giovedì 6 ottobre 2016

Zenith 666 (Zagor Gigante 615)




Un nuovo incontro fra lo Spirito con la Scure e Lupo Solitario dà il via a un’incredibile avventura sulle tracce della tribù di quest’ultimo scomparsa nel nulla mentre spostava il proprio accampamento nei pressi delle sorgenti del fiume Susquehanna... là dove si arenò, in epoche passate, un galeone carico d'oro, ora abitato da zombi!
A Zagor, Cico e il loro amico pellerossa si aggrega anche “Digging” Bill: i tre finiscono per varcare il confine tra il nostro mondo e quello del reame di Golnor, dove li attendono Galad il Riol, Elchin il mago, Panko il Parvol, ma dove incombe anche la minaccia del redivivo Signore Nero, che tesse i fili di un losco intrigo...

In occasione della celebrazione dei trent’anni di Dylan Dog, lo sceneggiatore Luigi Mignacco ha colto l’occasione dell’uscita in edicola del n. 666 (numero dell’anticristo secondo la Bibbia che – guarda caso – figura anche sulla targa del maggiolino del detective di Craven Road) della Collana Zenith (che pubblica le storie dello Spirito con la Scure), per omaggiare Tiziano Sclavi (a suo tempo sceneggiatore zagoriano e successivamente creatore dell’Indagatore dell’Incubo) facendo incontrare l’universo di Zagor e quello di Dylan Dog in un albo celebrativo, tutto a colori, disegnato dal dylandoghiano Luigi Piccatto.
La storia mi è piaciuta, anche perché mi ha dato l’occasione di poter rivedere tanti personaggi della mia “giovinezza zagoriana” come Lupo Solitario e tutti coloro che popolano il mondo di Golnor (con persino dei richiami a Devil Mask); inoltre il ben orchestrato colpo di scena finale, con la spiegazione di come Xabaras abbia potuto creare i suoi zombi, mi sembra molto azzeccata.
Trattandosi, appunto, di una “operazione” celebrativa in cui vari personaggi ed avventure zagoriane scritte da Tiziano Sclavi convergono in un’unica storia, è chiaro che qualche forzatura è inevitabilmente presente, soprattutto laddove, del tutto casualmente, Lupo Solitario e “Digging” Bill si mettono contemporaneamente in contatto con Zagor chiedendo il suo aiuto per la medesima missione: ritrovare le sorgenti del Susquehanna.
Ma se queste coincidenze in sede di sceneggiatura ci possono sembrare eccessive, che dire allora di quella che ha fatto sì che l’uscita dello Zenith 666 coincidesse con i 30 anni di Dylan Dog?
In ogni caso, riuscire a concentrare il tutto in sole 94 pagine non era compito semplice e ritengo che Mignacco sia riuscito nel suo obiettivo, che già ho evidenziato all’inizio: festeggiare nel contempo i 30 anni di Dylan Dog e il suo creatore Tiziano Sclavi con un albo zagoriano del tutto speciale.
Così come “speciali” sono da considerarsi i disegni di Luigi Piccatto, che qualcuno ha criticato come troppo lontani dal canone zagoriano. A me non sono dispiaciuti, proprio perché questo albo è, nella sua originalità, irripetibile.
Da ultimo, è doveroso anche segnalare la bellissima cover di Alessandro Piccinelli che prende sulle sue spalle il gravoso compito di sostituire nel ruolo di copertinista di Zagor il mai troppo compianto Gallieno Ferri. Anche questa circostanza rende lo Zenith 666 un albo unico nel suo genere!

22 commenti:

  1. Albo unico e irripetibile, ma promosso a pieni voti. L'ho apprezzato molto.

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  2. Mah, troppa carne al fuoco. Mi sarebbe piaciuto ritrovare un Devil Mask più protagonista con il suo incredibile costume.
    Mi ricredo sulla cover. Dal vivo (ossia dalle mani) è molto bella.
    Ciao a Tutti
    Giovanni21

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    1. Ciao Giovanni. Grazie per il tuo parere. Secondo me Devil Mask (o comunque la sua congrega) avrà modo di tornare in un'avventura tutta dedicata a lui.

