venerdì 26 luglio 2024

Satko! (Zagor Classic 63)

Riprendendo il discorso iniziato in questo post del mese di marzo, a posteriori posso finalmente affermare che le mie intuizioni erano giuste.

Con questo albo (il cui numero progressivo non e più riportato sul dorso ma solo in seconda di copertina) la collana Zagor Classic ha cambiato periodicità (da mensile a trimestrale) e presenta un’unica storia completa (in perfetta sequenza cronologica con le precedenti).

Le pagine sono complessivamente 144: 134 dedicate alla storia, 1 al frontespizio, 1 all’introduzione di Moreno Burattini e le ultime 8 propongono una galleria di 16 copertine originali della collana a striscia ad opera di Gallieno Ferri.

 L’avventura contenuta nell’albo è quella originariamente apparsa sui nn. 45/49 della Collana Lampo – IV Serie dall’ottobre al dicembre 1968 e poi riproposta per la prima volta nel cosiddetto “formato bonelliano” nei nn. 96/97 della Collana Zenith Gigante (corrispondenti ai nn. 45 e 46 della Collana Zagor Gigante) dei mesi di marzo e aprile 1969.

Il soggetto e la sceneggiatura sono di Guido Nolitta (Sergio Bonelli) e i disegni di Gallieno Ferri.

La storia narra di Zagor e Cico che, durante il loro viaggio di ritorno a Darkwood dopo le vicende vissute a bordo della Strega Rossa e con i Seminoles di Manetola, vengono coinvolti dapprima nelle vicissitudini occorse a Satko, un indiano Cherokee che ha studiato dai bianchi e si è innamorato di Linda, figlia di Amos Benson, un facoltoso possidente che però si oppone al loro matrimonio, e successivamente nell’impresa di sventare l’attacco ad un convoglio carico d’oro, appartenente allo stesso Benson, ad opera di un gruppo di banditi. Tutto, alla fine, si risolverà per il meglio proprio grazie all’intervento dei Cherokee guidati da Satko, che otterrà il consenso del padre di Linda al loro matrimonio.

Quando da ragazzino lessi questa storia devo confidarvi che non mi piacque più di tanto, a differenza di quelle precedenti e delle successive, ma nella sua rilettura di questi giorni, a cinquant’anni di distanza e con occhi più maturi, devo dire che l’ho apprezzata molto.

Storia apparentemente semplice, ma che in realtà ha già in nuce quell’engagement che Nolitta riuscirà poi ad esprimere pienamente nelle storie della cosiddetta golden age (pressappoco da Indian Circus in poi): vi sono i Cherokee che (realtà storica) hanno imparato a parlare inglese e sono riusciti ad entrare in contatto culturale con i coloni bianchi; gli avviliti abitanti di Hopeless City, che si trascinano in una drammatica esistenza; persone come Benson il cui pregiudizio e ostilità nei confronti dei pellerossa appaiono quasi insormontabili.

Sopra a tutti, poi, spicca la figura dell’anonimo (solo in quanto al nome, non sicuramente come personaggio) e simpatico “Sindaco” di Hopeless City, disilluso dalle vicende della vita, che nella sua esemplare umanità arriva a sacrificarsi per il bene altrui.

Emblematica, poi, la capacità di Nolitta e Ferri di stemperare le situazioni anche più drammatiche con una battuta, una gag, un volto sorridente dei protagonisti. E questo lungo tutto il corso della storia.

A questo proposito, voglio citare alcune battute di Cico.

“Che bisogno c’era di cambiare nome a delle regioni che sono uguali una all’altra? Dappertutto le stesse piante, le stesse montagne…”.

“Una specie di cannibale entra in un cespuglio e poco dopo ne esce trasformato in un manichino ambulante, anzi in un lord!”.

“Tra poco Linda non si ricorderà neppure che Satko esiste e si sposerà qualche ricco pacioccone biondo… e dal canto suo il nostro giovane Cherokee si troverà una squaw, magari più brutta ma meno piantagrane di linda!”.

