venerdì 5 maggio 2023

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (54)

Con una pausa leggermente minore

rispetto a quella dell’ultima volta

(anche se più lunga di quelle

a cui in passato eravate abituati)

eccoci ad un nuovo appuntamento

della rubrica

A domanda… Moreno risponde”!


Questa volta si parlerà dell’ultima storia

disegnata dal maestro Gallieno Ferri,

del significato dell’aggettivo “bonelliano”

e degli inevitabili refusi…


…ma anche delle gag di Cico,  di Durga l’Egiziano,

della città di Port Whale, della nascita dell’amicizia

tra Burattini e Boselli, delle prossime

storie zagoriane di Tito Faraci…

e di molto altro ancora!


Da ultimo, segnalandovi che Moreno risponde

anche a una domanda a mio giudizio molto importante,

e cioè se è più forte l’amicizia o l’amore,

lo ringrazio come di consueto

per il tempo che ci dedica e per la sua disponibilità…

…non dimentichiamo, infatti, che con la prossima serie

toccheremo quota 1100 domande/risposte!


1Caro Moreno, alla fine dell’avventura “Tropical Corp”, sia le persone implicate dietro la scrivania, sia quelle utilizzate per l’azione sul campo, o almeno i capi principali, non sono deceduti. Il laboratorio scientifico dove i germi della febbre gialla erano stati colti è stato distrutto con un colpo di cannoncino ma... non ci vuole molto affinché un altro scienziato, per esempio un Adolfo Verybad, possa riuscire a rimettere insieme i “pezzi” andati in frantumi nella colluttazione. Potrebbe addirittura essere messo nella condizione d’obbligo di riottenere quell’effetto sulle popolazioni di Darkwood, a causa dell’intervento di un redivivo Caniff o del suo superiore Jordan. Dopotutto, ne “La rivolta” un vecchio nemico creduto morto era miracolosamente sopravvissuto alla fucilazione, dunque perché non credere che anche Caniff o chi per lui possa essere sopravvissuto a tanti anni di galera, se non all’ergastolo vero e proprio, covando vendetta contro Zagor e soci?

I “cattivi” che covano un senso di rivalsa nei confronti di Zagor sono una pletora innumerevole, e se si trattasse soltanto di trovarne uno per imbastire un nuovo racconto di una tentata vendetta ai danni del nostro eroe, certamente anche Caniff potrebbe essere un ottimo candidato al ruolo.

2Gentile Moreno, so benissimo che richiedere l’ennesimo ritorno possa essere un’arma a doppio taglio, oltre al rischio di vedere cassata questa domanda. Però, voglio partire dal principio, dal fatto che tutti possano essere riutilizzabili, con la giusta storia ed il giusto spunto. Non essendo sceneggiatore, lo spunto non posso proprio dartelo. Quello che posso provare a fare, se il curatore di questo Blog me lo permette, è ricordare un personaggio che, fra tanti, non è morto. Egli è finito con la testa sbattuta contro un albero a seguito di uno scontro con Zagor, ma appare ancora vivo, secondo le parole dette dallo Spirito con la Scure al termine della storia. E la storia di cui parlo è “Pugni e pepite”. Durga, l’egiziano, membro provvisorio della grande famiglia dei saltimbanchi Sullivan, che fanno il loro vero e proprio debutto in un’avventura in tempo reale proprio in questo racconto, si trovano a dover svolgere indagini per riuscire a scagionare dalle accuse di furto e di aggressione Tobia Sullivan. Durga, alla fine, verrà scoperto come vero colpevole e riesce a mettere in grossa difficoltà Zagor nella lotta corpo a corpo. Ovviamente finirà col perdere, perché lo Spirito con la Scure, a meno di casi speciali, non può finire a terra di fronte ad un avversario non propriamente principale. Ed è proprio questo il punto: dopo anni di mancanza dalla serie, avrà sicuramente affinato le proprie tecniche, imparate sia in Egitto sia grazie agli stessi Sullivan. So di non essere il primo a fare questo genere di richieste, e non so se sia un personaggio abbastanza interessante per lei da far tornare, però mi ha colpito sia per le sue motivazioni finali sia per le sue tecniche di lotta. Cosa si ricorda di lui e quale impressione le fece la prima volta che riuscì a leggerne le gesta?

Ho un buon ricordo di “Pugni e pepite” perché, da appassionato di giallo (e soprattutto del giallo del genere “whodunit”, quello che sfida il lettore a scoprire “chi è stato”) ho molto apprezzato la rivelazione di un colpevole insospettabile come Durga. Gallieno Ferri, poi, lo aveva caratterizzato molto bene. Se qualcuno proporrà un soggetto che lo riporti sulla scena in modo convincente, potremmo senz’altro rivederlo.

