Il novantesimo numero, che troverete
in edicola domani, contiene la maggior parte dell’avventura di Zagor in viaggio
con Beau Whyndam.
VIAGGIO NELLA PAURA
Attaccati dai predoni indiani di Faccia Tagliata,
Zagor e Cico ricevono l’aiuto di lord Beau Whyndam, un nobile inglese che ha
scommesso di riuscire ad attraversare gli Stati Uniti, da costa a costa, in
soli cento giorni. I nostri accettano di fargli da guida ed iniziano, così, un
lungo, affascinante e pericoloso viaggio.
Vicino a un tumulo funerario si imbattono in
terrificanti presenze e navigando sul Mississippi subiscono alcuni attentati:
si tratta forse di qualcuno interessato a far perdere la scommessa a Lord Beau?
Riescono comunque ad arrivare in un villaggio Mandan, dove incontrano il simpatico
russo Piotr Bezukoff, e dove Beau si innamora della bella indiana Kee-Noah.
Questa viene rapita dai Pawnee, che la vogliono sacrificare alla Stella del
Mattino. Zagor, Beau e Piotr Bezukoff (zio della ragazza) vanno a liberarla. Ci
riescono e lord Whyndam decide di sposare la giovane pellerossa.
Ma il tempo stringe e i nostri devono
assolutamente raggiungere il Pacifico se Beau vuole vincere la scommessa.
Devono, tuttavia, combattere ancora contro gli indiani schiavisti Kwakiutl ed
evitare la continua minaccia del loro misterioso sabotatore, che alla fine si
rivela essere Faccia Tagliata (che esce di scena precipitando in un burrone a
strapiombo sull’oceano).
Una
vera e propria “Odissea” di 331 tavole in cui si narrano le vicende come
fossero singoli episodi, però legati fra loro da uno scopo (che cambierà poi
nel corso della storia). Una storia costituita da vari elementi: il viaggio (a
piedi, sul fiume in battello e canoa, a cavallo...), l’azione, i riferimenti
storici (dal viaggio di Lewis e Clark agli usi e costumi di tribù indiane), un
pizzico di giallo (il sabotatore si scopre solo nell’ultimo albo) e molto
altro. Insomma: avventura a piene mani! E poi si respira aria di frontiera,
spazi sconfinati, riti tribali...
Anche
i personaggi sono molto ben caratterizzati (Lord Whyndam su tutti, che lascia
gli agi e la noia del nobile inglese per intraprendere una nuova vita a
contatto con la cultura indiana, complice anche l’amore).
L’unico
difetto è la vulnerabilità di Zagor un po’ troppo accentuata, ma recuperata
alla grande dalla sua statura morale, che ha saputo dimostrare in più
occasioni.
E
bravi Toninelli e Donatelli!