giovedì 28 febbraio 2013

Zagor Collezione Storica a Colori: La maledizione di Jagannath (ZCSC55)




Il cinquantacinquesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro l’uomo tigre (Dharma la strega), nonché la prima parte della storia “Il cavaliere misterioso.


IL CAVALIERE MISTERIOSO

         Don Chisciotte Escobar è uno strambo individuo, discendente da Don Chisciotte, il personaggio reso celebre dal romanzo di Cervantes: deciso a riabilitare il nome del suo avo, è venuto nel Nuovo Mondo per compiere memorabili imprese. Nella cittadina di Batesville, incontra Cico, che, secondo lui, è la reincarnazione di Sancio Panza, lo scudiero di Don Chisciotte. Il messicano accetta di seguirlo, ma i due si mettono subito nei guai.
     Aiutano la spietata e affascinante fuorilegge Blondie a fuggire (e Zagor deve riacciuffarla) e si mettono nei guai con gli indiani Crow (e Zagor deve salvare sia Don Chisciotte che Cico dal palo della tortura). Finalmente interviene il cugino di Escobar (che ricopre la carica di ambasciatore spagnolo negli Stati Uniti) che lo fa richiudere e lo rispedisce in patria.

Questa è la storia da cui prende il via, convenzionalmente, la silver age zagoriana.
Ufficialmente scritta a quattro mani da Guido Nolitta e Decio Canzio, è più probabile che il primo (impegnato in quel periodo con le sceneggiature per Mister No e Tex) abbia solo “creato” il personaggio allucinato di Don Chisciotte Escobar ed abbia lasciato poi la gestione della storia al solo Canzio.
L’avventura scorre attraverso un susseguirsi di situazioni e gag più o meno riuscite, che danno però l’impressione di una scarsa omogeneità, apparendo come una serie di avvenimenti poco coerenti tra loro.
Tuttavia, sicuramente pregevole è quella parte della storia che presenta il personaggio di Blondie e le sue schermaglie seduttive con lo Spirito con la Scure, il quale, però, non si lascia incantare dalle sue avances e preferisce consegnarla alla giustizia.
In questo episodio i disegni di Donatelli sono stati passati a china da Gamba ma il risultato d’insieme è alquanto apprezzabile.
Da ultimo devo osservare che, a mio parere, la copertina del n. 191 della serie gigante (Pericolo biondo) porta i segni di un ritocco mal riuscito fatto sul volto di Zagor...

mercoledì 20 febbraio 2013

Zagor Collezione Storica a Colori: L'uomo e la bestia (ZCSC54)




Il cinquantaquattresimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell’avventura di Zagor con Cinzia Bradmayer (Il palo della tortura), nonché la prima parte della storia “Tigre!”.


TIGRE!


         Gli indiani Cheraw sono tormentati da misteriose belve che si cibano di carne umana. Zagor partecipa a una battuta di caccia al misterioso animale e scopre che si tratta di due tigri, scappate dalla gabbia di Harry Kellog, un ricco proprietario terriero della zona, che si è trasferito in America dopo aver vissuto molti anni in India. Ma le uccisioni di indiani continuano, anche dopo la morte delle due tigri…
          È proprio alla magione di Sir Kellog che Zagor scopre che la belva sanguinaria che ha provocato tante morti non è una tigre. È il giovane Wilfred Kellog, il fratello minore di Harry, trasformato in un mostruoso uomo dalla testa di felino dalla magia della strega Dharma, quale punizione per aver osato uccidere, anni addietro, una delle tigri bianche del rajah indiano Kubal Singh.
        Kellog vuole operarlo, trapiantando su di lui gli organi di un giovane indiano, nella speranza di farlo tornare umano. L’operazione chirurgica non ha luogo perché Wilfred si libera e fugge nella notte, braccato da Zagor e Cico. Alla fine sarà proprio il fratello dello sfortunato giovane a porre termine alla sue sofferenze uccidendolo e suicidandosi.



          Storia terrificante, malinconica e crepuscolare che, possiamo dire, chiude degnamente quel periodo che la maggior parte degli appassionati identifica come la golden age nolittiana.
         Zagor sembra essere un semplice spettatore di fronte alle forze avverse della natura e della magia, ed anche quella possibilità di riscatto “protagonista” di altre storie e tanto cara a Nolitta, in questa avventura non trova possibilità d’essere.
Il fato, inarrestabile ed invincibile, è l’assoluto padrone!

giovedì 14 febbraio 2013

Zagor Collezione Storica a Colori: La prigioniera dei Sauk (ZCSC53)


Il cinquantatreesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro Kandrax (La sesta luna), nonché la prima parte della storia “Sandy River”.


