Nella seconda metà di novembre, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra sono uscite in edicola due pubblicazioni zagoriane che hanno una comune caratteristica: presentano entrambe delle storie molto brevi.
Si tratta dello Zagor Più n. 3 e dello Zagor 60 Magazine.
Questa loro peculiarità mi ha spinto a farne una recensione “collettiva”.
Lo Zagor Più (collana che, ricordo, ha ormai sostituito il Maxi Zagor) presenta in questo terzo numero il format ormai famoso, noto come “I racconti di Darkwood”: una serie di brevi avventure racchiuse da una storia “cornice” che funge da incipit, raccordo e chiusura. Il titolo complessivo di questo albo è “Il raduno dei trappers”.
Sotto una dinamica copertina di Alessandro Piccinelli troviamo quattro storie brevi narrate nel corso del tradizionale rendez-vous di primavera del trappers di Darkwood a Rupert, un contadino che ha deciso di convertirsi alla vita dei mountain-men e che per la prima volta partecipa al raduno. Protagonista principale delle avventure è, naturalmente, lo Spirito con la Scure.
Tutti i racconti sono accomunati dal fatto che presentano elementi, veri o supposti, di carattere soprannaturale.
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“Il mostro del plenilunio” è sceneggiata dall’inossidabile Luigi Mignacco e disegnata dal fuoriclasse Walter Trono (già visto all’opera sui lidi zagoriani in uno degli albi della miniserie “Le Origini”): il titolo già suggerisce quale possa essere l’argomento della storia e quindi nulla aggiungo, se non che l’amaro finale non mi ha pienamente soddisfatto (insomma, mi è parso troppo frettoloso, anche se – mi rendo conto – una tale critica può essere considerata ingenerosa per un racconto di sole 40 pagine).
Molto bella la storia “Un Canto di Natale” (la mia preferita delle quattro) sceneggiata dall’outsider Luca Laca Montagliani, nella quale ritornano l’ambientazione e i personaggi della nolittiana “Natale calibro ‘45” e che presenta un’avversario davvero particolare (la donna-cervo) che nel finale sa anche commuovere, davvero in pieno spirito natalizio. Molto belli i disegni di Arturo Lozzi (della scuderia di Dampyr), che ben si adattano a un’avventura come questa che si rifà ad uno dei tanti miti degli indiani d’America.
La terza storia (raccontata in prima persona da Zagor, nel frattempo sopraggiunto al raduno), “Lo squadrone maledetto”, sceneggiata da Marcello Bondi per i disegni di Antonella Vicari (nuovo ingresso femminile nello staff zagoriano), è un’avventura western-horror che ci mostra un’intero squadrone di cavalleria soggiogato da… ragni giganti!!! La lettura fa tornare alla mente gli storici “abitanti della boscaglia” dell’albo n. 10 della serie, i ragni di Bosco Atro del romanzo “Lo Hobbit”, nonché tanti B-Movies (ma non solo) dedicati a questa ributtante minaccia.
L’ultimo racconto, “La miniera dei fantasmi” è scritto da Diego Paolucci (già in passato sceneggiatore di Zagor) e pone lo Spirito con la Scure di fronte al mistero della presenza di fantasmi (veri o presunti) all’interno della miniera di mister Wesker. I retroscena che Zagor scoprirà e l’epilogo della vicenda saranno davvero tristi… Ai disegni abbiamo Luca Dell’Uomo, autore d’eccezione che ha firmato alcuni classici episodi di Dylan Dog. Il suo tratto è molto lontano dai classici canoni zagoriani (e già mi immagino la critiche che si saranno levate da parte dei lettori di vecchia data) ma c’è da dire una cosa: se vogliamo davvero differenziare le uscite “speciali” dello Spirito con la Scure dalla collana regolare, allora ben vengano anche queste “sperimentazioni”! D’altro canto, “I racconti di Darwood” sono nati proprio con questo fine: porre sceneggiatori e disegnatori non zagoriani alla prova con il personaggio, proponendo ai lettori delle interpretazioni insolite “tanto nella sostanza quanto nella forma”, come ha scritto Moreno Burattini nell’introduzione del volume.
I lettori di vecchia data non potranno, invece, non aver apprezzato la divertente “storia cornice” scritta da Moreno Burattini, che presenta il classico raduno dei trappers di Darkwood con la presenza di “Doc” Lester, Pablo Rochas e Jim Baker, al termine della quale Rupert decide che quel genere di vita non fa per lui e preferisce andarsene a fare il sarto in qualche ridente cittadina! I disegni sono dell’ormai collaudato Stefano Voltolini, anch’essi – come la storia – di stampo veramente classico.
