Il cinquantanovesimo
numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro la minaccia verde (Fine di un incubo), la
storia completa “La prova del fuoco”, nonché la prima parte della storia “Intrigo
internazionale”.
LA PROVA DEL
FUOCO
Zagor e Cico
arrivano a Fort Bravery, un avamposto militare che ospita anche le famiglie
degli ufficiali e che è comandato dal colonnello Maddenbrook, il cui figlio
Walter è appena uscito dall’accademia militare di West Point con il grado di
tenente.
Walter, però,
non ama la carriera militare, che è una tradizione di famiglia, e vorrebbe
lasciare l’esercito. Tuttavia, per non far soffrire il padre, accetta di
guidare la spedizione contro gli indiani Shawnee.
Purtroppo i
soldati guidati da Walter Maddenbrook sono pesantemente sconfitti dagli indiani
ribelli che, per giunta, riescono a impossessarsi della bandiera del
reggimento. Il sergente Morris accusa Walter di viltà, per essersi rifiutato di
riprendere il vessillo con la motivazione di non provocare
altre vittime nella pattuglia da lui comandata...
Il giovane
viene così messo agli arresti. Ma Zagor non pensa che Walter sia un codardo e
nottetempo lo fa fuggire di prigione. Insieme, i due si recano alla ricerca
della bandiera.
Dopo uno scontro con gli Shawnee ed il loro
capo Guerriero Rosso, il vessillo verrà recuperato grazie ad un atto di
coraggio del tenente Maddenbrook che, così riabilitato, decide, tuttavia di lasciare l’esercito (che in realtà non ha mai amato)...
Se devo essere sincero questa avventura non
mi appassionò particolarmente alla sua uscita, ma nel rileggerla alcuni anni
dopo ho notato che, forse, l’intento
di Nolitta era anche quello (oltre che divertire il lettore con una storia
tipicamente western, che vede coinvolti dei militari) di sottolineare le
difficoltà dei rapporti generazionali tra padri e figli... E in questo riesce,
a mio parere, molto bene.
Dal punto di vista dei disegni, questa storia
si segnala per l’apporto
marginale di Giancarlo Tenenti (alla sua prima ed unica prova zagoriana) che ha
illustrato le prime trentuno pagine con uno stile molto vicino a quello di
Ferri, il quale ha poi concluso da solo l’avventura creando alcune tavole davvero belle e ad effetto.
Senza farne uno dei miei racconti preferiti, l'ho sempre trovato piacevole. Il destino del giovane Maddenbrook, la sua caduta, il suo tentativo per ritrovare l'onore perduto, sono tutte cose scritte bene, toccanti, che rileggo con piacere.
RispondiEliminaGrazie per l'intervento, Jose!
EliminaLa copertina della "Prova del fuoco"....non sembra il viso di Zagor. Ho sempre avuto il sospetto che non fosse di Ferri...la storia è quello che è.
RispondiEliminaNon si fa ricordare molto, diciamo un gradino sotto "La minaccia verde" nella permanenza nel cervello.
Bella comunque la riflessione sul giovane militare inadatto a quella vita che ricorda un po' il cugino "buono" de "Il Buono E Il Cattivo".
Il viso di Zagor in quella cover, effettivamente, è "particolare"... non sono in grado di dire che non sia opera di Ferri, ma sicuramente rispecchia bene i sentimenti che in quel momento si può presumere possiedano l'animo del nostro eroe...
EliminaGià, rivedendo la copertina anche a me ha colpito il viso piuttosto "duro" di Zagor. Riguardo i disegni di Tenenti, in effetti nel primo albo il tratto dei personaggi e gli sfondi sono più chiari rispetto ai successivi e in qualche caso i volti si vede che non sono molto di Ferri.
