martedì 29 dicembre 2020

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (28)

Il clima decisamente invernale

che avvolge la natura circostante

(come potete vedere dalla foto sopra)

non ci ha impedito di lavorare

sulla ventottesima puntata di

A domanda… Moreno risponde

e di pubblicarla qui di seguito.


Vi informo che nel frattempo

con le vostre domande

è già stata completata la serie 29

e più di metà della serie 30.


Ringraziamo Moreno Burattini

e non indugiamo oltre…


1 – Gentilissimo Moreno, alcune anticipazioni lette sui forum dicono che sei al lavoro su una storia della regolare di Tex con disegni di Rubini.  Da lettore di Tex ho sempre pensato che sia un personaggio difficile da sceneggiare, con tanti paletti, e che oltre ai malfattori tenda ad uccidere anche gli autori. Senza ovviamente spoilerare, ti volevo chiedere come dovremmo aspettarci il “Tex di Burattini”? Un Tex infallibile, granitico, con pochi dubbi come era solito sceneggiarlo GL Bonelli, oppure un Tex più umano e con meno certezze (più “zagoriano” come dicono alcuni detrattori) come invece lo tratteggiava Nolitta? Grazie per tutta la tua disponibilità verso noi lettori!

Tex è estremamente difficile da sceneggiare, perché per ogni gesto, ogni movimento, ogni parola ti devi chiedere se davvero lui farebbe o direbbe così, come i lettori si aspettano, o se lo stai facendo stonare. Per fortuna c’è un custode dell’ortodossia ed è Mauro Boselli. Dovendo passare sotto le sue grinfie, mi sento guidato (devo dire che, per fortuna, ci passo sempre quasi indenne). Il mio Tex preferito è quello di Nolitta, ma del resto io sono un nolittiano: tuttavia, nessuno si è mai potuto prendere le libertà che Sergio Bonelli si concedeva. Non di certo io. Cerco di non calcare la mano sull’infallibilità, ma neppure di dare adito a dubbi al riguardo: il mio Tex fa le cose giuste in modo spontaneo. Ho aggiunto un minimo di ironia. Punto a una storia gradevole da leggere (secondo la mia forma mentis) e so di essere chiamato al servizio dell’eroe, non a fornirne la mia interpretazione. Anche se, inevitabilmente, la calligrafia si riconoscerà.

2 – Riferendomi alla domanda n. 17, pubblicata sulla 26esima serie, vorrei fare una testimonianza che mi riguarda. Sono praticamente nato (1962) insieme a Zagor, da ragazzo lo leggevo e lo collezionavo, era il mio personaggio preferito, poi verso i 18/20 anni ho regalato la collezione e mi sono dedicato ad altri interessi. Nel 2014 mi è stato diagnosticato un tumore e nel 2015 mi sono operato; oggi sto bene ma la malattia ha lasciato una conseguenza molto importante. Praticamente ho rivisto le mie priorità. Ho ripreso a leggere fumetti e sopratutto Zagor, ho recuperato quasi tutti gli albi e lo seguo con più amore di prima. Zagor non mi ha salvato la vita, ma sicuramente mi ha aiutato a non entrare in una brutta depressione conseguente all’intervento. Grazie Zagor, Cico e tutto il mondo Zagoriano per la compagnia che mi avete e continuate a farmi, ma sopratutto grazie a Moreno Burattini che riesce a trasmettermi il suo amore per il personaggio. Grazie di cuore.

Mi permetto di riportare qui di seguito, per maggior chiarezza, la risposta alla domanda n° 17 della 26° serie (serie rintracciabile qui), a cui si fa riferimento. Grazie per questa ulteriore  testimonianza, e mille auguri.

Adnan Mehmedovic, di Sarajevo, che ho conosciuto grazie a un incontro svoltosi di recente per via telematica  in collegamento con la Bosnia Erzegovina (nei Balcani, lo Spirito con la Scure gode di una incredibile popolarità). Adnan  ha raccontato, a me in privato e quindi in pubblico, un toccante aneddoto riguardo gli anni della guerra nella ex-Yugoslavia, quando lui era bambino: avendo pochi minuti per scegliere cosa portare via dalla casa che doveva abbandonare, prese con sé i fumetti di Zagor, che poi gli fecero grande compagnia nel tempo che trascorse da profugo. Adnan mi ha detto che gli albi dello Spirito con la Scure hanno aiutato tanti come lui a superare e sopportare quel periodo terribile.

3 – Caro Moreno, ti voglio chiedere se ci sia stata una discrepanza per quanto riguarda l’inizio e la fine della serie Darkwood Novels. Mi riferisco al fatto di far dire al personaggio misterioso di avere avuto come maestra la sola madre mentre sul finale viene annunciato che il padre adottivo l’ha voluta far studiare a scuola. A meno che la madre non fosse un’insegnante, puoi chiarire questo dubbio?

Il dubbio nasce da che cosa si intende per “maestra”. Terence, il padre adottivo, non è vissuto a lungo ed era, appunto, un padre adottivo che non ha preteso di dettar legge, dato che la bambina era figlia di una nativa americana di cui ha voluto rispettare l’identità. Quindi non ha trasformato Fiore della Notte in una bianca, ha accettato la sua etnicità (non tanto quella del sangue, che al cinquanta per cento è bianco, quanto quella dello spirito). Dunque Terence ha voluto dare una istruzione alla bambina, perché le fosse utile nella vita, ma la “guida” di quella vita è stata la madre, “maestra” secondo l’espressione latina “magistra vitae”.

4Gentile Moreno, ho letto la tua risposta riguardante Kandrax e le varie interpretazioni di Kandrax che sono avvenute negli anni (quattro in tutto, da diversi sceneggiatori). Chiaramente, ogni sceneggiatore vede un personaggio e lo sceneggia come più gli sembra giusto ma non ti sembra che, invece di modificarlo leggermente, mantenendolo quindi come quello della prima avventura in cui apparve e che, secondo te, i lettori non dovrebbero invece aspettarsi, sia stato completamente stravolto, mettendo nel mezzo non solo i suoi poteri mentali ma addirittura altre realtà che hanno reso il personaggio non solo diversificato, ma forse anche “rovinato”? Mi spiego chiedendoti se sia stato il caso di farlo utilizzare a diverse persone (che poi di fatto non sono più nello staff o non lo saranno mai in pianta stabile) che, in fondo, non hanno saputo rendere omaggio a chi lo ha creato, bensì lo hanno portato da tutt’altra parte di dove era all’inizio. Ecco spiegato il mio concetto di stravolgimento, che in alcuni casi può essere positivo, ma osare troppo a volte si rischia di uscire dai binari, non trovi?