L’ultima battuta la riservo al Sindaco di Hopeless City, che rivolto a Zagor esclama: “Corpo di mille saette! Non bevi… non fumi… vuoi dirmi allora come diavolo passi il tuo tempo, giovanotto?”.

Insomma, alla fine ho rivalutato questa storia. Chissà, forse anche agevolato da questa nuova formula dello Zagor Classic che mi sento di avallare incondizionatamente…

Appuntamento, ora, il 12 ottobre con la storia completa dedicata a “Il Fante di Picche”!





giovedì 25 luglio 2024

Il giudizio degli dei (Zagor Gigante 708 BIS)

 

Durante il suo “grand tour” nelle terre selvagge, il giovane pittore ungherese Ferenc svanisce nel nulla. Sua zia, la contessa  Dorika Bodoczy, parte da Boston per ritrovarlo. Unico indizio, un ritratto di un feroce bandito (in realtà si tratta di un noto pancione messicano) spedito da uno sperduto trading post.

 Zagor e Cico si uniscono all’avventurosa ricerca contrassegnata da colpi di scena, tra mountain men, mercanti senza scrupoli e misteriose tribù indiane sullo sfondo degli scenari naturalistici della frontiera, suggestivi quanto pericolosi.

Pagina 27

            Dopo alcune anticipazioni avute dalla nostra intervista a Giuliano Piccininno, ecco tra le nostre mani questo Zagor Bis interamente sceneggiato e disegnato da lui.

            Premesso che i numeri Bis della collana non mi hanno mai deluso, devo dire che questo figura sicuramente tra i migliori.

Pagina 36

Sono un po’ ritornato ragazzino, sembrandomi di leggere una storia zagoriana degli anni ‘60/’70 (fino a “Indian Circus”, per intenderci): soggetto classico, ritmo narrativo rilassato, scorrevole e “leggero”, intermezzi comici di Cico (molto bravo Giuliano nella gestione del personaggio, sia dal punto di vista grafico che dei contenuti), ambientazione ottocentesca nordamericana, la ricerca di una persona scomparsa, personaggi inizialmente negativi che si “redimono”, citazioni di storie passate (il Vampiro, Ladro di Ombre), un buon messaggio di fondo (bianchi e pellerossa possono andare d’accordo ed anche innamorarsi)…

Pagina 61

Insomma, Piccininno ha fatto un ottimo lavoro, sia come sceneggiatore che come illustratore. I suoi disegni sono di alto livello, con una cura quasi maniacale per i dettagli (vedi ad es. le pagg. 27, 54, 55 e 79, solo per citarne alcune).

In conclusione, l’avere affidato alla stessa persona sia i testi che i disegni si è rivelato un esperimento perfettamente riuscito, così come il precedente Bis di Raffaele della Monica (guarda caso, entrambi hanno fatto parte della cosiddetta “scuola salernitana” degli anni ottanta).

 

venerdì 12 luglio 2024

La piccola ombra (Zagor 708)

A corredo dell’ultimo albo della lunga storia di Supermike, è stato inserito un breve racconto autoconclusivo di 46 pagine sempre sceneggiato da Moreno Burattini e disegnato da Fabrizio De Fabritiis.

Pescarese di nascita e novarese di adozione, De Fabritiis appartiene alla scuderia di Dragonero ed ha già dato ottima prova di sé con un’altra breve avventura dello Spirito con la Scure apparsa sul n. 5 della collana Zagor Più del 2022 (“La strada del ritorno”).

In questo caso, la sue tavole molto belle, che rompono la classica “gabbia” bonelliana per raggiungere la massima efficacia narrativa, rendono molto bene l’atmosfera di mistero che gravita attorno a una piccola e demoniaca creatura dei boschi, temuta anche dagli indiani, che sembra minacciare la famiglia degli Osborne, amica dello Spirito con la Scure.

