mercoledì 26 marzo 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: La creatura da un altro mondo (ZCSC111)




Il centoundicesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura con i Cheyennes, nonché la prima parte della storia “La collina sacra”.


LA COLLINA SACRA


Lo stregone Tei-Kan della tribù dei Corvi manda a chiamare Zagor: una truppa di militari, comandati dal capitano Roger Flint, che odia gli indiani, hanno costruito un forte su una collina dove si trova una Ruota della Medicina: un magico cerchio di pietre al cui interno è imprigionata una mostruosa creatura.
Il cerchio di pietre viene spezzato e l’orrore torna a manifestarsi, mediante un essere mostruoso che assume facce sempre diverse. Da dove proviene? E, soprattutto, chi è, in realtà? Zagor lo scopre durante una misteriosa cerimonia alla quale lo sottopone Tei-Kan, e nella quale rivive i momenti più drammatici del suo passato.
Questa mostruosa creatura è venuta dallo spazio. Gli Antichi l’hanno combattuta e rinchiusa nel cerchio di pietre, ma, grazie ai soldati di Flint, è tornata. E appare, di volta in volta, sotto un diverso aspetto, a seconda di chi la guarda. Zagor, grazie a Tei-Kan (che muore) e al capitano Flint, riesce a distruggere il mostro, che torna nello spazio profondo che l’aveva vomitato.

Storia splendida, ricolma di un orrore che cresce pagina dopo pagina, insinuandosi lentamente fino ad esplodere nell’attacco finale da parte della creatura; del mostro, più che vederlo, se ne avverte la presenza, ed ogni lettore può immaginarselo come vuole, “adattandolo” alle proprie paure più recondite... proprio come accade ai personaggi della storia!
Capone attinge al patrimonio dei miti e delle leggende degli indiani per tracciare un quadro affascinante della loro spiritualità, con un forte richiamo al rispetto delle antiche tradizioni, al rispetto della natura, alla consapevolezza che ognuno di noi porta dentro di sé degli orrori che prima o poi bisogna trovare la forza di affrontare e combattere.
Affascinante la cerimonia con cui Zagor entra a far parte degli Antichi, quando rivede suo padre, i suoi nemici e rivive alcuni dei momenti più tragici ed importanti della sua vita...
Molto significative le figure del capitano Flint e dello stregone Tei-Kan: il primo avversa profondamente gli indiani e le loro credenze, che non esita a calpestare con l’edificazione del sacrilego forte, provocando così la liberazione dell’orrenda creatura imprigionata nella Ruota della Medicina, salvo poi rendersi conto dell’errore e redimersi nel finale; il secondo non esita a sacrificare generosamente la propria vita per aiutare Zagor.
Lo scontro finale con la creatura lascia davvero il lettore col fiato sospeso, ma è solo la bella conclusione di una delle storie meglio riuscite di quel periodo.

mercoledì 19 marzo 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Una trappola per Zagor (ZCSC110)


Il numero 110, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor contro le trame del tenente Offord, nonché la prima parte della storia “La vittima designata”.


GUERRA INDIANA


         Cinque giorni. Questo è il limite massimo di tempo concesso a Zagor per ritrovare Tee-Lah, il giovane figlio di Ugashar, sakem dei Penobscot; altrimenti, scoppierà una guerra indiana. I Penobscot sospettano che i responsabili del rapimento siano i Quapaw, loro nemici storici, ma lo Spirito con la Scure è di diverso avviso.
Intanto, nella foresta avvengono misteriosi attentati, a spese dei trapper e dei Cheraw di Tishar: il rapimento di Tee-Lah è stato soltanto l’inizio di una catena di delitti e di aggressioni. Qualcuno vuole infrangere la pace di Darkwood, distruggendo il regno dello Spirito con la Scure!
Zagor, con l’aiuto del trapper Rochas, scopre che il colpevole è il tenente Offord, degradato anni prima a causa proprio di Zagor, e che ora cerca vendetta. Lo Spirito con la Scure riesce ad uccidere l’avversario e a liberare Tee-Lah, evitando all’ultimo momento la guerra indiana.