I personaggi (anche i cattivi) si evolvono nel tempo. Basterà pensare a Mefisto, un villain che potrebbe avere qualche punto di contatto con Kandrax. Quando compare è poco più che un prestigiatore da avanspettacolo, con il tempo acquista poteri strabilianti. Lo stesso vale per i grandi nemici dei supereroi, dal primo nemico dell’Uomo Ragno, l’Avvoltoio, a quasi tutti villain della Marvel in generale,  Si potrebbero fare decine e decine di esempi (persino riguardanti il Re delle Aquile o Hellingen). O un nemico muore subito e definitivamente, o ogni sceneggiatore che lo prenderà in consegna cercherà di renderlo più cattivo e più potente, perché se il “livello” resta lo stesso, si è già visto che l’eroe riesce a batterlo. Deve costituire un pericolo maggiore. Nel caso di Kandrax, c’è un altro aspetto di cui tener conto: è un druido, uno stregone. Se nella prima storia dimostra dei poteri mentali, nulla ci dice che non ne abbia altri, o che non possa attingere al grande pozzo della mitologia celtica, un incredibile calderone di leggende, di personaggi, di divinità. Nolitta ci ha mostrato un aspetto dei suoi poteri (due, se si considera la capacità di finire in “animazione sospesa”), ma dove sta scritto che non ne abbia altri, da buon druido che si rispetti? Perché rinunciare alle suggestioni dei miti celtici? Perché privarsi delle sfide sempre più difficili in cui possiamo vedere impegnato Zagor? È molto più bello, invece,  per  il lettore, venire sorpreso da prospettive nuove. C’è perfino un aspetto di arricchimento culturale: la contaminazione tra Kanrax e le leggende dei guerrieri del ramo rosso operata da Boselli ha nobilitato la saga zagoriana, alzandone il livello. Mi sembrerebbe molto riduttivo dover tarpare le ali a uno stregone, dicendogli: tu hai solo dei blandi poteri mentali, e non puoi apprenderne o manifestarne altri. Si finirebbe per ripetere sempre la stessa solfa. Capisco che un lettore molto tradizionalista che vuol recuperare le emozioni dell’infanzia perduta voglia rivivere sempre la medesima storia, però c’è anche da tenere di conto il pubblico non altrettanto nostalgico, magari curioso di vedere succedere qualcosa di diverso, desideroso di lasciarsi meravigliare dalle trovate di uno sceneggiatore che cerca di non riscaldare la stessa minestra. Perciò, non credo che un mago in grado di poter contare su una tradizione millenaria di magie possa essere “rovinato” se fa il suo lavoro di cattivo aumentando sempre il livello di difficoltà del suo scontro con Zagor.  Finché Kandrax fa il mago, e la sua magia è riconducibile a quella dei druidi, non c’è nessuna “rovina”, il personaggio è rispettato. Sarebbe tradirlo riducendolo a un ipnotizzatore: ma come, c’è un druido a disposizione e lo si vuol solo far dire “a me gli occhi”? Poi, è evidente che la proposta di uno sceneggiatore può piacere o non piacere, i gusti sono personali. Ma non mi pare che Kandrax sia uscito dal seminato delle sue potenzialità, già tutte in nuce nella proposta nolittiana: che fosse un druido lo ha stabilito Sergio Bonelli, gli altri sceneggiatori ne hanno solo tratto le conseguenze.

5 – Egregio Moreno, Le vorrei chiedere se sia possibile che il boss de “La Montagna di Fuoco” dopo aver saputo dello scoppio di una parte del vulcano, abbia issato bandiera bianca sul voler mettere le mani su quei diamanti che, come dice Zagor, non dovrebbero esistere più. Non ce ne sono, seguendo la sua teoria, oppure dopo il conseguente raffreddamento non ve ne è in quantità sufficiente da mobilitare altri suoi scagnozzi per arraffarli?

Immagino che il cataclisma dell’esplosione del vulcano abbia sconquassato a tal punto la zona da rendere problematiche le ricerche di diamanti, dato lo stravolgimento del terreno e le colate laviche che lo hanno ricoperto. I diamanti che si potevano trovare seguendo certe regole e criteri chissà dove saranno finiti: probabilmente il caos ha tolto anche agli esperti i punti di riferimento per trovarli. Non sono un geologo e dovrei chiedere lumi. Tuttavia, ricercare diamanti non è di per sé una attività illecita: lo diventa, per esempio, se si è disposti a uccidere pur di trovarli, o far violenze a una tribù indiana, o mettere a rischio la pace di una regione. Queste minacce sono state sventate ne “La montagna di fuoco”: se una nuova storia sul Saskatoon dovesse riproporre le situazioni già viste, meglio soprassedere e cercare idee nuove. Per la cronaca, sul vulcano Zagor è tornato grazie a Luigi Mignacco nella storia “L’orda infernale”.

6 – Caro Moreno, ne “La Sorgente Misteriosa” viene dato atto che si tratti di un meteorite ciò che scollega un’intera tribù indiana del passato da quelle del presente. Non vi è davvero un modo per farli invecchiare normalmente senza che dopo un po’ di tempo non si tramutino in cenere? Per loro, forse, sarebbe meglio rimanere dall’ “altra parte” ma, se un pezzo anche minimo di quel meteorite potesse riuscire a riaprire quel varco fra le due Darkwood, ciò potrebbe dare adito ad un loro ritorno? E poi, che tribù indiana era?

Non credo (almeno, non lo ricordo) che alla tribù indiana de “La sorgente misteriosa” sia stata data una etnia. Si trattava peraltro di un gruppo che era rimasto isolato fuori dal tempo da moltissimi anni, per cui potrebbe persino non essere identificabile con i ceppi pellerossa dell’epoca di Zagor. Mi fa piacere che quella storia solletichi ancora curiosità. Certo, un escamotage per riaprire il varco si potrebbe trovare, servirebbe però uno spunto un po’ più interessante, che aggiunga nuove suggestioni e non ripeta quanto si è già visto. Magari dei banditi potrebbero trovare nella dimensione fuori dal tempo il covo perfetto per le loro malefatte…

7 – Caro Moreno, mi scuso per non essere stato limpido nella mia domanda su Hellgate. Lo paragonavo a Fort Stanton per il fatto che potrebbe essere stato, come l’avamposto, costruito sopra linee di forza come quelle che studiava Carmody nel Maxi. Voler parlare di demoni e mostri l’ho voluto intendere come possibile varco per il quale, attraverso la prigione, potessero scatenarsi forze soprannaturali, e non che di queste ce ne sia la presenza nel balenottero. Detto ciò, cosa pensa di questa idea?

