giovedì 27 novembre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Gli incubi di Port Whale (ZCSC146)




            Il centoquarantaseiesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell'avventura di Zagor e gli eredi Fitzmayer, nonché la prima parte della storia “Il terrore dal mare. 


 LA RAGAZZA SELVAGGIA

Zagor e Cico proteggono il dottor Stewart Barrymore e la sua fidanzata Elizabeth dalla banda di fuorilegge del Francese, al soldo del bieco Lord Stead, che si vuole impossessare dell’eredità Fizmayer. Un’eredità della quale sono beneficiari Stewart, Elizabeth e James, il gemello di Stewart, in grave pericolo a causa di Lord Stead.
Dopo varie vicissitudini, Zagor viene soccorso da Riannon, una bella ragazza bianca i cui genitori sono stati uccisi dal Francese e che è stata allevata da un indiano. Riannon si unisce ai nostri, che liberano James e vanno alla caccia dell’eredità Fitzmayer, risolvendo complicati indovinelli ed evitando le diaboliche trappole celate nella residenza del defunto Lord Fizmayer.
Alla fine riescono ad accedere all’eredità: lo scopo principale del defunto Lord era quello di far riunire i tre adorati nipoti, ognuno dei quali aveva un elemento decisivo con cui svelare l’enigma.

Seconda e ultima storia zagoriana del toscano Giorgio Casanova.
Questa sceneggiatura segna un positivo miglioramento rispetto al racconto d’esordio: abbiamo alcuni comprimari abbastanza interessanti (fra i quali addirittura due donne: la ragazza selvaggia Riannon, bella e indisponente, ed Elizabeth, la nipote del defunto Fitzmayer, donna ricca e viziata) e un discreto numero di “cattivi”, tra i quali spiccano Lord Stead e il temibile e spietato Francese.
 La vicenda si rivela una lettura piacevole e si dipana come in un feuilleton, tra gelosie amorose, enigmi irrisolti, trabocchetti sotterranei, con un giusto intreccio di avventura e mistero che vede legati a doppio filo il Francese al servizio di Lord Stead con la ragazza selvaggia (in passato le aveva sterminato la famiglia) e i tre eredi di Fitzmayer che devono combattere al fianco dei nostri eroi per avere la meglio sul tesoro di famiglia.
 I disegni sono dell’esordiente romano Massimo Pesce, particolarmente efficace nel tratteggiare le figure femminili.

                                                                                     * * *



IL TERRORE DAL MARE

Kush: un regno dimenticato nel cuore dell’Africa più nera. Qui alcuni negromanti stanno per evocare il dio oscuro Dagon, sacrificandogli la bella principessa tuareg Marada. Andrew Cain, un fanatico uccisore di mostri, sventa il sacrificio, ma Dagon è ormai libero per il mondo! E giunge a Port Whale, dov’è all’ancora la nave del capitano Fishleg!
Così Port Whale diventa una città da incubo, spettrale e semiabbandonata. I suoi abitanti sono stati quasi tutti trasformati in esseri mostruosi grazie al barone Wolfingham, che adora Dagon, il dio oscuro, anche conosciuto come Maitre Carrefour! Zagor e Cico, alleatisi con Andrew Cain, lottano contro i seguaci di Dagon. Dopo diverse peripezie, raggiungono la Golden Baby dove vengono a conoscenza che la nipote di Fishleg, Virginia, è stata rapita da Wolfingham.
Con l’aiuto degli agenti di “Altrove” i mostri di Port Whale vengono sgominati. Raggiunto il Mar dei Sargassi, Zagor e i suoi amici liberano Virginia ma vengono attaccati dalle creature di Wolfingham e dal Kraken, un tentacolato mostro degli abissi. Zagor riesce a far saltare in aria il Kraken con l’aiuto di alcuni barilotti di polvere da sparo, mentre Cain uccide Wolfingham (responsabile, in passato, della morte della sua amata). Il Kraken, però, si riforma magicamente e attacca nuovamente la Golden Baby. Cain si getta contro il Kraken e lo sconfigge, ma sparisce tra i flutti. Subito dopo, un’innaturale tempesta si scatena e la Golden Baby viene trascinata via...

In questa storia Mauro Boselli crea uno dei comprimari più intriganti del nuovo corso zagoriano: il cacciatore di streghe Andrew Cain, ispirato al quasi omonimo spadaccino howardiano Solomon Kane.
È un’avventura che evoca anche atmosfere lovecraftiane, atmosfere cupe, irreali, angosciose, malsane, magistralmente rese dalle matite Stefano Andreucci, con gli scenari densi, rarefatti e sinistri di una Port Whale trasformata per l’occasione in un’antesignana Innsmouth e di un inquietante Mar dei Sargassi culla di abominevoli creature ctonie.
E poi abbiamo una serie di comprimari di tutto rispetto: Andrew Cain, un personaggio sofferto, tenebroso, dotato di forte personalità e animato da una fanatica fede religiosa che lo rende interessante e suggestivo, protagonista assoluto di quest’avventura tanto quanto Zagor; il Barone Wolfingham, un cattivo da antologia ispirato ai migliori villains dei racconti e dei film d’avventura; la ciurma della Golden Baby, i cui singoli componenti sono veramente protagonisti dall’inizio alla fine.
Questa avventura, emozionante e divertente, è anche l’occasione per far affrontare a Zagor e Cico un nuovo viaggio che, dopo aver fatto loro solcare il Mar dei Sargassi, li condurrà nell’episodio successivo fino in Scozia.

mercoledì 19 novembre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: La collera degli Oneida (ZCSC145)




         Il centoquarantacinquesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor contro l’Uomo Dipinto, nonché la prima parte della storia “La ragazza selvaggia”. 


