Il quarto numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura contro il figlio di Kanoxen, le storie “Il popolo della palude”, “L'idolo oneida”, "I predoni del Big River" e l'inizio de "I rinnegati".
IL POPOLO DELLA PALUDE
Classico tema della città nascosta, nella quale si imbattono Zagor e Cico, in fuga dopo aver liberato Moses dagli indiani Sitka.
Il trapper funge da comprimario in una storia che catapulta i protagonisti in uno scenario del Seicento, dove si svolge una lotta di potere tra il “buono” Kennebec ed il “cattivo” Duca di Condè.
Storia semplice e abbastanza farraginosa; contrariamente a quanto accade nella maggior parte delle avventure zagoriane di Bonelli Senior, qui paradossalmente le scene migliori sono quelle che vedono impegnato un Cico a tratti davvero divertente.
Ricordo con piacere la copertina originale dell'albo gigante n. 7, con uno sfondo dal colore giallo carico!
L’IDOLO ONEIDA
Due malfattori hanno scoperto un filone d’oro nel territorio degli indiani Uroni.
Zagor e Cico si uniscono ad Alce Rosso alla ricerca dei due per impedire loro di diffondere la notizia che attirerebbe ogni genere di loschi individui in territorio indiano, con conseguenze nefaste.
Un grizzly fa giustizia dei due malfattori prima che il nostro eroe possa intervenire.
Storia brevissima (due albetti a striscia originari) in cui G. L. Bonelli utilizza uno dei suoi topoi preferiti: la punizione dei cattivi non da parte dell’eroe ma da parte del “fato” (in questo caso un orso, ma avrebbe potuto essere una frana di massi, oppure le sabbie mobili).
Curioso il fatto che nell'arco di sole cinque avventure vengano presentati ben due orsi “giustizieri” (il primo era nella storia “L’impronta misteriosa” apparsa sul terzo volume della Collezione)!
I PREDONI DEL BIG RIVER
Nella cittadina fluviale di Pinetown Zagor libera il giovane Piccolo Piede, figlio di Zampa d'Orso, capo dei Delaware, tenuto in ostaggio da Bill e i suoi disonesti cacciatori. Questi avevano rubato un carico di pelli agli indiani e si facevano “scudo” del piccolo per lasciare indisturbati la regione.
Zagor insegue i cacciatori e, nottetempo, rende inservibili le loro canoe. Questi sono costretti a caricarsi le pelli in spalla e ad addentrarsi nella foresta. Zagor interviene per salvare i cacciatori assediati dai Delaware ed impedisce un massacro, ritenendo una giusta punizione il lasciare liberi i delinquenti che, privati del loro maltolto, feriti e disarmati, dovranno affrontare più di venti miglia di foresta prima di raggiungere il centro abitato più vicino.
Brevissima storia di Giovanni Luigi Bonelli tutta agguati e sparatorie nella foresta.
Una curiosità: nell'edizione originale dell'albo Zagor “parlava” come Tex (“Peste” era la sua espressione preferita!) e, comunque, nelle avventure sceneggiate da G.L.B. appare praticamente invincibile e sicuro di sé.
Divertente l'idea dello Spirito con la Scure che taglia le canoe degli avversari incidendovi una “Z”... Zagor come Zorro?
Storia dalla forte impronta western, che vede Zagor impegnato a combattere le azioni di un manipolo di rinnegati, al soldo di un losco trafficante d’armi di nome Kendall, tese a causare una rivolta indiana.
Tra i comprimari ritroviamo ancora una volta Pat e i cacciatori di Fort Henry; come di prammatica, G.L.B. leva di mezzo Cico quasi subito confermando il suo "fastidio" nel gestire questo personaggio nell'economia di una storia.
La sceneggiatura, invece, è molto "agile" e "veloce", più che in altre storie zagoriane di Bonelli padre.
Bravo Baltorr, ti faccio i miei complimenti.
RispondiEliminaLe descrizioni che fai dei Zagor a Colori sono ottime e soprattutto apprezzo l'inserimento delle vecchie copertine. Continua così!!!
Grazie Vagabondo! Ma così mi fai arrossire...:-)
RispondiEliminaSai che ti dico?
Come concreto ringraziamento, appena posso, inserisco le copertine degli albi a striscia anche nei precedenti post che ho scritto sulla Collezione nei quali le avevo omesse!;-)
Peccato aver eliminatio i "peste!" dai testi di G.L. Bonelli...a mio modo di vedere era un particolare storicamente importante.
RispondiEliminaZagor che "parla" coem Tex!
In effetti era un "particolare" curioso che, se conservato, avrebbe avuto un sapore, come dire, di "archeologia fumettistica"...
RispondiEliminaSi, più che altro era una testimonianza vivissima della paternità del racconto.
RispondiEliminaUn grave errore averla annullata secondo me.
Ah, però! Negli originali c' è anche "peste"! :lol: ^^ Non lo sapevo proprio! Già nel tutto non ci sono. Invece hanno conservato il termine "pard" e se non erro "tizzone d' inferno" o "satanasso", tipici anche questi di di Tex. ^^
RispondiEliminaA me "Il popolo della palude", sarà perché sono un amante del cappa e spada, è sempre piaciuta come avventura. Bonelli senior riprende uno spunto già usato in Tex ne "La città d' oro" se non erro per imbastire alla sua seconda prova, un' avventura dinamica e divertente. Cico poi ha come nel precedente episodio il suo spazio.
Mi è sempre piaciuta l' espressione che usa Zagor dopo aver battuto il comandante: "Partita chiusa signor mio". ^^