Tutto si risolverà per il meglio, con la scoperta che la “creatura” è in realtà un bambino di sei anni, Zachary, con delle fattezze da folletto ma che non ha nulla di demoniaco. Lui e la sua mamma sono stati scacciati dalla comunità in cui vivevano, poiché considerati lei una fattucchiera e lui un figlio del demonio (in realtà la madre è stata violentata da uno sconosciuto). Gli Osborne li accoglieranno nella loro famiglia e potranno così vivere una vita “normale” e serena.

La storia è molto carina, anche se semplice nella sua brevità, e con essa Moreno Burattini ci porta a riflettere ancora una volta sui pregiudizi della gente, capaci di far assumere degli atteggiamenti oltremodo ingiusti nei confronti delle persone considerate “diverse”, e ci mostra come anche un bambino concepito a seguito di violenza possa comunque essere profondamente amato dalla madre che lo ha messo al mondo.

 



martedì 9 luglio 2024

Esclusiva!!! Intervista a Giuliano Piccininno (3 luglio 2024)

    A distanza di poco più di due anni dalla prima intervista apparsa su questo blog (la potete leggere qui) il mio carissimo amico Fabio Sandonà, anestesista cinquantaseienne di Schio (VI) ed assiduo lettore del blog “Zagor e altro…”, si è mirabilmente replicato e – in vista dell’uscita nelle edicole del prossimo Zagor Bis, albo interamente scritto e disegnato da Giuliano Piccininno – si è recato ancora una volta presso il suo studio di Valdagno (VI) e ha raccolto, in assoluta esclusiva per noi, questa nuova conversazione con il bravissimo disegnatore di origine salernitana.

    Non esistono parole sufficienti per esprimere la mia gratitudine nei confronti di Fabio per la sua passione e per il lavoro svolto per il blog, per cui, molto prosaicamente, gli rivolgo un “GRAZIE!” grosso come una casa e vi lascio alla lettura di questa nuova, interessantissima intervista.

    In colore nero trovate la domande di Fabio, mentre in rosso le risposte di Giuliano.

* * *

Lo studio di Giuliano Piccininno è proprio come ogni lettore immagina dovrebbe essere lo studio di un disegnatore: una libreria di fumetti, sia albi che volumi, un tavolo da disegno ingombro di attrezzi, faldoni di tavole disegnate e tavole di disegnatori amici appese ai muri. Giuliano non fa mistero di lavorare con passione.

Fino a poco tempo fa stavo disegnando due avventure di Zagor in contemporanea. Una finalmente è finita.

Zagor Più di novembre tecnica a mezzatinta

Apre un cassetto ed estrae una cartella con tavole di grande formato. “Ma è un disegno a mezzatinta!”, esclamo io.

Sì, uscirà a novembre sullo Zagor Più ed è stata scritta da Stefano Fantelli. Mi sono trovato bene a lavorare con lui perché abbiamo gusti simili; questa è una storia cupa, notturna per la quale ho voluto fare una sperimentazione con china diluita che mi ha richiesto di tornare più volte sulle tavole, in modo da ottenere le sfumature di grigio che volevo. Non mi sono lasciato andare completamente: avrei voluto fare una cosa ancora più oscura, ma alla fine ho lasciato la linea di contorno, che un po’ regolarizza il disegno. Anche nelle scene notturne ho cercato di mantenere la leggibilità pur utilizzando questa tecnica un po’ particolare. Sarà da vedere il risultato stampato; se la carta assorbe tanto l'inchiostro c’è il rischio che diventi tutto scuro.

Matite e chine di una storia futura

Prende un’altra tavola, inchiostrata solo parzialmente.

Adesso sto disegnando un’altra storia di Mignacco, ma ancora non posso svelare molto. Diciamo che inizia con la Marina Militare Inglese che sta dando la caccia a un certo personaggio e vuole arruolare a forza Zagor perché lui già lo ha incontrato e potrebbe sapere dove scovarlo. Sarà una storia lunga e io sono ancora all’inizio: questa è una tavola parzialmente inchiostrata (io prima faccio una linea chiara e poi ci aggiungo le ombre) e qui c’è il suo layout.

