lunedì 22 febbraio 2021

Benvenuti a Heavenwood (Zagor Gigante 665/667)

In una capanna in mezzo ai boschi, è avvenuto un massacro. Zagor arriva appena in tempo per sentire le ultime parole di una delle vittime: c’è una “mela marcia” nella vicina città di Heavenwood. Dove tutti sembrano brave persone, ma la puzza di bruciato si fa presto sentire, insieme al sibilo delle pallottole…

Zagor prosegue le sue indagini nella cittadina, dove tutti sembrano brave persone ma in cui, invece, in parecchi hanno qualcosa da nascondere. Più si scava, più il verminaio esce allo scoperto. Lo Spirito con la Scure cerca un assassino, ma scopre delle complicità. Per di più, c’è un mistero legato alla tribù indiana che vive nella foresta a non troppa distanza dall’abitato: chi ha ridotto quelli che erano fieri pellerossa ai fantasmi di loro stessi, schiavi dell’alcool?

A Heavenwood, in realtà, esiste una vera e propria consorteria del malaffare che tiene in pugno la città, ma che agisce dietro una parvenza di rispettabilità. Nelle sue indagini tese a risolvere il mistero di alcuni omicidi e quello della tribù indiana schiavizzata da qualcuno per i suoi scopi oscuri, Zagor viene aiutato da una figura nell’ombra: di chi si tratta? Anche sulla sua identità, come su quella dei responsabili e dei mandanti delle uccisioni, dei soprusi e degli attentati, viene alla fine fatta chiarezza.

Giusto quattro anni fa, il 17 febbraio 2017, postavo sul mio profilo Facebook la fotografia che vedete qui sotto, scattata in occasione di una cena nel corso della manifestazione fumettistica “Lucca Collezionando”.

La foto ritrae il sottoscritto insieme a Marcello Mangiantini, che in quell’occasione mi rivelò di avere da poco iniziato a disegnare una storia di Zagor di ambientazione western, sceneggiata da Tito Faraci e il cui titolo di lavorazione era La mela marcia.

La “stranezza” di questo titolo mi incuriosì molto e per tutto questo periodo sono rimasto in attesa di poter leggere questa storia, domandandomi come sarebbe stata.

Ecco che, a quattro anni di distanza, quell’avventura è stata finalmente pubblicata negli albi di Zagor usciti in edicola da dicembre 2020 a febbraio 2021, con i titoli Benvenuti a Heavenwood, Nessuno è innocente e Lupi e agnelli.

Che dire di questa storia? La trama è sicuramente avvincente: al lettore viene lasciato subodorare che qualcosa non “gira” per il verso giusto nella cittadina di Heavenwood, che esiste un complotto nascosto… teso a che cosa e chi vi sia coinvolto lo si scopre solo un po’ alla volta, e in questo Faraci è stato molto abile.

Però devo anche osservare che la storia, personalmente, la trovo poco “zagoriana”. Nel senso che la trama è a mio giudizio fin troppo elaborata, con la presenza di diversi comprimari tutti ben caratterizzati ed importanti (i vari maggiorenti della cittadina, il gestore dell’emporio Jack Benson, gli operai della segheria, gli indiani soggiogati dall’alcool), ma con uno Zagor spesso lasciato sullo sfondo della vicenda…

Con questo non voglio dire che una storia di Zagor debba per forza essere “sempliciotta”, tutt’altro, ma lineare sì, senza troppe sottotrame o ingarbugliamenti della vicenda. Non so, magari mi sbaglio e il mio giudizio è errato… Attendo eventuali pareri e commenti contrari a quanto ho sostenuto.

Molto ben riuscite (e pienamente “zagoriane”) sono, invece, le varie gag di Cico facente funzioni di commesso dell’emporio, tutte davvero divertenti! La comicità è sicuramente nelle corde di Tito Faraci, avendone già dato prova nelle miniserie “Cico a spasso nel tempo”.

In conclusione, si tratta di una storia nel complesso piacevole, ma che considero più come una “interpretazione” di Faraci del personaggio dello Spirito con la Scure che non un’avventura pienamente appartenente al “canone” dello stesso.

Risultato nel complesso positivo anche quello di Marcello Mangiantini ai disegni: bravissimo nel creare paesaggi, ambienti, abiti ed arredi e nella caratterizzazione dei personaggi, il disegnatore sembra essere finalmente riuscito a dare un volto uniforme al nostro Zagor nelle varie vignette (pecca che avevo evidenziato in mie precedenti recensioni) anche se può ancora migliorare.

Le copertine illustrate da Alessandro Piccinelli sono una più bella dell’altra, anche fin troppo “epiche” in rapporto alla trama dell’avventura contenuta negli albi.

 


sabato 20 febbraio 2021

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (30)

Eccoci giunti alla trentesima puntata di

A domanda… Moreno risponde”!


