giovedì 19 settembre 2013

Zagor Collezione Storica a Colori: La mente che uccide (ZCSC84)

          
            L'ottantaquattresimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro il misterioso assassino di Darkwood, nonché la prima parte della storia “L'agguato del mutante”. 

Nonostante il titolo e la cover di questo volume si riferiscono alla seconda storia, noi qui parleremo della prima...
   

 

L’ASSASSINO DI DARKWOOD

 Tawar, il vecchio stregone dei Tunican che aveva affiancato il nostro eroe in alcune passate avventure, invia presso Zagor una delegazione di indiani della sua tribù per invitarlo ad un grande raduno di tutti gli uomini della medicina di Darkwood.
Durante il viaggio, uno dei pellerossa viene misteriosamente assassinato e l’unica persona a trovarsi sul luogo del delitto è proprio Zagor; la stessa cosa succede quando il gruppo si trova a poca distanza dal villaggio dei Tunican; quindi anche lo stregone degli Honiasont muore in circostanze misteriose davanti dalla tenda di Zagor.
Tutti gli indiani, compreso il buon Tawar, si convincono allora che Zagor sia posseduto da uno spirito malvagio e lo costringono alla fuga. Tawar si ritira a meditare presso il villaggio sommerso già luogo degli avvenimenti narrati nell’albo gigante La furia di Zagor e lì scopre una traccia dei veri assassini; purtroppo, non appena riesce a comunicare la cosa a Zagor, una pallottola misteriosa lo uccide!
Lo Spirito con la Scure, allora, si reca a sua volta presso il villaggio sommerso e lì viene catturato da quattro killer senza nome (il Capo, il Grosso, il Nano e l’Indiano) che  hanno commesso i loro assassini servendosi di speciali coperte che li mimetizzano perfettamente col terreno circostante. I loro mandanti, degli affaristi senza scrupoli, li hanno inviati per mettere Zagor in cattiva luce, farlo uccidere dai Tunican, far scoppiare una guerra e allontanare i bianchi da quelle terre per poi impadronirsene. Zagor, tuttavia, sbaraglia i suoi nemici e fornisce ai pellerossa la prova della sua innocenza.

         Dopo Bignotti e Ferri, in questa sua terza storia Toninelli viene affiancato dal terzo grande disegnatore zagoriano dell’epoca: Donatelli.
L’avventura è veramente intrigante e ben architettata. Parte con una trama gialla ed inquietante, per poi svilupparsi in un crescendo di colpi di scena: il lettore, per alcuni momenti, è portato a credere che il colpevole degli omicidi possa essere davvero Zagor (magari sotto qualche strano influsso ipnotico). Anche qui, come nell’avventura precedente, Zagor è mostrato come un personaggio “eccezionale”, capace di combattere e vincere “solo contro tutti”. Inoltre, la morte di un comprimario storico come Tawar, per quanto possa dispiacere, è un vero atto di coraggio da parte dello sceneggiatore, che non teme di dare delle forti “scosse” ai suoi lettori.
Un ultimo appunto: chissà se l'idea delle coperte mimetiche è stata ispirata dai “mantelli elfici” che la regina Galadriel dona ai membri della Compagnia dell’Anello nel romanzo Il Signore degli Anelli...

8 commenti:

  1. Condivido. La storia degli assassini è, anche per me, accattivante e piena di suspense. Poi i disegni di Donatelli la rendono oltre modo piacevole. Confesso che come copertina del numero avrei tanto voluto quella di assassinio a D.
    Intrigante anche la storia del Mutante ed il relativo personaggio. Ricordo una cosa: già quando lessi questa storia nel 1983 mi accorsi che qualcosa era cambiato nella sceneggiatura. Infatti la trappola al Mutante non la vediamo architettata ma solo all'atto dello scatto, quasi come una sceneggiatura cinematografica. Al contrario, mi pare di ricordare e qui chiedo il Vs conforto o le Vs precisazioni, della trappola ai samurai (caduta di massi) o dei pesci pirannha che al contrario vengono descritte ed anticipate al lettore....
    Vi saluto con affetto

