mercoledì 24 settembre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Furia Apache (ZCSC137)




          Il centotrentasettesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor e gli Apaches, nonché la prima parte della storia "Comancheros".
SANGUE APACHE
Chihuahua, territorio del Messico settentrionale. Finalmente, Cico può tornare nella sua terra natìa, l’adorato Messico. Ma non c’è pace nella sua patria, dove infuria la lotta fra gli Apaches guidati dallo spietato Manuel, e i messicani, che pagano una taglia per ogni scalpo apache: uomini, donne e persino bambini!
Dopo essersi scontrati sia con i cacciatori di scalpi che con Manuel, Zagor e Cico giungono a Sancta Magdalena, una tranquilla cittadina dove abita Maria, la giunonica sorella di Cico, con il marito e gli undici turbolentissimi figli. Gli abitanti della città convivono con la vicina apacheria di Cuchillo Blanco.
Ma l’alcalde vuole approfittare di questa situazione, facendo massacrare i pacifici nativi per poi arricchirsi con la vendita dei loro scalpi. Zagor non riesce a impedire l’eccidio, al quale assiste anche Manuel, il ribelle apache. Egli, allora, raduna molti guerrieri per vendicare il massacro, scatenandoli non solo contro i colpevoli ma anche contro gli innocenti abitanti di Sancta Magdalena.
Quando tutto sembra perduto, l’alcade, assalito dai sensi di colpa, si consegna spontaneamente agli Apaches come unico vero responsabile dell’eccidio, ottenendo così la salvezza per gli abitanti superstiti.
          
           È una storia molto bella e con una grande carica drammatica, con ottimi dialoghi, spesso molto crudi. 
         È un western classico, che narra della lotta tra messicani e indiani, della corruzione dell’autorità e di personaggi senza scrupoli che guardano solo al proprio tornaconto, senza alcuna considerazione per il bene della comunità.
Il ravvedimento finale dell’alcade, che si sacrifica per riparare al male fatto, è il classico percorso di redenzione già cavallo di battaglia di molte avventure nolittiane. Abbiamo anche una riflessione sulla violenza che genera violenza, della spirale dell’odio che alimenta l’inimicizia: Manuel ha subito violenza e a sua volta la restituisce, i bianchi sterminano i pacifici apaches di Cuchillo Blanco e a loro volta subiscono la vendetta di Manuel e i suoi uomini... e così via, in una faida di cui non si riesce a vedere la fine.
Per una volta, Zagor non risolve tutto in un duello a tu per tu con Manuel, come ci si sarebbe potuti aspettare: questa soluzione narrativa conferisce un tocco di realismo che rende la storia veramente molto affascinante.

mercoledì 17 settembre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Sulla frontiera (ZCSC136)




Il centotrentaseiesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell'avventura di Zagor e il segreto degli Anasazi, la storia completa "Ombre notturne", nonché la prima parte della storia "Segnali di fumo".

  LA STREGA DELLA SIERRA
Paurose, soprannaturali presenze si aggirano nella notte e minacciano Zagor, Cico e i loro nuovi amici, il capo dei Navajos, Nakai, e la sua sposa Shumavi. Sono gli Yenalos, i demoni cambiapelle, umani che si trasformano in orride belve. E obbediscono agli ordini di Mawanah, la malvagia strega della Sierra, intenzionata a recuperare le Tavole Sacre.
Zagor viene accusato dal sakem dei Navajos. Askeh, di aver ucciso lo sciamano Chini, ma grazie alle doti medianiche di Shumavi viene rintracciato il covo di Mawanah, colei che regge le fila dell’intrigo, nonché madre di Askeh. Zagor elimina il malvagio sakem navajo e gli Yenalos, poi sfugge ai poteri ipnotici di Mawanah e la uccide.

Con un soggetto di Boselli e la sceneggiatura di Burattini continua la storia d'amore di Nakai con la bella Shumavi, che acquistano uno spessore non indifferente come personaggi.
L’atmosfera della storia ricorda un po’ alcune avventure di Tex (Sinistri presagi, Diablero), con le creature notturne che indugiano prima di fare la loro comparsa, occhi luminosi nel buio, ombre che si muovono minacciose e incombono sinistramente sull’accampamento.
Decisamente horror la trasformazione di Askeh e dei suoi fedeli nei demoniaci Yenalos, impressionante la trasformazione in serpente di Mawanah, molto d’atmosfera la scena del calderone vulcanico.
Torna ad illustrare questa storia il disegnatore genovese Marco Torricelli, che aveva in passato lasciato la serie per approdare ad altre realtà editoriali, che si stacca finalmente dal modello di Ferri maturando uno stile più personale.

mercoledì 10 settembre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: La Mesa del Diablo (ZCSC135)