3Caro Moreno, cosa significa “modificare” il proprio stile di disegno ad uno Bonelliano? Quali sono le differenze fra lo stile Bonelliano ed altri?

Anni fa mi chiesero di scrivere un articolo, che finì pubblicato non ricordo più dove, in cui venisse spiegato che cos’era la “bonellianità”. All’epoca (Sergio era ancora fra noi) credevo di saperlo e cominciai così: «l’aggettivo “bonelliano” non significa semplicemente “pubblicato da Bonelli”, come “mondadoriano”. L’accezione è diversa e assai più complessa, riguarda un particolare modo di intendere e fare fumetto e si potrebbe discutere a lungo una definizione più congrua e soddisfacente. “Bonelliano” significa necessariamente “popolare”? Chi abbia in mente la popolarità degli eroi di casa Bonelli, sarebbe tentato di rispondere di sì. La “bonellianità” sembra effettivamente sinonimo di una produzione senz’altro di buona qualità, ma rivolta a un pubblico larghissimo e pertanto non sofisticato, né cerebrale, senza  pretese “artistiche”.  In realtà ci sarebbe da chiedersi perché mai un qualunque frutto dell’ingegno che piaccia al vasto pubblico non possa avere anche uno spessore artistico. Una delle caratteristiche della “bonellianità” è viceversa quella di aver felicemente risolto, trovando un giusto e non facile equilibrio, l’annosa dicotomia tra fumetto seriale e autoriale, fra produzione popolare e produzione colta». Oggi, la “bonellianità” è, probabilmente, un’altra cosa, anzi, più altre cose, nel senso che la produzione si è diversificata e se ci sono fumetti ancora riconoscibili come “bonelliani” per la rassicurante gabbia su tre strisce che garantiva una facilità di lettura e identificava il prodotto, vero è che ai giorni nostri l’offerta è più variagata, il centro di gravità permanente ha più di un fuoco attorno al quale ruotano le proposte, si parlano linguaggi diversi (prima la vetrina era più omogenea). In altre parole, se trent’anni fa ancora il disegno bonelliano si caratterizzava per una leggibilità (non disgiunta dalla qualità) che permetteva a tutti (dall’intellettuale al lettore con la quinta elementare) di trovarsi a proprio agio nel fruire del racconto, oggi ci sono probabilmente disegnatori (per non parlare degli sceneggiatori) che una buona parte della vasta platea del pubblico bonelliano non sente più come rivolti a chiunque. Io stesso, di fronte a certi nostri prodotti, di cui pure capisco il valore e intuisco le potenzialità, mi dico: “bello, ma non stanno parlando a me”.

4Caro Moreno, da qualche tempo ho appreso, per varie vie, che esiste nei vostri semi-segreti cassetti una storia mai pubblicata, ma completamente sceneggiata, di Marcello Toninelli. Si chiama “I Crociati” e non so se sia mai riuscito a leggerne la trama, ma contando le altre storie ormai non più pubblicabili a causa del passare del tempo, non esiste modo affinché possiate voi della Redazione deliziarci con un’ultima storia lunga (credo che lo sia) del Grande Maestro per Zagor?

Ho visto anch’io, in un cassetto ereditato dalle precedenti gestioni, quella sceneggiatura. Non so dire perché a suo tempo sia stata accantonata. Probabilmente, se Decio Canzio o Sergio Bonelli preferirono non affidarla a un disegnatore, c’era qualche controindicazione (che ignoro). Non l’ho letta e non so quale sia l’argomento, anche se il titolo lascia immaginare qualcosa, e chissà che qualcosa nella trama non entri in contrasto con “I cavalieri del Graal”, uno Speciale mio e di Ferri del 1998 (dove, per combinazione, fanno ritorno alcuni personaggi toninelliani, come Beau Whyndam, sua moglie Kee-Noah e il russo Bezukoff). Ipotizzo che a distanza di tanti anni (una quarantina) lo stesso autore preferirebbe rimetterci le mani. Ci sono comunque altre storie giacenti, negli archivi di un po’ tutte le testate, e a volte capita di poterle recuperare, altre volte no. In ogni caso, un “ripescaggio” del genere dovrebbe essere discusso con i direttori, magari anche per trovargli una collocazione, che non potrebbe essere, credo, quella delle serie regolare.

5Egregio Moreno, quali sono i suoi ricordi, sia personali che lavorativi, riguardanti la Sua scomparsa collega Maria Baitelli?

Personalmente ho solo ricordi belli. Mi ha sempre accolto con il sorriso (era una donna, peraltro, molto bella) e dato indicazioni sempre professionali sul lavoro da svolgere in redazione, che dirigeva. Poi, so che aveva fama di essere molto volitiva e finanche severa nello svolgere le sue mansioni. Io, che sono sempre stato un bravo soldatino, non ho mai avuto problemi nell’interfacciarmi con lei.

