Il quinto numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura contro Kendall e i suoi rinnegati, le storie “La strega della Palude Nera”, “Il piccolo popolo”, e l'inizio de "Uno strano violinista".
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LA STREGA DELLA PALUDE NERA
Nelle paludi echeggia la diabolica risata di Yaska, la strega, e fra i Corvi serpeggia la paura. Aiutata dal fido nano Orik, Yaska vuole sostituire il capo tribù Falco Nero con Lungo Coltello. Ma qual è il suo sorprendente segreto?
Zagor interviene in aiuto della tribù dei Corvi e scopre che Lungo Coltello è figlio di Yaska, esiliata anni prima per una faida familiare, e del vecchio capotribù... La morte tra le fiamme da parte della vecchia strega pone fine all’incubo che grava sulla Palude Nera...
Sin dalla prima lettura mi era piaciuta molto l'ambientazione nella palude, che creava un senso di cupezza e mistero. La presenza, poi, di una strega, intrigava molto il mio interesse per le storie dell'orrore... E la tragica fine di Yaska e Orik lascia, comunque, un po’ di amaro in bocca al lettore: il nano alla fine si dimostra ragionevole e la strega, in fondo, è una madre che desiderava soltanto una sorte migliore per il figlio...
Forse la miglior storia zagoriana di Giovanni Luigi Bonelli.
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IL PICCOLO POPOLO
Orik, il servitore di Yaska, la strega della Palude Nera protagonista dell'avventura precedente, faceva parte della tribù del Piccolo Popolo, i cui membri dichiarano guerra alla tribù dei Corvi, che Zagor aveva aiutato, ritenendoli responsabili della morte del loro amico.
Zagor riesce a convincerli che la morte di Orik è stata del tutto accidentale e per provare la sua buona fede li aiuta contro i demoni della boscaglia, giganteschi ragni che minacciano da sempre l'esistenza del Piccolo Popolo...
Ideale continuazione della storia precedente (probabilmente un tentativo di G.L.B. di creare una sorta di continuity nella saga), questa avventura presenta per la prima volta un vero elemento horror con l'introduzione dei ragni giganti, resi graficamente molto bene da Ferri.
A chi fosse appassionato delle opere di Tolkien non sarà sfuggita l'analogia di Cico imprigionato nella ragnatela con l'avventura del romanzo Lo Hobbit in cui i ragni giganti di Bosco Atro catturano la compagnia dei Nani di Thorin Scudodiquercia... Inoltre, il termine "piccolo popolo" si usa anche per definire tutti quegli spiritelli che popolano i boschi delle leggende nordiche... E’ improbabile che G. L. Bonelli si fosse ispirato a quel romanzo, ma... chissà????
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UNO STRANO VIOLINISTA
Un vecchio nemico di Zagor, Mac Barry, assolda il killer professionista Coffin affinché uccida lo Spirito con la Scure con il suo fucile di precisione. Il colpo va’ a segno, ma grazie all’intervento di Cico, improvvisatosi chirurgo, la vita di Zagor è salva!
La vendetta di quest’ultimo non tarda: il killer viene fermato, il fucile distrutto e Mac Barry finisce dietro le sbarre.
Guido Nolitta torna a sceneggiare la sua creatura dopo due anni di “lontananza” e lo fa con un’avventura che da ragazzo mi appassionò parecchio.
Il sicario dotato di un fucile nascosto in una custodia da violino ad alla cui precisione era impossibile sfuggire, il nostro eroe per la prima volta ferito mortalmente, l’intraprendenza di Cico (che torna ad essere un vero co-protagonista) rialzano di molto la qualità delle storie sino ad allora presentate al pubblico. In particolare, sia la sceneggiatura che i disegni sono molto efficaci nel rendere la tragicità dell’operazione chirurgica di Cico su Zagor, effettuata di notte alla luce delle torce.
Un ultimo appunto sul Gran Consiglio di Primavera, l’annuale raduno di tutte le tribù della zona: appare per la prima volta in questa storia e sarà spesso contrassegnato da apparizioni “soprannaturali” da parte del nostro eroe... solo che in questo caso Zagor è impersonato dal grandissimo Cico Felipe Cayetano Lopez y Martinez y Gonzales!!!
Yaska è sicuramente la migliore storia Zagoriana di G.L. Bonelli; una vicenda nella quale troviamo i migliori topoi narrativi, geografici e percettivi dell'autore di Tex.
RispondiEliminaEmblematica la solarità del come back nolittiano nella "Uno strano violinista" soprattutto se si proviene dalla soffusa cupezza delle storie paterne immediatamente precedenti.
Insomma, torna il sole.
Non si è zagoriani per caso.
@MarioCX: applausi!
RispondiElimina...grazie...grazie, state pure comodi!
RispondiEliminaAggiungo che nella pur bella ricolorazione de "La Legge Rossa" è stata omessa la luna ferriana...ed io adoro le lune delle copertine di Ferri.
Un senso di romantico e gotico mistero in un solo grande magnifico cerchio giallo...
Ho riletto "La strega della palude nera" e mi ha lasciato un' impressione "strana". Storia alquanto lontano dai soliti canoni.
RispondiElimina"Il piccolo popolo" mi è sempre piaciuta. Vuoi pure per l' ultima parte. Per la prima volta il fantastico e l' horror fanno capolinea in maniera così forte nella serie!
Anch' io avevo ripensato a "The hobbit"! Decisamente curiosa questa analogia!
Torna poi Guidone Nolitta in una storia dai presupposti interessanti e con un mitico Cico! Lo sviluppo successivamente si fa più classico.
RispondiEliminaAh, sbaglio o è proprio Giovanni Luigi Bonelli ha coniare per Cico il nome indiano di "piccolo uomo dal grande ventre" se non erro nell' avventura con Yaska?!? ^^
RispondiEliminaCredo tu abbia ragione, Francesco. ;-)
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