EliminaStoria gradevole, ma di certo si "scende" ancora dopo le magistrali storie dei volumi passati: divertentissima, invece, la vicenda di Castelli, seppur improbabile. Lapalette è un ritorno azzeccatissimo (forse più simpatico che nella vicenda nolittiana! ) il buon Alfredo i ritorni li sapeva fare. Escluso Supermike, ovviamente...:)
RispondiEliminaOvviamente!:-D
Elimina"Il segno del coraggio" è una storia diversa rispetto a tante altre e nei cui riguardi esprimo le stesse impressioni sopra evidenziate dal lettore Jose Maniette, ossia anche per me i diversi aspetti della trama sono stati scritti molto bene ed in maniera toccante. Inoltre aggiungo che mi hanno senza dubbio colpito le scene conclusive di combattimento, decisamente spietate e decisive, nelle quali il tenente Maddenbrook riesce a salvare Zagor dagli indiani Shawnee e rischia di morire con dignità e a testa alta al cospetto del temibile Red Warrior. Per fortuna, quest'ultimo non riesce a concretizzare il suo crudele intento di far morire il giovane tenente tra mille tormenti grazie al prodigioso intervento di Zagor, ristabilitosi dopo essere stato in precedenza ferito proprio dal capo indiano. Un elogio ovviamente alla fermezza caratteriale del tenente, a conclusione di questa storia, nel voler lasciare la vita militare dopo aver dimostrato dinnanzi a tutti di non essere affatto un vile ed un codardo. Bella storia, molto particolare.
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento, Nino!
EliminaHo acquistato il volume n° 59 storia di un soldato e mi stavo gustando la storia della prova del fuoco (che ho avevo letto molti anni fa e non ricordo più) quando sono arrivato a pag. 96 e.....beh la pagina seguente riprende con la numerazione e tavole di pag. 65.
RispondiEliminaPraticamente per un errore di rilegatura mi mancano le pagine che vanno dalla n° 96 alla n° 128.
Mi chiedo ora se sono l'unico sfigato o si è trattato di un errore sistematico presente in tutti i volumi venduti. Vedremo con l'edicolante...
Giancarlo
Caro Giancarlo, ho già avuto notizia di "disavventure" come la tua per altri numeri della collezione... In tutti i casi, però, si è trattato di casi isolati e risoltisi con una semplice sostituzione da parte dell'edicolante. Spero possa risolverla anche tu così. ;-)
EliminaPiù che Maddenbrook, il personaggio che mi è restato impresso è Red Warrior, un guerriero indiano stile Rambo ("Ho fede solo in lui", dice Red Warrior indicando il suo fucile: qualche anno dopo, Rambo dirà la stessa cosa, indicando il suo pugnale). Un indiano "ateo" che spara a Zagor deridendolo e non considerandolo uno spirito. Insomma, un indiano "civilizzato" nel modo peggiore, credo...
RispondiEliminaUn personaggio "strano", che rimane impresso, che compare all'improvviso e poi se ne va per sempre, quasi come Blondie...Sarà ripreso anni dopo in uno Zagorone, quasi per sotolineare la sua particolarità.
Bello il tuo commento, Massimo!;-)
EliminaSi, vicenda particolare ispirata mi pare al film di John Huston "La prova del fuoco" e con qualche eco anche de "Le quattro piume". Un avventura comunque coinvolgente che come scritto offre più spunti di riflessione come nel rapporto padre-figlio e anche sull' osservanza fino in fondo al codice militare in cui il giovane Maddenbrook sembra non credere troppo rispetto ai suoi colleghi come si vede dall' episodio dello stendardo.
RispondiEliminaLa copertina dell'albo La prova del fuoco, è un po' troppo macabra. Oltretutto, non è verosimile che il cadavere si sia già decomposto fino allo scheletro, ma l'uniforme sia come nuova, e la freccia sia rimasta al suo posto, senza erssere spezzata o portata via dal vento o da qualche animale.
RispondiEliminaDiciamo che la verosimiglianza a volte renderebbe meno efficace una copertina!
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