nel 2010, insieme in pizzeria


Tino Adamo nel 2009 alla sua postazione di lavoro


Tino Adamo nel 2010



Tino Adamo nel 2011 (con l'amico Ivano/Cain68 del Forum SCLS)


Qui invece potete ammirare alcuni schizzi fatti da Roberto e Tino sul Registro dei Raduni del Forum SCLS.





Bei disegni, vero?
Roberto Piere pubblicherà una storia zagoriana... E Tino Adamo? Diventerà anche lui un disegnatore bonelliano? Chissà...
            Sicuramente entrambi hanno la stoffa dei grandi disegnatori... Sicuramente saranno famosi!!!

giovedì 21 luglio 2011

Zagor, uno splendido cinquantenne

           Il post precedente è "tratto" da una conferenza intitolata "Zagor, uno splendido cinquantenne", organizzata dal Circolo Letterario Pickwick, dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Besana in Brianza e dalla Biblioteca Civica "P. Pressi", tenuta dal sottoscritto nella serata del 19 Maggio 2011

Si trattava di una conferenza fatta sul personaggio di Zagor in occasione del cinquantennale della sua nascita, rivolta soprattutto a coloro che non lo conoscevano o che ne avevano abbandonato la lettura in età giovanile.

Avvalendomi di una presentazione di Power Point, la serata era divisa in due parti: una dedicata alla storia del personaggio e un'altra dedicata alla storia editoriale dello Spirito con la Scure.

La prima avete potuto leggerla nel post precedente, la seconda verrà pubblicata a settembre sulla rivista del Circolo Pickwick.

Qui sotto, invece, potete vedere alcune fotto scattate durante la conferenza, alla quale hanno partecipato anche alcuni amici appartenenti al Forum http://www.spiritoconlascure.it/ (Ivano/Cain68, Omar/Stimeex e Alberto/Zgr).









Zagor: nascita di un eroe


La nostra storia comincia nei primi anni del 1800… Ci troviamo nel nord-est degli Stati Uniti d’America… A quell’epoca era ancora terra di frontiera, abitata da selvaggi pellerossa nativi di quei luoghi e da coloni bianchi giunti dall’Europa con la speranza di condurvi una vita di dignitoso lavoro…
 
 Due di questi coloni si chiamavano Mike e Betty Wilding. Lui era un ex ufficiale dell'esercito ritiratosi a vivere da pioniere nei boschi. Era un uomo giusto, onesto, che non faceva distinzione di colore di pelle nei suoi rapporti con gli altri abitanti della regione. Lei era una giovane donna di origine irlandese, innamorata del marito e disposta a seguirlo ovunque.

 
Il loro unico figlio si chiamava Patrick (dal nome del patrono dell’Irlanda: San Patrizio), nato proprio mentre suo padre, tra una battuta di caccia e l’altra, costruiva una casa che si specchiava nelle acque del Clear Water; a lui toccò la più meravigliosa infanzia che un bimbo possa desiderare. La vita della foresta gli offriva continue occasioni di affascinanti scoperte…

 
 e sia pure sotto le cure della madre che volle insegnargli quelle cognizioni che ella stessa aveva appreso anni prima nelle scuole europee… egli crebbe nel bosco a contatto con gli animali pacifici…

 
e anche con quelli assai meno mansueti!!!



Il piccolo Patrick si abituò presto a trattare con i cacciatori indiani che venivano alla capanna del padre per barattare le pelli con utensili, coperte e altre cianfrusaglie…

 
ed ebbe anche modo di osservare di nascosto le tribù più bellicose di ritorno dalle loro razzie…

 
e di imparare  i vari dialetti delle tribù che vivevano nella vicina foresta…, il significato dei segnali di fumo… e del rullare dei tamburi…



Ma tutto questo finì bruscamente quando un giorno suo padre tornò a casa con aria eccitata e sconvolta... egli era seguito dai pellerossa e si barricò in casa con la moglie e il figlioletto, rivelando loro che si trattava di indiani Abenaki provenienti da lontano e guidati dal rinnegato bianco Salomon Kinsky...

 
Iniziò l’assedio, nel corso del quale il piccolo Patrick si trovò ad uccidere il suo primo essere umano...

 
la situazione era disperata: il tetto della casa era ormai in preda alle fiamme delle frecce incendiarie e i genitori di Patrick decisero di metterlo in salvo e di attirare su di loro l’attenzione degli assedianti...


dopo un ultimo abbraccio, Mike Wilding gettò suo figlio nelle acque del fiume Clear Water ed questi venne trascinato lontano dalla corrente...



Qualche miglio più a valle il ragazzo venne tratto in salvo da uno strano vagabondo di nome Wandering Fitzy, con il quale risalì il corso del fiume fino a raggiungere la sua casa ormai alle luci dell’alba.



Ma lì trovarono solo le rovine fumanti della capanna e i corpi dei genitori orribilmente straziati... Dopo aver dato loro cristiana sepoltura, sulle loro tombe il piccolo Patrick pronuncia un giuramento di vendetta contro gli Abenaki e la loro guida Salomon Kinsky.




Da quel momento Wandering Fitzy farà da novello padre per il ragazzo, subito affascinato dall’unica arma usata da questi: la scure!