Vedo che usi una matita azzurra...

Siccome con la matita “sporco” parecchio, generalmente faccio un layout molto dettagliato, poi, per il disegno definitivo, utilizzo il tavolo luminoso e “ricopio” con la matita azzurra, in modo da non aver problemi di cancellature e così la tavola rimane molto pulita. Adesso ci sono tempistiche frenetiche e alla Bonelli vogliono le tavole pronte per andare in stampa. Hanno ragione, eh! Una volta arrivavano in redazione originali sporchi che dovevano essere sistemati.

Tra poco esce lo Zagor Bis con una storia di cui sei anche autore dei testi.

Proprio oggi 3 luglio va in stampa e il 18 sarà in edicola. Inizialmente era pensata per la serie regolare, come intermezzo tra due avventure più lunghe, poi un giorno mi chiama Moreno Burattini e mi chiede se mi andava di adattarla per una nuova serie a striscia. Però, anche se conserva l'impianto orizzontale delle strisce, ci sono molte vignette verticali, altre quadruple e la storia vive di queste visioni un po’ spettacolari. Per adattarla ci sarebbe voluto così tanto lavoro che abbiamo lasciamo perdere.

Non è la prima volta che ti occupi anche dei testi delle storie oltre che dei disegni, però gli albi Bonelli hanno uno stile narrativo peculiare, molto didascalico nei testi, mentre i testi dei tuoi lavori precedenti erano più sintetici; come è stato passare da quel modo di scrivere a quello bonelliano?

Guarda, l’editing di Moreno ha tagliato, non aggiunto. Io mi ero preoccupato persino troppo di essere bonelliano nella sceneggiatura. Pensando allo Zagor che avevo letto da piccolo, ho scritto delle frasi che secondo me ci stavano, ma che Moreno ha tolto, perché la vicenda si capiva ugualmente. Quindi in realtà la mia visione da sceneggiatore andava un po’ aggiornata.

Layout del Bis

A parte Zagor in questi mesi abbiamo visto in edicola altri tuoi lavori. La Cosmo ha ristampato Lo Sconosciuto di Magnus e nei numeri 7 e 8 ci sono disegni di Magnus e di Giuliano Piccininno.

Non è andata proprio così (ride). Parlando con Andrea Rivi, il Direttore Editoriale di Cosmo, ho lanciato l’idea di fare delle copertine con lo stile di quelle degli albi pocket anche per le storie apparse sulle riviste. A lui la cosa piaceva, ma poi i detentori dei diritti hanno preferito utilizzare alcune delle tante copertine disegnate da Magnus e le mie sono finite all’interno. Non lo considero un lavoro ufficiale, ma un omaggio al mio maestro.

Qui ci sono anche altre tue copertine (indico il blister con la recente ristampa a striscia del Grande Blek per le Edizioni If).

Con Gianni Bono lavoro dagli anni ottanta. Mi ha chiamato perché era interessato a creare un gruppo per scrivere storie inedite del Grande Blek, ma non avevo proprio tempo. Però gli ho dato una mano a convincere Della Monica e Di Vitto a lavorarci e per questo, bontà sua, mi ha chiesto di disegnare le copertine. Gli ho detto di sì perché il Grande Blek è un personaggio totem della mia infanzia e mi ci sono tuffato molto, molto volentieri.

Studi dei personaggi del Bis

Copertine per Lo Sconosciuto, copertine per il Grande Blek, cos’altro hai disegnato?

La copertina dell'edizione serba di Golnor.

Prende dalla libreria un volume cartonato ancora nel cellophane e lo apre.

Questa edizione ha un formato un po’ più grande e una carta di qualità che rendono giustizia alle tavole, ma soprattutto c’è un dettaglio non di poco conto: mancano i riassunti che tagliano le prime tavole come negli albi italiani. L’editore serbo mi ha contattato per sistemare questa cosa, così gli ho mandato la scansione delle tavole originali. Poi mi chiesto anche di completare con una striscia finale l’ultima pagina degli albi per togliere il lancio del numero successivo e siccome i tempi erano stretti non ho coinvolto Mignacco: me le sono scritte e me le sono disegnate. Alla fine questa edizione in volume è molto vicina a come l’avevamo concepita io e Mignacco.