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Veramente un’ottimo prodotto editoriale lo Zagor 60 Magazine, nato per celebrare una volta di più il sessantesimo anniversario del personaggio e impreziosito da una copertina di Alessandro Piccinelli che mostra (una volta tanto) uno Zagor e un Cico sorridenti.
Curato da Graziano Frediani, il volume presenta degli interessantissimi articoli redazionali a opera dello stesso Frediani (“Che eroe, ragazzi!”, una panoramica sull’eroe di Darkwood con il contributo delle bellissime illustrazioni di Aldo Di Gennaro che rappresentano alcuni momenti-chiave della saga zagoriana), Fabio Genovesi e Paolo Bacilieri (“Un viaggio magnifico”, la rievocazione della sensazione di sfenata libertà provata da ragazzino tra le pagine degli albi di Zagor) e Luca Barbieri (“Lo Spirito dai Mille Volti”, un ottimo approfondimento sugli sceneggiatori che si sono avvicendati sulla collana e sulle caratteristiche che hanno saputo evidenziare nel personaggio).
Tre i racconti presentati.
Il primo, “La palude di Mo-Hi-La”, ad opera di Moreno Burattini e Arturo Lozzi (disegnatore anche di uno dei racconti dello Zagor Più n. 3 uscito alcuni giorni prima), è un rifacimento/approfondimento della storia già apparsa sull’album delle figurine del 2016, qui narrata con un taglio più maturo. Vi si narra della sconfitta da parte di Zagor del mostro che infestava la palude al centro della foresta di Darkwood che poi diverrà la casa dello Spirito con la Scure.
Il secondo, “Il bracciale di pelle”, sceneggiato da Jacopo Rauch e illustrato da Walter Venturi, ci riporta i primordi della prima avventura presentata ai lettori nel 1961 e va sia ad approfondire i motivi per i quali Zagor si trovava sulle tracce di Reagan il rinnegato, sia a svelare il “mistero” del famoso bracciale di pelle indossato dallo Spirito con la Scure in quell’episodio che poi scompariva definitivamente. È molto interessante vedere come Rauch sia riuscito a rimediare narrativamente a quella che, con tutta probabilità, era stata una “svista” dei “padri fondatori” di Zagor.
L’ultimo racconto presentato, è un classico dei classici intramontabili, vale a dire “L’Avvoltoio” di Guido Nolitta e Gallieno Ferri, questa volta presentato a colori e preceduto da un ottimo approfondimento sempre ad opera (credo, perché l’articolo non è firmato) di Graziano Frediani.
Insomma, questo bellissimo Zagor 60 Magazine non può davvero mancare nella collezione di qualunque appassionato zagoriano!
Si tratta di due prodotti editoriali parecchio diversi, pollice verso sullo "Zagor Plus", come direbbero gli anglofoni, del quale non mi è piaciuto praticamente nulla e altrettanto non mi piace fare un'affermazione così tranchant, ma tant'è...quando ci vuole, ci vuole.
RispondiEliminaMostrazzi già editi come se piovesse: licantropi (ma quanta differenza con la poesia del Dr. Stubb), ragnazzi (ma allora meglio il fascino vintage della vecchia storia di G.L. Bonelli) e uno inedito: la donna-cervo.
Per favore no. (Battisti-Mogol)
Bellissimo invece il secondo albo: apparato editoriale da favola da leggere d'un fiato e due storielle magari non memorabili, ma comunque interessanti e coerenti con la storia dell'eroe con la casacca rossa.
E poi, sorpresona, in fondo all'albo uno dei primi capolavori nolittiani (e ferriani) in grado di definire la personalità e l'ambiente geografico e concettuale di Zagor: L'Avvoltoio.
Una bella sorpresa per i neo-lettori, un sempre appassionante (e commovente) ripasso per noi vecchi zagoriani, dico bene Marco?
Un abbraccio e serene feste a chiunque legga!
Mario "MarioCX"
Grazie per il tuo commento, caro Mario.
EliminaSono d'accordo con te sull'Avvoltoio: storia tragica, inquietante, anche commovente se vuoi... una delle migliori di Nolitta (e sono tante!).
Personalmente ho molto apprezzato anche lo zagor più soprattutto la storia natalizia sarà che adoro tutte le storie a fumetti di natale i disegni super bravo Moreno che ci propone gioielli come questi lo zagor magazine l ho divorato letteralmente compreso il capolavoro di nolitta anche se lo rileggo tra poco su Classic zagor pollice su e spero che il magazine non resti un unicum
RispondiEliminaLa storia natalizia è quella che anche a me è piaciuta di più. Per un nuovo Zagor Magazine speriamo di non dover attendere il 70°!!!
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