6Caro Moreno, come e quando ha conosciuto per la prima volta Mauro Boselli? Che cosa ha spinto due colleghi, uniti dalla passione fumettistica, ma non solo da quella, a diventare amici?

Se dovessi ricordare la prima volta che ho visto Mauro di persona sarei in difficoltà. Immagino sia accaduto nel 1990, anno in cui ho cominciato, da collaboratore esterno, a fare le mie prime visite in redazione. La prima in assoluto avvenne nel 1989, ma sospetto che all’epoca Boselli lavorasse ancora nella sede storica ma ormai distaccata di via Ferruccio 15, quindi è probabile che in quell’occasione non lo abbia visto. In via Ferruccio 15, fra le altre cose, si allestivano PilotOrient Express e i rispettivi albi monografici. Mauro, all'epoca, non era ancora lo sceneggiatore inarrestabile di oggi, ma un “semplice” redattore, con tutte le virgolette del caso. Fra le sue mansioni, c’era quella di curare la testata di ristampe “Tutto West”, sulla quale teneva una rubrica di corrispondenza con il pubblico. E io gli scrissi, ponendo una domanda. La questione era la seguente: come mai, se uno guarda le foto d’epoca del West vede che tutti gli uomini portano i baffi, mentre nei fumetti western predominano gli eroi glabri? La risposta di Boselli, pubblicata su un qualche numero successivo, fu più o meno questa: è vero, nella realtà gli abitanti del West erano quasi tutti baffuti e barbuti, ma gli eroi dei fumetti degli anni Cinquanta e Sessanta si rifacevano, quanto a look, non tanto alla documentazione storica ma ai modelli cinematografici che andavano per la maggiore ai quei tempi, e gli attori del periodo erano tutti ben rasati. Replica inappuntabile. Stabilito il contatto, non mollai la presa: continuai a scrivere al redattore di Via Ferruccio. Lo sventurato rispose, ogni volta. E appena fummo entrati in confidenza, gli chiesi un articolo per la fanzine “Collezionare”, da me curata. Si trattava di raccontare chi erano, com’erano e che facevano i redattori di Casa Bonelli. Mauro accondiscese e l’articolo fu pubblicato. Insomma, diventammo amici prima di diventare colleghi. Cominciammo a scrivere Zagor praticamente insieme: la mia prima storia, “Pericolo Mortale”, è del maggio 1991, la sua, “La fiamma nera”, del giugno dello stesso anno. In realtà, lui aveva già scritto alcuni episodi di “River Bill”, un personaggio nolittiano ospitato appunto su “Tutto West”, pubblicati nel corso del 1990. Ottenuto un ufficio al piano terra di via Buonarroti, Boselli fu promosso a curatore di Zagor e quindi i contatti fra me e lui (io a casa in Toscana, Mauro a Milano) divennero quasi quotidiani: discutevamo i miei soggetti e le mie sceneggiature, che lui approvava (o non approvava) e nel caso correggeva (il più delle volte, come egli stesso ha raccontato, gli andavano berne). Io salivo in redazione una volta ogni due o tre mesi per cui facevamo brainstorming di persona. Nel 2001 sono stato chiamato a lavorare in via Buonarroti proprio per fargli da assistente, dato che oltre a Zagor doveva pensare anche a Dampyr (e da “Il passato di Carson”, che è del 1994, anche a Tex). Dividendo la stessa stanza praticamente tutti i giorni il nostro legame non ha potuto che consolidarsi. Da lui ho imparato il mestiere del redattore e nel 2007, quando sono stato considerato ormai navigato, ha passato a me la cura di Zagor.

7Caro Moreno, ne “L’antica maledizione”, ultima storia disegnata dal Maestro Gallieno Ferri, quest’ultimo arriva ad un tot di pagine prima di lasciare il posto a Marco Verni e Gianni Sedioli. Mi dica se sbaglio, ma almeno una vignetta precedente all’ultima pagina da lui disegnata (si parla di due o tre pagine prima) sembra essere stata rifatta da uno fra gli stessi Sedioli o Verni. È possibile che sia così?

La malattia e poi la morte di Gallieno Ferri (avvenuta nell’aprile del 2016) hanno interrotto la realizzazione de “L’antica maledizione” (Color n° 5,  agosto 2017) a tavola 63, quella pubblicata a pagina 67 dell’albo. Dalla tavola successiva le matite sono di Gianni Sedioli, le chine di Marco Verni. Tuttavia, come ci si può rendere conto guardando i tratti delle ultime vignette di Gallieno, la sua mano si era fatta incerta, nonostante egli si sforzasse di portare a compimento un racconto che gli costava grande fatica disegnare, viste le sue condizioni. Ma disegnare era ciò che aveva fatto da una vita e praticamente se ne è andato con il pennello in mano. Consegnando la sceneggiatura di Jacopo Rauch a Sedioli e Verni si è creato il problema di “ammortizzare” la differenza tra le mani degli illustratori, in modo che si notasse il meno possibile il passaggio. Quindi, sì: i due allievi romagnoli hanno rifinito alcune delle ultime vignette del Maestro ligure, con grande rispetto e, lo assicuro ricordando ciò che ci dicevamo in corso d’opera, molta commozione.