Suggerimenti per Piccinelli per la copertina del Bis

Speriamo di vedere una pubblicazione analoga anche in Italia. La storia di Golnor ha ricevuto critiche molto lusinghiere per quanto riguarda i tuoi disegni, la storia di Mignacco ha scontentato qualcuno.

Luigi Mignacco ha scritto una storia pensando a lettori zagoriani poco avvezzi al fantasy e utilizzando stilemi tipici: le ambientazioni, gli elfi, gli orchi. Ma c’è una parte di lettori onnivori che il fantasy lo conoscono bene, magari leggono anche Dragonero, e inevitabilmente a loro questa storia sarà parsa un po’ “scontata” tra virgolette. Poi c’è il precedente di Sclavi e Donatelli, in cui i personaggi erano, se vogliamo, ancora più schematici. Io, che sono un vecchio lettore di fantasy, ho cercato di fare del mio meglio per divertire il lettore mettendo il giusto pathos nella vicenda, drammatizzando alcuni passaggi, ma non è semplice quando ci sono dei precedenti che condizionano. Tendo sempre a rispettare il lavoro di chi è venuto prima. Non so se qualcuno l’ha notato ma nell’ultima tavola ho messo una piccola dedica a Frank Donatelli.

Ringraziamo Giuliano per questa chiacchierata e per averci consentito di sbirciare i suoi prossimi lavori.

 

giovedì 4 luglio 2024

Supermike! (Zagor 703/708)

ATTENZIONE: SPOILER!

Zagor viene attirato con l’inganno in una piccola cittadina dove Mike Gordon, alias Supermike, un imprevedibile avversario protagonista in passato di una memorabile sfida contro lo Spirito con la Scure (nei nn. 122/125 della collana), gli fa ritrovare un biglietto che sembra essere la richiesta di una gara di rivincita, per la quale sono già stati stabiliti il giorno e il luogo (la Radura della Piccola Acqua, al prossimo Raduno di Primavera), ritenendo ingiusto il verdetto finale delle sette prove con le quali lui e Zagor si erano a suo tempo affrontati.

Supermike, ora spalleggiato dal suo robusto servitore di colore di nome Nestor, riesce beffardamente a sfuggire alla caccia del Re di Darkwood, gettatosi subito al suo inseguimento. Intanto, però, una misteriosa banda di indiani ferisce gravemente un trapper, che viene ricoverato a Pleasant Point. Secondo l’uomo, i pellerossa obbediscono agli ordini di un enigmatico “Spirito Giallo” (il soprannome di Supermike presso gli indiani) e sono intenzionati ad attaccare la capanna di due trappers amici di Zagor: Doc Lester e Pablo Rochas. Lo Spirito con la Scure parte, allora, in soccorso dei due.

Nel frattempo, poiché Supermike intende radunare un pubblico che assista alla nuove sette sfide, rapisce prima il colonnello Clark e il colonnello Faulkner e poi anche Cico: tutti loro erano presenti all’epoca del primo duello e Mike Gordon intende anche usarli come ostaggi per costringere il Re di Darkwood a scendere nell’agone. I tre vengono rinchiusi in un luogo segreto, sotto la sorveglianza di Nestor.