Le linee di forza su cui era stato costruito Fort Stanton sono, per quanto se ne sa (nei presupposti de “Il forte abbandonato”), del tutto immaginarie, frutto delle folli convinzioni del comandante (per quanto facciano riferimento a teorie arcane realmente diffuse). Sia la storia con Fort Stanton che quelle con Hellgate sono storie “realistiche”. Di solito tendo a separare personaggi e luoghi zagoriani al centro di intrecci realistici da quelli contaminabili con il fantastico. Per esempio, escludo che “Guitar” Jim possa avere a che fare con dei maghi o degli stregoni, o che venga rapito dagli UFO. Viceversa, quando c’è di mezzo il dottor Metrevelic è probabile che ci sia in agguato qualche mostro. Hellgate lo vedo come appartenente alla prima categoria, luoghi reali e drammatici.

8 – Gentile Moreno, quando vidi apparire quella bellissima donna disegnata da Massimo Pesce e che di nome fa Henry Raven, ne rimasi folgorato. Pesce è stato spesso scelto perché sa rappresentare le donne in maniera magistrale (Gambit e la compagna di Takeda, tra le altre) ma il possibile flirt che sarebbe potuto scaturire con Zagor spero che possa essere stato soltanto rimandato. La vedrei addirittura bene a prendere il posto dell’agente Raven di altrove, avendo già un cognome di grido anche se non so se debba cambiarlo (e poi hanno già una donna al loro servizio). Abituata a comandare come è, forse prendere ordini da altri non farebbe per lei, in ogni modo; ma auspico un suo ritorno che possa far nuova luce su un possibile rapporto romantico fra lei e lo Spirito con la Scure. Pensa che possa accadere?

Credo che Jacopo Rauch, da me sollecitato in questo senso, abbia in mente un ritorno di Henry Raven. Vedremo che cosa tirerà fuori dal suo cilindro.

9 – Caro Moreno, ti ringrazio per la tua signorilità e la disponibilità al confronto con noi zagoriani. Avrei alcune considerazioni da fare in merito a “Le Origini” e alle “Darkwood Novels”.

ORIGINI: Personalmente avrei preferito non sapere che il padre di Zagor è stato torturato prima di morire e mi ha stupito il “revisionismo” sulla figura di Mike Wilding, trasformato da “il più feroce carnefice bianco” in un uomo debole vittima delle circostanze, che lungi dal riabilitarla la depotenzia drasticamente. Da un lato si cerca un taglio narrativo più moderno, dall’altro si compie una clamorosa marcia indietro sull’elemento caratterizzante l’intera serie: la colpa atavica di Zagor. Il rapporto padre-figlio era già stato magistralmente risolto da Boselli, il quale aveva pure, lo dico scherzosamente, abbuonato venti vittime al giovane tenente. La versione delle “Origini” può coesistere con quella di Nolitta-Boselli, ribadita da Burattini e Giusfredi, solo considerando Salomon Kinsky un bugiardo. Ma perché il predicatore dovrebbe mentire parlando di un ordine di fucilazione di metà tribù, trasformato poi in ordine di decimazione, dato da Mike Wilding per ritorsione? Perché inventare particolari inesistenti? Inoltre accettando questa ipotesi, avremmo la conseguenza che alcune delle più belle pagine dell’intera serie (il commovente incontro del numero 400) non raccontino di magia indiana ma di psicanalisi, essendo frutto dell’inconscio di Zagor: esito invero paradossale per un fumetto fantastico. Sulla scorta di queste considerazioni, onde evitare una micidiale confusione filologica, a mio avviso le “Origini” sono da ritenersi alternative e non complementari allo Zagor ufficiale, in modo da ripristinare anche la sua sincerità, elemento non secondario: se così non fosse dovremmo dubitare dalla sua parola ogniqualvolta rievochi episodi del suo passato con conseguenze sull’identificazione lettore eroe. In tale ottica il mio giudizio è positivo ed è meritorio il tentativo di rendere organiche le vicende del passato di Zagor, sebbene creando una biografia parallela a quella ufficiale. Ho apprezzato la sceneggiatura: commovente la scena in cui Pat chiede scusa a Fitzy. Bene pure i disegni e la colorazione.

DARKWOOD NOVELS. Non hanno incontrato il mio favore. Secondo me l’omosessualità va bene su Ken Parker, Dylan Dog o altri fumetti, non sulle serie classiche come Zagor o Tex. Se uno compra Zagor perché deve trovarci Ken Parker? Io ho delle riserve perfino sul pur ottimo Tex di Berardi. Ken Parker è un fumetto realistico e d’autore, l’esatto contrario di Zagor. Perché Zagor deve andare a incartarsi con la realtà? Io sono un estimatore di Berardi e della sua insuperata capacità di rendere vivi personaggi di carta, come in “Diritto e rovescio”, ma in Ken Parker si parla anche di lotte operaie e di delocalizzazione (“Sciopero”), temi che non sono tanto di moda e che lo Zagor simil-Ken Parker si guarda bene dallo sfiorare, e forse è meglio così. In conclusione questo Zagor, secondo me non è né carne né pesce.

Attendo un tuo parere su queste mie osservazioni. Saluti da un estimatore pungolante.

