venerdì 2 febbraio 2018

La vendetta di Smirnoff (Zagor Gigante 628/630)




Lo Spirito con la Scure torna dopo anni nell’inaccessibile rifugio in terra canadese del Duca Smirnoff, ma tra le macerie della fortezza da cui dominava il territorio trova il cadavere del despota russo. In una notte di tempesta, un suo vecchio amico – il Conte di Lapalette –si spinge fino a Darkwood per avvertire Zagor che Smirnoff, in realtà, è ancora vivo e sta cercando di far scoppiare una guerra tra l’Impero Britannico e quello Russo!
Smirnoff, infatti, vuole uccidere un lord inglese, erede al trono della corona britannica, facendo ricadere la colpa sui russi, così da far scoppiare una guerra tra i due imperi. Per impedirlo, Zagor ottiene l’aiuto di alcuni amici, abili nel gioco d’inganni dello spionaggio internazionale. Ma il tempo per evitare il peggio è poco.
Tanto più che, nelle foreste dell'Ontario oltre il confine canadese, il diabolico Smirnoff, maestro dell’intrigo, si finge amico di Lord Malcom Peacejoy, erede al trono della corona britannica (colui che egli vuole eliminare), e accusa Zagor di voler essere lui ad attentare alla vita del nobile, scatenandogli contro le giubbe rosse giunte da oltreoceano e i fieri guerrieri indigeni sudditi del re britannico…

Luigi Mignacco decide di riprendere le fila di una storia rimasta in sospeso per quarant’anni, quella de La fortezza di Smirnoff di Alfredo Castelli e Franco Donatelli (pubblicata nel 1978), giudicata da Sergio Bonelli/Guido Nolitta la peggiore di Zagor…


L’inizio della storia è molto bello e ben architettato.
Con due flashback ci vengono rinarrate la conclusione di quella vecchia avventura mostrandoci nel contempo i retroscena dal punto di vista di Smirnoff e ciò che Zagor fece in seguito per assicurarsi che il suo avversario fosse morto. Inoltre, veniamo a sapere che: il visconte e il granduca di Badenlandia (nazione che non è mai esistita) sono in realtà due agenti segreti russi; quella che inizialmente era stata fatta credere come la formula di un esplosivo (poi rivelatasi una banale lettera d’amore) conteneva una lista di agenti britannici; Smirnoff era di nazionalità russa e un pericoloso nemico dello Zar.
Quindi, con l’arrivo a Darkwood del Conte di Lapalette, scopriamo che Smirnoff non è affatto morto e vuole assassinare Lord Malcom Peacejoy, erede al trono della corona britannica, attualmente in America, per scatenare una guerra tra Regno Unito e Russia.
Da qui prende inizio tutta la vicenda che vede Zagor intervenire per impedire un assassinio che avrebbe conseguenze destabilizzanti sul panorama politico mondiale…
Mignacco riesce così a trasformare la storia originaria (più comica che avventurosa) un una storia di spie, agenti segreti e pericolosi intrighi internazionali. La sua bravura sta soprattutto nell’essere riuscito a “rivisitare” la vicenda senza cadere in contraddizione e utilizzando una serie di scelte narrative davvero efficaci.

La vicenda entra nel vivo nel secondo albo, con inseguimenti e duelli nella palude, con molteplici richiami a storie passate (le vipere nere de Il messaggio tragico – nn. 13 e 14 della serie regolare; L’uomo nel mirino – Maxi Zagor n. 14; La lunga marcia – Maxi Zagor n. 2; il manuale del prestigiatore utilizzato dall’impareggiabile Cicolini ne La fortezza di Smirnoff; il capitano Harriman dell’albo n. 59 Servizio segreto) e con Smirnoff che riesce a far credere agli inglesi che sia Zagor colui che vuole attentare alla vita di Lord Peacejoy.
Ciò che forse “stona” un po’ in questa seconda parte è la riproposizione in versione macchiettistica di Popov e Popof (il duca e il visconte della storia originale) dopo che nel primo albo era stato chiaramente detto che la loro goffaggine faceva parte della loro copertura di spie… ma tant’è.