8Caro Moreno, potresti spiegarmi la differenza tra la morte di un amore, come quello che stava per nascere con Jenny, e l’amicizia con Cico che si protrae fumettisticamente da più di 60 anni, e quindi, pur avendo visto lo stesso Messicano rischiare la vita più e più volte, il non volere una persona al fianco quando al proprio fianco ne ha una da eoni, pur non essendone ovviamente innamorato? Che sia l’amore più forte di un’amicizia?

Direi che ci sia molta differenza fra il sodalizio tra due amici che per libera scelta combattono insieme (Cico si può senza dubbio definire, a suo modo, un “pard” di Zagor come Carson lo è di Tex), e il rapporto di amore che lega un uomo e una donna. Non mi si potrà, spero, accusare di sessismo se sostengo, soprattutto riferendomi a un contesto ottocentesco (qual è quello zagoriano), che in una coppia il compagno tenda a proteggere la compagna che potrebbe essere la madre di suo figlio. Si dice, a ragion veduta, che l’universo di riferimento dello Spirito con la Scure sia quello de “L’ultimo dei Mohicani”. Ecco, sarebbe strano immaginare Nat Bumppo (nel film del 1993 interpretato da Danidel Day Lewis), Uncas e suo padre Chingachgook non cercare di proteggere Cora e Alice. Così come sarebbe impossibile ritenere che Tex Willer avrebbe dovuto portare con sé la moglie Lilyth durante le sue più pericolose imprese. Non significa che l’amore sia necessariamente più forte di una amicizia (anche se si potrebbe discutere valutando quale amore e quale amicizia), ma che i due sentimenti (che hanno caratteristiche diverse) si esprimono in modo differente. Concludo facendo notare, comunque, come non sia stato io a decidere che Zagor abbia per compagno d’armi il fido Cico e non una fanciulla, e che il nostro eroe abbia scelto per sé (a torto o a ragione) una vita da single: è stato Guido Nolitta. Lui ha sceneggiato la scena in cui lo Spirito con la Scure si accommiata da Frida Lang al termine dell’avventura de “La marcia della disperazione”, allontanandosi (peraltro dalla finestra) dopo aver fornito alla giovane donna tutte le spiegazioni del caso. Io, con la storia della morte di Jenny, ho soltanto spiegato di nuovo le sue ragioni.

9Caro Moreno, grazie a “Il morbo” siamo riusciti a vedere una storia zagoriana in stile manga. Senza toccare la regolare, vedrebbe bene una storia zagoriana in stile manga ma molto più lunga?

Non mi pare che si possa parlare de “Il morbo” (storia apparsa sullo Zagor Più n° 1, nel 2021) come di una storia illustrata in “stile manga”. Direi piuttosto che Walter Venturi abbia approfittato della maggiore libertà espressiva concessa dai “Racconti di Darkwood” per sperimentare un tratto grafico un po’ diverso dal solito per adattare i propri disegni alle caratteristiche decisamente insolite della sceneggiatura di Tito Faraci (anche lui deciso a far uso della possibilità di battere strade alternative offerta dalle storie brevi). Lo “stile manga” è decisamente un’altra cosa (in casa Bonelli forse ci si può essere un po’ avvicinati con “Attica”, di Giacomo Bevilacqua). Detto ciò, sicuramente ci saranno autori che sperimenteranno nuove formule, come per esempio hanno fatto Lola Airaghi o Fabiano Ambu (solo per citare due nomi); escludo però che ci possano essere storie zagoriane realmente realizzate in “stile manga”. Non perché vi sia un mio giudizio negativo verso il fumetto giapponese, ma perché la tradizione zagoriana è un’altra.

10Gentile Moreno, ti voglio chiedere come mai in seconda di copertina di “Yellow Rocks” sia scritto come titolo della storia che inizia nella seconda parte dell’albo il titolo di lavorazione “Furia omicida” mentre il titolo vero e proprio, così come appare nella prima pagina della storia, sia invece “Ossessione mortale”?