Riguardo al primo punto, respingo con forza, e basandomi sull’evidenza dei fatti, l’idea del revisionismo riguardo alla figura del padre di Zagor. Anzi, rivendico la perfetta attinenza della mia versione dei fatti con quanto raccontato da Nolitta. Proverò di  nuovo a ripetere quanto già detto altre volte, certo comunque di non riuscire a convincere nessun detrattore. Se Mike Wilding fosse stato, come ritiene Salomon Kinsky, un “feroce carnefice bianco”, un massacratore di indiani spinto magari dal razzismo, come avrebbe potuto aver educato il figlio nel rispetto assoluto dei nativi americani? Eppure in “Zagor Racconta” lo vediamo condurre con sé il piccolo Patrick in tutti i villaggio dei dintorni, fargli apprendere la lingua dei pellerossa e addirittura il linguaggio dei messaggi di fumo. Mike è un uomo, peraltro, descritto come persona giusta, equilibrata, positiva. Lo stesso matrimonio con l’equilibratissima Betty lo dimostra: la sua miglior giudice è proprio la donna che l’ha sposato, e che mai l’avrebbe fatto altrimenti. La storia “Il ponte dell’arcobaleno” testimonia come anche Zagor, a un certo punto, si rende conto della sua positività e fa pace con la sua memoria. Farne un carnefice a tutto tondo, questo sì che sarebbe stato tradire Nolitta. Del resto, Nolitta ci dice anche che Mike subì un processo della corte marziale, dal quale con tutta evidenza risultò quanto meno assolto dalle accuse più pesanti e condannato solo per reati minori, che gli costarono la divisa ma lo lasciarono un uomo libero. Se fosse stato realmente responsabile di un massacro di centinaia di persone sarebbe stato quanto meno incarcerato a vita, se non impiccato. Quindi, la mia versione delle cose ha semplicemente spiegato meglio quello che Nolitta aveva già detto. Se ci se ne convince, bene, chi voglia continuare a credere il contrario nonostante l’evidenza, faccia quel che più lo rende felice (per esempio, bruci le Origini e calpesti le ceneri). Per fortuna, il successo internazionale della miniserie mi dà ragione. Si allibisce poi di fronte a una frase come “uomo debole vittima delle circostanze”, quasi che un giovane tenente alla prima esperienza, costretto da imprevedibili circostanze a gestire una difficilissima situazione, non possa essere vittima delle circostanze senza essere debole, oppure come se a tutti, in certi frangenti, non sia consentita anche la debolezza. L’eroe è Zagor, non Mike Wilding. Peraltro, è bella (secondo me) la reazione che ha Mike dopo il processo, quando anziché uscirne distrutto trova la forza di rifarsi una vita. Riguardo al fatto che Salomon Kinsky sia un bugiardo, non ci sono dubbi. Del resto è un cattivo. E’ lui il personaggio negativo, perché non dovrebbe essere un bugiardo? E’ un folle, un fanatico, viene spiegato anche da Nolitta. Attenzione: il fatto che sia un bugiardo non vuol dire che sia consapevole di mentire: nella sua ottusità ha voluto trovare un singolo capro espiatorio, un solo nemico su cui vendicarsi, gli è parso che il processo a Mike Wilding sia stata una beffa e abbia graziato un colpevole. È più facile riversare tutte le colpe su un singolo che pensare a un insieme di circostanze. Trovo ridicolo che, in tutto ciò, si preferisca pensare a Salomon Kinsky come un faro di verità, piuttosto che accettare l’idea che il padre di Zagor non sia un feroce carnefice bianco”: il ribaltamento della logica, proprio. Perciò commentando la frase “la versione delle Origini può coesistere con quella di Nolitta-Boselli, ribadita da Burattini e Giusfredi, solo considerando Salomon Kinsky un bugiardo”, rispondo: esattamente. Riguardo al “Ponte dell’arcobaleno”, fermo restando che ne “Le Origini” non si affronta minimamente l’argomento, mi pare chiaro (e lo stesso Boselli scrisse un articolo su “Fumo di China” in proposito - non pretendo che lo si conosca o ricordi, ma fu scritto) che l’incontro con il padre sul n° 400 non sia realmente avvenuto: è una visione suscitata in lui da una sciamana, secondo la tradizione indiana (quella delle pietre roventi, del peyote, della danza del sole, eccetera). Nella penultima pagina del racconto, Zagor esprime i suoi dubbi all’evanescente “fantasma” del padre: “Il mondo dell’aldilà esiste e io ci sono stato davvero? O era solo un’illusione?”. Mike Wilding risponde: “Esistiamo davvero, dentro di te. È così che funziona il ‘Ponte dell’Arcobaleno’: puoi comunicare con i tuoi morti, se li tieni in vita nel tuo cuore!”. Se una morale deve per forza esserci, non riguarda l’esistenza dei fantasmi e dell’aldilà, ma le colpe del padre, con cui il nostro eroe deve confrontarsi. In qualunque dimensione si trovi Mike Wilding, se vi si trova, ciò che conta è la lezione che con la sua vera o presunta apparizione ha impartito al figlio. Che sarà sempre lo Spirito con la Scure di prima, non un semidio, ma ci avrà guadagnato in saggezza e capacità di comprendere le ragioni degli altri, colpevoli compresi. Del resto, sarebbe incredibile e imperdonabile che su Zagor stabilissimo di aderire a una visione dell’Aldilà di tipo religioso o confessionale, accettando che esistano il Paradiso o l’Inferno dei cristiani piuttosto che il walhalla dei norreni o le celesti praterie dei pellerossa. Liberi poi tutti i lettori di convincersi del contrario.

Infine, Darkwood Novels: sono uscite, chi ha voluto le ha lette, chi le ha lette e le ha apprezzate bene, chi le ha lette e non le ha apprezzate, apprezzerà qualcos’altro. Non si può piacere a tutti. Mi si lasci dire che il paragone con Ken Parker, per quanto mi riguarda è lusinghiero: magari potessimo avere ogni mese nuove storie di Ken, che non ci sono e  dunque meno male che qualcuno ha potuto ritrovarne qualche sprazzo in Darkwood Novels. In ogni caso, le storie dell’ultima miniserie non sono Ken Parker, sono una versione postmoderna di Zagor, apprezzata dai più, da alcuni persino moltissimo. Non so se la differenza sia troppo difficile da cogliere. In più, last but not least, per chi preferisce la storie di Zagor più tradizionali (ammesso e non concesso che quelle di Darkwood Novels non lo siano) ha a disposizione la collana Zenith, i Maxi, gli Special, i Color, per non parlare del Classic. Sia concesso almeno in una miniserie chiusa in se stessa sperimentare qualcosa di diverso, anche in funzione di un pubblico diverso. Lo so che chi è rimasto ai tempi (rimpianti anche da me) di Nolitta non si è ancora rassegnato che da quaranta anni i testi non siano più scritti da Sergio (il quale smise nel 1980 per propria scelta, e che se avesse continuato oggi scriverebbe anche lui, fatalmente, in modo diverso), ma ci sono anche lettori (già acquisiti e più ancora potenziali) nati dopo “Magia senza tempo”.

10 – Caro Moreno, il Cwn Annwn (scusa per la mancanza di accento circonflesso), apparso ne “La Vittima Sacrificale”, non ho capito bene se sia stata un’apparizione spirituale che ha preso forma solo per una volta oppure, come viene lasciato intendere dalla fuga fantasmatica del cane infernale, che possa essere rimasto nel mondo di Zagor pur essendosi già vendicato di chi lo ha incautamente ed involontariamente “chiamato”?

Il cane infernale è davvero ben riuscito nei disegni degli Esposito. Secondo me viene riassorbito nella sua dimensione al termine del vortice magico che ce lo ha portato. Però potrebbe tornare, in effetti (con buona pace dei talebani anti-magia).

11 – Caro Moreno, non potendo non fare i complimenti al figlio, Riccardo Secchi, per il lavoro complessivo in Bonelli, pensa che Max Bunker possa accettare di proporre un soggetto ed una susseguente sceneggiatura per Zagor? Sarebbe di suo interesse averlo fra le vostre fila, come minimo, una volta?

Credo che ci dovremo “accontentare” del bravissimo Riccardo, che ha già altre due sue storie in attesa di pubblicazione, in quanto Max Bunker (a cui ho dedicato un intero saggio, pubblicato da Cut Up, “Una vita da Numero Uno”) non ha mai scritto storie per personaggi non creati da lui, e giurerei che non lo farebbe neppure per Zagor.

12 – Caro Moreno, vorrei chiederti se sarebbe ipotizzabile una storia horror ispirata alla leggenda di Sleepy Hollow, ambientata ovviamente a Darkwood, con gli spettri dei militari tedeschi assiani che durante la guerra di indipendenza americana lottarono al fianco degli inglesi. Ci vedrei bene anche la presenza di Tonka.