Grazie alla grandissima disponibilità di

Moreno Burattini

e alla vostra collaborazione nel porre sempre domande interessanti

siamo arrivati a quota 600!!!


Un traguardo davvero significativo,

che sta ad indicare quanto sia sempre vivo

l’interesse dei lettori

per un personaggio come Zagor

che a giugno di quest’anno taglierà un altro “traguardo”

ancora più significativo: quello dei 60 anni di presenza

ininterrotta nelle edicole italiane.


Vi aggiorno inoltre sull’ “andamento”

del flusso delle vostre domande:

ad oggi sono già complete le serie nn. 31 e 32,

(la prima delle quali già fra le mani di Moreno

per la redazione delle risposte)

mentre la n. 33 è arrivata a quota 14 (su 20).

Vi invito quindi ad inviare sempre nuovi quesiti,

chiedendovi tuttavia di pazientare sui tempi

“tecnici” di pubblicazione delle risposte.

1 – Caro Moreno, ti chiedo una curiosità: come mai, quando non disegna in coppia con Gianni Sedioli, a Marco Verni vengono assegnate solo storie sceneggiate dalla tua mano?

Non c’è una ragione precisa, se non che ci troviamo bene a lavorare insieme. E, lo dico con legittima soddisfazione, Marco per primo mi chiede di restare fidanzati.

2 – Gentilissimo Moreno, mi preme sapere una cosa riguardante lo speciale “La nave del mistero”. In particolar modo, vorrei un approfondimento riguardante la polvere magica che viene soffiata in faccia alle persone. Si tratta di un composto africano, del quale non vengono però chiarite le basi, in quanto chi lo utilizza alla fine della storia muore. Detto questo, mi sembra chiaro che ci sia stata una (voluta) mancanza di chiarezza nei confronti della polvere in questione. So che lo sceneggiatore della storia non sei tu, ma cosa ne diresti di prendere spunto da questo mistero per poter portare alla luce le capacità ipnotiche di tale sostanza?

Essendo una polvere magica, mi pare chiedere troppo a chi mago non è (e né io né Giovanni Eccher, sceneggiatore di quella storia, lo siamo) di svelarne la ricetta. Del resto nessuno sa di cosa sia fatta la “polvere di fata” che fa volare Peter Pan, o il filtro che trasforma Marnie Bannister in Satanik o la mistura che fa diventare Mister Hyde il dottor Jeckyll. Mi vengono in mente il filtro della leggenda di Tristano e Isotta, i pharmaka della Maga Circe, la pozione di Asterix. La letteratura, il cinema, i fumetti sono pieni di filtri diabolici (per citare il titolo di una storia di Zagor in cui compare un intruglio del genere). Non mi pare il caso di indagare oltre!

3 – Ciao Moreno, ti scrivo per proporti un’idea che mi è venuta in mente e che spero tu possa prendere in considerazione. Molti personaggi importanti sono morti, durante la saga zagoriana (Wakopa, Manetola, Tawar, Walter Doney, ecc.). Si sono visti in più avventure, ma quello che mi chiedo è se sia possibile raccontare le loro gesta, sconosciute a noi lettori, attraverso racconti intorno al fuoco, raduni dei trappers, banchetti indiani, tanto da portare un ricordo anche nelle nuove generazioni che non li hanno potuti conoscere? Non sto certo dicendo che debba essere incentrato tutto sulle loro antiche gesta, ma anche sul fatto che da quelle azioni possa nascere una storia attuale di Zagor.

Mi pare un buon suggerimento. Tra i personaggi da te citati, uno sta per tornare alla ribalta (non risorge ma si parla a lungo di lui).

4Gentile Moreno, intendo farti richiesta di due ritorni, che potrebbero tranquillamente venire cassati dal curatore di questo blog, in quanto sono apparsi soltanto una volta e che non sono “importanti” al pari di altri per i quali hai già ricevuto tantissime domande. Quindi, pur sapendo che questa mia domanda non possa vedere la luce, ci provo a chiederti lumi al riguardo di una storia di sessanta anni fa. Eh già, perché il prossimo anno ne compirà proprio sessanta, il nostro Zagor, e come primo avversario ebbe Kanoxen. Lo stesso Kanoxen il cui figlio, Nakawa, apparve in seguito e che è uno dei soggetti di questa questione. Dopo aver provato, invano, a vendicarsi di Zagor ed a distruggere Fort Henry, soltanto con un discorso finale sul chiarimento riguardo alla morte di suo padre ha finito col farlo desistere dai suoi insani propositi. Tenuto conto del fatto che, se non è riapparso (a differenza del padre, pur se in flashback) in tutti questi anni nessuno ha trovato lo spunto giusto per inscenare una sua riapparizione, mi chiedo se sia divenuto alleato dello Spirito con la Scure oppure semplicemente ha voluto tenere una tregua con lui e con il resto delle persone, diventando magari un’eremita o rintanandosi coi suoi alleati indiani in qualche tepee isolato. Mi chiedo, quindi, se il ricordo di questo nome riesca a suscitare in te la volontà di rivederlo sulla scena? Inoltre, sempre parlando della stessa storia, un altro personaggio, pur non apparendo, è stato fondamentale per aizzare i propositi di vendetta di Nakawa. Sto ovviamente parlando di Nemis, la strega alla quale Zagor ha scombinato i piani di contrabbando, e che dopo sessanta anni non ha ancora debuttato sulle pagine di Zagor. Avrà sicuramente fatto giustizia di lei, il buon Wilding, ma una cosa non narrata non significa che non sia successa e, quindi, chiedo, sempre secondo la sua volontà, e sempre ribadendo che non si è sentito il bisogno dopo sessanta anni di ripescarla, di poter narrare questo incontro-scontro, e quindi il debutto ufficiale, e non solo per nome, della strega Nemis? Ringraziando te ed il gestore di questo blog per aver dato l’opportunità a noi lettori di porre delle domande, e scusandomi per le mie lungaggini, spero di poter presto sapere le sue risposte in proposito. A presto.

