Il ritorno al trading post di Peabody di Ruth, una delle originarie ragazze di Pleasant Point di cui si erano perse le tracce, è l’occasione perché le altre rievochino il passato di Jenny, tragicamente morta all'inizio di una storia d’amore con Zagor.
Da dove era giunta, Jenny, giungendo a Pleasant Point la prima volta?
Scopriamo così che Jenny era stata tratta in salvo da Zagor mentre, con l’amica Sara, cercava di sfuggire alla caccia di un branco di uomini spietati aizzato sulle loro tracce dal bieco Mc Crea, losco proprietario di un locale di Clerville, il “Paradise”, intenzionato a costringerle a prostituirsi, al pari di altre ragazze giunte prima di loro, ricorrendo a violenze e maltrttamenti.
Lo Spirito con la Scure, dopo un primo scontro con gli inseguitori, capisce che scortare le due ragazze fino a Pleasant Point è l’unico modo per metterle al sicuro. Ma la strada verso il trading post è ancora lunga… Sara e Jenny vengono riacciuffate e ricondotte a Clerville…
Zagor, non senza difficoltà, raggiunge la cittadina di Clerville, dove il perfido Mc Crea, spalleggiato dallo sceriffo del luogo e circondato dai suoi numerosi pistoleri, tiene prigioniere le due ragazze nel suo locale chiamato “Paradise”, rendendosi conto di doverne, in realtà, liberarne anche altre…
Scrivo questo post mentre tutti stanno ormai commentando il primo albo dedicato al nuovo ritorno di Supermike. Trattandosi quest’ultima di una storia molto lunga (la più lunga) della serie di Zagor, devo ancora decidere se scriverò la mia recensione al termine della stessa (luglio 2024) come mio solito, o se – come suggeritomi da qualche utente del blog – andarla ad analizzare albo per albo, mese per mese.
Nel frattempo… ecco la recensione de “Il passato di Jenny”.
Come ha scritto Moreno Burattini sul suo blog, sostanzialmente si tratta di “una storia che ha per tema la violenza contro le donne. Il loro sfruttamento, il senso del possesso di certi uomini violenti, l’abuso del corpo femminile, ma pure la ribellione di chi subisce prevaricazioni e il tentativo di riacquistare libertà, dignità e autonomia, anche chiedendo aiuto a chi è in grado di darlo”.
Insomma, una storia con delle tematiche “forti”, di carattere “sociale” e “civile” (peraltro non nuove nella saga zagoriana), purtroppo protagoniste anche della cronaca odierna.
Storia retrospettiva (infatti era stata inizialmente pensata per essere ospitata in un Color), che ha fatto domandare a qualcuno: era davvero necessaria? Mah… forse non ai fini della saga zagoriana in sé, ma a mio parere la risposta non può che essere positiva, perché permette a Burattini di chiudere il cerchio della “storia di Jenny” e ai lettori di scoprire qualcosa di più sul passato della ragazza e non solo.
È sicuramente una storia interessante, che svela come Jenny e Sara siano giunte a Pleasant Point, quale tragica situazione stessero vivendo in precedenza e come avessero incontrato Zagor sulla loro strada. Viene, inoltre, risolto il mistero di che fine avesse fatto la quarta ragazza di Pleasant Point, Ruth (presentata insieme alle altre tre – Jenny, Sara ed Ellie May – nell’avventura “Ladro di ombre” del 1993). Quest’ultima scompariva dalle scene, senza spiegazioni, nelle avventure successive. Ora scopriamo che si era trattato di un allontanamento volontario dovuto a un matrimonio, ma anche che lei e il marito (e un figlio) tornano ad abitare nei pressi del trading post di Peabody. Ed è proprio questa circostanza che crea l’occasione per narrare “il passato di Jenny”.
La storia, date le premesse, si immagina abbastanza facilmente come vada a finire… ma non è questo il punto. L’elemento importante della storia è la denuncia delle situazioni sopra indicate da Burattini.
Il passato delle due ragazze è raccontato in modo abbastanza drammatico e realistico da toccare le corde dei lettori. Ottimo l’approfondimento sulla realtà delle donne in quell’epoca: il massacrante lavoro in fabbrica, l’adescamento con la promessa di un lavoro migliore, lo sfruttamento e la violenza… (adesso che ci penso, forse queste situazioni sono ancora presenti in alcune parti del nostro mondo “moderno”).