Il centotrentacinquesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor in California, nonché la prima parte della storia "Conquistadores!".
LE SETTE CITTÀ DI CIBOLA
            Partiti dalla California, Zagor e Cico vagano sotto il sole accecante del deserto dell’Arizona. Sono soccorsi dagli indiani Hopi e fanno conoscenza con lo sciamano Masewi e con sua figlia, la bella Shumavi. Masewi parla loro di Pahana, il fratello bianco degli Hopi, colui che ha insegnato agli Anasazi (gli antenati degli Hopi) la strada della pace. E racconta delle leggendarie Sette Città di Cibola, che fanno gola ad alcuni spietati uomini bianchi…
Il villaggio Hopi viene attaccato dai predoni Navajos capeggiati dal fiero Nakai, ma l’intervento di Zagor riesce a scongiurare la minaccia. Pochi giorni dopo i Navajos di Nakai, alleatisi con il governatore dell’Arizona don Emiliano Sombra e con don Diego de Coronado, rapiscono Shumavi e Masewi per costringere quest’ultimo a portarli alle leggendarie Città di Cibola: lì i Navajos vogliono recuperare le loro Tavole Sacre, mentre i due bianchi vogliono scoprire l’ubicazione delle Sette Città per saccheggiarne le favolose ricchezze.
Zagor, Cico e un manipolo di guerrieri Hopi si gettano sulle tracce dei rapitori, ma il viaggio verso le Sette Città è arduo e faticoso e terribili guardiani le proteggono!
Alla fine giungono tutti alla città dai tetti d’oro, l’ultima e la più importante delle Sette Città di Cibola, dove avviene la resa dei conti: la cupidigia di don Emiliano e don Diego viene punita dalla sofisticata tecnologia degli Anasazi, mentre Nakai, che si è innamorato della bella Shumavi, comprende i suoi errori e passa dalla parte di Zagor. Nakai viene perdonato dal consiglio degli anziani Hopi, riceve le Tavole Sacre e sposa Shumavi.


La storia è bella e appassionante, con elementi “alla Indiana Jones” (trabocchetti, meccanismi nascosti, etc.) che la rendono ancora più epica. I tranelli da superare nelle varie città sono originali, subdoli, spettacolari e suggestivi. Bellissimo anche l’inseguimento attraverso le sette città abbandonate.
L’avventura, poi, unisce l’accuratezza antropologica (la tribù degli Hopi) con un sottofondo di fanta-archeologia misteriosa. Il tutto con un Zagor carismatico e un Cico diverte ma non pasticcione, attorniati da un nugolo di personaggi ottimamente caratterizzati (lo stregone Masewi, la bella Shumavi, il predone navajo -poi redento- Nakai carico di onore e di coraggio, l’uomo di scienza don Diego, ossessionato dalla conoscenza e dal potere supremi, il corrotto governatore don Emiliano). I dialoghi di Boselli, inoltre, sono fantasiosi ed evocativi.
La citazione finale del futuro capo bianco dei Navajos è la classica ciliegina sulla torta di una storia fantastica!
I disegni sono di Alessandro Chiarolla, esordiente sulla serie ma professionista del fumetto sin dal 1960, il cui stile classico e sapientemente dinamico trova nelle atmosfere di Zagor la sua dimensione migliore. Qui realizza delle tavole stupende, con un serie di inquadrature mozzafiato.

mercoledì 3 settembre 2014

Zagor e Cico, gli immortali

by Roberto Piere
Si scherza, naturalmente..... :-D

Zagor Collezione Storica a Colori: California (ZCSC134)



Il centotrentaquattresimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor e i pirati del drago, nonché la prima parte della storia "Bandidos!".

I PIRATI DEL DRAGO
           La North Star, la nave del capitano Honest Joe sulla quale si sono imbarcati Zagor e Cico, viene attaccata dai pirati cinesi guidati dal terribile Drago Giallo. I nostri sono catturati e portati nell’inaccessibile covo segreto dei pirati, sulle coste del Canada meridionale. Zagor, però, riesce a liberarsi e, per la salvezza dei suoi amici, fa un patto con il Drago: dovrà rintracciare ed uccidere l’ex timoniere del Drago Giallo, Lao Chou, che ha abbandonato il suo capo ed è divenuto pericoloso perché conosce l’ubicazione del covo dei pirati.
Zagor si reca, allora, a Leper Island, un isolotto su cui vengono confinati i malati di lebbra. Un mondo a parte, dominato da bande di spietati predoni. È qui che si trova Lao Chou, colpito dalla terribile malattia. Ma invece di ucciderlo, Zagor si allea con lui per guidare nel covo del Drago Giallo i cacciatori di pellicce della compagnia di Vancouver.
In tal modo la banda viene annientata e il Drago Giallo giustiziato.