Quello di Nemis potrebbe in effetti essere un mistero da chiarire, grazie per il suggerimento! Nakawa mi sembra invece un personaggio tanto pittoresco nella caratterizzazione esteriore (il copricapo, il cane, il corvo) quanto debole in quella interiore. Non ho mai digerito il fatto che, dopo essersi macchiato di stragi e violenze, quando si incontra faccia a faccia con Zagor ai due basta chiarire che si è trattato di un equivoco (“non ho ucciso io tuo padre”, “ah, allora mi sono sbagliato, scusa”) perché tutto finisca a tarallucci e vino. Storie di altri tempi, indubbiamente.

5 – Gentile Moreno, in una delle sue risposte a questo blog ha parlato di cristallizzazione dei personaggi di Zagor. Zagor stesso avrà, più o meno, dai 30 ai 35 anni. Cico di più. I comprimari storici e fissi sono più o meno rimasti uguali nonostante il passare del tempo. Quelli che appaiono meno, come Ines e Rolando, sono leggermente cresciuti rispetto alla loro prima apparizione. Offord, che divenne O’Druff, addirittura, per non farsi riconoscere, si fece crescere la barba, ma divenne proprio un'altra persona in quanto si era addirittura abbassato. Questo per chiedere se la cristallizzazione del tempo non vale per tutti, o solo per le persone che si vedono più spesso?

Ho discusso il problema con Rauch, quando si è trattato di far crescere Ines e Rolando, e ci siamo convinti a vicenda che nel caso dei due giovani adolescenti il passaggio di pochi anni (tre o quattro) basta a mutare decisamente l’aspetto degli individui. Questo lo vediamo nella nostra vita quotidiana: i nostri figli sembrano bambini a dodici anni e uomini a sedici. Negli adulti, quattro anni non modificano così tanto le sembianze. Nel caso di Offord, se si tratta del militare di “Sentiero di guerra”, andrebbe capito se un medesimo consulto c’è stato fra Marcello Toninelli, sceneggiatore di quella storia, e il supervisore dell’epoca (anni Novanta), Decio Canzio, e che cosa si sono detti, e quanto del suo, nel creare una apparente incongruenza, ci abbia messo il disegnatore. Proprio in questi giorni è riapparsa nella collana “Zagor Classic” la storia di Iron-Man, e mi sono meravigliato nel vedere come, alla sua prima apparizione, fosse vecchio Tonka, poi ringiovanito nei successivi ritorni. Ora, è chiaro che un eroe e i comprimari che lo circondano dovrebbero restare sempre uguali a loro stessi (vale per Zagor e Cico ma anche per Diabolik ed Eva o per Tex e Carson), dato che il loro ruolo pretende una immediata riconoscibilità, oltre al fatto che serve anche quella prestanza fisica che non può essere messa a rischio dal mal di schiena causato dall’età. Zagor è stato sottoposto a un macchinario delle Amazzoni che, per fortuna, gli ha guarito ogni cicatrice, e anche questo va messo agli atti. Poi, però, le esigenze narrative impongono il passare del tempo (ci sono i figli dei nemici, per esempio) ed è evidente che se c’è il ritorno in un luogo dove si manca da parecchio, degli anni saranno pur passati. Qualche volta qualcuno invecchia. Stiamo al gioco.

6 – Caro Moreno, tempo fa hai parlato del fatto che la serie degli speciali di Zagor, inizialmente incentrati su qualcosa di particolare, oggi come oggi non lo sono più, tanto da farti pensare di rendervi protagonisti i luoghi passati dello Spirito con la Scure. Più che questo, ti chiedo se sia possibile che, in questi anni, per raggiungere il numero preciso di pagine, non siano state tagliate alcune scene od alcune pagine, a discapito del consecutivo svolgimento dell’avventura. Un esempio su tutti, “L’orda selvaggia”, dove nel finale si passa da un momento di azione a far circondare i nemici senza che ciò sia stato fatto in maniera chiara e limpida, ovvero senza renderlo su carta, ma semplicemente “tagliando”, appunto, una parte per rientrare nel numero di pagine giusto. È così?