Nel terzo albo l’avventura si conclude con delle belle scene di inseguimento nei boschi tra Zagor e gli indiani alleati degli inglesi e con lo smascheramento di Smirnoff, e la sua conseguente dipartita (sicuramente non definitiva). Il tutto condito con una specie di doppio colpo di scena finale: dapprima il lettore è portato a credere che Smirnoff fosse il nuovo Tessitore; in realtà nelle ultime pagine viene rivelato che il malvagio russo era solo un burattino del vero Tessitore (che aveva fatto in modo di fargli credere di essere lui il capo), e che stava solo mettendo in atto un piano che faceva comodo alla sua organizzazione terroristica. Si apre in tal modo la strada al prossimo ritorno del Tessitore, probabilmente sempre ad opera di Mignacco.

Il mio giudizio sul questa storia divertente e scorrevole, è in buona sostanza positivo. Qualche critica potrebbe essere sollevata in ordine al fatto che, dopo un ottimo inizio, nel suo complesso la vicenda principale si risolve quasi da sé (nell’ultimo albo ho avuto quasi l’impressione che Smirnoff stia sulla scena semplicemente ad aspettare che succeda qualcosa, e non ad agire attivamente); inoltre, mi ero aspettato che Smirnoff ci rimettesse le penne definitivamente, questa volta: invece così non è, e me ne farò una ragione; da ultimo, l’epilogo un po’ frettoloso col Tessitore mi è parso quasi messo lì semplicemente per far intendere ai lettori che questo personaggio prima o poi tornerà…
Per quanto riguarda la prova di Walter Venturi ai disegni, devo dire che i suoi chiaroscuri e la cura del particolare sono eccezionali. Belle le sequenze in movimento nella palude e nella foresta (vedi la pag. 17 del secondo albo e le pagg. 36 e 37 del terzo albo) e le “quasi” splash-page che realizza (ad es. le prime vignette del primo albo a pag. 3 e a pag. 56; la terza vignetta del terzo albo a pag. 44). Piacevole l’inside joke con il Batman di Frank Miller nella quarta vignetta di pag. 27 del primo albo.




5 commenti:

  1. Cari Amici, ben trovati.
    Premetto che la prima avventura con il Duca Smirnoff mi era sostanzialmente piaciuta fno al finale, quando la storia della lettera d'amore aveva un po' "buttato in vacca" l'avventura che fino a quel momento aveva avuto più di un momento di tensione: l'agguato a Lapalette, la spedizione; l'accesso al castello; l'acqua etc. mi sono parse belle trovate.
    Benché io non sia favorevole ai ritorni, devo dire che il rientro del Duca è stato architettato in modo credibile; bella la trovata della lettera che contiene in realtà i nomi di agenti segreti (ricorda un po' Skyfall..) e credibile ed interessante pure il ruolo del Duca nella complottistica internazionale.
    Impagabili, devo dire, gli assalti di Zagor nella sua palude a quei sfortunati di sicari mandati dal Duca...
    sicchè storia approvata! (almeno per me)
    Vi abbraccio
    Giovanni21

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  2. Ciao Baltorr,bentornato "operativo"sul tuo blog! Già che ci siamo,cosa sai dirci del prossimo ritorno del Tessitore? Se non erro,un anno fa',era tra le storie in cantiere! Inoltre,molti zagoriani,tra cui il sottoscritto,vorrebbero sapere di quanti albi è composta esattamente la storia di Ramath,che leggeremo a partire dal mese di aprile sulla serie regolare:sono tre o quattro? Alla prossima...

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    1. Ecco qua il nostro caro Frank66 con le sue domande e curiosità!!!
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      1) Mignacco ha già scritto le prime 50 tavole ma per ora non c’è un disegnatore (Moreno mi dice che lo troverà presto).
      2) La storia di Ramath è composta da tre albi ma NON la vedremo nel mese di aprile. La vedremo a partire da settembre, per dei cambiamenti che sono stati fatti alla programmazione in seguito a due grosse novità di cui presto sapremo tutto.

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  3. I think that this story is very good because it has great team-up of two excellent villains.Their alliance is interesting and could make great stories.The Weaver has potential to become second archenemy,like Blofeld to Bond.Dear Baltorr,can you tell us how will Mignacco bring him back?And what about old Weaver,Marvin Sykes? Thank you.

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    1. Dear Ivan, I'm glad you enjoyed the story of Smirnoff's return. Regarding the Weaver, as I have already written in a previous reply, Mignacco wrote about 50 pages of the story that will see his next return. I'm also curious to see how the writer will return it and to know what happened to Marvin Sykes. Hello!

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