Supermike si avvale anche dell’alleanza con la banda di predoni pellerossa, guidati dal feroce Tumak, che ha incaricato di far prigionieri Rochas e Doc Lester (i motivi sono i medesimi per cui ha rapito Cico, Clark e Faulkner). Zagor, sulle tracce dei due trappers, scopre strada facendo che gli indiani hanno razziato il carico di un carro e i cavalli, dopo averne ucciso il conducente, e si domanda come sia possibile che Supermike si sia alleato con tali soggetti, dato che lui non è un assassino…

 Intanto i predoni di Tumak sono riusciti a catturare Rochas e Doc Lester, e proprio quest’ultimo viene obbligato a sottoporsi a un crudele gioco: darsi alla fuga braccato dai guerrieri, risoluti a divertirsi cercando di catturarlo di nuovo. Zagor arriva in suo aiuto proprio in quel momento e riesce a fuggire con l’amico mountain-man. Invia quindi Doc a cercare rinforzi presso i militari di stanza a Darkwood e torna indietro con lo scopo di liberare anche Rochas.

Il tentativo di fuga fallisce a causa dell’arrivo di Supermike che mette Zagor fuori combattimento, mentre i pellerossa di Tumak riacciuffano Rochas. Quindi tornano tutti all’accampamento dei predoni. Lì Supermike racconta, a uno Zagor prigioniero, i retroscena della sua falsa “conversione da penitente” (vista nei nn. 226/229). Dopo un tentativo di fuga mal riuscito, Zagor e Rochas vengono condotti nella stessa prigione di Cico, Clark e Faulkner.

Lì, Supermike rivela a Zagor di essersi alleato con Tumak promettendogli un carico di fucili che lui e i suoi guerrieri riceveranno solo a sfida conclusa (comunque vada a finire), con l’impegno poi di andarsene da Darkwood. Quindi Zagor trova sul terreno della prigione una vecchia chiave arrugginita e se ne impossessa…

È ormai giunto il giorno del raduno, e il gruppo dei prigionieri viene scortato da Tumak e i suoi guerrieri in direzione della Radura della Piccola Acqua; i predoni circondano la radura e prendono in ostaggio i capi indiani di Darkwood, ai quali vengono aggiunti Cico, Rochas, Clark e Faulkner; Supermike si nasconde nella botola dalla quale era “comparso” Zagor nel corso della sua prima apparizione a Darkwood e si mostra “prodigiosamente” ai partecipanti al raduno, spiegando le sue intenzioni: vuole ottenere da Zagor la gara della rivincita e lo affronterà lungo un percorso di sei prove... che in caso di pareggio potrebbero portare a una settima sfida, combattuta all’ultimo sangue!

Vorrebbe anche umiliare fin da subito l’avversario, facendolo comparire legato ed impotente, ma Zagor nel frattempo è riuscito a liberarsi dai legacci (grazie alla chiave arrugginita di cui si era impossessato) e a mettere fuori combattimento Nestor. Ecco, quindi, che fa a sua volta un’entrata trionfale e tiene un discorso (rivolto soprattutto ai pellerossa) in cui dichiara di accettare la sfida perché intende impartire a Supermike una severa lezione che non dimenticherà.

Hanno finalmente inizio le prove:

1) il tiro con l’arco; i due avversari dovranno scagliare delle frecce in direzione di Molti Occhi, e perderà la prova colui le cui frecce si allontaneranno troppo dal “bersaglio”… dopo alcuni tiri, Zagor rinuncia alla gara per timore che Supermike possa sbagliare e uccidere l’amico stregone… come da regolamento, la vittoria viene assegnata allo Spirito Giallo!

2) lotta; ciascuno dei due contendenti affronta quattro pellerossa dei rispettivi schieramenti, e Zagor riesce a sconfiggere i suoi avversari prima di Supermike… la vittoria è sua!

3) braccio di ferro; qui, purtroppo, per quanto la gara sia combattuta, Zagor soccombe e vince Supermike!

4) nuoto e corsa; i due sfidanti dovranno immergersi nella pozza della sorgente della Piccola Acqua, raggiungere il fiume sotterraneo che scorre sotto di essa e fuoriuscire da una cascata a un miglio di distanza, quindi fare ritorno di corsa alla radura… il primo che ci riuscirà sarà il vincitore… e, per quanto in iniziale svantaggio, Zagor riesce ad arrivare per primo alla meta!

5) lancio del giavellotto; prova molto semplice, destinata a dare la vittoria a chi lancerà il giavellotto più lontano… Zagor trionfa per soli venti pollici!