Ho da poco bocciato un soggetto inviato da un aspirante sceneggiatore, con una proposta simile. Lo svolgimento non convinceva, ma l’argomento era stuzzicante. Prima o poi troveremo la quadra (con buona pace dei talebani anti-magia).

13 – Caro Moreno, premesso che le ricerche al tesoro di Digging Bill non debbano per forza essere concatenate alle avventure di Zagor, mi vorrei soffermare su quanto riferito dallo stesso Bill sul suo futuro alla ricerca del tesoro di Makah al termine del Color che lo ha visto protagonista. Verrà ciò narrato nella serie?

Per ora ci sono storie in lavorazione che seguano questo spunto, ma vedremo.

14 – Gentilissimo Moreno, ti chiedo di poter far tornare “Muso di Rospo”. Quel mercante che, nell’ultima vignetta dove è apparso, ebbe al suo fianco una splendida didascalia e la Morte in agguato. Avendo preso un sentiero dove ha sicuramente rischiato di morire di fame e di sete, oltre che della tremenda malattia alla quale aveva destinato molti altri in precedenza. Il punto è: potrebbe essere sopravvissuto? Potrebbe essere tornato indietro, od aver trovato fortunosamente qualcosa da bere e da mangiare. La malattia, inoltre, gli potrebbe avere soltanto fatto rimanere la faccia deturpata. Non so se ha mai adorato questo personaggio, ma pensa che possano esserci dei modi per farlo tornare in auge?

È una delle tante proposte più che fattibili.



15 – Caro Moreno, mi rivolgo a te per provare, se ne hai intenzione o se, letta questa domanda, possa esserti venuto in mente un qualcosa che possa permettere il ritorno di Bo “Mallet”, boscaiolo che si rivela fondamentale nel dare una mano a Zagor, e del bandito sordo che riesce a capire, leggendo il labiale da lontano, le intenzioni dei buoni. Tutto ciò accade ne “L’Albero Sacro” ma non devo stare certo io a dirtelo. Sono personaggi minori, senza dubbio, ma avendo amato alla follia quell’avventura, ed in particolare questi due personaggi che mi sono rimasti molto a cuore, chiedo di poterli rivedere in azione al più presto. Il mio desiderio verrà esaudito? Per ora, ti ringrazio per l’attenzione.

È sempre bello riscoprire che certe storie, apparentemente “minori”, hanno lasciato il segno in alcuni lettori. Ricordo anch’io con piacere quella storia di Marcello Toninelli e Franco Donatelli. Bo Mallett, il nerboruto boscaiolo, è certamente un personaggio interessante. Lo segno in agenda, dove c’è una lunga lista di appetibili suggerimenti.

16 – Buonasera Signor Moreno, le scrivo per poter avere il privilegio, condiviso con gli altri lettori, di poter leggere nuovamente una storia con protagonista Mister Radigan. Quando lessi di lui la prima volta ci rimasi male che non fosse finito ucciso nel finale della storia, al posto del simpatico professore ossessionato dal Vello d’Oro. Poi, capii, o penso di aver capito, che una persona che ha seguito lo studioso per farsi pagare un debito con la sua scoperta mi sarebbe sì piaciuto rivederlo, ma rendendolo molto meno ambiguo di come mi parve. In poche parole, mi piacerebbe ritrovarlo cattivo a tutti gli effetti, come avversario e non come compagno di squadra di Zagor. Non so se intenda segnarselo per il futuro, forse no perché non è molto ricordato e le richieste sono tante e sono altre, per cui lancio la palla che spero possa venire raccolta da lei e dal suo staff. Un caro saluto e chissà che non abbia chiesto la luna?

Vale esattamente la stessa risposta di prima. Nessuna luna, casomai è questione di… spazio.

17 – Caro Moreno, i titoli della Collezione Storica a Colori di Zagor possono venire riutilizzati per la serie regolare e per gli extra?

Trattandosi di una collana non bonelliana (la Collezione Storica a Colori era edita da Repubblica), direi di sì.

18 – Buongiorno Moreno, ho sempre letto della storia “Incubi” di Tiziano Sclavi pareri contrastanti. Vorrei sapere in merito due cose, se a lei come storia e sceneggiatura piace, e se ne verrà mai fatta una ristampa in formato brossurato (come con Addio Fratello Rosso, Kandrax Il Mago, ecc.), o magari nel formato cartonato come fatto recentemente con la storia del Il Vampiro. Grazie in anticipo e buona giornata.

“Incubi” è un capolavoro. Ma è anche una storia di Tiziano Sclavi, prima che di Zagor. Si riconosce la sua calligrafia, il suo Weltanschauung. Il primo, è decisamente l’esempio di un modo “autoriale” di approcciarsi a un mito creato da mani altrui. Il racconto “Incubi” (datato 1988), conta 513 pagine (questo il principale problema per una riedizione in un unico volume) ed è la storia più lunga della saga zagoriana, oltre a essere, senza ombra di dubbio, anche la più insolita. Sclavi, il creatore di Dylan Dog, proprio scrivendo per lo Spirito con la Scure aveva mosso i suoi primi passi in casa Bonelli e fatto le “prove generali” del suo Indagatore dell’Incubo. Quando riporta sulle scene il professor Hellingen, nemesi zagoriana per eccellenza, lo sceneggiatore ha già maturato un suo stile originale e una sua personale visione del mondo, ed è divenuto un maestro riconosciuto e osannato. Può dunque permettersi il lusso di sbizzarrirsi in una vera e propria, personalissima, rivisitazione d’autore dell’universo che ruota attorno alla foresta di Darkwood, scardinandolo fin dalle fondamenta e ricreandolo dopo averlo distrutto. Se, prima di questa storia, la sfida di ogni autore era stata quella di confrontarsi con l’eredità nolittiana e non tradirla, pena la delusione dei lettori, adesso la “calligrafia” di Tiziano Sclavi è a tal punto riconosciuta e accettata in quanto tale che nessuno può formulare l’accusa di non aver rispettato i canoni dell’ “ortodossia”.  In altre parole, nonostante le tavole del suo racconto trascendano e scardinino senza pietà gli schemi e le convenzioni del personaggio, il lunghissimo episodio va considerato un evento a sé. Essendo “Incubi” altra cosa rispetto alle normali avventure dello Spirito con la Scure, il giudizio deve esulare dalle precedenti regole del gioco. Allo stesso modo, leggendo “The Return of Dark Knight" di Frank Miller (1986) non si possono esprimere pareri di merito alla sola luce dei Batman di Bob Kane, Dick Giordano o Neal Adams. E lo stesso si potrebbe dire di un’altra saga scritta da Miller, ma disegnata da David Mazzucchelli, “Born Again” (anch’essa dell’86), che frantuma la figura di Daredevil e la resuscita dalle ceneri. Matt Murdock cade in disgrazia, diviene un senzatetto, perde gli amici e gli affetti più cari a causa di un complotto ordito da Kingpin. Nel “Dark Knight”, invece, la vicenda si svolge in una realtà alternativa rispetto alle tradizionali avventure di Batman, con i supereroi dell’universo DC più vecchi di vent’anni. Miller stravolge anche la struttura grafica della pagina disegnata, ed è facile notare come Sclavi, ottimamente supportato da uno strepitoso Ferri, faccia lo stesso ideando tavole in cui la gabbia bonelliana viene deformata e reinterpretata. La deformazione e lo stravolgimento trovano peraltro perfetta corrispondenza negli avvenimenti, che raccontano un lento precipitare dell’eroe in un vortice che sembra scaturire da un “cupio dissolvi” dello sceneggiatore, da un desiderio di distruzione e annullamento. Vediamo addirittura morire Zagor per ben due volte, una delle quali addirittura suicida, in uno stordente gioco a incastri di realtà alternative e mondi paralleli, dove ogni certezza, ogni punto di riferimento sembrano vacillare, dove il ruolo stesso dello Spirito con la Scure quale campione del Bene, viene messo in discussione. Il fattore che scatena il caos non è però l’opera raziocinante e lucida della mente diabolica di Hellingen, ma solo il suo delirio di onnipotenza e di ribellione dell’ordine naturale delle cose, come ben capiremo a storia conclusa, quando tutto, allora e solo allora, verrà spiegato e giustificato. Sclavi non consegna ai lettori una storia tradizionale del Re di Darkwood, ma una graphic novel che assomiglia molto ai “What If” della tradizione marveliana.