Questa storia è molto divertente, con un’azione è serrata ed ambientazioni ricche di fascino.
La presenza dei pirati cinesi aggiunge un tocco esotico, ed anche i lebbrosi, organizzati all’interno della loro comunità in fazioni, sono personaggi a loro modo ricchi di “fascino”. Il Drago Giallo è un grandissimo avversario, un vero cattivo tout court: malvagio, traditore senza scrupoli, incapace di mantenere la parola data.
Molto bella è anche la battaglia fra le giunche e la nave di Honest Joe, che con la decapitazione del capitano della nave appena soccorsa tocca il punto più drammatico della storia. Una storia cruda e crudele, con episodi di ferocia pura (i massacri delle giunche, i marinai fatti affondare con le navi, il supplizio della lava, il destino dei lebbrosi), ma mai fine a sé stessa.
Moreno Burattini, in un suo post del gennaio 2004 sul Forum SCLS, sollecitato da un utente sul perché non amasse tanto questa sua storia, così rispondeva:
Non è che non la amo! Anzi, mi piace. È che quando la scrivevo non ero così certo che sarebbe riuscita bene. C’erano un sacco di incognite. Innanzitutto i lebbrosi: sono malati, come farne personaggi di una storia senza offendere chi soffre? Come raffigurarli senza creare o/e senza giocare sull’orrore della malattia? Poi, lo spazio: per sviluppare il mio soggetto avrei avuto bisogno di più pagine, che non potevo avere. Insomma, ero pieno di dubbi. Mi chiedevo anche se, nonostante un certo fondamento storico sulla presenza dei cinesi sulla costa occidentale e anche sull’esistenza di isole-lebbrosari nel Pacifico (ne parla anche Jack London in alcuni bellissimi racconti), se non sarebbero sembrati forzati, in ambito zagoriano, questi elementi. Tutte queste perplessità non erano solo mie ma anche di Queirolo (che per primo iniziò a leggere la sceneggiatura), di Boselli e di Bonelli. Insomma, arrivammo con l’albo in edicola e io ero convinto che i lettori non me lo avrebbero mai perdonato. Fortunatamente non è andata così”.
Effettivamente, nell’Index zagoriano 301-400 a cura di Giampiero Belardinelli e Angelo Palumbo, si legge che la storia, originariamente, era programmata per superare le 300 tavole; poi, in corso d’opera, Queirolo (che di lì a poco avrebbe lasciato il testimone di curatore della testata a Boselli) aveva chiesto a Burattini di ridurre la sceneggiatura. Ecco il motivo del perché nella prima parte l’avventura ha un ritmo lento, con circa quaranta tavole dedicate all’arrembaggio, mentre in seguito il ritmo diventa frenetico e molti passaggi hanno una soluzione rapidissima.
L’avventura rimane comunque piacevolissima.
* * *
 
BANDIDOS!
La California (all’epoca ancora provincia messicana) è sconvolta dalle incursioni di feroci banditi. Zagor e Cico incontrano i Rurales del sergente Ramirez e insieme a loro raggiungono una missione di frati. Al posto dei religiosi, però, ci sono i bandidos, che massacrano i Rurales. E il capo dei criminali è una vecchia conoscenza di Zagor: Nat Murdo!
I bandidos di Nat Murdo penetrano nel ranch di don Lope de la Sierra, l’hidalgo spagnolo che ha dato ospitalità a Zagor e Cico. Rapiscono il messicano e Inés, la figlia di don Lope, con l’intenzione di usarli come esca per catturare Zagor. Lo Spirito con la Scure lo sa, ma non esita ad andare a Los Angeles, dove ci sarà la sfida finale fra lui e Murdo!


L’odissea continua e si sposta ancora più a sud.
Altra bella avventura di Boselli, con Zagor e Cico che si accomiatano da Honest Joe e sbarcano sulle coste della California. Il loro ritorno sulla terraferma non è dei più tranquilli, dato che vengono subito coinvolti nel furto di un carico di armi e denaro destinati alla guarnigione di Los Angeles. E, guarda caso, dietro a tutto questo ci sono i bandidos capeggiata da Nat Murdo!
        La figura di questo personaggio si arricchisce ancora: siamo già a conoscenza del terrificante cinismo che lo contraddistingue, ma in questa storia ci appare vieppiù come un nemico fuori dal comune, non un cattivo stereotipato dal quale puoi aspettarti solo nefandezze… Lo scozzese, infatti, appare a tratti quasi “umano”, ed è forse per questo che le sue inqualificabili gesta risultano ancora più odiose. Nell’incendio finale sembra lasciarci definitivamente la pelle, ma...
Una menzione particolare meritano i due ragazzini che giocano ad imitare Zagor, uno dei quali alla fine saluta i nostri eroi urlando come il Re di Darkwood!
I disegni sono opera del salernitano Raffaele Della Monica, qui al suo debutto sulla serie, che riesce ad interpretare bene i personaggi senza tradire l’imprescindibile modello di Ferri.
Un ultimo appunto: da questo numero, in seconda di copertina compare per la prima volta il tamburino con i credits degli autori.