Il nono numero in edicola oggi contiene la fine della storia contro l’ottuso sergente Dubrosky e le storie complete “I predoni della montagna”, “Un nido di vipere” e “Ombre!” (Il mare bianco); inizia, inoltre, l’avventura intitolata “Un tragico patto”.
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I PREDONI DELLA MONTAGNA
Il losco affarista Dixon ha scoperto una macchia nel passato del generale Robbins, eroe della Guerra d’Indipendenza, e ne approfitta per ricattarne il figlio, costringendolo a rivelargli preziose informazioni che gli permettono di depredare le carovane con gli approvvigionamenti militari.
Scoperta la faccenda, Zagor castiga il perfido Dixon e la prova della colpevolezza del generale (in realtà, un atto di clemenza verso il nemico) viene fatta opportunamente sparire...
Questa storia brevissima è penalizzata dai disegni non esaltanti di Mario Cubbino.
Di positivo abbiamo la gag di Cico e Trampy improvvisati (e soprattutto AFFAMATI) pittori e il richiamo storico alla Guerra d’Indipendenza Americana (avvenuta pochi decenni prima) che permette di collocare temporalmente le storie di Zagor nei primi decenni del XIX secolo.
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UN NIDO DI VIPERE
Una diligenza non si ferma alle richieste di Zagor e Cico... Una notte trascorsa in una stazione di sosta in compagnia di una serie di comprimari uno più ambiguo dell’altro... Il tentativo di assassinio del nostro eroe... Alla fine della breve vicenda scopriamo che dietro a tutto c'è la mano di “Bimbo” Sullivan (qui alla sua seconda apparizione).
Molto bello ed evocativo il titolo dell’avventura, avvincente la trama “gialla” orchestrata da Nolitta e coinvolgente l’apparizione “spettrale” di Zagor.
La storia ha un epilogo non certo funzionale alla trama ma lo è nel delineare la filosofia del personaggio di Zagor. Lo Spirito con la Scure rischia la vita per salvare il giocatore d’azzardo Baker dall’attacco di un puma. Baker non è certo un tipo simpatico e ha “buone” ragioni per detestare Zagor. Il salvataggio ad opera di Zagor permette a Baker di cambiare opinione circa il nostro eroe e così fanno anche gli altri compagni di viaggio (non tutti limpidissimi)…
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OMBRE!
Il “mafioso” Ly-Cieng è a capo di una banda di pirati che assalta le navi mercantili utilizzando gli immigrati cinesi che vengono sfruttati per i lavori più umili. Zagor interviene su richiesta di un amico e riesce a sbaragliare l'organizzazione. Ly-Cieng trova la morte tra i flutti del mare in tempesta.
Avventura a mio giudizio molto bella e con risvolti “sociali” che non hanno perso di attualità. I pirati che indossano paurose maschere da rettile mi impressionarono molto all'epoca della mia prima lettura.
Degna di nota è la prima apparizione dell’ing. Robson, un personaggio tra i più interessanti (e, a mio parere, mai pienamente sfruttati, se non nella storia “La strada di ferro”) creati da Nolitta, perennemente impegnato nella costruzione di tronconi di ferrovia. Peccato che, storicamente parlando, all’epoca di Zagor il “cavallo di ferro” fosse ancora di là da venire…
Bella e piena d'atmosfera la copertina del n. 18 della serie gigante (che, peraltro, nulla ha a che fare con l’avventura contenuta nell’albo!!!).
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UN TRAGICO PATTO
Il giovane Freddie Duncan chiede a Zagor di aiutarlo a trovare l’antica spada di un conquistador che ha un’impugnatura d'oro, custodita come reliquia dagli indiani Uroni. In tal modo egli vorrebbe aiutare il padre a saldare un grosso debito.
Zagor rifiuta di aiutare il giovane per evitare una guerra indiana; Duncan si affida allora a due loschi individui che si offrono di accompagnarlo, ma che in realtà intendono impossessarsi personalmente del prezioso cimelio.
Solo l’intervento di Zagor (accompagnato da Cico e dal cercatore d'oro Ben la Talpa) evita una brutta fine al giovane; e quando i suoi tre soccorritori vengono catturati dagli Uroni, Freddie rinuncia alla spada pur di liberarli. La sua buona azione verrà economicamente ricompensata da Ben con un bel gruzzoletto.
Avventura senza pretese, dalla lettura piacevole (anche se ho sempre ritenuto improbabile l’accostamento “conquistadores-Uroni”), che ha una sua morale spicciola: le buone azioni vengono sempre ricompensate!
"Bimbo" Sullivan e l'Ing. Robson sono forse i due comprimari meno incisivi dell'era nolittiana.
RispondiElimina"Bimbo", un cialtrone ordinario che non sfigurerebbe come membro del notabilito politico dell'Italia di oggi, tornerà poi alla fine della vicenda de "La Casa Del Terrore", ma la storia (splendida) prescinde dal suo contributo quasi nullo.
Robson forse aveva qualche potenzialità in più, ma neppure Nolitta s'è sforzato molto per esprimerla.
Tant'è che è difficile ricordarsi quando e dove sia apparso.
Beh, io le apparizioni di Robson me le ricordo tutte! XD certo, come hai scritto, è un personaggio piuttosto ordinario, Bimbo invece è il tipico delinquentello!
RispondiEliminaDa ragazzino "Ombre" mi affascinava molto! Oggi di meno, però è sempre un' avventura godibile, misteriosa e coinvolgente! E ci mostra una volta di più uno Zagor che lotta per la parità dei diritti e contro il razzisimo!