6) scherma; duello al primo sangue o quando uno dei due perderà la spada… sebbene tecnicamente meno preparato del suo avversario, Zagor, con un’acrobazia fa sì che Supermike rimanga disarmato… vincendo così anche la sesta prova (evento paradossalmente contraddetto dall’immagine sulla copertina dell’ultimo albo!).

La tenzone termina, quindi, con Zagor che si aggiudica quattro prove su sei! Supermike è sconfitto e la settima prova non dovrà essere disputata. Tumak, però, che ha sempre tramato nell’ombra e che vuole comunque uccidere lo Spirito con la Scure e impossessarsi dei fucili promessi, spara a Zagor! Supermike si intromette e uccide Tumak con la sciabola, venendo però colpito dal proiettile destinato al Re di Darkwood!

I guerrieri di Tumak, decisi a vendicare il loro capo, attaccano lo Spirito con la Scure, i suoi amici e i sakem di Darkwood. Inizia l’impari battaglia, ma grazie all’improvviso intervento di Doc Lester e dei soldati di Fort Glory guidati dal capitano Spencer, gli avversari vengono soverchiati e messi in fuga. Zagor cattura Nestor e poi si reca da Supermike: costui è solo ferito, anche se seriamente, e rivela che, qualora avesse vinto, non avrebbe mai consegnato i fucili a Tumak (li ha infatti distrutti), sapendo che questi aveva ucciso e razziato contravvenendo agli accordi presi; a riprova della sua buona fede, ha fatto recapitare una lettera a Fort Glory nella quale mette le guarnigioni di Darkwood sulle tracce dei predoni indiani, rivelandone la pericolosità!

Ora verrà curato dalle ferite e finirà in prigione, ma con la segreta convinzione che prima o poi potrà lanciare una terza sfida al Signore di Darkwood!

* * *

Cari amici zagoriani, ecco a voi la più lunga avventura dello Spirito con la Scure che sia mai stata scritta e disegnata!!!

Eh sì, perché con questo terzo ritorno di Supermike, lungo ben 518 pagine, lo sceneggiatore Moreno Burattini e il disegnatore Marco Verni hanno battuto il precedente record detenuto dalla storia “Incubi!” pubblicata nel 1988 (513 pagine). E se devo dire che, inizialmente, leggendo i vari albi mese dopo mese, avevo avuto la sensazione che le vicende narrate nel secondo, terzo e quarto albo andassero ad aggiungere degli elementi che apparentemente sembravano solo “allungare” la storia senza però aggiungere nulla di veramente importante, a una rilettura complessiva della vicenda ho compreso che si è trattato di personaggi, indizi, frasi e situazioni che poi hanno avuto tutti la loro ragione d’essere nel corpus della storia (e non un mero inserimento per arrivare a battere il record di cui sopra). Anzi, tutti questi elementi vanno a rendere l’attesa della sfida finale molto più emozionante.

Così, albo dopo albo, l’avventura entra sempre più nel vivo e, dopo aver messo tutte le pedine sulla scacchiera (ho particolarmente apprezzato la figura di Tumak, quasi un “terzo incomodo” tra i due principali avversari, che scopriamo vuole giocare una “partita” tutta sua), nel terzo e quarto albo Moreno Burattini riesce a dare finalmente motivazione e verosimiglianza all’idea alquanto strana del compianto Alfredo Castelli (cui la storia è dedicata nell’ultima pagina dell’ultimo albo), che aveva trasformato Supermike in un “superpenitente” con tanto di saio, e nel contempo approfondisce il carattere psicologico (e patologico) di Mike Gordon, dandogli una maggiore profondità rispetto persino al modello di Guido Nolitta.

Si tratta, in definitiva, di quattro albi importanti, per quanto apparentemente possano dare una sensazione di “lungaggine”, senza dei quali – però – tutto l’impianto narrativo crollerebbe.

