A distanza di poco più di due
anni dalla prima intervista apparsa su questo blog (la potete leggere qui)
il mio carissimo amico Fabio Sandonà, anestesista cinquantaseienne di
Schio (VI) ed assiduo lettore del blog “Zagor e altro…”, si è mirabilmente
replicato e – in vista dell’uscita nelle edicole del prossimo Zagor Bis, albo interamente scritto e
disegnato da Giuliano
Piccininno – si è recato ancora una volta presso il suo studio di
Valdagno (VI) e ha raccolto, in assoluta esclusiva per noi, questa nuova
conversazione con il bravissimo disegnatore di origine salernitana.
Non esistono parole sufficienti
per esprimere la mia gratitudine nei confronti di Fabio per la sua passione e per il
lavoro svolto per il blog, per cui, molto prosaicamente, gli rivolgo un
“GRAZIE!” grosso come una casa e vi lascio alla lettura di questa nuova, interessantissima
intervista.
In colore nero trovate la domande di Fabio, mentre in rosso le risposte di Giuliano.
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Lo studio di Giuliano Piccininno è proprio come ogni lettore
immagina dovrebbe essere lo studio di un disegnatore: una libreria di fumetti,
sia albi che volumi, un tavolo da disegno ingombro di attrezzi, faldoni di
tavole disegnate e tavole di disegnatori amici appese ai muri. Giuliano non fa
mistero di lavorare con passione.
Fino a poco tempo fa stavo disegnando due
avventure di Zagor in contemporanea. Una finalmente è finita.
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Zagor Più di novembre tecnica a mezzatinta |
Apre un cassetto ed estrae una cartella con tavole di grande formato.
“Ma è un disegno a mezzatinta!”, esclamo io.
Sì, uscirà a novembre sullo Zagor Più ed è
stata scritta da Stefano Fantelli. Mi sono trovato bene a lavorare con lui perché abbiamo
gusti simili; questa è una storia cupa, notturna per la quale ho voluto fare
una sperimentazione con china diluita che mi ha richiesto di tornare più volte
sulle tavole, in modo da ottenere le sfumature di grigio che volevo. Non mi
sono lasciato andare completamente: avrei voluto fare una cosa ancora più
oscura, ma alla fine ho lasciato la linea di contorno, che un po’ regolarizza
il disegno. Anche nelle scene notturne ho cercato di mantenere la leggibilità
pur utilizzando questa tecnica un po’ particolare. Sarà da vedere il risultato
stampato; se la carta assorbe tanto l'inchiostro c’è il rischio che diventi
tutto scuro.
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Matite e chine di una storia futura
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Prende un’altra tavola, inchiostrata solo parzialmente.
Adesso sto disegnando un’altra storia di Mignacco, ma ancora non posso
svelare molto. Diciamo che inizia con la Marina Militare Inglese che sta dando
la caccia a un certo personaggio e vuole arruolare a forza Zagor perché lui già
lo ha incontrato e potrebbe sapere dove scovarlo. Sarà una storia lunga e io
sono ancora all’inizio: questa è una tavola parzialmente inchiostrata (io prima
faccio una linea chiara e poi ci aggiungo le ombre) e qui c’è il suo layout.
Vedo che usi una matita azzurra...
Siccome con la matita “sporco” parecchio,
generalmente faccio un layout molto dettagliato, poi, per il disegno
definitivo, utilizzo il tavolo luminoso e “ricopio” con la matita azzurra, in
modo da non aver problemi di cancellature e così la tavola rimane molto pulita.
Adesso ci sono tempistiche frenetiche e alla Bonelli vogliono le tavole pronte
per andare in stampa. Hanno ragione, eh! Una volta arrivavano in redazione
originali sporchi che dovevano essere sistemati.
Tra poco esce lo Zagor Bis con una storia di cui sei anche autore dei
testi.
Proprio oggi 3 luglio va in stampa e il 18 sarà
in edicola. Inizialmente era pensata per la serie regolare, come intermezzo tra
due avventure più lunghe, poi un giorno mi chiama Moreno Burattini e mi chiede
se mi andava di adattarla per una nuova serie a striscia. Però, anche se
conserva l'impianto orizzontale delle strisce, ci sono molte vignette
verticali, altre quadruple e la storia vive di queste visioni un po’
spettacolari. Per adattarla ci sarebbe voluto così tanto lavoro che abbiamo
lasciamo perdere.