Sono cose che, purtroppo, succedono (e succederanno ancora). Nella fattispecie, la storia sceneggiata da Jacopo Rauch aveva un titolo di lavorazione che era “Furia omicida”, che però ricordava troppo il titolo dell’albo n° 129 di Zagor, “Follia omicida”. Si è deciso perciò di cambiarlo in “Ossessione mortale”, ma sono rimasti indicati entrambi. Questo tipo di incidenti accadevano anche in passato (non è che ai “bei tempi che furono” i refusi non ci fossero), tant’è vero che, solo per fare un esempio, il n° 34 della Collana Araldo (quella del Comandante Mark) recava in costolina il titolo “Nel campo nemico” e in copertina “Nel campo indiano”. Si veda la foto allegata.

11 – Buongiorno da Matteo Agostini. Innanzitutto i miei complimenti a Moreno che con le sue storie mi fa sognare da più di trent’anni e naturalmente agli altri sceneggiatori e disegnatori in forza allo staff. La serie regolare procede alla grande, secondo me, ma essendo anche un lettore di Tex mi sono posto una domanda. Perché non cominciare una serie parallela da affiancare alla Zenith con un giovane Zagor come con la collana Tex Willer? Forse ci state già pensando o non lo ritenete fattibile? Secondo me avrebbe un grosso successo.

Sarebbe una cosa sicuramente bella, forse buona, non so quanto giusta (nel senso che i conti e le previsioni sul venduto vengono fatti dai direttori).

12Caro Moreno, dopo aver letto per la prima volta la storia “Il battello dei misteri”, contenuta nello Speciale Zagor n. 35, ho due domande da porti. Il sergente baffuto che aiuta Zagor e Cico, di nome Pokofiev, è ripreso dalla fisionomia dell’attore Wilford Brimley visto in Cocoon e Cocoon 2? E poi, ad un certo punto del racconto, il tenente Daye scompare nettamente di scena, e non sappiamo quale fine abbia fatto. Come mai questo lapsus?

Il sergente de “Il battello dei misteri”, Prokofiev, non è ispirato all’attore Wilford Brimley, ma a un personaggio nolittiano del 1959: il baffuto Sam, partner del Giudice Bean (insieme al nipote di quest’ultimo, Danny), così come immaginato graficamente da Sergio Tarquinio. Riguardo al tenente Daye, a pagina 48 dello Speciale n° 35 viene detto che resta al Trading Post (con altri due soldati) per occuparsi del militare rimasto ferito (quello salvato da Zagor). Non mi pare un lapsus il fatto che non lo si riveda più, come non si rivede il Trading Post: si può immaginare che avrà fatto ritorno al suo Forte di competenza (non sempre è necessario raccontare la rava e la fava). In ogni caso, può anche darsi che in certe storie ci scappi il lapsus.

13Caro Moreno, quali sono (se ci sono) le nuove storie di Tito Faraci in arrivo sulla serie regolare di Zagor? Oppure si limiterà a tornare in quelle fuori serie?

Tito sta scrivendo due storie di Zagor. Credo che si tratteranno di uno Speciale e di uno Zagor Più, però poi bisognerà vedere quali saranno, a cose fatte, le esigenze di programmazione.

14Caro Moreno, correvano gli anni 1830-1831 quando molti esuli polacchi finirono in Francia dopo aver perduto l’occasione di sconfiggere la Russia a seguito di un’insurrezione. La Congregazione della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo venne formata in quegli anni e, grazie ad essa, vennero aiutati sia gli esuli che i rifugiati, sia persone bisognose di aiuto provenienti dalla Polonia. Non c’è scritto da nessuna parte che non fossero già presenti negli Stati Uniti, proprio nel periodo sovracitato. Un periodo dove vengono ambientate proprio le avventure dello Spirito con la Scure, e da dove magari prendere spunto per crearci sopra una storia. Cosa ne pensa?

La questione degli esuli polacchi e della resistenza alla dominazione russa è stata affrontata nel secondo Zagorone, “L’uomo che sconfisse la morte”, del 2012. Questo il riassunto che si legge sul sito Bonelli: “Un antico nemico, creduto morto, torna dall’Oltretomba e sfida Zagor, sostenendo che il Grande Spirito ha prescelto lui alla guida delle tribù di Darkwood e che proprio il suo ritorno in vita ne è la prova. Nel corso di un drammatico duello di fronte a tutti i sakem della foresta, Zagor viene sconfitto nel modo più incredibile... Ma c’è qualcosa di accaduto nel passato che influisce anche sul presente: infatti, lo Spirito con la Scure, prima di questi fatti, si era trovato coinvolto nella lotta contro un nobile russo, il conte Zalacenko, deciso a dare la caccia a una comunità di profughi polacchi, oppositori politici del regime zarista che domina il loro Paese. Che collegamento hanno le due vicende? Solo il tragico finale di una storia tesa e senza respiro, lo rivelerà”.