A volte (non solo durante la mia gestione, ma anche in passato, perfino ai tempi in cui Sergio Bonelli controllava personalmente la testa) alcuni tagli di sequenza sono stati fatti. Un volume della collana “Gli archivi Bonelli” della Rizzoli-Lizard, dedicato a Guido Nolitta, ha addirittura pubblicato, tirando fuori dagli armadi, una sequenza di decine di tavole di una storia nolittiana di Tex (quella degli “Uomini giaguaro”) tagliata da Decio Canzio per accorciare un racconto troppo lungo. Si sa (ne hanno parlato più volte i diritti interessati) di rimaneggiamenti operati da Sergio nella storia di esordio di Castelli in casa Bonelli, “Molok”. Potrei citare altri casi, tra cui uno che mi ha riguardato personalmente: il finale di “Nodo scorsoio” (spiego tutto nel mio libro “Io e Zagor”). Tagli del genere si possono fare per eccessiva lunghezza, per adattare a format un racconto nato per un altro, ma anche perché, a ben guardare, c’è qualcosa di sbagliato nello svolgimento di una trama e, spostando una scena ed eliminandone un’altra tutto torna meglio. Il punto è proprio questo: se si fanno degli interventi, li si fa (almeno nelle intenzioni) a fin di bene. Ora, tu citi “L’orda selvaggia”, che è uno Speciale del 2005. Giuro che non ricordo se siano stati effettuati dei tagli e, se sì, quanto consistenti. Non ero neppure io il curatore (lo sono diventato nel 2007). Però posso assicurare che il risultato è stato valutato in rapporto alla situazione preesistente, impossibile da ricostruire ma certamente tale da giustificare gli interventi. Non credo proprio che possa essere stata mandata in edicola una storia (stante il controllo di gente pignola come Boselli, Canzio e Bonelli) tagliata a tal punto da non farsi comprendere. Le soluzioni trovate saranno state almeno soddisfacenti (ne sono così sicuro che non vado neppure a rileggere quella storia di cui, però, ho un buon ricordo).

7 – Ciao Moreno, ti voglio scrivere in merito alle Dime Novels create da Eddy Rufus, e che sono apparse soltanto negli Stati Uniti, nella lunga saga di Zagor. Utilizzando suo figlio, o ancora meglio personaggi dalla fisionomia simile, se non uguale, a quella di Guido Nolitta e Gallieno Ferri, potrebbero le stesse avventure venire ristampate e tradotte negli altri paesi nel mondo, come ad esempio l’Europa? In Turchia, in Croazia, per esempio, così come avvenuto oggi, ed essendo ben consapevole che allora c’erano poche possibilità di una così vasta produzione come quella Bonelliana, pensi che potrebbe far piacere a Zagor trovarsi di fronte le sue avventure in terra straniera?

Confesso di non aver capito la domanda, per cui non sono certo di rispondere nel senso giusto. Le Dime Novels di Eddy Rufus esistono solo nella realtà immaginaria dell’avventura (di Nolitta e Bignotti) intitolata “Zagor Story”. Anche Eddy Rufus è un personaggio immaginario, del resto (il figlio è comparso nel primo Maxi de “I racconti di Darkwood”). Non esistono testi da tradurre, voglio dire. Certo, sarebbe bello immaginarne alcuni (e vedere lo Spirito con la Scure che fa il nodo alla proboscide di un elefante, come mi pare venga detto in “Zagor Story”). Le Dime Novels furono un fenomeno editoriale statunitense, erede della tradizione dei “Penny Dreadful” anglosassoni. In altri paesi del mondo ci furono, è vero, delle imitazioni o delle pubblicazioni simili, con pubblicazioni a dispense di vario genere, ma non credo che si possa parlare di fenomeni paragonabili.

8 – Da molto tempo lei è curatore di Zagor. Numerose saranno state le proposte di nuove storie da parte di altri sceneggiatori, poi accettate e pubblicate. Fra queste, quale è una che le ha fatto dire, o pensare, più o meno la seguente frase: “Questa avventura avrei tanto voluto pensarla e scriverla io”?

Ce ne sono tante, per fortuna. Tolgo dal conto tutte le storie di Boselli, dato che Mauro ha sempre gestito le sue storie direttamente, senza il mio controllo, ma parecchie delle sue avrei tanto voluto scriverle personalmente. Fra quelle degli altri, mi sarebbe piaciuto inventare io il personaggio di Henry Raven, che compare sul color “La vendetta di Gambit”, scritto da Jacopo Rauch.