19 – Ciao Moreno, ti scrivo per chiederti, dopo aver letto che Mauro Boselli ti chiese subito di far tornare Mortimer dopo la sua prima apparizione, senza farlo subito finire in prigione come avevi scritto nel soggetto. La mia domanda verte sul fatto di quali fossero i piani originali per questo villain e se, dopo l’entrata in carcere al termine della prima avventura, si sarebbe saltata la sua Vendetta per andare direttamente ad avere a che fare col Tessitore, trovando un escamotage per il denaro che sarebbe servito per la sua liberazione, con la sua finta morte sul capestro, oppure se, senza averlo ucciso, avresti avuto in mente qualche altra idea per farlo tornare?

Scrivendo la prima storia di Mortimer immaginavo per lui una rapida fine: la morte o il carcere a vita. Non era previsto un ritorno. Poi, già a metà sceneggiatura mi resi conto che avevo fra le mani un personaggio che si scriveva i dialoghi da solo, e che meritava un supplemento d’indagine. Non fu Boselli a dirmi di non farlo catturare: fui io stesso a decidere che Zagor lo avrebbe neppure mai visto, in quel racconto (i due si affrontano in un duello ideale che si svolge a distanza), e che gli sarebbe sgusciato fra le mani in attesa di una resa dei conti. Quello che Boselli disse fu: “Scrivi immediatamente il ritorno!”. Difatti “La vendetta di Mortimer” uscì in edicola in tempi insolitamente brevi per la serie zagoriana.

20 – Caro Moreno, ti scrivo per sapere se ci possa essere la possibilità di rivedere, nel vostro staff, lo sceneggiatore Diego Cajelli che, ormai da molto tempo, non si fa più vedere sulla serie di Zagor?

Diego, per quanto ne so, è stato assorbito da altri progetti (teatrali e televisivi) e non lo si è più visto neppure su Dampyr, dove eccelleva. Non ho ricevuto più sue proposte.

 

 


19 commenti:

  1. Ciao Moreno, intendo scriverti per provare a capire la tua linea di pensierio al riguardo dei personaggi buoni o cattivi, e non inframezzati da mille e mille sfaccettature che non li possono rendere al 100% nè in un modo nè nell'altro. Nel corso della storia zagoriana molti amici, molti nemici, hanno sicuramente avuto delle sfumature di personalità che non li hanno fatti apparire come buoni o cattivi totali. Per riprendere l'esempio di Mike Wilding, avendo comunque capito i motivi della tua scelta narrativa, ti chiedo se non avesse potuto rimanere nel mezzo fra il buono ed il cattivo? In più, pur essendo un fumetto, non credi che possano essere più intriganti i personaggi che non si sa bene da quale parte stanno?

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  2. Carissimo Moreno, ultimamente ho visionato "In vacanza su Marte" con Boldi e De Sica. Mi sono sempre chiesto, e spero anche tu, come mai Zagor non sia stato inviato su un altro pianeta(e non intendo un'altra dimensione) a differenza degli Akkroniani o dei numerosi alieni che sono arrivati a Darkwood. E' il ricettacolo dei mostri provenienti dallo spazio profondo, ma una "fantastica" gita su qualche pianeta al di fuori della terra, con in aggiunta quell'(in)sano trash proveniente da questo e dai precedenti cinepanettoni, ti aggrada come idea?

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  3. Caro Moreno, mi piacerebbe scoprire qualcosa sul passato del Colonnello Alan Maddenbrook, padre di Walter, apparso in due storie zagoriane ma del quale, oltre al carattere austero ed al volere a tutti i costi che il figlio prosegua la carrieta militare, ed alla paura di vederlo viaggiare con due amici per mete sconosciute, sappiamo ben poco. Da parte di un affezionato lettore, che si ricorda di questo personaggio non sfruttato nelle storie recenti, al pari del figlio, saresti interessato a narrarne le gesta passate oppure ad averlo protagonista di un'avventura al presente con rimandi alla sua vita nell'esercito?

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  4. Caro Moreno, essendo tu il creatore di un personaggio come Mortimer, intendo chiederti qualcosa al riguardo di coloro i quali gli sono stati accanto, essendo suoi complici. Di Sybil sappiamo tutti quale è stata la sua fine. Jonathan Clark morto. Rabbit idem. Mi voglio quindi soffermare su Bertand Duvalier, ovvero l'uomo di stato che lo ha aiutato nei Caraibi, e su Fox de "La Vendetta di Mortimer". Per quanto concerne il primo, mi sembra chiaro che, pur essendo vivo ed imprigionato, non può aiutare Mortimer(presunto morto) in quanto si trova in un luogo lontano rispetto a dove abitualmente il Re del Crimine agisce. Per questo voglio parlarti di Fox, che non solo è stato imprigionato e non si sa se sia ancora vivo oppure sia morto in galera. Ciò che sappiamo è che prova una grande rabbia verso Mortimer che lo ha mandato allo sbaraglio, facendolo arrestare senza pensarci su due volte. Ti chiedo, anche se dopo tutte le avventure in cui è tornato non è più comparso, se tu intenda riprendere questo comprimario e se tu voglia mandarlo contro Mortimer, facendogli scaricare la rabbia che cova dentro di sè. Oppure se tu voglia renderlo appetibile come nemico di Zagor senza prescindere da un presunto ritorno di Mortimer. O ancora, se Mortimer stesso, riesumato non si sa come, voglia di nuovo averlo al proprio fianco, come sottoposto, dopo un lavoro di convincimento che porterebbe, così, del denaro nelle sue tasche? Certo, far evadere un pesce piccolo e non molto importante non deve certo essere grande prerogativa di una mente criminale, ma cosa ne pensi?