            La storia in sé non è male, nel senso che la trama fila via senza incongruenze, è ben raccontata, però si ha come l’impressione che sia piuttosto anonima, senza pecche ma anche senza particolari guizzi narrativi.
La trama dei molteplici problemi che scoppiano contemporaneamente a Darkwood, con Zagor e Cico che si affannano a correre da una parte all’altra per risolverli, sembra quasi un remake di Zagor Story (con Offord e il suo complice nelle vesti di generatori di conflitti tra le tribù di Darkwood).
In realtà, probabilmente, la storia è carente nella caratterizzazione dei comprimari, incapaci di rimanere nell’immaginario dei lettori, e presenta uno Zagor che, come spesso succede nelle storie di Toninelli, prende qualche pugno di troppo o si fa sorprendere come un novellino. Offord, poi, sembra precocemente invecchiato rispetto al suo primo scontro con Zagor (dove tanto vecchio non doveva essere, visto che era un tenente alla sua prima missione).
I disegni di Donatelli, minuziosi e luminosissimi, non hanno bisogno di commenti: Zagor che si aggira per la foresta spostandosi di liana in liana è sempre splendido, così come lo sono alcune tavole graficamente impostate in maniera particolare.
 

* * * 


 

 

LA VITTIMA DESIGNATA


         Zagor e Cico partecipano al grande raduno delle sette tribù Cheyennes, che si tiene ogni vent’anni. Lo Spirito con la Scure subisce, però, un attentato: alcuni guerrieri, che indossano strane maschere lignee, tentano di ucciderlo. Appartengono al Clan delle Facce di Legno, una società segreta che vuole liberarsi di Zagor.
Molti e insospettabili sono i membri di questo clan. Zagor però, riesce a scoprire i piani della setta, rapendo uno di loro e facendogli credere di essere sprofondato negli inferi. Ma le Facce di Legno tendono una trappola a Cico e, usandolo come esca, riescono a catturare lo Spirito con la Scure.
Zagor riesce a liberarsi e con l’aiuto di Wanaka, capo degli Cheyennes, ed insieme sconfiggono le Facce di Legno. Il raduno degli Cheyennes può proseguire tranquillamente.


Supportata dagli ottimi disegni di Pepe, la storia è abbastanza misteriosa e intrigante, pur con un ritmo un po’ lento e la caratterizzazione dei personaggi poco incisiva, salvo forse il capo Wanaka, che sino alla fine abbiamo il sospetto possa essere uno dei membri della setta.
Di lui occorre, però, dire che la sua presenza come amico d’infanzia di Zagor non è molto plausibile. Così come, fin dalla mia prima lettura, mi sembrò improbabile un incontro tra Zagor e gli Cheyennes a Darkwood (questa tribù tornerà qualche tempo dopo con Burattini come sceneggiatore, ma nella sua naturale collocazione: la prateria).

mercoledì 12 marzo 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: L'orrenda mutazione (ZCSC109)



Il numero 109, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura della maledizione di Tonka, nonché la prima parte della storia “Il ragazzo rapito”.




LA MALEDIZIONE DI TONKA

Uno spirito del Male si è impossessato di Tonka. Ferito dalla mostruosa belva di Wallock, spinta a lasciare le terre in cui viveva da un incendio, il capo dei Mohawk si trasforma in un’orripilante creatura assetata di sangue e poi torna umano. Ma gli intervalli tra una trasformazione e l’altra sono sempre più brevi: tra poco, la mutazione sarà irreversibile!
Hogal l’eremita è l’unico che può liberare Tonka dalla maledizione che lo ha colpito. Zagor si mette in marcia con il capo dei Mohawk, ma il viaggio verso il picco nebbioso dove vive Hogal è lungo e faticoso, disseminato di contrattempi e difficoltà. Nonostante tutto, alla fine Tonka beve una pozione preparata da Hogal e ritorna umano. La maledizione è finita!

