In questi
ultimi giorni sono usciti in edicola tre albi che vedono coinvolto, a vario
titolo, il nostro Zagor.
Nello Zagor
Color n. 8 (“La minaccia dei Morb”)
Darkwood sta per essere invasa da quella razza extraterrestre proveniente
direttamente da una miniserie di fantascienza dedicata anni fa al
professore/cacciatore di alieni Brad
Barron. Costui, che sulla sua Terra Alternativa aveva avuto un ruolo
fondamentale della sconfitta di questi terrificanti lucertoloni, grazie a un
varco dimensionale si ritrova catapultato nel regno dello Spirito con la Scure.
I due eroi finiscono inevitabilmente per allearsi ed insieme riescono a
sventare la minaccia aliena.
La storia scritta
da Tito Faraci è piacevole e si
legge tutta d’un fiato, pur peccando di una trama abbastanza semplice e scontata;
quelli che invece “stonano” sono il comportamento freddo e distaccato che Zagor
mantiene per tutta la vicenda e certi atteggiamenti da spaccone che assume in
alcuni momenti, come quando, nella seconda vignetta di pag. 101, avvertito da
Brad che stanno entrando in una zona pericolosa, dice: “Oh, bene. Mi stavo annoiando.”, oppure quando nella terza vignetta
di pag. 107, dopo avere ucciso un Morb con una delle loro pistole a raggi, si
lascia sfuggire un “Mmm… Niente male!”:
a mio parere non si può dire che siano frasi rispettose delle caratteristiche
del personaggio…
Inoltre, non è
molto chiara la motivazione per cui alla fine i Morb decidono di desistere dai
loro piani di conquista: possibile che il semplice fatto che Zagor e Brad
Barron abbiano sconfitto l’avanguardia di una ventina di Morb sia sufficiente
ad impedire il resto dell’invasione da parte del grosso delle truppe aliene?
Consideriamo che i Morb avevano conquistato la Terra di Brad Barron in un’epoca
in cui possedevano carri armati, missili e armi atomiche…
D’altro canto,
i disegni di Walter Venturi sono
eccellenti (così come anche la loro colorazione) e rendono gradevolissima
l’avventura. Sono molte la tavole spettacolari: ne segnalo solo una, che mi è
piaciuta particolarmente, quella a pag. 23, che presenta uno Zagor
assolutamente splendido e dinamico.
Nell’albo di
dicembre (n. 641) dal titolo “Lacrime
nere”, Zagor si trova ad affrontare la minaccia di uno stregone indiano
proveniente dalle terre del sud, Artiglio Nero, che con la sua magia uccide uno
dopo l’altro alcuni militari che lo avevano malmenato e dileggiato.
Questa storia
di Luigi Mignacco e dei fratelli Cassaro è entrata in cantiere nel
periodo 2012/2013, prevista inizialmente come avventura di 94 pagine da
pubblicare in uno degli Almanacchi
che poi sono stati soppressi. Essendoci la necessità di consentire al
disegnatore Bane Kerac il
completamento della storia in uscita nei prossimi mesi, “Lacrime nere” ha trovato collocazione in quest’albo autoconclusivo
(e conclusivo dell’annata 2018).
Anche in
questo caso la storia è scorrevole, ma i personaggi appaiono solo abbozzati. In
particolare non vengono indagate a fondo le motivazioni dell’agire dello
stregone: d’accordo il suo desiderio di vendicarsi, ma la storia inizia in medias res con Artiglio Nero che si
reca a Forte Holborn nell’intento di rintracciare lo scout dell’esercito
appartenente al suo stesso popolo, senza però spiegare i suoi fini, quali siano
le sue “mire” nel territorio di Darkwood.
E poi: da dove
“salta fuori” lo sciamano buono Mohega che aiuta Zagor? Da chi lo Spirito con
la Scure ha saputo che poteva rivolgersi a lui? Mi sembra che qua e là vi siano
dei “buchi” nella sceneggiatura…
La soluzione
del mistero sui poteri dello stregone, poi, è abbastanza “telefonata”. Mi sono
subito insospettito sulla necessità di inserire il siparietto della gara tra
Cico e il barbiere del forte, apparentemente senza conseguenze sull’andamento
della storia, e sul motivo per cui l’indiano Testa di Ferro si accingeva a raccogliere
una ciocca di capelli di Zagor…
Mi domandavo,
infine, perché la storia in lavorazione fosse intitolata “Sangue nero” e poi avesse subito un cambiamento in “Lacrime nere”…
Oltre alla
ragione di non voler incorrere in un’omonimia con il titolo dell’avventura
pubblcata sullo Speciale Zagor n. 24 del marzo 2012, la motivazione mi è divenuta
chiara allorquando nella seconda vignetta di pag. 95 e nell’ultima di pag. 96
lo stregone viene chiamato per due volte non Artiglio Nero ma, appunto, Sangue
Nero!
Il nome originario
del personaggio era dunque proprio quello; peccato che in sede di revisione
redazionale, il nome è stato cambiato in tutta la storia ma non anche nei due
dialoghi che ho citato!