L’UOMO DIPINTO


           L’Uomo Dipinto, è un sedicente profeta e predice l’avvento dell’Uccello di Fuoco, che siglerà l’inizio della guerra di liberazione del popolo rosso. Dopo aver sconfitto con l’inganno Zagor, l’Uomo Dipinto convince gli Oneida a marciare su Fort Cambder.
          Lo Spirito con la Scure vuole avvisare i militari dell’attacco, ma scopre che il comandante dell’avamposto, il capitano Macktar, insieme ad alcuni militari ribelli, si è alleato con un folle prussiano che vive in un castello, Ludwig Skondlerwitz, intenzionato a sterminare gli indiani per costruire a Darkwood una sorta di città ideale, a uso e consumo delle élites europee.
          Non solo. L’Uomo Dipinto è il suo socio, e si serve di una tecnologia avanzatissima: macchine volanti, paracadute e gas asfissianti! Fortunatamente interviene Theodor, il cugino di Skondlerwitz, che libera Zagor, elimina Ludwig e Macktar e si sacrifica scagliando un battello volante contro il castello. Lo Spirito con la Scure sconfigge definitivamente l’Uomo Dipinto e, in seguito, costringe i militari ribelli alla resa.

Esordio e unica storia zagoriana per la serie regolare scritta dallo sceneggiatore genovese Pierpaolo Pelò, il quale -peraltro- aveva già alle spalle una carriera decennale che andava dalla Disney alla Ediperiodici, alla Lancio e altro ancora.
La vicenda, con i disegni di Torricelli, non brilla purtroppo per originalità, essendo in parte ricalcata sul racconto classico con protagonista Iron Man.
L’episodio risulta in un certo qual modo “datato” per l’epoca in cui uscì, con un avversario fin troppo bizzarro e con un’ambientazione un po’ fanciullesca e onirica (castelli che spuntano all’improvviso, pianisti che appaiono come per magia nelle radure, dirigibili, paracaduti, robot...).
Inoltre, nemmeno i disegni di Torricelli risultano particolarmente felici...
Pelò lo ritroveremo alla sceneggiatura dello Zagor Special n. 16 La setta cinese, storia che vedrà la luce solo nell’aprile 2004.

mercoledì 12 novembre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: L’enigmatico Mask (ZCSC144)



        
         Il centoquarantaquattresimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor contro Hellingen e Wendigo, la storia completa "I misteri di Redstone", nonché la prima parte della storia “L’Uomo Dipinto”.


I MISTERI DI REDSTONE

Il padre di Elettra Warton muore, senza che Zagor possa evitarlo. Alcuni anni dopo, un misterioso individuo incappucciato che si fa chiamare Mask raduna un gruppo tagliagole, decisi a uccidere Zagor, che da tempo odiano, e minacciano gli Warton, madre e figlia...
Mask e i suoi uomini riescono a rapire Elettra e Zagor deve affrontare tutti gli spietati mascalzoni che seguono gli ordini di quel misterioso individuo incappucciato. Ma chi è Mask? È forse John Warton, il padre di Elettra, ancora vivo e consumato dall’odio per il Re di Darkwood?
In realtà la spiegazione del mistero è ancora più sorprendente. Mask è la stessa Elettra, affetta da una forma di schizofrenia che la fa identificare con il padre e che lo vuole vendicare uccidendo colui che, inconsciamente, ritiene responsabile della sua morte: Zagor.
Ma la sventurata ragazza muore per mano di uno dei suoi stessi complici.

        Dopo quasi quattro anni di storie scritte unicamente da Boselli e Burattini (con un solo intervento di Colombo), esordisce sulla serie regolare un nuovo sceneggiatore: il toscano Giorgio Casanova, il quale scriverà, però, due sole storie di Zagor.
Questa, nel suo complesso, è una storia “di passaggio”, quasi un dramma psicanalitico, con un soggetto potenzialmente buono ma appiattito da una sceneggiatura a mio parere abbastanza lacunosa.
Ad esempio: chi dei lettori zagoriani aveva mai sentito parlare di Gunny Malone, Orso Selvaggio, Trapper Rover, Ox e Chandler? Volendo creare una squadra di nemici “minori”, con in comune l’odio per Zagor, si sarebbe potuto benissimo ricorrere a personaggi già apparsi nella serie. Inoltre, questi avversari appaiono senza mordente, ingenui e tratteggiati in modo superficiale.
E la famiglia Warton, da dove arriva? Mai un riferimento era stato fatto in passato, mentre ora si scopre che sarebbe stata protagonista di una delle avventure più tragiche e toccanti dell’intera vita di Zagor, il quale ne conserva una cicatrice e un ricordo indelebile.
           È, invece, a mio parere un elemento originale quello di aver contrapposto a Zagor un avversario femminile che lo combatte, pur essendone innamorata...

mercoledì 5 novembre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Ai confini dell'universo (ZCSC143)




      Il centoquarantatreesimo numero in edicola oggi contiene la maggior parte dell'avventura di Zagor contro Hellingen e Wendigo.