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  3. Recensione perfetta concordo su tutto, l'albo in questione va' preso come un albo fuori serie e' bello x questo!! p.s. ma la recensione dell'ultimo MAXI?

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    1. La preparerò tra un po', visto che la prossima avventura nella serie regolare terminerà a gennaio...

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  4. La storia, pur essendo così breve, è decisamente ben costruita e coinvolgente.
    Complimenti a Mignacco che è riuscito in un difficile cocktail fra il mondo di Dylan Dog e quello di Zagor.
    Anche i disegni di Piccatto, in ina storia così particolare, ci possono stare.
    Bella idea quella del "Zenith 666".
    Non mi trovi d'accordo sulla copertina di Piccinelli, perchè questa non sarà un una-tantum.
    Non che sia brutta ma il modo di disegnare di Piccinelli, secondo me, non è adattabile ad un classico come Zagor. Non parliamo poi di come rappresenta Zagor (sembra un tentativo, per ora mal riuscito, di imitazione di Villa). Purtroppo la prossima copertina (vampiri) è decisamente peggio. Zagor è un nuovo personaggio della Bonelli......irriconoscibile.
    Diamogli in po' di tempo per abituarsi......
    Dato che Piccinelli è proprio un bravo ragazzo ed innamorato di Zagor diamogli fiducia peró per ora proprio non ci siamo.
    Grazie Baltorr per tutte le anticipazioni che condividi con noi affezionati zagoriani.
    A presto, ciao
    Zagor121

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    1. Grazie per il tuo parere. Su Alessandro Piccinelli ho sentito pareri contrastanti. Personalmente ritengo che abbia quel giusto "tratto" che può unire tradizione e novità. Certo una copertina non fa... primavera! Stiamo a vedere un po' le prossime. Ciao.

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  5. Piccio Piccinelli è dinamico e moderno come diceva un personaggio dello Ovosodo di Virzì e io - tra i 666 Probiviri del think tank in via Buonarroti - sono l'unico che ha votato contro quando si è trattato di investirlo del ruolo, ingrato, di successore di Ferri G. e non perchè non creda nel suo talento e non veda in lui la staffetta del '94 tra Galep e Villa, ma perchè io sono e sarò sempre x gettare il cuore oltre l'ostacolo ancora prima di iniziare a saltare e avrei preferito qualcosa di ancora + estremo come, per esempio, Ratigher o Miguel Angel Martin. Avresti dovuto vedere le facce di Morbur e di Dave Bonbon Bonelli quando ho suggerito simili grafismi. Sono rimasti senza parole e persino Mignacco - che ha esordito con lo stiloso Rotundo - sembrava stesse deglutendo un canarico vivo imbevuto di cherosene. Ho comunque pagato il mio pensiero eversivo perchè Bonbon ha fatto murare la porta del mio ufficio - quella sagomaccia di Mignacco ridacchiava e diceva che erano tutti x una soluzione alla Amontillado di Poe - ed i vigilantes alla porta hanno ordine , se tentassi di rientrare in SBE , di percuotermi con le scuri di ordinanza o con quelle strani armi di plastica che fanno zap ! nei comics del detective dell'impossibile. Cattivi. Tutti.

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    1. Ed ecco, puntuale, anche il commento del nostro Crepascolo!
      Grazie!