15Caro Moreno, capisco che possa essere la tradizione, e pur non essendo contro alle lunghe gag di Cico, ti chiedo da semplice fan, forse come voce fuori dal coro, che quelle iniziali, quelle che fanno da preludio alla trama vera e propria, non siano sempre slegate da essa ma che, perlomeno, vengano agganciate a quella che sarà poi la vicenda vera e propria. Chiedo troppo?

La tradizione delle gag iniziali con protagonista Cico slegate dalla vicenda che introducono è, appunto, una tradizione (era quasi la regola nei classici nolittiani). Se qualche volta è stata fatta anche di recente o se qualche volta lo rifaremo ancora, sarà solo in omaggio a quella consuetudine. Però, ciò detto, mi pare che gli sketch di questo tipo siano ormai una assoluta rarità, e quando Cico si rende protagonista di qualche gag questa risulti inserita nel contesto della narrazione. Tuttavia non chiedi troppo, naturalmente, come non chiederebbe troppo lo sceneggiatore che, memore dei precedenti di Nolitta, volesse fare come faceva lui.

16Caro Moreno, non so proprio se ci abbia mai pensato, assieme a tutta quella valanga di disegnatori che si trova ad avere la Casa Editrice Bonelli, ma Luigi Siniscalchi, che ha disegnato storie per Dylan Dog, Demian, Saguaro ecc., col suo tratto potrebbe volerlo vedere all’opera anche su Zagor oppure i suoi disegni non sono poi così affini allo Spirito con la Scure?

Sono un ammiratore fin dalla prima ora dei disegni di Luigi Siniscalchi, che però non ricordo essersi mai proposto come disegnatore zagoriano, avendo (credo) sempre avuto da lavorare su altre serie. Andrebbe capito se i suoi impegni gli consentono di mettersi alla prova sulle tavole dello Spirito con la Scure e, soprattutto, se l’affollamento del nostro staff permetterebbe di trovargli un posto.

17Caro Moreno, pur sapendo che la tecnica dell’eutanasia sia oggi molto discussa, e che nel periodo in cui sono ambientate le storie di Zagor bastava un colpo di pistola o un veleno per non patire i dolori di una malattia, crede che ci possa essere abbastanza materiale per poterne parlare anche in queste storie?

L’eutanasia è un tema a me molto caro (ho anche collaborato con un libro edito da Allagalla, “Disegni e parole per essere liberi”), però ai tempi di Zagor non era certamente intesa come la intendiamo adesso. Di sicuro non si poteva parlare di “accanimento terapeutico”.

18Gentile Moreno, Port Whale è stata scelta in passato come base per la storia tumultuosa di Wolfingham ed Andrew Cain ma, in fondo, perché è stata scelta dal Barone? Quali sono le origini di Port Whale? Cosa si nasconde dietro l’aria salmastra di quel luogo?

Credo che alcune risposte saranno fornite in una storia, in corso di realizzazione, scritta da Giorgio Giusfredi e illustrata da Marco Villa.

19Caro Moreno, Zagor è, molto più di altri fumetti bonelliani, la rappresentazione fumettistica della variazione di genere da storia a storia, pur cercando di far rimanere invariati il suo carattere ed il motivo delle sue azioni. Proprio per questo, cominciando a leggere un suo racconto, non sai mai cosa aspettarti. Un racconto per adulti? Per infanti? Fantasy? Western? Avventuroso? Horror? Non si può sapere, se non dalle anteprime. Ma che gusto c’è a rovinarsi la sorpresa? Quindi comprende anche lei il grande lavoro che sta dietro a questo personaggio, essendone da qualche anno il suo curatore. È un fumetto per tutti. Ci saranno sempre storie più belle e meno belle, ma se non si viene accontentati con una tematica, quella successiva potrebbe essere quella giusta per i nostri palati. Insomma, il sense of wonder e l’aspettativa in noi lettori è rimasta invariata, e non capisco sinceramente tutte queste critiche (sul qui presente blog, sui forum, sui vari social media, anche sul canale Youtube, mentre di persona non saprei proprio) quando per godersi un fumetto non bisogna passare da detrattori, come dice lei, bensì leggerlo con cervello, ma anche aspettandosi ironia, rilassandosi e traendo giovamento dai comportamenti di uno Zagor che si è evoluto, insieme a Cico, rimanendo sempre se stesso. I lettori non saranno più in numero tale come quelli di una volta, per vari motivi, ma finché la barca viene spinta dalle sue sapienti mani e dai suoi fidi collaboratori, vedo un futuro roseo per lo Spirito con la Scure. Chiedo soltanto, quindi, il perché non provare sinceramente a passare delle belle ore in compagnia del proprio personaggio preferito, spensierate, senza andare a cercare il classico pelo nell’uovo?

Eh.

20Salve. Vorrei sapere qual è il personaggio che tornerà nella sua storia che sta disegnando Torricelli. E di quanti albi sarà?