9 – Caro Moreno, hai parlato in passato di aver chiesto ed ottenuto cose come lo Zagorone oppure storie gialle, ma ciò che ti chiedo è una cosa che non ti è stata accettata (una storia, un argomento, una miniserie) pur avendola proposta e che pensi ancora oggi potrebbe invece andare benissimo per Zagor?

C’è una vecchia storia riguardante la “Maschera di Ferro”, che venne bocciata dal curatore dell’epoca, Mauro Boselli, e che invece, magari, potrebbe essere fattibile. Ma c’erano delle problematiche da risolvere. Altri spunti sarebbero quelli del viaggio nel tempo, ma mi rendo conto che, oltre a infrangere uno dei tabù di Sergio Bonelli, proietterei Zagor fuori dalla sua dimensione darkwoodiana che invece è da salvaguardare. Un’ottima miniserie potrebbe riguardare un viaggio in Italia da ambientare durante la prossima trasferta europea, estrapolandolo in una collana a parte (dato che il tour italiano, sulla serie regolare, non ci sarà). Lo proporrò, vedremo. Ci sono poi decine di spunti per Cico che, purtroppo, resteranno lettera morta per la mancanza di una serie dedicata al messicano.

10 – Caro Moreno, ricordo che in una lettera della posta, molti anni fa, Sergio Bonelli disse che, dopo il Signore Nero, niente più fantasy nudo e crudo avrebbe fatto capolino su Zagor. Non mi sto riferendo al ritorno di Kandrax, ma al sequel proprio della suddetta avventura che, inevitabilmente, farà virare le scene verso un genere non propriamente, a mio avviso, adatto per Zagor. Non avendola ancora letta non posso certo darne giudizi, ma sapendo che si tratterà di un genere che a me dispiace, sarò curioso di sfogliare le sue pagine e di, magari, cambiare idea. So che è stata sicuramente una buona idea a dare vita al seguito, ma non pensi che possa ciò deludere i veri affezionati di Zagor che non amano questo genere, pur capendo che Zagor è pieno di diversi generi narrativi al proprio interno?

Non ricordo quella risposta di Sergio riguardante il Signore Nero, ma naturalmente non ho difficoltà a credere che sia stata data. Stiamo parlando, evidentemente, di una opinione vecchia di parecchi anni. Sui “veti” di Bonelli ho già spiegato più volte, anche in questo spazio, come egli stesso non li considerasse eterni, quasi fossero leggi della fisica (che sarebbero comunque messe in discussione dalla quantistica), ma contingenti a una data situazione. Per fare un esempio, più volte era stata esclusa la possibilità di uno Zagorone, poi ne sono stati fatti tre. Più volte era stato detto no al ritorno di Mefisto, e alla fine è stato accettato. L’argomento è stato sviscerato in questo articolo: http://morenoburattini.blogspot.com/2018/04/quelli-che-tutto-sanno.html. Riguardo al fantasy in particolare, mi permetto di far notare come, dopo il Signore Nero ci sono stati lo Speciale “Il principe degli elfi”, scritto da Mauro Boselli nel 1999, e la saga degli eroi del Ramo Rosso, datata 2001, pubblicati mentre Sergio era vivo e vegeto: storie, eppure,  da lui approvate. Aggiungo “Il castello nel cielo”, sceneggiato da me nel 2011, da Sergio collocato in una evidenza particolare proprio come primo Zagorone. Questa storia fece meritare allo Spirito con la Scure l’invito al festival di Parma Fantasy: ne parlo qui: http://morenoburattini.blogspot.com/2011/06/professionisti-parma.html, manifestazione in cui venne organizzata una mostra sul tema, appunto, di Zagor e il fantasy. Si era nel 2011, Sergio approvò. A Nolitta si deve peraltro proprio l’ideazione di Darkwood come crocevia di storie di tutti i generi, per cui fra le tante contaminazioni possibili c’è anche quella del fantasy, che mi pare sia, probabilmente, il genere meno rappresentato (non credo che stiamo esagerando su questo versante, insomma). Chi non apprezza il fantasy farà come fanno quelli che non apprezzano il western, l’horror o la fantascienza: porterà pazienza e aspetterà la storia successiva. Faccio notare come Golnor sia una invenzione di Tiziano Sclavi, e abbia dunque illustri natali: non vedo perché la saga zagoriana debba privarsene. La storia che uscirà durante il prossimo anno (a grande distanza temporale, dunque, sia dalla storia del Signore Nero, che è del 1981, sia di Zenith 666, che è del 2016) sarà comunque molto più western che fantasy, per mia precisa indicazione allo sceneggiatore Luigi Mignacco.