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  5. Ciao Moreno, vorrei parlarti di una questione di fondamentale importanza che ravviso nelle storie sceneggiate da te. Non intendo fare proclami contro lo spiegazionismo, su come debba o non debba dire Zagor una cosa o l'altra, ma sembra che tu intenda utilizzare la tattica del ventriloquio per far parlare te attraverso di lui, lasciando quindi perdere come lo stesso Zagor possa parlare nelle varie situazioni che lo coinvolgono. Pensi che sia una giusta critica oppure solo una mia errata impressione visiva e di pensiero? In attesa di poterti vedere rispondere in questa rubrica, se la mia domanda verrà accettata, ti saluto.

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  6. Caro Moreno, voglio farti presente di tre iniziative avviate in un forum riguardante lo Spirito con la Scure, delle quali intendo metterti al corrente dei risultati, con l’intenzione di poter ricevere qualche commento sugli stessi. Il primo riguarda I possibili Team-Ups(che tu non ami) fra personaggi zagoriani. Gli utenti hanno scelto:

    Blondie e Gambit; Jean Lafitte ed Andrew Cain; “Guitar” Jim e Gambit; “Guitar” Jim e Blondie; Stephan e Kandrax; Zagor ed uno dei personaggi della serie Zenith da 1 a 51(quindi al di là dei comprimari zagoriani); Bat Batterton ed il Conte di Lapalette; Il dottor Zagrosky ed il Dottor Pereira(Zagor e Cico); Fats e “Guitar” Jim; “Smiling” Joe e Trampy; “Digging” Bill e Re Guthrum; Takeda e Vampiri; Supermike e Gambit; Andrew Cain e Nayana; Andrew Cain e Ramath; Mr. Steel e Stiletto; Christopher, I vari bambini con capacità mentali superiori ed I Padroni delle Tempeste.

    Per quanto riguarda, invece, il secondo vi sono le varie richieste di ritorni e di chi non deve ritornare(possono apparire sia nell’una che nell’altra categoria), gli utenti hanno scelto I seguenti personaggi:

    Da rivedere: Supermike, Rakosi(2), Ylenia Varga(2), Andrew Cain(3), Preacher(2), Reverendo Warren Taylor, la Druida Jacqueline, Hellingen, Shamrock il Bounty Killer, Kirk Wheeler, Stephan, Virginia, “Smiling” Joe, Nat Murdo, il luogo Britannia, Frida Lang, I Mètis caratterizzati da Mauro Boselli, Daniel Bowie.

    Da non rivedere: Hellingen(3), alieni vari, Wendigo(2), Kiki Manito(2), Agenti di Altrove, Brad Barron, Dragonero, gli indiani de “La Sorgente Misteriosa”, Kandrax(2), lo Yeti, Elias Duff, Chloe, Andrew Cain, Tim Cuorepuro, bambini con capacità extrasensoriali, Mortimer, Blondie, Gambit.

    Per il terzo ed ultimo, sono state immesse quattro storie non pubblicate sulla serie regolare o sugli extra, rendendole a tutti gli effetti delle storie non concluse oppure esterne alla saga, per le quali gli utenti sono stati chiamati a votare quale vorrebbero vedere pubblicata per prima:

    “Il Sakem senza Piume” ha ricevuto zero voti in quanto qualcuno l’ha già letta, ma è stata messa nel sondaggio in quanto non proprio ufficiale;

    “La Miniera degli Spettri” non ha ricevuto nessuno voto;

    “Il Re di Cuenca Verde” ha ricevuto in totale ben cinque voti;

    “Il Ritorno di Liberty Sam” ha ricevuto nove voti, vincendo il sondaggio.

    Ringraziando il signor Burattini per la futura lettura di questi risultati, e dei relativi suoi commenti(sapendo che alcuni fra gli attesi ritorni siano già in programmazione, chiedo se può considerare anche gli altri), attendo una sua futura risposta.

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  7. Caro Baltorr, sono ancora Renato( domanda 9 serie 28).Sono sorpreso dalle argomentazioni di Moreno, ma ancor più meravigliato dal tono usato, quindi desisto dal rinnovare questa inutile disputa. Auguro a lui i migliori successi anche, lo dico senza ironia, per la sua attività di sceneggiatore post moderno, da me poco gradita. Noto che il termine detrattore è diventato la sua coperta di Linus; la mia è Zagor ed è per questo che forse mi sono un poco accalorato. Ma se intervengo ancora è soprattutto per ringraziarti per la tua gentilezza e per lo spazio concesso alle mie opinioni :sei impagabile! Continua così con il tuo magnifico blog, di cui da fedele zagoriano, sarò sempre accanito lettore. Auguri di buon anno a entrambi e a tutti gli zagoriani. P.S. Qualche burlone ha già chiesto il ritorno del going going e l 'hai cassato o ancora non ci ha pensato nessuno?

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    1. Caro Renato, ti ringrazio per le belle parole che hai voluto dedicarmi. In merito al Going-Going sincermanete non ricorso se ne sia mai stato chiesto il ritorno... ma mi pare di ricordare che in qualche occasione Moreno lo abbia eslcuso perché "personaggio" troppo inverosimile.
      Continua a seguire il blog, mi raccomando! Auguri di Buon Anno Nuovo anche a te!

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  8. Caro Moreno, ti scrivo a proposito di due autori Bonelliani di eccellenza: Gianfranco Manfredi e Claudio Nizzi. Il primo, creatore di Magico Vento, Adam Wild e della serie Volto Nascosto nonché del suo seguito Shangai Devil. È stato attore in "Abbronzatissimi 2 - Un anno dopo" ed ha partecipato alle sceneggiature di Tex e Dylan Dog. Non comoscendo i rapporti che intercorrono fra voi due, avete mai parlato di una sua "invasione" di Darkwood? Il secondo è, invece, uno dei capisaldi di Tex, nonché creatore di Nick Raider. Vista l'evidente, sua, propensione al giallo ed il fatto che l'avventura sia cosa di cui ha fatto storia, pensa che possa far combaciare queste due qualità, nelle vesti di giallo avventuroso, anche su Zagor? Grazie per la futura risposta, se mai ce ne sarà una.