Da quel momento per Patrick iniziò un periodo assolutamente fantastico: lui e il suo mentore si spinsero negli angoli più remoti della Pennsylvania, della Virginia e dell’Ohio, passando gli inverni ad oziare nelle tende di qualche tribù indiana, oppure ripagando con dei lavori l’ospitalità offerta da comunità di cacciatori, o dividendo le fatiche di isolati cercatori d’oro...




Gli anni passarono e Patrick crebbe forte e robusto ed imparò a maneggiare la scure con la stessa abilità del suo amico...



Qualche anno dopo, la sete di vendetta portò il giovane Wilding a compiere un gesto che avrebbe segnato per sempre il suo destino. Rintracciato finalmente Salomon Kinsky (che nella zona era conosciuto come un pacifico predicatore che aveva civilizzato la tribù degli Abenaki con i quali viveva dedicandosi all’agricoltura) egli era determinato nel suo desiderio di vendetta, ma in ciò non fu assecondato da Wandering Fitzy che, anzi, cercò di dissuaderlo, ma invano...


I due si separarono, e Patrick – scoperto l’accampamento degli Abenaki – attaccò gli indiani con azioni da guerriglia e seminando la morte tra loro...







Infine si trovò faccia a faccia con l’odiato Salomon Kinsky...


e gli si rivelò come il figlio di Mike Wilding... Kinsky gli disse che suo padre, all’epoca in cui era ancora un ufficiale dell’esercito, si era reso responsabile di un crimine terribile: aveva fatto fucilare trecentoventi abitanti, tra i quali anche donne e bambini, di un villaggio Abenaki, e per questo era finito davati alla corte marziale ed era stato radiato dall’esercito. Ecco perché Kinsky e gli Abenaki lo avevano voluto punire con la morte...


A riprova di quanto detto, Kinsky mostrò al giovane Wilding dei giornali dell’epoca... e approfittando della sua distrazione, tentò di sparargli alle spalle.



Ma ecco che sulla soglia comparve Wandering Fitzy che uccise Salomon Kinsky, rimanendo però a sua volta ferito mortalmente...


Così, nel volgere di un solo giorno, il giovane Patrtick perse tutto ciò che aveva di più caro... lo struggente, idealizzato ricordo di suo padre ed anche il suo unico amico. Sconvolto e inorridito si addentrò nel verde del bosco e camminò per ore ed ore senza meta, finché la stanchezza ebbe il sopravvento e piombò in un sonno profondo tormentato dai fantasmi del passato lontano e recente...


Al suo risveglio, Patrick venne assalito dal rimorso e comprese che la sua sete di vendetta era ingiustificata e capì quanto fosse difficile, in certi casi, stabilire con esattezza da che parte stesse il torto e da quale la ragione...
Quindi giurò a se stesso che non si sarebbe mai più fatto ingannare dalle apparenze e dai pregiudizi, e che avrebbe dedicato la sua vita al servizio della giustizia da qualunque parte si trovasse senza badare al colore della pelle e ad altre discriminazioni...


Poi, un giorno si ritrovò a salvare da un attacco indiano un carrozzone di saltimbanchi: i Sullivan... ai quali raccontò la sua storia e i suoi intendimenti.


Essi, allora, gli consigliarono di creare attorno alla sua figura un alone di mistero ed una fama che intimidisse gli avversari... Gli fornirono anche un costume che lo rendesse facilmente identificabile ed egli decise di chiamarsi Za-gor-te-nay, che in dialetto algonkino significa letteralmente lo “Spirito con la Scure”, o più brevemente Zagor!!!


Quindi architettarono insieme la sua apparizione al Gran Consiglio di Primavera, una riunione nel corso della quale i capi di numerose tribù indiane si ritrovavano per parlare dei loro problemi comuni...
In un nascondiglio creato ad arte,


...Zagor attese l’arrivo dei capi indiani...


e con l’aiuto di effetti sonori e visivi sorprendenti... egli apparve come uscito dal nulla...


ed annunciò di essere stato inviato sulla terra da Manito, il Grande Spirito, per indicare agli indiani la via giusta da seguire, per suggerire loro sagge decisioni e per condannare folli imprese di rivolta... Egli sarebbe sempre rimasto con loro ad un tempo difensore e giudice... e proclamò il suo nome: Za-gor-te-nay!!!


Naturalmente, non tutto poteva filare liscio e Oga-Ito, bellicoso capo dei Wyandot, lo sfidò e Zagor dovette combattere con lui e sconfiggerlo per dimostrare la propria potenza...





Rammaricandosi di aver dovuto iniziare la sua missione uccidendo un uomo di quella razza che aveva giurato di difendere, Zagor si accomiatò dai capi indiani con un messaggio di pace...


e lanciando quello che da allora divenne il suo grido di battaglia...


si allontanò nel folto della foresta...


Dopo aver salutato i Sullivan, Zagor iniziò la sua opera pacificatrice nella Foresta di Darkwood, dove trovò un isolotto circondato da sabbie mobili, sul quale costruì il suo rifugio... e da quel momento ebbero inizio le sue avventure!




Nella prima di queste, Zagor incontrò colui che diventerà il suo inseparabile amico: il messicano chiamato Cico Felipe Cayetano Lopez y Martinez y Gonzales, o – molto più semplicemente – Cico!


Grassoccio, basso, perennemente alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, pauroso ed ingenuo, Cico è protagonista di siparietti comici molto spesso causati dalla sua stessa imperizia.