lunedì 20 marzo 2023

El vèdov allegher

Sabato sera, 18 marzo 2023, in compagnia di mia moglie Antonella e di una coppia di amici, Massimo e Cristina, mi sono recato a Lainate (MI) per assistere, presso la Sala della Comunità dell’Oratorio San Giovanni Bosco, alla commedia brillante in tre atti “El vèdov allegher”, elaborazione in dialetto milanese dell’opera “Il vedovo allegro” di Moreno Burattini, portata in scena dal gruppo filodrammatico lainatese “Compagnia del fil de ferr”.

Prima della rappresentazione ci siamo trovati in una vicina pizzeria insieme a Moreno, sua moglie Valentina e al disegnatore zagoriano Joevito Nuccio (che da buon siciliano si è ben adattato ad assistere a un’opera teatrale in una “lingua ostrogota” della quale avrebbe forse capito ben poco…).




Terminata la cena, abbiamo poi raggiunto a piedi il teatro…

…dove avevamo dei posti riservati…



Meno male! Perché la sala, come potete vedere, era davvero piena…




La rappresentazione, infine, ha avuto inizio:



Ambientata per l’occasione nel milanese (mentre l’originale aveva come località degli avvenimenti la città di Firenze) e con alcune modifiche nei nomi ed aggiunta di personaggi, la commedia narrava le vicende di Leopoldo Degli Arnaboldi (nell’originale Aldobrando Degli Aldobrandi), il vedovo allegro del titolo, che gestisce, durante gli Anni Venti, l’impresa di pompe funebri di proprietà delle ricche e vecchie zie Veronica e Rebecca (nell’originale era solo quest’ultima), impegnate nelle battaglie dell’Associazione per la Pubblica Moralità.

Leopoldo è vedovo, e le zie vorrebbero vederlo di nuovo sposato: per questo gli vorrebbero presentare una ragazza tutta casa e chiesa che, a loro dire, farebbe la felicità del nipote. I desideri delle zie sono ordini per Leopoldo, che dipende economicamente da loro e pertanto si finge retto e probo; in realtà, conduce una vita da libertino che il nuovo matrimonio gli impedirebbe di continuare.


I trucchi da lui escogitati per sottrarsi alle nuove nozze e l’arrivo di una ballerina con cui ha una relazione, ingarbugliano la situazione in un crescendo di complicazioni, che si risolvono alla fine, con dei colpi di scena che garantiscono il lieto fine a una vicenda che sembrava irrisolvibile dopo la scoperta, da parte di Veronica e Rebecca, di tutti gli “altarini” del nipote.

La compagnia teatrale sapeva della presenza in sala dell’autore Moreno Burattini e quindi, al termine della rappresentazione, lo ha fatto salire sul palco per ricevere i meritati applausi del folto pubblico presente.





Che dire, alla fine? A mio parere gli attori sono stati bravi e il pubblico ha gradito, sottolineando con risate ed applausi i momenti più esilaranti e riusciti della commedia brillante, tutta basata sul contrasto tra elementi seriosi ed altri più comici. Come ebbe a dire lo stesso Moreno Burattini in una sua passata intervista in merito, “…l’umorismo nasce sempre dai contrastiè divertente mettere a confronto diverse tipologie di varia umanitàNella vis comica del “Vedovo Allegro”, poi, c’è anche una componente che definirei “catartica”: tutti noi abbiamo i nostri piccoli “vizi segreti” che cerchiamo di nascondere alla “zia” di turno, sia essa la maestra a cui non vogliamo scoprire di non aver fatto i compiti, o la mamma a cui nascondere che abbiamo marinato la scuola, o il datore di lavoro che non deve scoprire il puntuale ritardo di tutti i giorni nel presentarci in ufficio”.

Infatti il pubblico è istintivamente portato a tifare per il protagonista principale, impegnatissimo nel mettere in atto i suoi buffi stratagemmi per non far scoprire i propri “altarini”. La scelta, poi, di ambientare la scena in un’impresa di pompe funebri e collocare proprio lì delle vicende ilari, è una forma di “trasgressione”: “…ridere di ciò di cui non si dovrebbe, serve a scaricare le pulsioni che ci spingono a fare ciò che è vietato, come i bambini che invitati a stare seri e fermi in certe circostanze che impongono un contegno, si guardano fra loro e non riescono a trattenere gli sghignazzi. L’umorismo smaschera l’assurdità e l’ipocrisia delle convenzioni sociali, in cui conta l’apparire più che l’essere”.

            Insomma, se ne avrete l’occasione, vi consiglio vivamente di andare ad assistere a questa divertentissima commedia. E se ne volete sapere di più, vi rimando a questo post sul blog di Moreno Burattini: http://morenoburattini.blogspot.com/2011/11/il-vedovo-allegro.html.

 

Nessun commento:

Posta un commento