lunedì 8 febbraio 2016

Bersaglio: Bat Batterton! (Maxi Zagor 26)




La Rainbow Valley è insanguinata da una faida, nata dall’odio antico tra due famiglie: i Mc Callack, contadini, e i Mac Horn, allevatori. Una rivalità che si fa ancora più aspra quando un cowboy viene trovato morto nella terra dei coltivatori.
Un giornalista inviato a scrivere un articolo sulla faccenda scompare misteriosamente, e Bat Batterton viene ingaggiato dal padre per investigare. Giunto sul posto, qualcuno cerca più volte di ucciderlo, e Bat chiede aiuto a Zagor e Cico.
Lo Spirito con la Scure si trova di fronte un groviglio di violenza e di ombre; da una parte e dall’altra, qualcuno fomenta la rivalità tra i due gruppi.
La tensione sale alle stelle, e mentre la guerra sui pascoli è sempre sul punto di scoppiare Zagor ha un altro enigma da risolvere: che fine ha fatto la tribù indiana che viveva nella valle prima dell’arrivo dei patriarchi Jonathan Mac Horn e Crason Mc Callack con le loro famiglie?

Che dire a commento di questo Maxi Zagor n. 26?
Per carattere cerco sempre di trovare il lato positivo in tutte le cose, ma purtroppo devo dire che, in questo caso, proprio non ci siamo!
A partire dal titolo, “Bersaglio: Bat Batterton!”, decisamente fuorviante. Nell’economia della storia, infatti, la circostanza che il nostro investigatore privato sia oggetto di sospetti o attentati a suo danno è davvero minimale. Da un certo punto di vista, sarebbe stato più coerente mantenere il titolo cosiddetto “di lavorazione”: La città senza legge...
A dir la verità, la storia di Luigi Mignacco non è nemmeno malvagia, è plausibilmente realistica e ricca di elementi interessanti (le due famiglie in lotta, la storia d’amore segreta in stile Romeo & Giulietta, la strage degli indiani a causa del vaiolo), anche se - a mio parere - un po’ noiosetta con quel continuo cavalcare da un capo all’altro delle due proprietà da parte dei nostri eroi (secondo me Nolitta non avrebbe fatto usare così tanto il cavallo a Zagor e Cico...) e con quei continui interventi vanamente pacificatori tra contadini e allevatori.
Però, però... diversi sono gli elementi che “stonano”: basta guardare la copertina per capire che fine avessero fatto i pellerossa (grosso spoiler che la casa editrice poteva evitare); chi sia il “cattivo” della storia diventa a un certo punto prevedibile, cioè l’unico personaggio al di fuori della faida con cui Zagor e Cico hanno a che fare (l’albergatore Plum); il fatto, poi, che Zagor nulla faccia nei confronti dei due patriarchi che hanno sterminato con una pestilenza un’intera tribù indiana mi ha lasciato interdetto.
Ma la cosa più grave, a mio parere, è lo stravolgimento di un comprimario storico come Bat Batterton. Una delle sue peculiari caratteristiche è sempre stata quella dei particolari “anomali” che lo stesso adottava nei suoi travestimenti e che finivano sempre per farlo scoprire: qui invece il nostro simpatico detective sembra essere diventato un vero mago del camuffamento, riuscendo ad ingannare tutti (a parte Zagor e Cico, che però, diversamente dal solito, non evidenziano alcun errore nei suoi travestimenti).
Qualcuno potrebbe osservare che sia giusto che i personaggi “evolvano”dopo oltre 40 anni di vita editoriale (infatti a un certo punto Bat Batterton dice che ha finalmente imparato il trucco per cambiare aspetto nel modo più efficace) ma così mi sembra decisamente eccessivo.
Altra nota dolente sono i disegni dei fratelli Cassaro: il viso e la corporatura di Zagor variano sempre nel corso della storia, diverse vignette presentano scene praticamente spoglie ed altre realizzate quasi frettolosamente, i volti dei personaggi in primo piano a volte sono dettagliati a volte appena abbozzati.
Da ultimo c’è da osservare che la storia è rimasta nel cassetto diverso tempo (mi risulta fosse in lavorazione almeno dal 2011/2012) e non so se questo può essere in qualche modo significativo...