SANDY RIVER

Cico si mette nuovamente in società con Trampy: i due organizzano un’agenzia per cuori solitari (con Cico vestito da Cupido!), che, come al solito, finisce in maniera fallimentare. Ma c’è poco da scherzare: il maggiore Raskin, per liberare Cinzia Bradmayer, una ragazza bianca rapita dagli indiani Sauk, intende scatenare i soldati contro i pellerossa.
Zagor e Cico si recano a Fort Safety, sperando di dissuadere il maggiore Raskin dalla sua campagna anti-indiana. Al forte incontrano il sergente Hackman, un vecchio amico di Zagor, stanco di obbedire agli ordini di Raskin. Zagor decide di fare da guida alla spedizione punitiva contro i Sauk, per cercare di evitare il peggio. Ma gli indiani sono più numerosi del previsto, e Hackman viene rapito.
Zagor penetra nel campo dei Sauk, per liberare l’amico. Catturato e messo al palo della tortura, scopre che Cinzia Bradmayer non è affatto prigioniera degli indiani: anzi, è la moglie di Wanattah, gran capo di tutte le tribù Sauk, e ha avuto un figlio da lui. È una di loro, ormai.
Cinzia libera Zagor dal palo della tortura poco prima che l’esercito penetri nel campo indiano e massacri tutti i presenti, donne e bambini compresi...
Alla cerimonia di promozione di Raskin per essere riuscito a liberare la donna, Cinzia gli si avvicina e lo uccide a sangue freddo: suo marito Wanatta è stato finalmente vendicato!



Una buona avventura western per la quale Nolitta penso si sia ispirato sia al reale episodio del massacro di Sand Creek del 1864 ai danni degli Cheyennes, sia al cinematografico Soldato Blu (ma forse anche a qualcosa di Sentieri selvaggi).
Lamaro finale (ma aperto alla speranza) richiama sia quello di All’ultimo sangue che quello di Addio, fratello rosso.

venerdì 8 febbraio 2013

IL LINGUAGGIO DEL FUMETTO: Moreno Burattini alla scuola primaria “Don Gnocchi” di Besana



Giovedì 7 febbraio 2013, presso la Scuola Primaria “Don Carlo Gnocchi” di Besana in Brianza, Moreno Burattini ha tenuto due incontri di circa un’ora e mezza ciascuno con gli alunni delle classi di terza, quarta e quinta elementare, trattando l’argomento “Il linguaggio del fumetto”.

        Con l’ausilio di immagini, fotografie e slides proiettate su uno schermo, Moreno ha raccontato ai ragazzi, con esempi semplici ma molto efficaci ed interessanti, come il mezzo di comunicazione del fumetto non sia secondo ad altri e, anzi, in taluni casi, superi per versatilità altri tipi di linguaggi spesso ritenuti suoi “fratelli maggiori” (uno per tutti, il cinema).

L'idea di organizzare questo evento mi frullava in testa da un po’ di tempo e con l’inizio del nuovo anno scolastico, nel settembre scorso, mi sono dato da fare per riuscire a concretizzarlo.

Sapendo che Moreno Burattini aveva già fatto qualcosa di simile in altre scuole italiane chiedevo, innanzitutto, la sua disponibilità a tenere un incontro presso la Scuola Primaria “Don Carlo Gnocchi” della mia cittadina, Besana in Brianza, per parlare agli studenti del linguaggio del fumetto.

Sondavo, poi, l'interesse nei confronti di un incontro di questo genere da parte delle maestre della scuola di mia figlia Beatrice; avutone riscontro positivo, tornavo da Moreno per farmi spiegare di preciso di quali supporti che avesse bisogno per realizzare il tutto, e predisponevo questa presentazione dell'iniziativa:

 
         Le insegnanti di terza, quarta e quinta elementare aderivano entusiaste e, tramite la loro coordinatrice, presentavano al Dirigente Scolastico la richiesta che vedete qui sotto, ottenendone l’autorizzazione:

 
           Considerato che il numero di alunni che componevano le otto classi coinvolte era di circa 260, le insegnanti consigliavano di tenere nella stessa mattinata due incontri consecutivi e mi chiedevano di sottoporre loro due date fra le quali poter scegliere quella più adatta.

       Ritornato in Via Buonarroti 38 felicemente munito del nulla osta del Dirigente Scolastico, Moreno mi presentava alla Sig.ra Ornella Castellini, Segretaria di Direzione della S.B.E., con la quale concordavamo la spedizione al mio indirizzo di 300 albi a colori di Zagor (i nn. 500 e 551) da consegnare in omaggio agli scolari che avrebbero partecipato all’incontro. Moreno mi indicava le date del 31 gennaio o del 14 febbraio, che io sottoponevo alle insegnati con questa comunicazione:


             Tra le due date le insegnanti sceglievano la seconda.