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  9. Caro Moreno, hai recentemente scritto in questo Blog, od in qualche altra sede, che già nell’avventura “La Vendetta di Mortimer”, si poteva intuire un qualche collegamento col Tessitore, col quale avrebbe avuto ufficialmente a che fare nel ritorno successivo. Dopo essermi scervellato molto tempo, non sono però riuscito a capire quale sia il passaggio che renda un minimo chiaro il possibile legame fra I due. Potresti spiegarlo tu, dopo così tanto tempo passato da quella storia?

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  10. Caro Moreno, ti chiedo, dopo aver letto che Sergio Bonelli disse che utilizzare la macchina del tempo sarebbe stata la risorsa ultima di un eroe, quale situazione rappresenterebbe per lei il famigerato "Salto dello squalo" di una serie?

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  11. Mi scuso se lo riscrivo, così come il commento precedente, ma sembrava che non fosse avvenuta la giusta riuscita dell'invio del messaggio ieri sera. La mia domanda per Moreno verte sulla possibilità di far cambiare posizione, carattere, da buono a cattivo, ad un comprimario storico, o meno storico, dello Spirito con la Scure. Un pò è già successo con un personaggio minore in "Spedizione di Soccorso", ma secondo lei potrebbe avvenire nuovamente con un comprimario più di peso?

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  12. Ciao Moreno, dopo aver letto la prima storia delle Darkwood Novels, “Gli Occhi del Destino”, e non sapendo bene quanto tempo prima sia avvenuta l’avventura raccontata, e che ha visto apparire il personaggio di nome Kendra, ti chiedo se ciò possa essere inserito nella serie ufficiale od in qualche extra, lasciando stare le miniserie. Quello che intendo, per inserire, è immettere I personaggi legati allo spionaggio che sono apparsi sul finale anche nelle avventure classiche o fuori serie, in quanto Zagor di spie, talvolta, ne ha sentito parlare, vivendone avventure in prima persona. Quindi potresti, e soprattutto vorresti, fare in modo di rimettere in gioco quelle persone che sono legate fra di loro attraverso una severa rete di informazioni, pur sapendo che già ha avuto a che fare con esse, chiedendoti di far tornare precisamente quei personaggi lì, apparsi nella suddetta storia?

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  13. Caro Moreno, sono anni ed anni che seguo Zagor, sia nelle uscite mensili che extra. Mi sono sempre chiesto, e quindi ti chiedo, come viene deciso che una storia può stare sulla regolare ed una no, a prescindere dalle esigenze di programmazione? Non parlo dei ritorni dei nemici storici, ma sul fatto che una storia "semplice", anche se "semplici" non lo sono mai, possa essere dirottata all'esterno della serie regolare, oppure al suo interno?

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  14. Volevo chiedere a Moreno se non ci possa essere la possibilità di vedere Zagor incontrare Giovanni Battista Belzoni che ha vissuto anche lui a inizio-meta'800.. Magari in un viaggio di Zagor in Egitto.. Con i disegni del mio disegnatore preferito.. WALTER VENTURI. Saluti e buon anno a tutti.

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  15. Scrivo le seguenti due domande in maniera separata, ma sono entrambe da parte dello stesso, anonimo, utente.

    Gentilissimo Moreno, cosa ne pensi del Wrestling? E’ una disciplina che, nei primi anni dell’Ottocento, non si era ancora evoluta in maniera tale da poter avere anche una minima possibilità di svolta, facendo parte delle fiere itineranti e combattendo non con un risultato predeterminata. Pur essendomi appassionato allo storie di pugilato che hanno fatto capolino nella serie Zagor, e nella serie Tex, credi che portare un minimo alla ribalta questo sport, incastrandolo in una storia Zagoriana, possa essere difficilmente applicabile oppure esistono buoni margini di riuscita per una Storia con la S maiuscola?

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  16. La seguente domanda è consecutiva alla precedente, anche se staccata e trattante di un altro argomento.

    Gentilissimo Moreno, so che non verranno più accettate, e giustamente direi, richieste di commenti negativi verso altri autori. Ciò che ti chiedo, infatti, è un commento positivo o, perlomeno, diplomatico ma ovviamente sincero, per quanto riguarda il lavoro di Silvia Corbetta. La disegnatrice in questione non mi è sembrata malvagia nelle varie prove che ha effettuato su altre testate e ti chiedo se la trovi adatta a lavorare su Zagor e sulle sue ambientazioni? In più ti voglio chiedere se la stessa signora si sia mai interessata a lavorare sulla testata zagoriana oppure se tu gli abbia mai proposto di disegnare qualche tavola di prova od una storia breve per I Racconti di Darkwood? Grazie di tutto Moreno.

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  17. Caro Moreno, nel 2021 saranno 60 anni di Zagor, ed arriveremo anche a due anni dall’ultimo aumento del prezzo di copertina della pubblicazione mensile dello Spirito con la Scure. Non so se la direzione generale della Casa Editrice ti metta al corrente di tale aumento di prezzo in così netto anticipo, ma verso giugno/luglio/agosto o precedentemente, o successivamente, avverà il tanto indesiderato cambio di prezzo(da 3,90 a, forse, 4,20), oppure riusciremo ad arrivare al 2022 sani e salvi in tal senso? Capisco che più si vendono le pubblicazioni e meno il prezzo aumenta, ma la mia speranza, e non credo sia solo mia, è che si possa guardare a questo anno appena cominciato sotto una meravigliosa luce che non ci lasci l’amaro in bocca, per poter far sì di arrivare felici e contenti fino all’anno prossimo dove, in seguito alla(speriamo) fine della pandemia, tutto possa essersi rimesso a posto, divenendo dunque pronti ad affrontare anche tariffe più esose rispetto a quelle attuali.

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  18. Ciao Moreno, pur sapendo che le anticipazioni non sono più accettate, provo a farti due domande in una, così che, se dovessero trapelare notizie certe sulla prima, e sulla seconda no, questo discorso non finirà sprecato. Ti chiedo lumi sul 2021 e sui Maxi. Ribdisco che, pur capendo che questa sia un’anticipazione che potrebbe non essere accettata da questo blog, provo a chiederti se i suddetti diventeranno bimestrali, trimestrali o rimarranno quadrimestrali o forse addirittura mensili? Per la seconda anticipazione, invece, voglio parlarti di aver notato recentemente qualche tavola firmata Arturo Lozzi che vede addirittura il ritorno di Mamma O’Hara(e spero anche le magnifiche figlie della locandiera, delle quali non so se tu voglia parlarci di una loro seconda apparizione) e di alcuni cittadini di Lonely Town, come ad esempio Mister Hopkins. Ti voglio chiedere se tale avventura farà parte di una miniserie, di un Maxi a storia lunga, di un Maxi stile “I Racconti di Darkwood” oppure della serie regolare dello Spirito con la Scure? Mi scuso per il disagio di aver posto due domande in una, ma essendo appunto anticipazioni rischiano di venire svelate prima che possano essere descritte in questo blog.

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