martedì 20 settembre 2022

UNA RAGAZZA IN PERICOLO (Zagor Gigante 685/686)

 Jenny, una delle tre ragazze di Pleasant Point, viene fatta prigioniera e portata via dagli uomini agli ordini di qualcuno che ha interesse ad attirare Zagor lontano da Darkwood perché non ostacoli un suo progetto criminale, proprio mentre fra lei e lo Spirito con la Scure sembra nascere un sentimento che va oltre l’amicizia… Zagor si getta sulle tracce dei criminali!

Mentre Jenny, gravemente ferita, lotta tra la vita e la morte, Zagor deve fermare Nathan Kilgore, il trafficante d'armi che ha fatto rapire la ragazza per attirare lontano Spirito con la Scure.

Kilgore ha infatti concordato un appuntamento con una pericolosa banda di pellerossa ribelli per consegnare loro fucili e munizioni e vuole avere campo libero senza che il nostro eroe giunga a mettergli i bastoni fra le ruote.

* * *

Ormai su internet tutti hanno detto la loro in merito a questa storia…

E, come al solito, le reazioni sono state le più disparate e… disperate!

Fra coloro che hanno espresso un giudizio negativo c’è stato anche (mi è stato riferito, io non l’ho visto) uno youtuber che, per dimostrare la sua contrarietà, ha addirittura strappato l’albo davanti ai suoi spettatori… ma da ciò che ho letto ed ascoltato in rete, tutto sommato mi è sembrato che buona parte dei lettori siano rimasti soddisfatti della storia.

Ecco, allora, che da (probabilmente) buon ultimo, dico anche la mia.

L’avventura mi è piaciuta e la considero davvero bella.

Una trama semplice, lineare, racchiusa nella lunghezza di un albo e mezzo, nella quale Moreno Burattini riesce a creare con intensità una progressiva aspettativa nel lettore, che nel procedere della storia è sempre più curioso di sapere come verrà risolta la reciproca attrazione sentimentale di Jenny e Zagor…

Anche perché questa “trama rosa” è stata portata avanti dallo sceneggiatore per diverso tempo e in varie occasioni, fin dalla storia contro la figlia del mutante (Zagor 655/657 del 2020), poi proseguita nel Maxi Zagor 39, intitolato “Lungo il fiume”; poi, all’inizio della storia “I sette vikinghi” (Zagor 668) abbiamo visto Jenny cercare alcuni momenti di intimità con Zagor, sperando di riuscire a manifestargli i propri sentimenti; nelle prime pagine de “La diabolica trappola” (Zagor 677) la situazione si è quindi fatta del tutto evidente e con l’albo conclusivo dell’ultimo scontro con Mortimer (Zagor 679) Zagor stesso sembrava provare qualcosa di più di un semplice interesse verso Jenny.

Nella storia in commento, infine, si giunge al punto in cui sia lui che lei capiscono di dover decidere che cosa fare di loro due e, al di là della parte propriamente “avventurosa”, il cuore della vicenda è proprio focalizzato sul rapporto tra Zagor e Jenny.

E dopo aver fatto di tutto, nel corso di questa avventura, per presentare Jenny come la migliore compagna di un uomo con le caratteristiche di Zagor (indipendente, pienamente autosufficiente nell’ambiente che la circonda, capace di difendersi e di sfuggire ai suoi rapitori) ecco che Moreno Burattini ci regala, anziché una conclusione felice (ma, se così fosse stata, probabilmente scontata), un finale tragico, inaspettato e davvero toccante, che mi ha emozionato e commosso!

Jenny muore, in una sequenza narrativa memorabile e intensissima, presentata con un alternarsi di vignette completamente prive di testo, lasciate a una penetrante raffigurazione disegnata, e di altre con dialoghi toccanti e coinvolgenti.

Al termine della lettura di “Yellow Rocks” ho fatto una foto all’albo e l’ho mandata a Moreno con la scritta: “Nooooooooooooo!!!!!” e una emoji con le lacrime; aggiungendo poi: “Comunque, scelta coraggiosa e – forse – inevitabile”.