Si saprà entro la fine dell’anno, credo. Ma trattandosi di una storia di Tex, le anticipazioni vanno chieste a Mauro Boselli.

 

25 commenti:

  1. Secondo me quelle su Cico o su PW sono domande fatte apposta per provocare.🤔😅

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  2. Gentile Moreno, nello Zagor + n. 7 intitolato "La Macchina del Tempo" e che ha visto, al proprio interno, alcune storie brevi, sono rimasto affascinato dall'ambientazione e dalla trama de "La Piantagione dell'Orrore". Il racconto, sceneggiato da Francesco Testi e disegnato da Raffaele Della Monica, parla di una sorta di virus che si è propagato tramite la carne, o meglio tramite una carne infettata. Non è dato modo di sapere se, chi non l'ha assaggiata, possa venirne contagiato semplicemente rimanendo alla mercè dei vari personaggi trasformati, ma ciò che viene spiegato, con relativa documentazione trovata dai nostri eroi, avrebbe secondo me meritato un maggiore approfondimento. Un ampliamento, un maggior numero di pagine nelle quali poter riuscire ad esprimere ancora meglio ciò che è capitato a quei poveri disgraziati e da dove tutto è originariamente partito. Ha avuto proposte in merito da parte dell'autore? Ha avuto modo di sapere se sia stata apprezzata questa storia in particolare e se ne sia stato richiesto un seguito da parte dei fans, escluso il sottoscritto? Mi farebbe piacere conoscere di più al riguardo. Grazie e buona continuazione.

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  3. Recentemente ho letto per la prima volta Fantacico e l'ho trovata una storia divertentissima. Però mi è suonata ben poco nolittiana e mi è venuto il sospetto che potesse esserci lo zampino di Sclavi. In fin dei conti era consuetudine allora mettere dei credits "rassicuranti". In seguito le cose sono cambiate e sulla ristampa TuttoZagor gli autori sono stati indicati con meno remore. È possibile che il Fantacico non abbia subito una revisione dei credit negli anni 90 solo perché in quel periodo non fu ristampato?

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    1. Io non ho avuto questa sensazione. Certo, l' influenza di "Guerre stellari" nella scena del bar si sente e sarebbe più da Sclavi che da Nolitta.
      Magari, come ha detto qualcuno, essendo revisore all' epoca avrà fatto giusto qualche intervento? Il Sergione però non ne ha mai fatto menzione. Boh!

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  4. Caro Moreno, crede che alla lunga verranno messe da parte, dai disegnatori, matite e chine per sfornare vignette grazie soltanto all'Intelligenza Artificiale che sta prendendo sempre più campo?

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  5. Caro Moreno, ci sono stati, da sempre, cambi e ricambi di autori e disegnatori per le varie collane Bonelli e non solo, ma dei più o meno recenti acquisti, come per esempio Antonio Zamberletti che si trova nello staff Zagoriano da una decina d'anni, e che ho visto all'opera su altre serie, ultimamente, chiedo quando saremo noi lettori in grado di rivederlo sulla testata e se sia sempre attivo come sceneggiatore dello Spirito con la Scure?

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  6. Gentile Moreno, sono passati venti anni dall'uscita de "La Trama del ragno" ed in passato ha parlato di come la figura del Tessitore sia stata criticata dai lettori. Oggi, dopo tutto questo tempo, riflettendoci su, sicuramente avrebbe scritto una storia diversa ma, rileggendola, come avrebbe potuto, secondo lei, rendere il Tessitore più in linea con la precedente interpretazione?

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  7. Gentile Moreno, da quanto scritto nella prefazione dello Zagor Più che ha visto il debutto su Zagor del Maestro Roberto Diso, sembra quasi che a scegliere di farsi sceneggiare una storia sia stato lo stesso Diso e che non sia stato invece lui scelto per disegnarla. In poche parole, come è avvenuto l'incipit di questo vostro lavoro di squadra?

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    1. Semplicemente non facendo uscire Mortimer come vincitore secondo me. XD

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  8. Caro Moreno, leggendo l'ultima storia in assoluto di Emanuele Mosca, senza fare troppi spoiler, l'anziano soldato che, in qualche modo, saluta Zagor alla fine della storia breve dello Zagor Più di Maggio 2023, sembra quasi, con le dovute proporzioni, l'ultimo silenzioso saluto che lo stesso Emanuele Mosca, che io non conoscevo, ha voluto fare ai lettori Bonelli. Non è una domanda, ma una sorta di constatazione, e ringrazio lo stesso autore che ha avuto la possibilità di vedere pubblicate due sue idee, pur non avendole potute vedere materialmente compiute.

