Quali segreti nasconde la misteriosa villa
rimasta sommersa sotto il lago Weir, creato dalle acque di un fiume dopo una
frana che ne ha sbarrato il corso?
“Digging” Bill è convinto che l’edificio
custodisca un tesoro, ma quella casa e il bacino che la ricopre hanno fama di
essere infestati dai fantasmi degli abitanti che rimasero vittime del
cataclisma.
Zagor aiuta Bill a sfuggire prima a un
gruppo di pellerossa, poi a una banda di malintenzionati decisi a mettere per
primi le mani sul tesoro della villa, ma un turbinare di inquietanti
avvenimenti fornisce allo Spirito con la Scure tutti gli indizi per scoprire
che cosa realmente accadde, in quella casa, la tragica notte dell’alluvione.
Questo sesto Color Zagor
prosegue la tradizione che vede dedicare ogni numero di questa collana ad un
diverso comprimario dello Spirito con la Scure. Questa è la volta del simpatico
e briccone cacciatore di tesori Beniamino Redwell (o Rockwell, nemmeno lui se
lo ricorda più) meglio conosciuto come “Digging”
Bill.
La storia di Samuel
Marolla (qui alla sua seconda prova zagoriana, dopo la bella avventura
carceraria apparsa sui nn. 594/595 della serie regolare: Hellgate brucia!) è ambientata nel Maine, e ciò di per sé non
avrebbe nulla di eccezionale (Zagor c’è già stato altre volte, la prima delle
quali nell’avventura in cui scopriva i vichinghi di Wineland); ma se il lettore
smaliziato pone attenzione al fatto che i nostri eroi transitano dalla
cittadina di Bangor e che ad un certo
punto (a pag. 62) compaiono due cartelli segnaletici che recano il nome di
altre due cittadine (Castle Rock e Derry) ecco che non può fare a meno di
pensare: sto leggendo un romanzo di Stephen King?
Se a ciò aggiungiamo anche altre suggestioni che richiamano alla
mente le opere “kinghiane” (in particolare Shining,
soprattutto nella sua riduzione cinematografica ad opera di Stanley Kubrick) ed
il fatto che lo sceneggiatore è anche autore di libri horror, ecco che non
possiamo fare a meno di restare completamente avvinti da una trama che presenta
tutte le migliori caratteristiche della letteratura del soprannaturale!
Citazione dal film Shining |
A me la storia è piaciuta molto, sia per il ritmo “lento” con il
quale si svolge, sia per la suggestiva atmosfera di angoscia che si respira
leggendola, sia per i personaggi di contorno, molto particolari, caratterizzati
benissimo e mai stereotipati. Zagor è sempre sicuro di sé, Cico gestito molto
bene e “Digging” Bill nella migliore tradizione nolittiana.
In particolare su quest’ultimo personaggio, mi piace citare il
concetto che esprime lo stesso Marolla
nella sua intervista apparsa sul sito della S.B.E.: “Ma soprattutto, in Bill ho sempre sentito una
strana ambiguità di fondo. Bill nasce come antagonista di Zagor e come
personaggio parzialmente negativo. Poi subisce una fisiologica trasformazione,
e oggi è grande amico di Zagor e Cico. A me, però, piace quel suo iniziale
spirito canagliesco, che a volte viene fuori dalla pagina anche se
ufficialmente ormai fa parte dei "buoni". Ecco, nella mia storia ho
voluto tornare un po' allo spirito di quel primo "Digging" Bill,
naturalmente senza stravolgere il personaggio che oggi conosciamo bene, ma
recuperando alcuni lati truffaldini del suo carattere”. In tutto
ciò, devo dire che l’autore ha fatto centro!
Olive Oatman |
Tra gli altri personaggi della vicenda, Miss Clarice è
sicuramente quello che colpisce di più, anche per il singolare tatuaggio che
porta sul mento. Marolla si è
ispirato alla reale figura di Olive Oatman che nel 1851, quando era
quattordicenne con la sua famiglia partì dall’Illinois alla volta della California.
Lungo il tragitto la famiglia si smarrì e giunse nei territori dell’odierna
Arizona, dove vennero assaliti e annientati dagli indiani Yavapai. Le uniche
superstiti, grazie all’uso della tribù che prevedeva di risparmiare le ragazze,
furono lei e sua sorella Mary Ann di soli sette anni. Le due sorelle furono
imprigionate e schiavizzate dagli Yavapai per poi essere cedute ad una tribù
Mohave. Presso tale tribù vennero tatuate con la polvere da terra pietre blu.
Mary Ann morì di fame, durante una grave siccità che decimò i nativi, e Olive
continuò a vivere con le persone Mohave, integrandosi fra di loro; tant’è che
sposò uno di essi ed ebbero due figli. Anni dopo, nel 1856 un drappello
rinvenne Olive e la ricondusse nella sua civiltà originaria, quella bianca.