 11 – Caro curatore dello Spirito con la Scure preferito di noi lettori, ho notato con piacere che la musica, attraverso Fats, “Guitar” Jim ed altri è sempre stata parte di Zagor. Fra i suddetti altri, mi viene in mente Benny Pitt, il simpatico menestrello irlandese apparso nella storia “I Sabotatori” del grande Ade Capone. Ha saputo utilizzare il suo mandolino come arma, ha creato canzoncine carine e, pur non essendo stato certo lui uno dei protagonisti di tale vicenda, mi ha personalmente colpito  e gradirei poterlo rivedere. È un personaggio spumeggiante, legato alla terra natia del nostro eroe, con degli allacci alla sua infanzia, magari. Sua madre potrebbe avergli insegnato qualche canzone e Zagor se la potrebbe far ricantare, così come Carson fa spesso con “The Girl I Left Behind Me”…

Segno in agenda anche il recupero di Benny Pitt, grazie.

12 – Gentile Moreno, innanzitutto ti ringrazio per aver risposto alle mie precedenti domande, spero quindi di rivedere prima o poi King Mac Kay. Ora vorrei farti una domanda che riguarda il mai dimenticato Gallieno Ferri. Ho trovato in rete un disegno bellissimo di Tarzan firmato G.FERRI e attribuito, sempre in rete, al nostro grande Gallieno. Parlandone su Facebook, è venuto fuori che molto probabilmente è invece di un altro grande disegnatore sempre Ferri di cognome ma Germano di nome. Ne sai qualcosa in merito? Ti ringrazio e alla prossima.

So che Germano Ferri è un talentuoso disegnatore di cui il mio amico Marco Pugacioff parla diffusamente qui: https://marcopugacioff.blogspot.com/2016/11/germano-ferri.html.

13 – Caro Moreno, vorrei domandarti se Mike Deodato possa essere uno di quei disegnatori, del quale ho notato alcuni disegni molti belli riguardanti Tex, che tu voglia far entrare nella schiera degli zagoriani.

Il fatto che io possa voler far entrare nello staff un disegnatore piuttosto che un altro non significa che il disegnatore stesso sia del parere di entrarci, che le sue tariffe siano compatibili con il nostro budget, che le sue prove poi lo dimostrino realmente adatto o realmente disposto a mettersi al servizio della tradizione zagoriana, che ci siano lo spazio e l’occasione. Ciò detto, l’opera di Mike Deodato ha tutta la mia ammirazione.

14 – Dopo che Zagor è stato salvato e curato dalle amazzoni con le loro apparecchiature Atlantidee, sicuramente ne è uscito rinvigorito e potenziato (credo che Supermike lo scoprirà sulla sua pelle quanto Zagor sia più forte). È possibile che questa “cura” gli abbia potenziato anche il suo “sesto senso” come succede nei fumetti americani?

Possibilissimo. Ma vista l’avversione della falange luddista del nostro pubblico, meno si parla di macchine, meglio è.

15 – Per vendicare il padre, Zagor provoca a sua volta la morte di molti indiani Abenaki. A parte il fatto che non sappiamo se siano colpevoli o innocenti dello sterminio dei suoi genitori, visto che sono passati diversi anni e che quegli indiani potrebbero non essere gli stessi, sorge una domanda: nessuno di quegli indiani ha dei figli? Figli che si sono ritrovati orfani proprio a causa di Zagor (o di Patrick Wilding) e che vedono nel misterioso assassino del loro padre il Kinsky della situazione? Potrebbero crescere con l’odio e il desiderio di vendetta e, un giorno, scoprire che il misterioso signore di Darkwood è lo stesso uomo che tanti anni prima li ha resi orfani. Ovviamente il “come” lo scoprirebbero è tutto da inventare, ma come sarebbe un eventuale scontro tra questo ipotetico orfano, che ha tutte le ragioni per odiare Zagor, e Zagor stesso? Come si comporterebbe lo Spirito con la Scure?

Avrai prestissimo grosse sorprese da questo punto di vista.

16Ciao Moreno, nella magnifica storia “Lo zoo di Kaufman” avevi inserito dei personaggi molto interessanti, anche non completamente cattivi, come il Samoano di cui ora non ricordo il nome. Lo rivedremo in futuro?

Potrebbe essere. Era ben caratterizzato.

