Gerione, Caronte, Lucifero, i gironi
infernali e i dannati sottoposti a orribili pene...
Sulle orme di Dante e di Virgilio, anche i
nostri eroi oltrepassano la soglia dell’eterna dannazione. E, davanti a quegli
orrori, stanno davvero per lasciare ogni speranza.
Tuttavia, Harlan e Kurjak ancora una volta
si dimostrano indomabili. Soffriranno pene, morti e torture, supereranno
l’Acheronte e lo Stige, fino a raggiungere il lago ghiacciato sul fondo
dell’abisso infernale.
Ma poi... Come faranno a riveder le
stelle?...
Questa prima
storia dampyriana di Moreno Burattini
mi ha davvero appassionato.
L’idea di un’antica
magia che, per un accidente, riesce a conferire concretezza all’Inferno
immaginato da Dante Alighieri nella Divina Commedia, l’ho trovata davvero
originale. Lo sceneggiatore non si è limitato “escogitare” un modo per poter
far interagire i protagonisti della serie con i personaggi e l’ambientazione di
un’opera letteraria, ma – da razionalista (a volte fin troppo) qual è – ha
trovato una spiegazione oggettivamente plausibile perché ciò potesse accadere.
Da studente di
liceo classico avevo passato ore e ore a studiare le cantiche dantesche ed è
stato per me molto bello poter ammirare in un fumetto “drammatico” le raffigurazioni
di personaggi e situazioni in precedenza solo immaginate.
C’è davvero tutto
l’essenziale dell’Inferno.
La Selva: le tre fiere lince, leone e lupa
– cioè lussuria, superbia e cupidigia (pagg. 11/12);
Il Vestibolo: la porta che dà titolo al
fumetto (pagg. 47/48), gli ignavi, che corrono punti da vespe e il cui sangue
viene raccolto dai vermi (pagg. 51/52), il fiume Acheronte ed il traghettatore
Caronte (pagg. 55/63);
Il Primo Cerchio o Limbo: il castello dei virtuosi non battezzati o nati prima di
Cristo (pag. 64);
Il Secondo Cerchio: Minosse (pagg. 66/73),
i lussuriosi, con Paolo Malatesta e Francesca da Polenta (pagg. 89/92);
Il Terzo Cerchio: i golosi, colpiti da grandine e squartati da
Cerbero (pagg. 97/107);
Il Quinto e Sesto Cerchio: gli iracondi,
la Palude Stigia, la città di Dite e le Erinni (pagg. 120/132);
Il Settimo Cerchio: il Minotauro, il fiume
di sangue bollente Flegetonte, il mostro demoniaco Gerione (pagg. 141/149);
Il Nono Cerchio: il lago ghiacciato
Colcito, i traditori immersi nel ghiaccio (pagg. 153/156), ed infine Lucifero
che maciulla tra le sue fauci Giuda Iscariota, Bruto e Cassio (pagg. 159/160).
Insomma, un
vero compendio dell’Inferno dantesco trasposto in un fumetto bonelliano!
Da ultimo, v’è
da dire che anche il “modo” in cui Moreno
Burattini riesce a salvare i “suoi” personaggi è altamente originale:
nientemeno che riscrivere alcuni versi della Divina Commedia!!!
E così la terzina
“tanto ch’ i’ vidi de le cose belle/che
porta ’l ciel, per un pertugio tondo./E quindi uscimmo a riveder le stelle”
diventa “subitamente inver potranno
uscire/tornando in cima pur che giunti al fondo/coloro che furon qui senza
morire”, cioè tre endecasillabi, rispettosi della metrica, che permettono
ai protagonisti di uscire dall’Inferno.
Una storia a mio giudizio perfettamente riuscita, anche per quanto
riguarda i disegni.
Il genovese Fabrizio Longo,
alla sua prima prova bonelliana, non delude il lettore: le sue ambientazioni
infernali, i suoi demòni e mostri mitologici sono veramente ben realizzati,
soprattutto nelle cosiddette splash pages
(solo a puro titolo d’esempio, vedi le pagine 66, 71, 89 e 99). Molto buoni
anche i primi piani; forse c’è ancora qualcosa da migliorare per rendere più
“nitidi” i piani lunghi.