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  6. Ciao Baltorr e ben trovati a tutti,
    Ancora una volta la mia sarà una voce fuori dal coro, ma a mio avviso non c’è niente di memorabile in questo albo “speciale”, anzi la percezione che ho avuto è quella di una grande, mancata opportunità. Sia chiaro, non sono mai stato un bacchettone e più di una volta in passato mi sono schierato a favore di alcune storie del nostro (anche incluse nel cosiddetto medio evo Zagoriano) che, di contro, avevano ottenuto il biasimo della maggior parte dei lettori; ciò nella convinzione che anche nel più mediocre degli episodi della saga, si potesse riscoprire, almeno un aspetto (il soggetto trattato, i disegni, la caratterizzazione di un personaggio, un breve dialogo) in grado di far riconoscere il talento degli autori e di far apprezzare, con il trascorrere del tempo, anche le storie meno belle. Nell’attesa della pubblicazione dell’attuale avventura quindi, pur conoscendole a memoria, ho voluto rileggere quelle “Sclaviane” che vedevano coinvolti i personaggi richiamati in questo “zenith 666” in modo da ottenere un opinione obiettiva ed equanime dell’albo dal sapore epocale quale si prospettava essere quello oggi in edicola. Nonostante la mia buona volontà tuttavia, devo dire di essere riuscito a “digerire” con grande sforzo e dopo la terza rilettura questo racconto, che vuoi per una trama con buone idee ma priva di mordente, vuoi per l’impiego di un disegnatore alieno al personaggio sia stilisticamente che contenutisticamente, l’opera non grida certo al capolavoro. Comprendo le forzature giustificate da imprescindibili esigenze narrative che non consentono di sviluppare convenientemente personaggi e situazioni (lupo solitario, che nel primo incontro ci fu presentato come un uomo disilluso dalla vita, memore della sofferenza causatagli dalle angherie dell’uomo bianco che ne aveva provocato la perdita della moglie Aika e del figlio Nakoomi, qui sembra aver dimenticato tutto, ritrovando sì “il centro del cerchio della vita” con una nuova famiglia e buona pace di ciò che fu, ma perdendo anche quel fascino de eroe introverso, da uomo orgoglioso sopravvissuto alle avversità, da guerriero tormentato che tanto mi avevano fatto amare il personaggio) capisco anche la necessità di comprimere il racconto nel ridotto numero di pagine della serie regolare, delle difficoltà di non ricadere nel già detto, va bene tutto… Eppure ..chissà! Forse a causa di una chimica fra personaggi che non sviluppa calore, perché situazioni e dialoghi appaiono motivati unicamente dalla necessità dell’ordito narrativo di tirare avanti (Cico che ritrova la mappa del Susquehanna da un losco ricettatore e non ne fa menzione finché non gli viene chiesto?!!) e di compiacere ad ogni costo la solennità dell’evento (vogliamo parlare del cameo del coniglio rosa di DYD?) il tutto è andato a discapito del mio coinvolgimento nel racconto. (Continua)

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  7. Ma la cosa sarebbe stata ancora accettabile senza il contributo determinante dei disegni. La cifra stilistica di Piccatto, a mio avviso del tutto fuori luogo su Zagor, fa rilevare diverse incertezze nelle fisionomie, nei primi piani, (il volto trasfigurato di Zagor a f.90 è solo uno dei tanti esempi) una mancanza di espressività dei personaggi, che fluttuano tutti fra l'indifferenza e la caricatura. Pur non essendo un fautore dell’ortodossia “Ferriana” ad ogni costo inoltre, confesso che cominciano a stufarmi i disegnatori che si concedono “licenze interpretative” senza rispettare l’iconografia del personaggio. Se è vero che la novità è fatta per attirare nuovi lettori, l’apertura al futuro dev’essere comunque supportata da uno sguardo alla tradizione. Badate, non mi riferisco al segno caratteristico di ciascun illustratore, ci mancherebbe (io vado pazzo per Laurenti che è quanto di più lontano dal classico stile del compianto maestro !) Ma vedere il costume del nostro eroe modificato (la blusa rilegata sulle spalle con cuciture che manco i bottoni d’osso del parka, oppure, i calzettoni di pelle alla Ken Parker al posto degli stivali in cuoio, la colt sei colpi peacemaker in sostituzione della colt navy) sono tutti elementi che in più di un occasione mi hanno fatto storcere il naso. Ribadisco, sono favorevolissimo al reclutamento di nuovi autori e disegnatori, della ricerca di idee diverse dal solito, purché ciò abbia, seppur nell’originalità dello stile di ciascuno, aderenza a quelle che sono le caratteristiche, le esigenze e la natura stessa del personaggio. Quanto al nuovo copertinista, che dire? Conservo per ora qualche perplessità … ma sono fiducioso per il prossimo avvenire.
    Un caro saluto a tutti, … Anonimo (Sardo).

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    1. Grazie mille per la tua interessante ed articolata recensione, caro Anonimo Sardo! Ciao!

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  8. Non capisco come si possano criticare i bellissimi disegni di Piccatto dopo le mediocrità che si sono succedute su Zagor nel corso degli anni. Pazzesco.