Sì, perché Morenoha avuto il coraggio di osare e il risultato ha sicuramente premiato lo sforzo” (come ha scritto altrove il mio amico MarioCX) e, diciamolo francamente, la storia non poteva finire in modo diverso. Qualunque altra conclusione (un allontanamento, un rifiuto o un respingimento) avrebbe banalizzato il tutto e in parte “scimmiottato” il finale nolittiano de “La marcia della disperazione”. Invece, come riflette Zagor, tutti sappiamo che, finché lui vestirà i panni dello Spirito con la Scure, non potrà mai avere una compagna! Decisione questa, peraltro, rafforzata dalla circostanza che la morte di Jenny è stata causata non da uno dei suoi nemici più forti o malvagi bensì dei balordi qualsiasi.

Ai miei messaggi di cui sopra, Moreno Burattini ha risposto: “L’importante sono le emozioni. Suggerisci la lettura a Beatrice (mia figlia diciassettenne), mi incuriosisce il suo parere”.

Ebbene, domenica scorsa Beatrice ha letto la storia e ho comunicato a Moreno il suo pensiero: “La storia mi è piaciuta, anche se dal finale tragico. Non avendo letto le storie precedenti che coinvolgevano Zagor e Jenny mi è sembrato che la relazione tra i due cominciasse all’inizio di questa storia e quindi non sono riuscita ad immedesimarsi pienamente nel dolore di Zagor.

Sicuramente non mi aspettavo che Jenny morisse, anche perché secondo me aveva un bel potenziale come comprimaria. Sarei curiosa di sapere se quando hai fatto innamorare Jenny di Zagor avevi già deciso che sarebbe morta, proprio per sottolineare il concetto che Zagor non potrà mai avere una compagna.

Per quanto realistica, avrei preferito che la morte di Jenny fosse un po’ più “eroica” e non ad opera di banditi qualsiasi. D’altro canto mi è piaciuto che anche Zagor lo abbia sottolineato, e ciò me lo ha reso affine, avendo espresso i miei stessi pensieri.

Mi piace anche come disegna Anna Lazzarini. Si vede che è una donna da come rende le espressioni dolci dei visi”.

Moreno ha infine risposto: “Grazie del bel commento e sì, la sorte della povera Jenny era già stata decisa perché gli eroi che soffrono sono più umani e la vita ci mette di fronte a drammi così”.

E a proposito di Anna Lazzarini, già apprezzata sul secondo numero della miniserie “Zagor Darkwood Novels”, devo osservare che si dimostra davvero brava anche in questa occasione. Il suo tratto fresco e dettagliato aggiunge valore alla storia, sia nelle scene dinamiche che in quelle più riflessive e commoventi. Anche il volto un po’ giovanile di Zagor non disturba, ma ben si adatta alla tematica “amorosa” trattata.

Concludendo, quindi, promozione piena per questa ennesima bella storia zagoriana che, insieme agli Zagor Bis, Color e Più, ho avuto il piacere di leggere questa estate. A dimostrazione che il Signore di Darkwood dopo tanti anni riesce ancora a emozionare i suoi appassionati.

 


16 commenti:

  1. Sono convinto anche io che il finale non potesse essere diverso . Certo che mi dispiace tantissimo per Jenny ma se si fosse risolto il tutto con un finale alla acqua di rose la storia sarebbe stata mediocre a mio avviso Moreno è stato coraggioso e non posso che fare i miei complimenti per la più bella storia della estate zagoriana

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    1. Grazie per il tuo commento e lieto che anche a te la storia sia piacuta! Ciao!

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    2. Coraggioso è un parolone. 🤔

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  2. Bel post, che condivido. Interessante anche il punto di vista di una diciassettenne, credo che in effetti sia uno dei pochi albi di Zagor degli ultimi anni che farei leggere ad un adolescente.
    Per la cronaca, anche io ho scritto a Moreno dopo la lettura :-D per fargli i complimenti e dirgli che mi ha commosso, che insomma alla nostra veneranda età non è nemmeno facile!
    Ha risposto che si è commosso pure lui scrivendola.
    Come dico sempre, quando un autore si impegna e ci strizza il cuore in quel che scrive, i lettori se ne accorgono e apprezzano. Questa storia e i consensi diffusi che ha raccolto ne sono una nuova dimostrazione.