I disegni di Gaspare e Gaetano Cassaro col passare degli anni hanno, purtroppo, perso
parecchio smalto e non aiutano nel dare un giudizio positivo alla storia…
Il terzo albo
in cui in questi giorni – sorprendentemente – compare lo Spirito con la Scure è
il Maxi Martin Mystère n. 10 intitolato “L’abisso
del male”.
Dopo i loro
team-up del 1990 e 1992, Dylan Dog e Martin Mystère si riuniscono ancora, ma
questa volta viene ridestato un orrore direttamente dallʼinferno, dove il nero
cuore di una mente malvagia è deciso a tutto pur di non far ritorno alla sua
prigione.
Questo
“orrore” che si ridesta è nientemeno che il professor Garth Hellingen, la
nemesi per antonomasia di Zagor, che in questa occasione dà del filo da torcere
all’indagatore dell’incubo e al detective dell’impossibile, ma sarà proprio
l’evocazione dello spirito di Zagor che riuscirà a sconfiggere ancora una volta
il mad doctor.
La storia di Carlo Recagno è molto bella e
coinvolgente, e in essa compaiono (alcuni anche solo per una singola vignetta)
moltissimi altri personaggi bonelliani, del passato e del presente. L’acquisto
dell’albo è sicuramente consigliato, anche perché impreziosito dagli stupendi
disegni di Giovanni Freghieri (con
il contributo estemporaneo anche di altri disegnatori), uno dei migliori (a mio
parere) illustratori di Dylan Dog.
La sua
interpretazione di Zagor mi ha convinto a tal punto che faccio una proposta a Moreno Burattini: perché non far
disegnare da Freghieri un albo
speciale di Zagor???
Un ultimo
appunto a chiusura di questa triplice recensione.
È interessante
il fatto che, sia nella storia con Brad Barron sia in quella con Dylan Dog e
Martin Mystère, si fa accenno a terre parallele, realtà alternative e a una
sorta di multiverso fumettistico che lega i vari personaggi bonelliani… questa
possibilità rende sicuramente più facile un’operazione come quella, sinora solo
accennata, di una serie di team-up tra personaggi della DC Comics e quelli della Sergio
Bonelli Editore… in particolare tra i personaggi di Flash (in grado di viaggiare nel tempo e nel multiverso) e Zagor!
Staremo a
vedere…
X me il color è il peggiore in assoluto come storia. Wenturi è sempre bravissimo x lo zenith "Lacrime nere" come immaginavo è ub tappabuchi da dimenticare comunque ci sta
RispondiEliminaFaccio una nuova domanda a Moreno :)
RispondiEliminaLa collana sta vivendo un lungo periodo di ritorni, tra vecchi personaggi secondari e nemici del passato.Secondo me Zagor ha ancora molto potenziale, e mi chiedo se prossimamente e' in progetto una nuova fase della saga, un po come e' avvenuto per la famosa seconda Odissea Americana?.Sarebbe bello leggere nuove storie con personaggi,nemici inediti, non legati necessariamente al passato.Insomma, non solo io, ma a molti lettori piacerebbe una nuova Odissea Americana, come quella iniziata con l'episodio dell' "L'esploratore scomparso ".
La tua domamnda ricalca un po' la n. 10 della precedente serie, ma la poniamo lo stesso a Moreno :-D
EliminaTira una brutta aria per Zagor: https://comixarchiveinternational.blogspot.com/2018/12/zagor-in-crisi-il-grido-di-dolore-di.html
RispondiEliminaIo credo che Moreno Burattini, nel suo post su FB, si riferisse al fumetto in generale e non a Zagor in particolare, che risulterebbe essere l'unica collana della SBE che rimane stabile nelle vendite, proprio grazie allo "zoccolo duro" dei lettori di vecchia data... Vi sono state poi delle nuove iniziative (v. gli albetti a stricia) che hanno avuto un ottimo successo. Certo, lettori nuovi non se ne guadagnano più (o ben pochi)...
EliminaCondivido in pieno la recensione: veramente splendido l'incontro tra Martin Mistere e Dylan Dog con la partecipazione di Zagor, divertente anche se troppo "semplicistico" l'incontro tra Zagor e Brad Barron, scorrevole alla lettura e nulla più l'albo Lacrime Nere che, comunque, ci può stare aspettando l'attesa storia disegnata da Kerak.
RispondiEliminaAh, ora ho letto le tue recensioni "cattive"! :-)
RispondiEliminaConcordo con tutto, anche se tu sei sempre un signore ed esprimi il tuo disappunto nella maniera più edulcorata possibile (ma se anche tu arrivi a fare certe critiche, la dice lunga sulla qualità di queste ultime storie).
Ciao a Tutti, mi inserisco.
RispondiEliminaConcordo con i detrattori: entrambe le storie mi hanno molto deluso: quanto al Color, si è trattato di un esperimento fallito; quanto a lacrime Nere, incommentabile…
Akkroniani contro temibili Morb. Buona idea per la storia futura.
RispondiEliminaNon su Zagor!
EliminaConcordo su Lacrime nere. I disegni, poi, non mi sono piaciuti per niente, ho visto anche errori nelle proporzioni e nella prospettiva.
RispondiEliminaNeanche mi sono accorto che l'indiano stava raccogliendo la ciocca di Zagor.
E neanche ho fatto caso al nome Sangue nero in quelle 2 vignette :D
Sarà che non vedevo l'ora di finire la storia...