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    1. Infatti! Per esempio i disegni di Nuccio, lodati come capolavori, sono dei disegni che sfigurerebbero persino su una fanzine ciclostilata!

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    2. Questo tuo giudizio sui disegni di Joevito Nuccio mi sembra alquanto ingeneroso. Naturalmente ognuno può avere le sue predilezioni, ma arrivare addirittura a bollarli come indegni “persino di una fanzine ciclostilata” non mi sembra oggettivamente vero. Nuccio può avere ancora delle “incertezze” e dei margini di miglioramento, ma ritengo che i suoi disegni siano molto belli e rappresentano la giusta via di mezzo tra il classico e il nuovo.

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    3. Concordo con te su tutta la linea caro Baltorr,
      Joevito a mio avviso, ad oggi, rimane una delle più valide proposte dell’assortimento di disegnatori “Zagoriano” e i suoi lavori, a prescindere dal livello di gradimento che è connesso alla discrezione di ciascuno, chiedono di essere apprezzati non solo per la loro bellezza estrinseca (giusto connubio tra la dinamicità del tradizionale tratto “FERRIANO” e la precisione maniacale per il particolare, tipica delle nuove generazioni), ma per la loro adeguatezza a quello che è il personaggio, alla congruenza del tratto a ciò che in ogni singolo passaggio o atmosfera lo sceneggiatore vuole esprimere, alla capacità di concretizzare graficamente le emozioni che i protagonisti stanno provando. Quanto alle “incertezze” da te richiamate, sono da sottolineare, proprio a questo proposito, gli enormi progressi compiuti dal nostro rispetto alla sua già ottima prova precedente; dopotutto è solo alla sua seconda esperienza sulla serie regolare ed io, nella rilettura della storia “Corsa disperata”, ho notato solo qualche insicurezza sul volto del piccolo messicano e qualche imperfezione nella resa dei personaggi di contorno, null’altro. Nessuna scelta sbagliata sulle inquadrature, illustrazioni precise, dinamiche che creano effetti di profondità e un ottimo senso d’atmosfera. (E comunque, parliamo di una storia che si dipana in ben tre albi – il che non è poco.) Soprattutto però è innegabile lo smisurato talento dimostrato nella realizzazione delle cover, che merita a mio avviso, di farlo assurgere ai primi posti dell’attuale ventaglio di grafici della testata. Copertine “vive”, dinamiche, efficaci per la caratterizzazione e presenza scenica del nostro eroe, le sole dotate di quella potenza evocativa, di quell’impatto visivo, in grado di riprodurre in me quella sensazione che mi si formava nella mente ammirando le copertine del compianto maestro di Recco ! I lavori di recente compiuti parlano da soli e due su tutti: l’immagine di Zagor armato di arco e frecce con i dischi volanti Akkroniani alle spalle, (credo realizzato per il secondo raduno dei “Bonelliani Siculi”) e la copertina dell’edizione croata della storia su richiamata. A parer mio due opere eccelse. Quello è Zagor (non ricorda le pose o la fisiognomica di Tex o Dylan Dog) inconfondibile nella sua rappresentazione classica ma con quel qualcosa in più che ne evidenzia la freschezza di stile. Per questo ritengo, senza per questo voler nulla togliere al buon PICCINELLI, il cui talento sicuramente avremo modo di apprezzare in futuro (o così mi auguro) che la mancata designazione del professionista Siciliano come copertinista, sia stata un’occasione persa.
      Un caro saluto, con affetto… Anonimo (Sardo)

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  9. Caro collega in anonimato... A parte Cesare Colombi nell'almanacco dell'avventura 2014 non mi sovvvengono ulteriori prove altrettanto disastrose.. e ripeto "sono uno di bocca buona"..
    con cordialità Anonimo (Sardo)

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  10. Ho acquistato l'albo per far vedere ai miei amici,tutti ferventi zagoriani,cosa intendo quando parlo di disegni pessimi.Ma a Piccatto l'hanno detto che Zagor è un uomo bianco,di origini irlandesi,con una corporatura atletica e con gli occhi azzurri? Sembrerebbe di no visto che Piccatto lo rappresenta come un nativo americano con gli occhi nerissimi! Le rappresentazioni di Zagor e Cico alle pagine 88 e 90 si commentano da sole! Difficile fare di peggio! Ora voglio soltanto pensare alle grandi storie che ci attendono nei prossimi mesi.A proposito ma hanno accorciato "La terra di baffin"? La storia doveva essere contenuta in un maxi,quindi 288 pagine. Nelle tue anticipazioni sembra però che non sarà così.Alla prossima...