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    1. Grazie per il commento, Massimo. E grazie anche per la condivisione del tuo scambio di battute con Moreno.

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  3. Ringrazio Marco per avermi citato nella sua recensione alla quale aggiungo solo poche osservazioni.
    Potrei dire che questa storia ha il fascino un po' naif di certe vicende da me amatissime pubblicate appena un attimo prima della Golden Age, quelle storie oggi poco ricordate e che ho riscoperto (e rivalutato) in tempi recenti come "Il fante di picche", "Lo strano Mister Smith", "La stella di latta" e dintorni.
    Epperò qui le cose prendono tutt'altra piega e dalla rassicurante coltre boschivo-fluviale che rimanda a quei lontani albi, si passa alla più cruda drammaticità e ci si emoziona (quasi) fino alle lacrime.
    E' poco?
    Non direi. Una storia sicuramente epocale che si farà ricordare come (va detto) poche altre di questi tempi.
    Quasi mi spiace adesso finire nel tecnico ma mi sento in dovere di farlo. Andando controcorrente rispetto a tutta una serie di apprezzamenti che ho letto in rete, i disegni mi sono piaciuti pochino.
    Zagor ha un viso da fanciullo di ispirazione manga, almeno questa è stata la mia impressione, e le pose sono spesso simili l'una all'altra se non addirittura identiche.
    A proposito di ciò si vedano nella tavola di pag. 6 la prima e l'ultima vignetta: l'impressione è quella di un copia-incolla.

    Al di là di ciò, non è semplice formulare un giudizio complessivo. Non siamo di fronte ad una storiona che farà la storia del fumetto (e non solo dello SCLS) come "Il buono e il cattivo" o "La marcia della disperazione", ovvio, ma di uno strano animale in equilibro tra un certo gusto vintage a la Melloncelli e il modernismo fumettistico che dipinge senza sconti la vita reale.
    Bella? Brutta? Semplice? Non so.
    Sicuramente memorabile.

    ...e a proposito della vita, fatemi chiudere con queste poche righe tratte dal brano "La vita" dei miei adorati Baustelle dall'album "L'amore e la violenza vol. 1" (2017):

    Lo so la vita è tragica
    La vita è stupida
    Però è bellissima
    Essendo inutile
    Pensa al contrario e poi
    Ti ammazzi subito
    Pensare che la vita è una sciocchezza
    Aiuta a vivere

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    1. Grazie per il tuo "corposo" commento, Mario.
      Conoscendoti, immaginavo che non avessi apprezzato appieno i disegni, molto "giovanili" e a tratti quasi in stile manga... e ciò ti fa capire perché invece siano stati molto apprezzati dalla mia adolescente figlia... non è che per cao stiamo invecchiando? :-D
      Bella la citazione dei Baustelle!
      Ciao!

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    2. "La stella di latta" una delle migliori storie per me sin dalla prima volta che l' ho letta, LSMS un divertissement (ho scoperto che alcuni zagoriani non apprezzano molto le storie leggere 😳) mentre IFDP... godibile avventura media ingenuotta del periodo. 🤔
      Davvero curioso l' accostamento a Meloncelli.😳😳

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  4. Caro Baltorr, confesso che non ho ancora letto la storia, ma quel " Una ragazza in pericolo " mi aveva fatto capire dove si andava a parare perchè una ragazza è sempre in pericolo quando cerca di far crescere Peter Pan. Morbur non è nemmeno il primo a far crescere un personaggio per eliminarlo - penso per esempio a Grant Morrison che ha creato ( sviluppando una idea precedente ) Damian Wayne per poi ucciderlo nella sua lunga gestione di Bats - ma in SBE è + difficile che un personaggio che non sia Hellingen o il Cardinale o Mefisto torni e ritorni come una monetina nella tasca di un bermuda in lavatrice. Ho letto che anche Tiz Sclavi piangeva mentre scriveva Johnny Freak. Creare è anche piallare. In fondo Sclavi ha piallato anche Zagor a fine anni ottanta e quella è una storia che molti ricordano ancora e che è stata da poco ristampata. Per quel poco che vale, mi piacciono i disegni. Il pubblico zagoriano è sostanzialmente conservatore e ferriano, ma ha digerito nel tempo Laurenti, Chiarolla, gli Esposito Bros, Barison ed incursioni di altri come Venturi e probabilmente tra qualche tempo considererà Anna Lazzarini parte del "canone". Ti dico solo che in rete molti anni fa ho visto un omaggio di Federico Rossi Edrighi a Mauro Uzzeo con lo Zagor + stilizzato che mi sia mai capitato di ammirare. Spero di vivere a sufficienza di vedere dopo il murale di Martoz, anche Baronciani, Sara Colaone, Ratigher, Dado, Spugna, D'Agnano, Vanna Vinci, Rachele Morris e Rossano Piccioni a spasso per la foresta/palude di Darkwood...olè! ciao ciao

