mercoledì 29 luglio 2015

Zagor Collezione Storica a Colori: Il marchio di Loki (ZCSC181)



Il centoottantunesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro Richter, nonché la prima parte della storia “Un lord a Darkwood.


UN LORD A DARKWOOD

Zagor e Cico, dopo aver girovagato per mesi, fanno finalmente ritorno in America. Prima ancora di arrivare alla loro capanna nella palude, però, transitando dal trading-post di Pleasant Point, punto di accesso via fiume per ogni viaggiatore diretto a Darkwood, incontrano un viandante piuttosto insolito: un lord inglese, sir Albert Lancaster, duca di Greenshire.
Il figlio di questi, Adam, era partito tempo prima per la Frontiera americana, desideroso di costruirsi il proprio destino. Trascorsi tre anni senza sue notizie, il padre ha lasciato l’Inghilterra per cercarlo a Darkwood, dove conducono le ultime tracce dello scomparso.
 Zagor decide di fare da guida a sir Lancester ed al suo maggiordomo fra i pericoli celati dal folto della foresta, dove c’è chi, nell’ombra, si è già posto in agguato lungo la pista, ad attendere il loro passaggio con il fucile in pugno...
Superate numerose difficoltà, il figlio perduto verrà alfine ritrovato perfettamente integrato nella sua nuova vita... tra i pellerossa!


Strategicamente perfetta la scelta di posizionare questa storia al ritorno da una trasferta. Ma questa volta nessun nemico storico attende il nostro Zagor ma una bella sequela di topoi darkwoodiani (passatemi questa espressione).
Il soggetto presenta la più classica delle trame avventurose (la ricerca del figlio peduto), la sceneggiatura, però, rivela che Luigi Mignacco conosce bene il personaggio di Zagor e l’ambiente consueto in cui si muove, tant’è vero che la storia è piacevolmente scorrevole ed il ritrovare paesaggi e personaggi cari al lettore zagoriano è veramente bello!
Un’avventura nel segno della classicità, quindi, con un’immersione nel magico mondo degli uomini della frontiera e dei mountain-man. Viene dato molto spazio alla descrizione dell’ambiente, a ottimi dialoghi e conversazioni brillanti che contribuiscono a rendere la storia più reale. Ritroviamo i trappers di Darkwood, gli indiani, le canoe sul fiume, i gaglioffi della locanda, i battellieri, i cercatori d’oro, i banditi, le scazzottate, i rendez-vous e dei nuovi, interessanti comprimari.
Insomma, in questa avventura si torna a respirare un po’ di sana aria di Darkwood!
Ponendo Zagor sulle tracce di un cadetto di nobile famiglia britannica alla ricerca della propria dimensione esistenziale, Mignacco riesce a creare la giusta suspense sulla sorte del giovane ed a mascherare adeguatamente la possibile scontatezza dell’epilogo (in effetti il lettore non intuisce subito che Adam/Pioggia Silente si trova tra i pellerossa). Così come lo sceneggiatore è abile nel nascondere fino all’ultimo che dietro alla scomparsa dei cercatori d’oro ci siano dei bianchi travestiti da indiani.
Ben caratterizzati sono anche i personaggi principali: Zagor (tanto all’altezza nella situazioni di pericolo quanto attento e sensibile verso coloro con cui si rapporta), Sir Albert (tipico lord inglese ma mai altezzoso) e il suo domestico O’Rourke (simpatico e particolarmente in sintonia con gli abitanti di Darkwood); unica nota negativa la caratterizzazione di Cico, che nel suo ambiente abituale avrebbe potuto offrire dei bei siparietti comici ma che lo sceneggiatore lascai un po’ in disparte.
Alessandro Chiarolla ai disegni se la cava egregiamente: i suoi paesaggi sono davvero evocativi e le sue vignette in stile pittorico sono affascinanti, le scene d’azione sono dinamiche e i primi piani di Zagor sono davvero belli. Solo la realizzazione del volto di Cico lascia ancora qualche perplessità.

A chi, sul Forum SCLS, chiedeva qualche curiosità su questa storia che sarebbe stata pubblicata di lì a qualche mese (ad es. se fosse già stata programmata per la serie regolare, o se fosse “un fondo di magazzino”), nel luglio 2005 Moreno Burattini rispondeva così:
Per "fondo di magazzino" di solito si intende qualcosa di giacente da lungo tempo in attesa di utilizzo, tirato fuori in mancanza di meglio o prima che sia davvero impossibile utilizzarlo per deterioramento.
Ora, Un lord a Darkwood è l’ultima storia realizzata da Chiarolla prima di iniziare quella che sta facendo adesso. Non vorrei sbagliare i conti, ma grossomodo l’ultima tavola è stata consegnata quattro o cinque mesi fa. Dunque, non solo la storia non giaceva sul fondo di nessun magazzino, ma c’è stato anzi appena il tempo di letterarla.
Il motivo per cui non è stata messa subito nel programma 2005 era perché pensavamo di pubblicare in ottobre-novembre-dicembre la storia di Pesce L’uomo venuto dall’oriente. Solo che Massimo Pesce non si è smentito come l’autore zagoriano più lento (Piere e gli Esposito sono più lenti solo perché lavorano a Zagor part-time) e abbiamo verificato in primavera che non avrebbe mai fatto in tempo a finire il suo racconto. Servivano due mesi in più. C’era la storia di Chiarolla pronta, è bastato inserirla fra Della Monica e Pesce. Perché proprio Chiarolla e non, per esempio, Mangiantini o Cassaro, già pronti con altre storie? Semplice: perché Un lord a Darkwood permette di collegarsi perfettamente sia con la trasferta che finisce con Il trono degli dei sia con la successiva avventura con il ronin venuto dal Giappone. Infatti vedrete che inizia a Pleasant Point, punto di accesso per chiunque arrivi a Darkwood, come sappiamo fin dal numero uno della serie. Zagor e Cico sono di ritorno dall’isola di ghiaccio e fuoco e dunque passano di lì per tornare alla capanna, dove giungeranno proprio all’inizio della storia di Pesce (che mostra appunto il ritorno sull’isolotto nella palude)”.

3 commenti:

  1. Baltorr,da quel che sento in giro,il successo dei due Color è evidente. Non sarebbe male,a parer mio,leggere un altro Color con protagonisti Zagor e Dragonero. Anche se,la prossima estate,la vera "guest star" sarà "La maledizione dei Dragovic". Cosa sai dirci a riguardo?

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    1. Penso che il crossover n. 2 verrà messo in cantiere non appena ci saranno dei dati certi di vendita... mentre il ritorno di Metrevelic nel 4° Color è praticamente cosa sicura!!!

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  2. Si, una bell' avventura "soft", intimista e fatta soprattutto di luoghi e personaggi. Curiosamente la collana, nonostante il periodo storico ha poche volte offerto storie cosi dette di frontiera. C' ha pensato Mignacco con questa bella storia che secondo me tra le sue che ho letto è seconda solo a "Incubo sul mare".
    Sempre interessanti gli aneddoti relativi alle storie! ^^

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