Non è la prima volta che ti occupi anche dei testi delle storie oltre
che dei disegni, però gli albi Bonelli hanno uno stile narrativo peculiare,
molto didascalico nei testi, mentre i testi dei tuoi lavori precedenti erano
più sintetici; come è stato passare da quel modo di scrivere a quello
bonelliano?
Guarda, l’editing di Moreno ha tagliato, non
aggiunto. Io mi ero preoccupato persino troppo di essere bonelliano nella
sceneggiatura. Pensando allo Zagor che avevo letto da piccolo, ho scritto delle
frasi che secondo me ci stavano, ma che Moreno ha tolto, perché la vicenda si
capiva ugualmente. Quindi in realtà la mia visione da sceneggiatore andava un
po’ aggiornata.
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Layout del Bis |
A parte Zagor in questi mesi abbiamo visto in edicola altri tuoi
lavori. La Cosmo ha ristampato Lo Sconosciuto di Magnus e nei numeri 7 e 8 ci
sono disegni di Magnus e di Giuliano Piccininno.
Non è andata proprio così (ride). Parlando con Andrea Rivi, il Direttore Editoriale di Cosmo,
ho lanciato l’idea di fare delle copertine con lo stile di quelle degli albi
pocket anche per le storie apparse sulle riviste. A lui la cosa piaceva, ma poi
i detentori dei diritti hanno preferito utilizzare alcune delle tante copertine
disegnate da Magnus e le mie sono finite all’interno. Non lo considero un
lavoro ufficiale, ma un omaggio al mio maestro.
Qui ci sono anche altre tue copertine (indico il blister con la recente
ristampa a striscia del Grande Blek per le Edizioni If).
Con Gianni Bono lavoro dagli anni ottanta. Mi
ha chiamato perché era interessato a creare un gruppo per scrivere storie
inedite del Grande Blek, ma non avevo proprio tempo. Però gli ho dato una mano
a convincere Della Monica e Di Vitto a lavorarci e per questo, bontà sua, mi ha chiesto di
disegnare le copertine. Gli ho detto di sì perché il Grande Blek è un
personaggio totem della mia infanzia e mi ci sono tuffato molto, molto
volentieri.
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Studi dei personaggi del Bis |
Copertine per Lo Sconosciuto, copertine per il Grande Blek, cos’altro
hai disegnato?
La copertina dell'edizione serba di Golnor.
Prende dalla libreria un volume cartonato ancora nel cellophane e lo
apre.
Questa edizione ha un formato un po’ più grande
e una carta di qualità che rendono giustizia alle tavole, ma soprattutto c’è un
dettaglio non di poco conto: mancano i riassunti che tagliano le prime tavole
come negli albi italiani. L’editore serbo mi ha contattato per sistemare questa
cosa, così gli ho mandato la scansione delle tavole originali. Poi mi chiesto
anche di completare con una striscia finale l’ultima pagina degli albi per
togliere il lancio del numero successivo e siccome i tempi erano stretti non ho
coinvolto Mignacco: me le sono scritte e me le sono disegnate. Alla fine questa
edizione in volume è molto vicina a come l’avevamo concepita io e Mignacco.
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Suggerimenti per Piccinelli per la copertina del
Bis |
Speriamo di vedere una pubblicazione analoga anche in Italia. La storia
di Golnor ha ricevuto critiche molto lusinghiere per quanto riguarda i tuoi
disegni, la storia di Mignacco ha scontentato
qualcuno.
Luigi Mignacco
ha scritto una storia pensando a lettori zagoriani poco avvezzi al fantasy e
utilizzando stilemi tipici: le ambientazioni, gli elfi, gli orchi. Ma c’è una
parte di lettori onnivori che il fantasy lo conoscono bene, magari leggono
anche Dragonero, e inevitabilmente a loro questa storia sarà parsa un po’
“scontata” tra virgolette. Poi c’è il precedente di Sclavi e Donatelli, in cui i
personaggi erano, se vogliamo, ancora più schematici. Io, che sono un vecchio
lettore di fantasy, ho cercato di fare del mio meglio per divertire il lettore
mettendo il giusto pathos nella vicenda, drammatizzando alcuni passaggi, ma non
è semplice quando ci sono dei precedenti che condizionano. Tendo sempre a
rispettare il lavoro di chi è venuto prima. Non so se qualcuno l’ha notato ma
nell’ultima tavola ho messo una piccola dedica a Frank Donatelli.
Ringraziamo Giuliano per questa
chiacchierata e per averci consentito di sbirciare i suoi prossimi lavori.