Soprattutto nel primo albo, la sceneggiatura è abilmente condotta su tre livelli di flashback: 1) il racconto di Sara; 2) nel corso del quale Jenny rievoca per Zagor come le due si sono conosciute (con gli ulteriori flashback sulla fuga in calesse e l’inseguimento degli uomini di McCrea da parte di Zagor); 3) nel corso del quale, ulteriormente, le due si narrano a vicenda le rispettive origini.
Se a qualche lettore ciò può aver fatto storcere il naso, io questa narrazione su piani diversi l’ho molto apprezzata, in quanto condotta in modo chiaro e scorrevole.
Per il resto, i vari interventi decisivi nel corso della vicenda da parte di Zagor risolvono la situazione nel modo migliore consentito dalle circostanze, con il “Paradise” di McCrea in fiamme (il paradiso che si tramuta in inferno), il suo proprietario eliminato a tradimento dal proprio braccio destro Barney (nemmeno lui se la caverà, però) e la liberazione definitiva delle ragazze.
Per concludere, segnalo due momenti della storia che mi hanno particolarmente colpito: l’entrata in scena di Cico a pag. 64 del primo albo, sommessa, quasi imbarazzata, data la delicatezza dell’argomento di cui si stava parlando; la “lezione” finale impartita da Zagor allo sceriffo connivente: “Dato che avete dormito per anni… continuate a farlo!”.
I disegni. Ho letto in rete peste e corna nei confronti di Mauro Laurenti (in calo pazzesco, ai minimi storici, in totale involuzione…). Beh, non sono del tutto d’accordo. Che i suoi disegni su questo albo non siano più quelli degli anni ‘90 è fuori di dubbio, ma personalmente li ho trovati ancora molto dinamici e devo dire che questo suo nuovo tratto più chiaro, meno “sporco” e ombreggiato del solito, l’ho davvero apprezzato.
In definitiva, una buona storia, adulta e realistica, movimentata, di piacevole lettura sia per i testi che per i disegni.
Caro Baltorr, ti ringrazio per aver postato alcune tavole perchè sono un fan di Mauro Laurenti. Ho sempre apprezzato il modo in cui il suo Zagor si muove e combatte come il Dan Day-Lewis mohican di tanti anni fa. Inoltre ML disegna bene anche le donne ed il suo Cico è espressivo. Ogni tanto ML presta la sua arte a Draka e Tex, ma credo che Darkwood sia il posto dove può esprimersi meglio. Ho chiesto a Manitou di farmi vivere a lungo ed in buona salute e di farmi incrociare una storia di Zagor scritta da Chiaverotti - non necessariamente un altro ritorno di Kandrax - e disegnata da Laurenti. Ciao ciao
RispondiEliminaCaro Crepascolo, grazie per il commento! Luga vita e prosperità e te e Laurenti!!!
EliminaCaro Baltor, amico mio, questa volta sono in assoluto disaccordo con te.
RispondiEliminaA mio modo di vedere questa storia può essere presa ad esempio di come la strada per l'inferno sia lastricata di buone intenzioni. Partiamo dall'aspetto più importante: la denuncia della violenza contro le donne. C'è un passaggio veramente intollerabile che -da solo- manda a ramengo quello che di buono si potrebbe vedere: Sara che subito dopo aver subito una violenza stampa un bacio in bocca a Zagor. Cos'è saltato in testa a Burattini? Questa scena è profondamente sbagliata. Le conseguenze psicologiche di una violenza sono talmente devastanti che un gesto come quello di Sara è impossibile. Dopo una violenza la ricostruzione di un'affettivita fisica passa per un percorso lungo e tribolato. Insomma quel gesto di Sara svilisce la violenza appena subita e, di riflesso, va proprio nella direzione opposta a quella programmatica.
Basta un'unica scena sbagliata per giudicare negativamente un'intera storia? Generalmente sarei portato a dire di no, ma in questo caso specifico la gravità dell'errore è talmente enorme che rende inaccettabile tutto il resto.