HELLINGEN È VIVO!

Zagor e Cico sono finalmente tornati a Darkwood, dove scoprono che alcuni amici trappers sono stati trasformati in centauri e vengono attaccati da alcuni indiani trasformati in uomini volanti!
Con l’aiuto dell’indiano “contrario” Heyoka riescono ad avere la meglio. Questi racconta loro che il demone Wendigo ha rapito sua moglie Liya ed è riuscito a spegnere la Sacra Fiamma. I tre, allora, si mettono sulle tracce dei centauri: li ritrovano nascosto in un vulcano spento, soggiogati alla volontà del Re delle Aquile, riportato in vita dai poteri di Wendigo. Liberati Doc Lester e Rochas, nello scontro che ne segue il Re delle Aquile rimane ucciso. La prima minaccia di Wendigo è stata fermata, ma accanto a lui sembra profilarsi la figura del professor Hellingen!
Nel frattempo, a Philadelphia, lo scrittore Edgar Allan Poe, nelle vesti dell’agente Raven, viene convocato al quartier generale di “Altrove”, un’organizzazione governativa fondata da Thomas Jefferson, che si occupa di avvenimenti strani e misteriosi. Poe viene incaricato di recarsi a Darkwood, per aiutare Zagor contro Hellingen, anch’egli riportato in vita dal demone Wendigo.
Su un versante del Monte Naatani è, infatti, sorto all’improvviso un nero castello. È lì che si è insediato il professor Hellingen, il più grande nemico dello Spirito con la Scure. Zagor, Cico, Poe, Doc, Rochas, Heyoka l’indiano “contrario” riescono a penetrare nel castello e a liberare Liya.
Hellingen riesce a fuggire con una cabina di teletrasporto. Inseguito da Zagor, si ritrovano entrambi a bordo di un’astronave akkroniana in orbita intorno alla terra: i suoi cannoni atomici sono puntati contro New York!
Con l’aiuto dei poteri mentali di Poe, Zagor riesce a scongiurare il disastro. Puntuale, arriva la vendetta di Wendigo nei confronti di Hellingen, che viene condannato a vagare in un inferno popolato di demoni. L’astronave esplode, ma Zagor riesce a tornare sano e salvo sulla Terra grazie all’aiuto di Kiki Manito.



Così come era già successo al ritorno dalla prima “odissea americana”, Zagor trova ad attenderlo a Darkwood la minaccia del professor Hellingen, la sua nemesi. Lo scienziato risorge grazie ai poteri del demone Wendigo e ritorna in un’avventura lunga quattro albi.
Diciamo subito che non era impresa facile scrivere ancora una storia originale e credibile con protagonista il nemico per eccellenza dello Spirito con la Scure, soprattutto in considerazione della gestione del personaggio fatta da Sclavi e del destino al quale aveva consegnato Hellingen.
Nonostante tutto, Boselli (coadiuvato dagli ottimi disegni di Gallieno Ferri) è riuscito in modo ingegnoso a “risuscitare” il mad doctor zagoriano e a renderlo protagonista di una storia ricca di spunti ed idee sorprendenti.
Ad esempio la presenza eccessiva di nuovi e redivivi avversari, mostri e creature. Oppure, il connubio tra scienza e magia che permea tutta la storia, che a più di un lettore sarà probabilmente apparso forzato.
Molto riuscito, a mio parere, è l’inserimento del personaggio di Edgar Alla Poe, agente di “Altrove”, che, con i suoi sogni e i suoi poteri mentali, fa da contraltare “misterioso” a Zagor. Poe diviene così il vero deus ex machina della vicenda; vicenda che sfrutta abilmente molti spunti e suggestioni tratte dalle opere del “vero” romanziere e poeta americano.
Per concludere, una “curiosità”.
A coloro che criticavano il finale della storia con il “corvo” protagonista, Mauro Boselli in persona così interveniva nel giugno del 2004 sul Forum SCLS:
Ho letto questo interessantissimo thread. Devo solo intervenire su un punto. Forse la storia è troppo complicata e i più non se la ricordano bene. Ma il corvo non è un animaletto qualsiasi. Il Corvo è Poe in persona - o un suo alter ego!
In quanto alla complicazione, è stata in un certo senso voluta: ero costretto a competere con la complicazione assoluta della storia di Sclavi (dove però alla fine non è successo NULLA, almeno nella nostra dimensione...). Forse un'altra strada sarebbe stata invece quella di tornare alla semplicità classica, ma non era affatto facile dopo “Incubi” e forse, in fondo, la semplicità classica è anche meno nelle mie corde”.