Olive fu nuovamente sconvolta psicologicamente dallo sradicamento dalla sua
nuova vita nella tribù in cui era stata accolta. Morì per un attacco di cuore
il 20 marzo 1903.
Eva di Hell on wheels |
Ai forumisti
di SCLS che evidenziavano questa somiglianza, insieme a quella con il
personaggio di Eva della serie televisiva Hell
on wheels (anch’essa accompagnata da uno “svedese”), Marolla rispondeva:
“Clarice
si ispira a Olive Oatman, non alla serie Hell on Wheels (che pur adoro). Lo
"svedese" giuro essere una coincidenza rispetto a Hell on Wheels, non
ci avevo nemmeno pensato. Infatti sono diversissimi per fisico e carattere.
La
mia maggiore fonte di ispirazione per lo svedese è "il tedesco",
alias Esse-Esse nel meraviglioso speciale di Mister No "Dark Lady".
Poi Paolo Bisi lo ha reso più "Viking" di quanto io avessi in realtà
immaginato nella mia testa. Ma la versione di Paolo è molto meglio della mia
idea astratta, quindi perfetto così!”.
Sempre molto belli i disegni di Paolo Bisi (che, guarda caso, aveva esordito come disegnatore
zagoriano proprio con un’avventura nella quale era coinvolto anche “Digging”
Bill: l’Almanacco dell’Avventura 2006 Il
tesoro di Digging Bill), che si è anche divertito a inserire nella storia
una “comparsa” che ha le sue stesse fattezze (pag. 13, vignetta 2).
In conclusione, non posso che applaudire a questa nuova prova
dell’accoppiata Marolla/Bisi, in attesa di leggere loro nuove
avventure (anche in formazione disgiunta, naturalmente)!
Da ultimo,
riporto una risposta data da Samuel
Marolla sul Forum SCLS che può risultare interessante per capire le
dinamiche redazionali all’interno della Casa Editrice.
A chi gli
chiedeva se per questo Color avesse avuto meno necessità
di cambiamenti imposti dalla casa editrice rispetto alla storia uscita su due
albi della collana Zenith, lo sceneggiatore rispondeva così:
“No,
non vi è stata alcuna differenza sulla gestione editoriale rispetto alla doppia
di Hellgate Brucia.
Ho
lavorato, direttamente e indirettamente, con diverse serie Bonelli, così come
ho buona esperienza di direzioni editoriali nelle case editrici di narrativa,
sia Big (Mondadori) che indipendenti, quindi ho conosciuto e ho visto lavorare
molti curatori editoriali.
Per
la mia personale esperienza, Moreno è un ottimo curatore, che permette il giusto
equilibrio fra la creatività personale dello sceneggiatore, le
"regole" del personaggio e della serie, e la coerenza logica.
Su
quest’ultimo punto, se vi è qualche (innocuo) "peccatuccio", la
responsabilità è mia e non certo di Moreno, che è invece molto scrupoloso. Essendo
però io un autore un po’, diciamo, "irrequieto" artisticamente, non è
facile imbrigliarmi, e quindi qualcosa ogni tanto sfugge alle sue pur attente
verifiche”.
Confermo in tutto e per tutto il Tuo giudizio, caro e ben trovato Baltorr. La storia, pur "puzzando" di soprannaturale sin dall'inizio devo dire che presenta quasi una sua credibilità, che rendono la suspence ancora più terrificante e mai horrorifica.
RispondiEliminaUn bel mix di azione ma anche di mistero, due elementi dell'avventura in senso lato che è sempre difficile, a io parere, coniugare.
Marolla si conferma ottimo sceneggiatore: anche l'avventura di Hell gates mi era piaciuta molto per ritmo narrativo, suspence e colpi di scena. E poi l'assedio alla prigione e lo scenario - quasi gotico - che traspare li ho trovati davvero molto piacevoli.
Così come ho trovato, tutto sommato, godibile anche il ritorno di Smirnoff, ma su questo attendo il Tuo prossimo blog.
Un abbraccio
Giovanni 21
La mia recensione sul ritorno di Smirnoff conto di preparala nei prossimi giorni.
EliminaUn abbraccio, Giovanni!
Anche a me è piaciuto quest'altro Color Zagor.
RispondiEliminaAvevo letto, se non ricordo male, che dovevano essere dei racconti, come hanno fatto con il Color Tex. Per fortuna no, perché secondo me storie brevi di Zagor (come anche di Tex) non funzionano.
Ormai le eventuali storie brevi di Zagor credo saranno sempre inserite in uno dei Maxi della serie I Racconti di Darkwood e non nei Color (che hanno un'altra "filosofia": coprotagonisti importanti di Zagor...).
EliminaQuelli dei Racconti di Darkwood m'erano piaciuti, non erano proprio storie brevissime. E poi erano costruite per fare un discorso unico.
Elimina