LIBERTY SAM
Zagor e Cico
giungono a Vicksburg, porto fluviale sul Mississippi. Qui assistono ad un’asta
di schiavi, fra i quali c’è un loro vecchio amico: Liberty Sam, il luogotenente nero di Manetola! Pensavano fosse rimasto ucciso sull’isola di
Britannia, e invece si è salvato, ma è stato di nuovo ridotto in schiavitù. E
anche se ha attraversato sofferenze indicibili, la fiamma della libertà arde
sempre in lui!
Zagor e Cico organizzano un piano per liberare l’amico. L’azione riesce
e insieme a Liberty Sam vengono liberati anche altri schiavi. Sam racconta a
Zagor in che modo riuscì a sfuggire alla morte e come fosse poi giunto nel Sud
degli States. Inoltre, Liberty Sam lo informa della sua volontà di organizzare
la fuga degli schiavi della piantagione in cui lavorava (tra cui c’è la sua
donna Rebecca) per poi impadronirsi della Triton, la nave negriera del capitano
Morrel e tornare
dove il colore della loro pelle non sia disprezzato. A casa, in Africa! Il piano appare
pazzesco, ma l’eroe si getta nell’impresa.
Il gruppo arriva
nella piantagione di Archibald Stowe, al quale Zagor racconta di aver catturato
Liberty Sam e i fuggitivi. Durante la notte, Zagor dà il via alle operazioni di
fuga e, dopo varie vicissitudini, il gruppo raggiunge i territori siti oltre il
Mississippi.
Dopo uno scontro con
un gruppo di guerrieri Wichita, il gruppo giunge sulla costa, non molto
distante da New Orleans, dove prepara il piano per far arenare la Triton. Zagor
mette in condizione di non nuocere i guardiani di un faro e lo oscura. Cico,
dalla parte opposta, accende dei falò, con l’intenzione di condurre la Triton
in una zona dai bassi fondali.
Il piano riesce
perfettamente: Liberty Sam e i suoi s’impadroniscono della nave del capitano
Morrel, che muore nello scontro. I marinai superstiti accettano di riportare
gli ex schiavi in Africa. Il sogno di Liberty Sam sta finalmente per
realizzarsi…
Altra bella storia
della seconda odissea zagoriana che vede il ritorno di uno storico comprimario:
Liberty Sam, ottimamente recuperato da Burattini in modo tale da evitare
fastidiosi deja vu. Anzi, il personaggio ne esce arricchito, con la sua
ricerca di identità sia individuale che di popolo. Le sue traversie sono una
sorta di viaggio verso una presa di coscienza di sé, attraverso l’emancipazione,
la libertà e l’autodeterminazione
Una storia semplice nella trama, ma ricca di azione e di sentimento,
con frasi e discorsi che richiamano il lirismo zagoriano dei tempi di Nolitta,
animata da amore, amicizia, speranza, coraggio, giustizia, fratellanza,
desiderio di una “terra promessa”. Anche se c’era il rischio di cadere nella
retorica, Burattini non commette questo errore. E non era facile con
tematiche e sentimenti di questo tipo.
Alcune curiosità:
originariamente l’avventura avrebbe dovuto articolarsi in tre albi, poi in fase
di stesura definitiva venne ridotta a soli due; nel soggetto originale gli
schiavisti inseguivano Zagor e gli altri oltre il Mississippi e, nel finale,
Cotton trovava il coraggio di uccidere Stowe; il nome del “cattivo” Stowe
richiama la scrittrice Elizabeth Beecher Stowe, autrice del celeberrimo romanzo
La capanna dello zio Tom.
Il personaggio di
Liberty Sam, creato graficamente dal compianto Franco Donatelli con un
volto severo e austero, in questa interpretazione di Gallieno Ferri
mostra un volto più rilassato e una maggiore capacità di abbandonarsi ai
sentimenti.
Altra buona storia della SO. Dopo la parentesi fantastica, inizia la volata finale con storie realistiche. A cominciare da questa che recupera Liberty Sam rendendolo cooprotagonista dopo che in "Libertà o morte" era stato un validissimo alfiere. Viene approfondita ancor di anche la durissima e vergognosa condizione della popolazione nera in quel periodo dopo che in passato era già stata al centro delle storie o sullo sfondo. Prima di un trittico Burattiniano sul tema dello schiavismo.
RispondiEliminaLa vicenda quindi è un giusto mix di riflessione e azione ben riuscito che non annoia e coinvolge.
Ah, però! Non sapevo che anche quest' avventura sarebbe dovuta essere più lunga! Un po un peccato, ma anche così è ben riuscita.
"Stowe richiama la scrittrice Elizabeth Beecher Stowe, autrice del celeberrimo romanzo La capanna dello zio Tom."
RispondiEliminaAh, però!
Ciao Baltorr,
RispondiEliminaTi seguo da sempre, ma è la prima volta che ti scrivo. Sono uno zagoriano di vecchissima data e ti faccio i miei complimenti per questo blog che è diventato un appuntamento piacevolissimo.
Riguardo la storia di questa settimana, sbaglio, o è la prima volta che si usa un titolo già utilizzato nella serie regolare?
Un abbraccio
Alfonso
Ciao Alfonso, ben trovato!
EliminaHai ragione, è la prima volta che accade. La cosa strana è che l'omonimo titolo della serie originale è relativo ad una storia non ancora pubblicata in questa ristampa a colori!
Grazie per i complimenti e, mi raccomando, continua a scrivere sul blog!!!
questo numero non mi è arrivato in edicola
RispondiEliminaOhibò!!!
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