17 – Moreno, anche se non sempre sono d’accordo con le tue scelte, ti faccio i complimenti per l’evidente Amore che ci metti nel curare e  diffondere il nostro Zagor. Ora la mia domanda.
Personalmente credo che il fumetto (italiano) ha un futuro nerissimo se non si aggiorna nella sua forma. Una sua forma moderna potrebbe essere il cinema, sempre più trainante se di qualità e quindi con costi altissimi (il film “Avengers 1” è stato il trampolino per rilanciare alla grande le testate fumettistiche Marvel - e non solo - ad esso connesse), una serie web o un telefilm nella forma classica (entrambi con costi comunque alti ma nel primo caso si scavalcano i costi di distribuzione), un cartoon di animazione 3D, un videogame specifico freeware con i soli contenuti speciali a pagamento, una versione mono-vignetta con audio per cellulari o comunque  una forma ancora inesplorata o embrionale di fumetto che deve ancora svilupparsi. In Bonelli, quindi, si stanno esplorando queste strade per non lasciare che il mondo dei fumetti muoia con noi cinquantenni? Hai mai fatto una proposta di tale genere per far sopravvivere Zagor, personaggio che si presta molto bene a questo tipo di esperimenti multimediali (dal kolossal cinematografico al cartoon 3D al videogame d’avventura) e anche Cico, che in quanto a simpatia e ilarità non ha nulla da invidiare ai personaggi cinematografici di Iron Man o Ant Man? La Sergio Bonelli Editore è lungimirante nel cercare dei giovani talenti italiani, anche se sconosciuti, in grado di proporre sotto una veste multimediale più moderna i contenuti delle avventure dello Spirito con la Scure, facendo da scuola e da battistrada in questo settore? Ovviamente niente porcherie tipo il Tex con Giuliano Gemma o i filmacci di Dylan Dog o animazioni inutilmente riservate “closed source” tipo Bonelli Kids, oso sperare...

La Bonelli si è ormai trasformata in una “media company” e sempre più diversificherà le sue produzioni. E’ stata una coraggiosa scelta di Davide Bonelli, vista l’impossibilità di continuare a sorreggere l’azienda soltanto sulla produzione per le edicole. Si stanno facendo, e sempre più se ne faranno, investimenti in ogni direzione del multimediale. Già si è visto qualcosa, nei prossini mesi e anni affioreranno in superficie progetti stupefacenti che stanno venendo assemblati in immersione. Io, però, spero di poter andare in pensione, tra dieci anni, lavorando ancora ai fumetti di carta.

18 – Ciao Moreno, intendo scriverti per provare a capire la tua linea di pensiero al riguardo dei personaggi buoni o cattivi, e non inframmezzati da mille e mille sfaccettature che non li possono rendere al 100% né in un modo né nell’altro. Nel corso della storia zagoriana molti amici, molti nemici, hanno sicuramente avuto delle sfumature di personalità che non li hanno fatti apparire come buoni o cattivi totali. Per riprendere l’esempio di Mike Wilding, avendo comunque capito i motivi della tua scelta narrativa, ti chiedo se non avesse potuto rimanere nel mezzo fra il buono ed il cattivo? In più, pur essendo un fumetto, non credi che possano essere più intriganti i personaggi che non si sa bene da quale parte stanno?

Mike Wilding ha avuto le sue colpe, non essendo riuscito a imporsi sui suoi soldati e avendo, più o meno a malincuore, partecipato alla strage degli Abenaki. Un uomo migliore avrebbe saputo, forse, tenere in pugno la situazione. Mi pare che zone d’ombra ne abbia anche lui. Casomai è la caratterizzazione da “perfetto cattivo” (il responsabile di un eccidio) che alcuni avrebbero voluto o creduto di aver letto in “Zagor Racconta…”, a essere senza sfumature. In ogni caso, ci sono storie in cui i personaggi ambigui hanno la loro ragione d’essere, altri in cui è meglio se il cattivo è cattivo davvero, e viene punito. Personalmente, come lettore, se posso esprimere una opinione, mi piacciono i cattivi veri, a tutto tondo.

19 – Carissimo Moreno, ultimamente ho visionato “In vacanza su Marte” con Boldi e De Sica. Mi sono sempre chiesto, e spero anche tu, come mai Zagor non sia stato inviato su un altro pianeta (e non intendo un’altra dimensione) a differenza degli Akkroniani o dei numerosi alieni che sono arrivati a Darkwood. È il ricettacolo dei mostri provenienti dallo spazio profondo, ma una “fantastica” gita su qualche pianeta al di fuori della terra, con in aggiunta quell’(in)sano trash proveniente da questo e dai precedenti cinepanettoni, ti aggrada come idea?

A parte l’idiosincrasia di parte del pubblico zagoriano verso la fantascienza (e il viaggio nello spazio sarebbe davvero il non plus ultra della fantascienza), il problema è quello, ribadito più volte, della difficoltà di non stravolgere il personaggio estrapolandolo dal suo ambiente, quello della foresta di Darkwood. Zagor deve dare mazzate con la scure. Nello spazio, non so come ci riuscirebbe. Inoltre si deve considerare che qualunque pianeta alieno possa andare a visitare, gli stessi scenari sono possibili proprio a Darkwood, dato che abbiamo visto di tutto (per esempio, mi sembrano alieni gli scenari della “Terra da cui non si torna”). Aggiungo che Cico, a cui peraltro fanno pensare Boldi e De Sica, nello spazio e su un pianeta alieno c’è stato.