Questa è sicuramente una delle migliori storie di Toninelli e una delle sue rare incursioni nel genere fantastico, graficamente ben resa da un ottimo Michele Pepe ai disegni.
Si segnalano alcune belle sequenze, tra le quali quella della belva di Wallock che fugge da uno spaventoso incendio e, soprattutto, quella in cui Tonka (trasformato in mostro) uccide un grizzly dopo un’estenuante lotta.
Il tema centrale dellavventura è di quelli in grado di stimolare riflessioni profonde sul senso e sul valore dell’amicizia che lega Zagor ad un fratello rosso; e la vicenda che vede Tonka trasformarsi in una creatura del male ad intervalli angosciosamente sempre più brevi, mantiene alta la tensione e l’interesse del lettore sino alla fine.

giovedì 6 marzo 2014

Zagor Monsters

L'amico Massimo Capalbo (Devilmax sul Forum SCLS) dopo L'Atlante di Mister No ha messo mano a un'altra opera monumentale, un Dizionario dei mostri zagoriani.

Baltorr, Moreno Burattini e Massimo Capalbo in redazione (2007)
 
Ora tutti noi abbiamo la possibilità di leggere questo bellissimo lavoro, grazie alla sua pubblicazione a puntate su DIME WEB.

Clikkando su questo link

Zagor Monsters

potete leggere l'introduzione e la lettera "A"!

Un applauso a Massimo! 


mercoledì 5 marzo 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Sangue e polvere (ZCSC108)



Il numero 108, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura con il ritorno di Hellingen ad opera di Tiziano Sclavi, la storia completa "Il tesoro della città fantasma", nonché la prima parte della storia “La belva di Wallock”.


IL TESORO DELLA CITTÀ FANTASMA


Tre banditi, Jess, Ogden e il Guercio, evadono dal carcere di Sun Valley. Jess vuole attraversare il deserto per raggiungere la ghost town in cui ha nascosto il bottino della rapina che avevano compiuto prima di essere arrestati, ma il Guercio (l’unico che conosce la zona) muore nell’evasione. Per loro fortuna, i criminali trovano Zagor e lo costringono a far loro da guida, e lo Spirito con la Scure si dimostra insolitamente arrendevole.
Braccati dai cacciatori di taglie, Zagor, Cico e i due evasi devono attraversare un infuocato deserto per raggiungere la sperduta ghost town in cui Jess ha nascosto il bottino della rapina. L’unico ad arrivare a destinazione è però quest’ultimo, che lascia Zagor e Cico a morire nel deserto e si impadronisce del malloppo. Naturalmente non è così facile uccidere lo Spirito con la Scure: questi sopravvive e cattura Jess, rivelandogli che si era finto arrendevole per poter arrivare a recuperare la refurtiva.



Storia dal buon ritmo e ben articolata, anche se semplice, che presenta alcuni elementi classici del western: il rovente deserto con le pozze d’acqua asciutte, l’impossibilità di cucinare lo scarso cibo a disposizione, la pazzia e la disperazione che sta per impadronirsi dei personaggi, e la notte come unico, confortevole ristoro; la città fantasma, con il vento che spazza la strada e lo sbattere delle ultime, rachitiche imposte; l’accostamento tra lo spietato Jess e la partita di poker, con la fortuna che ti volta le spalle per più di una mano; il duello finale con l’epilogo della storia quasi da giallo, con Zagor che spiega a Cico i retroscena del loro coinvolgimento nell’avventura, e la frase finale di Cico “Ora capisco i motivi della tua arrendevolezza iniziale con quei furfanti…”.
I disegni di Donatelli accompagnano bene la sceneggiatura di Toninelli: il suo deserto appare torrido e inquietante allo stesso tempo, il caldo sembra avvolgere persino il lettore, e dalle pagine si percepisce la sofferenza dei protagonisti.