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    1. Carissimo, ben ritrovato! Grazie per essere riuscito a fare un commento così arguto senza aver nemmeno letto la storia!!! A presto!

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  5. Bastava non fare come al solito e cioè pubblicizzare Jenny come chissà che svolta nella vita di Zagor. E non capisco perché Burattini gli abbia messo questa cosa alla Tex. Vabbè.

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    1. Magari non sarà una "svolta" nella vita di Zagor, ma sicuramente questa esperienza lo ha profondamente "segnato"...

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  6. Burattini e il motivo del declino di zagor....non lo sopporto da anni...ma ora grazie alla storia con jenny con un finale pessimo..zagor avrà un lettore in meno....anzi 2...

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  7. Ho letto d'un fiato gli ultimi albi antecedenti la fine tragica di Jenny e condivido le tue reazioni emotive sulla storia, nonché l'apprezzamento per il filo conduttore della liaison amoureuse tra Zagor e la ragazza. Un bravissimo al "nostro" Moreno Burattini che ha risolto una trama ardua con magistrale sapienza.

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  8. La troppo smaccata adulazione di certi commenti che si leggono in rete, non solo è fuori luogo, ma ottiene l'effetto opposto a quello cui mira e, ben lungi dal glorificare l'autore, finisce per trattarlo come uno che non sappia distinguere cosa faccia di buono e cosa non. Burattini si conosce meglio di qualsiasi adulatore e infatti ha sempre dichiarato di sentirsi portato per le storie gialle. IL LIBRO MALEDETTO lo conferma: è una storia ottimamente congegnata secondo le regole del genere e che, come nei migliori gialli, svia e confonde il lettore col prospettargli talmente tanti possibili colpevoli che poi si rivelano innocenti, da far dimenticare il vero colpevole fatto uscire strategicamente di scena all'inizio. Quello è un esempio di albo lodevole, non questo che svolge una vicenda in maniera raffazzonata, frettolosa e non molto finemente psicologizzata. E Burattini lo sa, lo sa di aver redatto soggetti e e sceneggiature assai migliori. Ognuno ha il suo forte e il sentimentale non ê tanto nelle corde di Burattini. Qui la storia innanzitutto avrebbe richiesto almeno un'altra metà di albo, ma soprattutto doveva essere usata qualche finezza psicologica che non vi sto a dire perché le idee naturalmente non le voglio suggerire gratis, ma che sarebbe stata di grande effetto. Molto più dell'ammazzare una ragazza che non dava fastidio a nessuno.

    Vedete, gli autori hanno bisogno del pungolo con critiche ragionate poiché, come i genitori con i figli, che amano anche se brutti o scapestrati, così gli autori rischiano di voler troppo bene a ciò che scrivono per quel naturale amore verso ciò che da loro nasca. E pur se sanno bene il buono e il cattivo che producono, gli riesce spesso difficile riprovarlo apertamente, allo stesso modo in cui un genitore ha difficoltà ad essere troppo severo con il frutto dei suoi lombi.

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    1. Grazie per il tuo commento, nunpetrus. Condivido la tua considerazione finale e ti confesso che, spesso, mi domando quanto i mei giudizi "positivi" siano frutto di considerazioni oggettive o piuttosto della passione per il personaggio... ma tant'è...

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