Quando poi nel quinto albo hanno inizio le varie, adrenaliniche, prove (che sembrano scelte quasi con un criterio “olimpionico”, come suggeritomi dall’amico Angelo Palumbo), e dopo l’esultanza dovuta all’entrata in scena a sorpresa di Zagor, tutti noi lettori abbiamo sofferto con lui nel corso delle stesse. In particolare, la scena in cui l’eroe viene battuto a braccio di ferro mi ha davvero procurato un brivido… e ho persino cominciato a pensare che Zagor avrebbe anche potuto uscire sconfitto sulla lunga distanza… e che si sarebbe per forza dovuti arrivare alla settima prova (quella all’ultimo sangue).

E invece il bravo sceneggiatore mi ha spiazzato con l’imprevedibile vittoria anticipata di Zagor. Anche Supermike, in realtà, alla fine ne esce bene (come avete letto poco fa nel riassunto della storia)… Ma, anche qui, quando l’ho visto colpito al petto da una fucilata, ho pensato che morisse davvero (magari dicendo beffardamente allo Spirito con la Scure: “Ti ho salvato la vita… Anche in questo mio ultimo gesto mi sono dimostrato veramente “super”!”). E invece Moreno Burattini lo lascia in vita… Solamente ferito, verrà curato, finirà in prigione, ma pronto a ritornare per una terza sfida. Supermike è troppo una “simpatica canaglia” per uscire di scena definitivamente!!!

Insomma, era molto difficile far tornare un personaggio come Supermike riuscendo a collegare il nuovo episodio con i due precedenti senza rischiare di ripetere cose già viste. A mio parere Moreno ci è riuscito ottimamente e va quindi promosso a pienissimi voti (ammesso che ce ne fosse ancora bisogno…)!

Ciò detto in merito alla storia, qui di seguito vado invece ad elencare le “scene” e i “momenti” che da lettore zagoriano ho più apprezzato.

Del primo albo: la lunga gag di Cico all’inizio della storia (come usava Nolitta); la sequenza onirica nella quale Zagor ha un incubo in cui appare manifestamente inferiore a Supermike; la commovente visita di Zagor sulla tomba di Jenny a Pleasant Point, sulla quale depone una rosa.

Del secondo albo: la scelta di attirare Cico presso la Radura dell’Albero Morto, che richiama alla mente il mitico primo numero a colori della serie, “Indian Circus”.

Del terzo e quarto albo: la ricostruzione del passato di Supermike all’epoca in cui si professava un “superpenitente”, colmando così una lacuna sulle motivazioni dell’avversario.

Del quinto albo: l’entrata in scena di Zagor, che “demolisce” Supermike con il suo discorso, non riconoscendolo come un degno avversario ma solo come un bambino capriccioso bisognoso di una sonora lezione; bellissima la frase in cui Zagor dichiara di aver affrontato innumerevoli nemici nel corso della sua vita, ma tutti erano mossi da uno scopo da realizzare, fosse pure il desiderio di potere, di arricchirsi, di ribellarsi, di vendicarsi… ha anche incontrato carogne animate da puro odio, da perfidia o da cattiveria… Supermike, invece, agisce soltanto per vanità e per appagare la sua assurda ansia di primeggiare, incurante dei danni che la sua voglia di autoesaltazione arreca agli altri.

Dal sesto albo: oltre al bel finale, meritano una menzione la buffa riproposizione della scena con la pallottola che colpisce accidentalmente il cappello di Faulkner (come nel corso della prima sfida) e i ricordi delle volte in cui Zagor ha combattuto armato di spade, sciabole e fioretti.

Per concludere, una parola merita sicuramente l’egregio lavoro di Marco Verni ai disegni. Tutti i personaggi sono da lui ottimamente caratterizzati e l’equilibrio tra bianco e nero è perfetto. In alcune vignette, poi, mi è sembrato davvero di rivedere il Gallieno Ferri dei tempi migliori. Nessun altro avrebbe potuto fare meglio di Marco nel disegnare questa avventura, nella quale ha superato se stesso!