             Il giorno 16 gennaio arrivavano al mio domicilio i quattro scatoloni contenenti i 300 albi a colori di Zagor, che provvedevo qualche giorno dopo a recapitare alla Scuola affinché venissero custoditi gelosamente...

 
            Infine, le insegnanti mi consegnavano l’autorizzazione all’ingresso nell’istituto per Moreno e il sottoscritto, mentre gli alunni di una delle classi quinte elaboravano un manifestino dell’evento sulla falsariga di quello che era stato utilizzato per un incontro similare un paio d’anni prima.

 
            E così, alle 19.00 di giovedì 6 febbraio recuperavo Moreno Burattini alla fermata della metropolitana milanese di Sesto FS e insieme ci dirigevamo in auto alla volta di Besanwood!

             L’ottima cena preparata da mia moglie Antonella veniva così allietata dalla presenza di Moreno con il quale, da amabile conversatore qual’è, si è parlato di mille cose. Neanche a dirlo, a farla da “padrone” è stata mia figlia Beatrice che ha monopolizzato la serata mostrando a Moreno i suoi disegni (e regalandogliene uno) e i suoi giornalini.





 
         Terminata la cena, mentre Antonella aiutava Beatrice a prepararsi per la nanna, Moreno ha voluto vedere la mia collezione di tavole originali, che pare abbia riscosso il suo apprezzamento visto che, circa un’ora dopo, su Twitter scriveva così: “Ospite di un amico, abbiamo passato il dopocena a guardare la sua collezione di tavole a fumetti originali. Altro che quella di farfalle”. Alla fine, andavamo tutti a riposare, in vista dell’impegnativa giornata dell’indomani.

Giornata che aveva inizio alle 7.30 con un’abbondante colazione e qualche foto di Moreno con Beatrice.



 
Poi, mentre mia moglie Antonella prendeva il treno per recarsi al lavoro, noi altri andavamo a scuola.
Presentazione di Moreno alle insegnanti, preparazione e prova di computer, videoproiettore e microfono, e poi... finalmente avevano luogo i due incontri con gli alunni!

 














        Moreno ha iniziato presentando prima se stesso e il suo lavoro, e poi parlando in generale di alcuni personaggi dei fumetti americani, italiani e giapponesi.










 

 
       Poi è entrato più nel particolare, fornendo delle informazioni di carattere storico sull’evoluzione del fumetto dall’800 ai giorni nostri.


















          Quindi, con il supporto di fotografie, tavole e vignette, ha illustrato la tecnica e il linguaggio dei fumetti.











 
            Infine, ha mostrato alcune copertine degli albi di Zagor facendo capire al pubblico le motivazioni di certe scelte stilistiche e delle inquadrature.









 
           Alla fine, i bambini del primo turno hanno letteralmente “assalito” Moreno per farsi autografare l’albo ricevuto in omaggio...



 
            ... tanto che a quelli del secondo turno è stato chiesto di mettersi più diligentemente in fila per gli autografi, mentre mia figlia Beatrice faceva da “segretaria”...



 
       Che dire, quindi? La mattinata per Moreno è stata molto faticosa (ha parlato praticamente per tre ore), ma i bambini presenti si sono divertiti moltissimo. Abilmente coinvolti dal relatore, hanno di volta in volta ascoltato interessati e affascinati, interagito attivamente alle sollecitazioni di Moreno, e posto domande e chiarimenti sempre pertinenti.

















             Anche le insegnanti erano entusiaste dell’esito dell’iniziativa, tanto che qualcuna ci ha riferito che utilizzerà gli albi di Zagor regalati agli alunni per effettuare un lavoro di classe sul fumetto, che andrà ad elaborare tutte le informazioni ricevute nell’odierno incontro.

Alle 13.00 abbiamo raccolto baracca e burattini (!!!) e, dopo aver riaccompagnato a casa Beatrice, ho riportato Moreno alla metropolitana di Sesto San Giovanni affinché potesse rientrare al lavoro in redazione. Poi, questo instancabile araldo del verbo zagoriano sarebbe ripartito l’indomani alla volta di Trieste per tenere l’incontro “Zagor e l’infinita avventura” nell’ambito della grande retrospettiva “L’Audace Bonelli” realizzata per celebrare i settant’anni della Sergio Bonelli Editore…

Grazie, Moreno. Sei un grande!