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  2. Dimostrerò la mia assenza di faziosità dichiarando che Toninelli nella storia del mutante fa centro in pieno.
    Anche la morte di Tawar in fondo non fu quella gran perdita.
    In fondo, se non erro, in precedenza apparve solo nella scombicchierata vicenda degli Akkroniani a guisa di deus ex-machina eccessivo e poco credibile.
    Non è che ha fatto morire Molti Occhi, perbacco.

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    1. Oltre che nell'avventura con gli Akkroniani, Tawar era in precedenza apparso nell'avventura della carcerazione di Zagor a Hellgate (lo salvava dai lupi che l'avevano aggredito) e in quella successiva con il bislacco Mister-Mister...
      Certo, Molti Occhi ha avuto un peso ben maggiore all'internoi della saga...

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    2. Certo che si...io le due precedenti (e remote leggo) comparsate di Tawar manco le ricordavo!

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  3. Ho pensato anche io allo stratagemma del mantello ispirato da quelli elfici...chissà! ;)

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  4. Il ruolo di Tawar all'interno della storia con gli Akkroniani diede pero'quell'aura di mistero che fece "decollare" la storia.All'epoca ne rimasi affascinato.Non ho apprezzato,invece,il suo ruolo,forse troppo defilato in questa storia.Toninelli aveva gia'deciso sulla sua sorte...

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  5. Buono il soggetto, bene la sceneggiatura e il tocco "noir" della stessa.. nel complesso una storia scorrevole e godibile.Coraggiosa la scelta di far uscire di scena uno dei comprimari della saga, che, quantunque apparso in poche occasioni era comunque rimasto impresso nella mente dei lettori. Segno che l'autore stava impadronendosi del microcosmo Darkwoodiano, azzardando anche scelte audaci (le quali comunque, credo abbiano superato la supervisione dello stesso Nolitta).Altre peculiarità della scrittura Toninelliana che ho apprezzato, erano altresì i richiami storici (ad.es. l'American
    Turtle)di volta in volta inseriti nel corso dello sviluppo della trama, che contribuivano, a mio avviso, a dare un'ulteriore aura di "somiglianza storica" alla narrazione dell'avventura, segno inequivocabile del lavoro di documentazione svolto dall'autore. Quanto ai disegni, da qualche tempo, il tratto di Donatelli era diventato molto più asciutto ed essenziale, forte sui primi piani, ma perdeva di efficacia (rispetto a un tempo) sui campi lunghi e sulle scene d'azione..confesso di non averli apprezzati tantissimo. Nel complesso però rimane comunque una bella storia, che mi ha fatto piacere rileggere e rivederla in technicolor. Ricordo che nella prima edizione, mi fece andare in bestia, un'esperimento all'epoca compiuto dalla casa editrice, ovvero quello di inserire all'interno dell'albo, un'inserto pubblicitario di una nuova testata che, tra l'altro, ebbe pochissimo seguito (Full!Vi ricordate?) grazie a Dio, fu un'esperimento fallimentare e mai più riproposto. Un grosso abbraccio a tutti, e a risentirci sulla storia del mutante... Anonimo Sardo

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    1. "Full" fu il tentativo da parte della Bonelli di entrare nel mercato delle riviste-contenitore per teen agers. In particolare "Boy Music" che discendeva dal "Corriere dei Ragazzi" e alla quale Full era evidentemente ispirata, ebbe clamoroso successo proprio nel periodo a cavallo tra anni '70 e '80 proponendo un mix di fumetti (scadenti) e articoli piuttosto accativanti sulle pop star dell'epoca.
      Ricordo che il primo numero di "Full" aveva Mick Jagger in copertina.

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