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    1. Per quanto riguarda la Terra di Baffin, dai miei appunti gelosamente custoditi risulta questo:
      a luglio 2012 era una storia di 188 pagine;
      a novembre 2013 era una storia di 216 pagine;
      ad aprile 2014 era una storia di 254 pagine;
      a giugno 2015 era una storia di 246 pagine;
      a ottobre 2015 era diventato un Maxi;
      ad oggi è una storia di circa due albi e mezzo.

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  11. Ciao a tutti,
    scusate ma c’è un errata corrige per quanto riguarda il mio precedente intervento: l’anno dell’almanacco dell’avventura è il 2004 non il 2014 (ho scritto di getto utilizzando il mio smarthphone !!).. quanto al post di Frank66.. capisco la tua delusione e ti sono solidale.. confesso di non aver avuto la tua stessa impressione circa la trasposizione fisiognomica o la tonalità cromatica degli occhi del nostro, ma l’evidente difficoltà del citato professionista nel trasporre i personaggi principali della saga, nella caratterizzazione degli stessi, nella capacità di farli “recitare” e dello scarso dinamismo nelle scene, anche in quelle concitate, sono sintomi (secondo il mio indegno parere) di uno studio alquanto frettoloso e superficiale sia dell’eroe che dei suoi comprimari. A comprova di ciò ci sono alcune illustrazioni che sono più eclatanti nell’effetto immediato (quella a f.90 non riesco proprio a metabolizzarla!) e anche a f.96 se si osserva la vignetta in alto a destra comparandola al sottostante campo lungo è palese la maggior familiarità del disegnatore con l’indagatore dell’incubo, di cui anche su Zagor, nel profilo, ne ricalca le fattezze. (Taccio poi sulla rappresentazione del simpatico messicano; un esempio per tutti la vignetta centrale a f.88). Sicuro, ci sono diverse inquadrature maggiormente tollerabili, ma di certo non regalano brividi e sicuramente non sono destinate a fissarsi nella memoria. Ora, a prescindere da tali considerazioni e dai gusti di ognuno, non si vuole dibattere sulla bravura o della professionalità del disegnatore, che sono indiscusse, è assodato; ciò nonostante, per ciò che mi riguarda, la personalità grafica di Piccatto non mi è parsa sufficientemente attendibile sia per l’eccezionalità dell’evento atteso, che per il rispetto dei canoni interpretativi del nostro eroe, le cui incongruenze, a chi dovesse effettuare una lettura ben più attenta di quella "standard", saltano palesemente all’occhio.
    Baltorr, ti faccio i miei complimenti per le appetitose anticipazioni e i reportages dei successivi post.. ti prego continua così!
    P.S. volevo farti una domanda. Purtroppo per esigenze annesse a tempistiche lavorative ed alla lontananza dai luoghi di proiezione a suo tempo, con grande rammarico, mi sono perso il film “Noi Zagor”; confidavo però in una trasposizione in DVD dello stesso come avvenuto per “come Tex nessuno mai” hai qualche notizia al riguardo?
    Nel ringraziarti anticipatamente per la cortesia, porgo a te ed a tutti gli utenti di questo bellissimo blog, un affettuoso saluto…a presto,.. Anonimo (Sardo).

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    1. Innanzitutto, grazie per i complimenti.
      Per quel che riguarda le anticipazioni e i réportages, posso dirti che a breve posterò un articolo facendo una carrellata veloce su molti dei "work in progress" zagoriani attualmente in lavorazione: spero sarà di vostro gradimento.
      In merito a "Noi Zagor", credo che qualcosa si stia finalmente muovendo e confido (e spero) di vedere il DVD in edicola nel 2017...
      Un abbraccio, Anonimo Sardo!

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