20 – Caro Moreno, mi piacerebbe scoprire qualcosa sul passato del Colonnello Alan Maddenbrook, padre di Walter, apparso in due storie zagoriane ma del quale, oltre al carattere austero ed al volere a tutti i costi che il figlio prosegua la carriera militare, ed alla paura di vederlo viaggiare con due amici per mete sconosciute, sappiamo ben poco. Da parte di un affezionato lettore, che si ricorda di questo personaggio non sfruttato nelle storie recenti, al pari del figlio, saresti interessato a narrarne le gesta passate oppure ad averlo protagonista di un’avventura al presente con rimandi alla sua vita nell’esercito?

Un suggerimento che accetto volentieri.

 



venerdì 12 febbraio 2021

Alessandro Piccinelli: il copertinista di Darkwood (3)

La terza puntata di questa rubrica

la voglio dedicare

ai bozzetti di tre copertine

di albi zagoriani usciti nel 2018.

 

Ringrazio l’amico

Alessandro Piccinelli

per la sua cortesia e disponibilità.

 

Special Zagor 30 del marzo 2018

Le creture del buio

Si tratta del secondo albo della collana Special Zagor

con una copertina di Alessandro Piccinelli.

Il primo bozzetto è quello della cover definitiva,

il secondo è alternativo.



Color Zagor 7 dell’agosto 2018

La giustizia di “Wandering” Fitzy

Si tratta del terzo albo della collana Color Zagor

con una copertina di Alessandro Piccinelli.

La bozza alternativa è colorata direttamente dal disegnatore.


Color Zagor 8 del novembre 2018

La minaccia dei Morb

Si tratta dell’albo contenente il team-up

tra Zagor e Brad Barron.

Il primo bozzetto è quello della cover definitiva,

il secondo è alternativo.



Arrivederci alla prossima puntata!!!

 

mercoledì 3 febbraio 2021

La nave fantasma (Maxi Zagor 41)

In un tratto di mare al largo della Florida si verificano inspiegabili e inquietanti fenomeni.

Racconti di marinai parlano di vascelli fantasma e di navi scomparse nel nulla o inghiottite da banchi di nebbia che sembrano salire dalle profondità dell’Oceano.

Uno scienziato, il Professor Coleman, vecchio amico del Capitano Fishleg, ha forse trovato la spiegazione a questi eventi, ma Hassler, ricco uomo d’affari, lo fa rapire e lo costringe a ultimare i suoi esperimenti proprio in quella zona di mare a bordo della nave a vapore Philadelphia.

Per salvarlo e per svelare i misteri che si nascondono a sud di Bermuda, Zagor e l’equipaggio della Golden Baby dovranno affrontare oscure forze della natura e impedire che i risultati delle ricerche di Coleman, che potrebbero cambiare le sorti dell’umanità, finiscano nelle mani sbagliate.

* * *

La storia intessuta da Antonio Zamberletti mi è piaciuta.

Tanto per cominciare è una bellissima avventura marinara, con velieri, golette, incrociatori militari, navi a vapore, marinai, squali, isole misteriose, nebbie inquietanti e galeoni provenienti da altre epoche che compaiono e scompaiono.

A causa del mistero che lo sceneggiatore assume celarsi dietro il famigerato Triangolo delle Bermuda (argomento che nella mia adolescenza mi appassionò abbastanza, tanto che fui uno di quelli che acquistarono il volume di Charles Berlitz Bermuda: Il Triangolo Maledetto edito da Sperling & Kupfer – la lettura del quale mi lasciò tuttavia abbastanza deluso) ho dovuto leggere con attenzione la spiegazione che ne viene data (il tutto alle pagine da 172 a 179 dell’albo) perché, effettivamente, parlando di anomalie magnetiche, uomini misteriosi che usano antiche armi sumere e indossano monili dell’antico Egitto in compagnia di strani animali feroci trasportati dalla stessa fonte di energia che è in grado di muovere gli oggetti e che si manifesta con la “nebbia bianca”, di primo acchito qualcosa rischia di sfuggire al lettore meno attento.

La trama è poi arricchita da intrighi internazionali, ex ufficiali della marina militare olandese, uomini del servizio segreto degli Stati Uniti, tutti interessati agli esperimenti di Coleman.

Divertente e simpatica la caratterizzazione data allo “storico” marinaio della Golden Baby, Zarkoff, presentato come un “liceale innamorato” (di Audrey, la figlia del professor Coleman) che non perde occasione per cercare di mettersi in mostra a beneficio della ragazza. Se son rose e fioriranno, lo potremo sapere solo in occasione di una prossima avventura…

I disegni del veterano Alessandro Chiarolla sono impareggiabili soprattutto nell’illustrare i vari velieri e bastimenti in preda alle onde dell’oceano.

 Infine, ho apprezzato l’idea di inserire delle pagine finali, a corredo dell’albo, con la spiegazione dei retroscena storici e letterari del Triangolo delle Bermuda e dell’esperimento Philadelphia.