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  9. Caro Moreno, quando potremo vedere disegnata completamente una storia lunga, magari per la serie regolare, per la collana Zagor, da parte di Stefano Voltolini che finora si è cimentato sulle storie brevi, sulle cornici delle storie brevi e su "Cico a spasso nel tempo" oltreché un racconto illustrato a mezzo con Giorgio Sommacal?

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  10. Caro Moreno, nello Zagor Più "Lo Spirito del Lupo" Zagor racconta una storia del suo passato prima di diventare lo Spirito con la Scure, ne "Il Grizzly". Ora, siccome dagli indiani viene considerato l'Inviato di Manito, non è stato controproducente fargli raccontare una storia dove appariva una persona "normale"?

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  11. Caro Moreno, nella versione originale della storia "L'Uomo Invisibile" avviene una scazzottata fra il secondo uomo invisibile e Zagor, entrambi impossibili da vedere se non per, appunto, i pugni sche si scambiano. Come mai questa sequenza è stata tagliata dalla Collezione Storica a Colori di Zagor?

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    1. Veramente!?!😳 Sono riusciti a fare peggio di qualche scelleratezza del TuttoZagor.

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  12. Gentile Moreno, ti scrivo nel 2023 e non so quando potrai ricevere la presente domanda, ma sono passati due anni dal sessantennale di Zagor e, dopo una prima apparizione, ti chiedo se e cosa possa esserci in programma per il "Corpo Speciale" che ha fatto da titolo e da protagonista al numero dell'anniversario per i 60 anni Zagoriani?

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  13. Caro Moreno, nell'antica storia "L'uomo Invisibile", che vedo già essere stata citata poco più in su nella serie di domande sotto la rubrica numero 54, il gatto scompare dopo essere stato investito dal liquido che rende invisibili. Come mai, allora, per diventare tali gli altri devono berlo? Non sarebbe bastato buttarselo addosso?

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  14. Caro Moreno, riusciremo a vedere la storia completa, e non solo il prologo, del Team-Up Flash-Zagor in edicola?

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  15. Caro Moreno, cosa ricorda del compianto Graziano Origa?

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  16. Caro Moreno, quali sono i suoi cinque libri preferiti che consiglierebbe al prossimo?

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  17. Caro Moreno, come mai nella prima pagina dell'albo "Vendetta Seminole" vi è su scritto "Sangue Seminole"? Posseggo soltanto io questa copia fallata?

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  18. Caro Moreno, da quando Lei è diventato curatore di Zagor avrà sicuramente cassato molti soggetti e molte sceneggiatura. La domanda che Le pongo riguarda il ricordo di una sequenza, di un dialogo, di una parte di una storia che ha invece cassato a sè stesso, magari pensando fra sè e sè "Cosa diavolo ho scritto?"?

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  19. Caro Moreno, cosa ne pensa di riprendere il personaggio di "Liberty" Sam, con Zagor che torna in Africa o con Sam che arriva a Darkwood? Mi è dispiaciuto non averlo potuto rivedere nella storia del ritorno a Britannia, ma capisco che non avrebbe comunque trovato molto spazio.

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  20. Caro Moreno, nel dialogo avvenuto in "Braccati!" e che vede Zagor e Connie arrivare al carro dei due complici di Scabby, mi sembra che non si faccia alcun cenno al solo cavallo morto. Viene infatti solo detto da Zagor che hanno avuto a che fare con i Blackfeet, quindi non vedo come possa esistere la risposta di Warrior Jack sulla presunta fuga d'amore in sella ad un solo cavallo. Come lo spieghi?

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  21. Caro Moreno, nell'avventura di Zagor e Flash, "Le Scure e il Fulmine", alle pagine 74 e 75, accanto alla tribù indiana, vediamo i nemici di Zagor. Riconosco il Mostro d'Acqua della storia "Aque Misteriose", Akkroniani, il Principe Minamoto in la sua armatura di guerrieri giapponesi, dinosauri, dischi volanti, un castello, mongolfiere e ragni giganti, ma tra i nemici ci sono altri tre mostri, due "persone?" in armatura e un indiano che non riconosco. Consiglio, credo che capirete chi intendo: Loro chi sono? I futuri nemici di Zagor?

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  22. Gentile Moreno, scusa il disturbo su queste pagine, ma c'è una questione, un pò meno grossa della mancanza di completezza del finale di "Libertà o Morte" e che vede protagonista Bosambo. Praticamente, dopo l'avventura successiva, di lui si perdono le tracce. Un traditore pentito, e poi non viene più ripescato. Sono tanti, dopotutto, i personaggi utilizzati poco e mai più rivisti, non solo su Zagor. Perché Bosambo e non un qualsiasi altro comprimario della saga? Non so darti questa risposta, però ti intrigherebbe far sapere al pubblico dove egli sia andato a finire?

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