Ora consentitemi alcune annotazioni di carattere personale.
Devo confessare di sentirmi particolarmente legato a questa
storia, che ho avuto il privilegio di vedere nascere, crescere, modificare,
svilupparsi nel tempo ed infine venire pubblicata.
Fu
nel maggio 2013 che ebbi la possibilità di “sbirciare”
le
prime pagine di sceneggiatura…
Quindi,
quasi un anno e mezzo dopo,
nell’ottobre
2014, mi
vennero mostrate
le
prime tavole in formato digitale…
pag. 19 |
pag. 45 prima versione |
particolare pag. 48 prima versione |
particolare pag. 66 |
pag. 77 prima versione |
matite pag. 79 |
matite pag. 80 prima versione |
Nel
novembre dello stesso anno, a S. Margherita Ligure,
ebbi
la possibilità di conoscere personalmente
il
disegnatore Fabrizo Longo
che
mi mostrò alcune tavole in formato originale…
pag. 76 |
pag. 77 versione originale |
particolare pag. 77 con il liquore Becherovka |
…e
realizzò per me anche un disegno del volto di Dampyr.
L’anno
successivo, poi, all’inaugurazione della mostra
dedicata
a Moreno Burattini a Gavinana
ebbi
anche l’occasione di incontrare un “personaggio”
della
storia in carne ed ossa, vale a dire il prof.
Alessandro Monti
le
cui “sembianze” sono state date allo studioso Alessio Montanari.
Ma
ciò che mi rende più orgoglioso è il fatto di avere,
anche
se in minimissima parte,
contribuito
personalmente a questa storia…
Infatti,
dovete sapere che al liceo avevo imparato
a
memoria i primi dieci versi del terzo canto dell’Inferno
e
quando mi venne mostrato il particolare
della
scritta sulla porta…
…notai
subito un errore: il sesto verso non doveva essere
“la somma SPERANZA e il primo amore”
bensì
“la somma SAPIENZA e il primo amore”!
Lo
feci notare a Moreno Burattini ed
egli, ringraziandomi,
mi
disse che avrebbe provveduto a far subito correggere l’errore.
Infatti
nella prima striscia di pag. 48 del fumetto
oggi
potete leggere la forma corretta!
Chiudo
questa recensione mostradovi il disegno
di
un demonio di Fabrizio Longo
realizzato
a Rapallo il mese scorso
in
occasione del raduno zagoriano del Forum SCLS.
Davvero
terrificante…
Sempre sul pezzo, anche se non si parla di Zagor ma del suo, grandissimo, sceneggiatore.
RispondiEliminaGrazie Jelsy! Dopo tutto il blog si intitola "Zagor e altro.."; questo pezzo parla di "...altro.." :-D
EliminaIl grandissimo sceneggiatore di Zagor è una sagomaccia. Ero nel suo batcave qualche giorno fa - ha arredato la sua cantina come fosse la baracca di Pat e Cico - e davanti ad un paio di doppio malto non pastorizzata ( una sua ricetta segreta che la McFarland ha cercato invano di strappargli ) mi ha raccontato che Fab Longo si è presentato in via Buonarroti x un colloquio con il papà di Orfani, ma la sciura Pola - centenaria portiera della SBE sorda come un memorabile personaggio di Cico Sceriffo - ha capito si trattasse di Rrobbe Recchioni in persona a cui il Longo assomiglia e lo ha fatto entrare dalla porta segreta degli autori accreditati . Il cartoonist aveva disegnato un John Doe ed era stato invitato x discutere di un Dylan Dog Color Fest nome di lavorazione Pater Dolorosus in cui l'indagatore dell'incubo incontrava il personaggio cult di Recchioni e del non dimenticato Larry Bartoli. Il Rrobbe aveva fatto confusione con la sua agenda ed era altrove a diffondere il verbo bonelliano. Morbur ha visto passare il giovanotto con il naso x aria a guardare le tavole appese alle pareti fino a al momento in cui è rimbalzato contro il Mignacco ed è caduto sul lato B spargendo intorno i suoi disegni. Uno è atterrato ai piedi di Morbur e Boss Boselli, ma Moreno è stato + lesto ad acchiapparlo ed il resto è storia...
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