Detto questo potrei anche tacere su cos'altro non mi è piaciuto, ma una nota "tecnica" la voglio fare: il triplice flashback, che a te è piaciuto, mi ha fatto storcere il naso. Come in una matrioska i personaggi raccontano una vicenda nella quale loro stessi raccontano a Zagor le proprie vicissitudini. Ciò ha comportato la codifica di nuove convenzioni grafiche per chiarire i due livelli di racconto: ci sono le classiche vignette con gli angoli stondati che introducono e concludono le parti di racconto, ma in questo albo caratterizzano il secondo livello del racconto (i personaggi che raccontano a Zagor). Per non creare confusione il primo livello di racconto (ovvero i personaggi che raccontano di quella volta che raccontarono a Zagor) viene introdotto e concluso da vignette coi bordi "sbrindellati". Una piacevole innovazione narrativa? Bah! A mio parere un inutile contorsionismo narrativo. Mi par di ricordare che già parecchie centinaia di anni fa Guglielmo di Occam raccomandasse che "flashback non sunt ponenda praeter necessitatem" :P
E infine due parole su Laurenti. Lui è il Saudelli di Zagor: le sue figure femminili sono sempre graziose e seducenti, qualsiasi cosa stiano facendo (ho il sospetto che spesso si prenda qualche libertà nella composizione delle vignette rispetto alla sceneggiatura). In questa storia è un po' al di sotto del suo standard (parecchio al di sotto, in realtà), però ricordiamo che ha dovuto accelerare i tempi aumentando anche di un 40% il numero di pagine. E lo ha fatto per aiutare Verni in difficoltà dopo l'alluvione. Tutto ciò non può che farmelo apprezzare ancora di più.
Carissimo Fabio, in merito ai flashback "concatenati" ribadisco la mia opinione: li ho apprezzati e non ho provato alcuna sensazione di "contorsionismo" narrativo... In merito, invece, alla tua osservazione sul comportamento di Sara, non ci avevo riflettuto sopra e può sicuramente essere condivisa. Ho riletto ora velocemente la scena e il resto del primo albo e posso solo "giustificare" il comportamento di Sara interpretandolo come un volersi riconciliare con l'universo maschile dopo aver capito che non ci sono solo bestie anche ma uomini generosi che la fanno ricredere... In ogni caso, ripeto, realisticamente la tua osservazione è fondatissima e giustissima...
EliminaCiao baltorr questa volta devo ammettere che la storia non mi è piaciuta . Intendiamoci non parlo della denuncia sulla violenza ma onestamente avrei preferito chiudere la storia di Jenny col finale di Yellow rocks . Avrei preferito che su Jenny si tornasse unicamente come un ricordo come visto nelle prime pagine di supermike ma è un opinione personale non voglio togliere nulla al lavoro degli autori Laurenti lo reputo uno dei migliori mi aveva davvero commosso quella storia e pensavo che il cerchio si chiudesse li.sia detto senza polemica solo un opinione personale saluti da Matteo Agostini
RispondiEliminaCiao Matteo! Grazie per il tuo commento. Una cosa interssante è il fatto di aver mostrato in anteprima su questo albo la visita che Zagor fa alla tomba di Jenny su Supermike
EliminaPurtroppo non amo le storie in flashback (neppure la nolittiana "Tigre!"), ma se si deve parlare del passato di qualcuno ciò è inevitabile.
RispondiEliminaPerò almeno il flashback dentro al flashback andrebbe evitato: perché non narrare in presa diretta di Zagor che sente le grida delle ragazze e corre sul sito del fatto invece di farglielo raccontare in seguito?
Mah...l'impressione è che Moreno preso da mille impegni scriva talvolta di getto, consegni la sceneggiatura al disegnatore e poi "torni indietro" a chiudere le falle narrative lasciate scoperte attuando interventi a posteriori. Mi par di capire che si tratta di quello che viene definito "spiegazionismo".
Ma veniamo alla storia.
Ammetto di non essere un grande fan di questa piega "rosa" da lacrima-movie che ha preso Zagor, nonostante ciò la lettura non è stata sgradevole come quella del 700, questo no.
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Qualche pedante esponente delle egemonie ideologiche di questi orrendi anni, potrebbe obiettare che il fatto che la ragazza ad essere violentata non sia Jenny ma la sua sventurata compagna denoti la volontà dell'autore di mantenere "pura" la potenziale fidanzata dello Spirito Con La Scure veicolando la nefasta concezione che in fondo se una donna viene violentata un po' di colpa è anche sua.
E Jenny non può avere "colpe", ma deve restare "casta".
Sono pronto a scommettere che in rete sta cosa prima o poi verrà fuori magari anche in modo aspro.
Detto ciò, in effetti può essere che l'autore abbia atavicamente (ripeto: atavicamente) avallato la necessità di mantenere inviolata la potenziale sposa di Zagor.
La mia non è necessariamente una critica negativa, ma una semplice osservazione di natura antropologica.
Carissimo Mario, grazie per le tue osservazioni, sempre puntuali, precise e pacate, anche se critiche. Speriamo che la questione sulla necessità di illibatezza di Jenny non salti davvero fuori... e tenuto conto che ormai sono concentrati tutti su Supermike penso che non succederà...
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