mercoledì 23 luglio 2025

LA BANDA DEL BOIA (Tex Willer 77/81)

 

Oggi, una volta tanto, non scriverò di Zagor… ma del suo “fratello maggiore” (o minore, fate voi, data la differenza di età tra i due…).

Ebbene sì, oggi parlerò di Tex!

A seguito di una fortunata serie di circostanze, mi sono ri-appassionato alla lettura della serie “Tex Willer”, quella – per intenderci – dedicata alla giovinezza del personaggio.

Ecco quindi che, dopo essermi pazientemente procurato, mese dopo mese, gli ultimi cinque albi che costituiscono una storia completa, me si sono letti tutti d’un fiato in un’unica soluzione.

Gli autori della storia sono Giorgio Giusfredi (alla sceneggiatura) e Fabio Valdambrini (ai disegni).

Valdambrini e Giusfredi nel 2019

In questo periodo della collana, Tex è da poco uscito dalla clandestinità ed è entrato a far parte del corpo dei Rangers e, pertanto, temporalmente si tratta di avventure che si “sovrappongono” e si inseriscono in quelle narrate nei primi numeri della collana ammiraglia “Tex Gigante”.

Questa la storia:

Il ranger Arkansas Joe chiede aiuto ai sui colleghi Tex Willer e Kit Carson per scovare e catturare la pericolosa Banda del Boia. Uno di questi tagliagole ha ucciso Gil Sands, un ex ranger che dava loro la caccia e Joe è determinato a vendicarne la morte. Oltre al Boia, della banda fanno parte i due letali fratelli Derry, il feroce indiano choctaw Mezzo Scalpo e il cowboy Charlie Goode, antico allievo di Gunny Bill e vecchia conoscenza di Tex, messosi sulla strada sbagliata ma ancora dotato di un certo senso dell’onore. Infatti, nel corso di una scorreria contro un villaggio di indiani Lipan Apache egli si rifiuta di uccidere a sangue freddo due bambini.

Ciò lo spinge ad abbandonare i suoi nuovi complici e il Boia gli manda dietro i suoi sgherri per ucciderlo, e viene braccato fino a un piccolo villaggio messicano, Golconda, dove si trova a dover difendere una giovane vedova.

Giunti in Messico, i tre rangers devono affrontare dei Lipan Apache che hanno assalito una missione: gli indiani sono anch’essi sulle tracce della Banda del Boia per vendicare il massacro del loro villaggio e sul loro percorso uccidono e saccheggiano chiunque incontrano.


A quel punto le piste di Tex Willer e Kit Carson, seguito da Arkansas Joe, si dividono: il primo raggiunge Charlie Goode a Golconda e lo cattura, mentre gli altri due giungono a Monterrey. Sì, perché in quella città si nasconde il vero obiettivo della Banda del Boia: il segreto per arrivare al tesoro di Santa Ana, sottratto da un gruppo di irregolari americani nel corso della guerra tra Stati Uniti e Messico e poi nascosto a bordo del vaporetto “King Cobra” arenatosi in un luogo segreto nei pressi di Monterrey.

La situazione precipita quando gli inferociti Lipan Apaches di Baishan, alleati ai selvaggi guerrieri di Lunito, pongono d’assedio la città.

Non vi racconto il finale, se non accennando al fatto che tutto - naturalmente - si risolverà nel migliore dei modi…

* * *

La storia, a mio parere, è molto bella.

È scorrevole, con colpi di scena avvincenti e ribaltamenti di situazioni sapientemente calibrati. A tratti è parecchio discorsiva, ma i dialoghi non appesantiscono mai la progressione narrativa.

Ricca anche di flashback, ai quali ricorrono diversi personaggi nel rammentare le vicende del passato: molto indovinata l’idea di narrare alcune di queste rievocazioni facendole rivivere ai personaggi in un momento di “fermo narrativo”, cioè quando sono addormentati o hanno perso conoscenza (questo ovviamente non succede a Tex, l’eroe per eccellenza, che li narra sempre in prima persona…).

Oltre all’intera avventura in sé, ripeto molto bella, in particolare ho apprezzato la sottotrama del disvelamento del mistero della “chiave” che serve per decifrare la mappa del tesoro… unitamente all’imprevista e spiazzante rivelazione che l’ex ranger Gil Sands era uno degli irregolari che si erano impossessati del tesoro di Santa Ana e uno dei pochi che ne potessero identificare l’ubicazione.

Indovinata anche, nell’ultimo albo, la situazione “anomala” di porre i rangers texani e i soldati messicani di Monterrey inusitatamente alleati tra di loro (un po’ per motivi di natura contingente, un po’ per reciproco senso di responsabilità) per fronteggiare la comune minaccia dei pellerossa.

Da ultimo, da vecchio romantico che da sempre ama l’eucatastrofe (cioè la soluzione positiva di una storia), devo confessare che ho molto apprezzato il doppio lieto fine che chiude la vicenda.

Giorgio con il sottoscritto e mia figlia

Insomma, anche con questa storia Giorgio Giusfredi si conferma come uno dei migliori sceneggiatori dell’ultima leva presenti in Bonelli: la sua padronanza della storia, la gestione dei personaggi e la sua capacità narrativa sono assolutamente fuori discussione; mentre Fabio Valdambrini non perde un colpo, sempre all’altezza del momento narrativo che deve rappresentare, che sia un lento flashback o una mischia battagliera.

 

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