Anche quest’anno l’associazione culturale Il Mosaico di Besana in Brianza mi ha invitato a tenere una conferenza avente come tema i fumetti, così come nel 2023 ero stato invitato a parlare de “Il mondo di Zagor”.
Cogliendo l’occasione del 110° anniversario della pubblicazione in volume del primo romanzo di Tarzan (giugno 1914 - uscito, però, inizialmente a puntate due anni prima sulla rivista The All-Story), ho proposto di approfondire la figura di questo personaggio, conosciuto in tutto il mondo.
A differenza della conferenza zagoriana, a questa ho dato un’impronta più letteraria che fumettistica, essendo Tarzan nato inizialmente come personaggio letterario e poi successivamente trasposto ed adattato nei vari media (radio, cinema, televisione, fumetti). Tuttavia, ho trovato modo di accompagnare la descrizione delle avventure che vengono narrate nei romanzi e nei racconti con delle slides riproducenti le illustrazioni dei più grandi disegnatori dei fumetti di Tarzan (Foster, Hogarth, Manning, Kubert, ecc.). E chiudendo il mio intervento con una panoramica generale sulla storia fumettistica del personaggio.
La conferenza ha avuto luogo il 1° febbraio scorso, e questo è il risultato…
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Edgar Rice Burroughs |
Prima del Tarzan dei fumetti, prima delle incarnazioni cinematografiche, prima dei cartoni animati, vi fu il vero Tarzan, l'eroe letterario nato dalla penna dello scrittore americano Edgar Rice Burroughs: ventidue romanzi, due raccolte di racconti e due libri per ragazzi. Uno dei più grandi successi librari di sempre, tradotto in più di cinquanta lingue in tutto il mondo.
In Italia non è mai stato realmente conosciuto. Difatti su ventisei titoli delle avventure di Tarzan, solo sedici sono stati tradotti e pubblicati a metà degli anni '70 dalla casa editrice Giunti Bemporad-Marzocco, e solo i primi due della serie sono stati sporadicamente ristampati da editori diversi nei cinquant'anni successivi.
Non mi sembra, quindi, inutile offrire un quadro delle avventure letterarie del Tarzan in occasione di questo anniversario.
[Le opere sono sempre citate con il loro titolo originale, a fianco del quale ho indicato il titolo italiano solo per quei volumi che sono stati tradotti nella nostra lingua.]
Il suo creatore, Edgar Rice Burroughs (che d'ora in avanti chiameremo amichevolmente ERB), nasce a Chicago il 1° settembre 1875. Figlio di un fabbricante di batterie, dopo aver frequentato diverse scuole private si arruola dapprima nella U.S. Cavalry, per poi cimentarsi con sua scarsa soddisfazione nelle professioni di minatore, poliziotto ferroviario, cercatore d'oro, negoziante in un drug-store, venditore di temperini, venditore ambulante di dolciumi, cow-boy ed anche contabile, a dimostrazione di una perenne insoddisfazione che era, specie in quegli anni, una sua caratteristica.
Nel 1911 scrive un romanzo d'avventura di genere fantascientifico: Sotto le lune di Marte. Neanche stavolta, però, l'autore era sicuro di sé, tanto che non firma il manoscritto col proprio nome, ma sceglie lo pseudonimo di Normal Bean (cioè, Tipo Qualsiasi). Il romanzo, che costituisce il primo libro di una fortunata serie di ben undici volumi, narra le avventure vissute sul pianeta Marte dal capitano John Carter e viene pubblicato in sei puntate sulla rivista "The All-Story".
Il vero successo, però, ERB lo ottiene qualche mese dopo, allorquando propone al pubblico un nuovo ed incredibile personaggio. Nell'ottobre del 1912, infatti, compare - sempre sulla rivista "The All-Story" - la prima puntata di Tarzan of the Apes (Tarzan delle Scimmie). Il successo è così travolgente che nel 1914 l’avventura verrà pubblicata in volume.
ERB ha scelto come trama la storia di un bambino allevato da animali, ispirandosi a Romolo e Remo nutriti dalla lupa, e ha sempre negato di aver pensato al "Libro della Giungla" di Kipling. "Quello che mi interessava, quando ho scritto il primo Tarzan, era di evidenziare la lotta fra ereditarietà e ambiente", ebbe a dichiarare l'autore.
La storia ha inizio nel 1888, quando un alto funzionario inglese, lord Greystoke, e la sua giovane moglie incinta, Alice, si ritrovano soli e sperduti sulla costa africana (in una località selvaggia dell'Angola) per l'ammutinamento dell'equipaggio della loro nave.
Alla nascita del loro unico figlio, John Clayton III, le avversità della situazione indeboliscono a tal punto la salute della giovane madre che, dopo un anno, essa muore, lasciando il marito in uno stato di profonda prostrazione.
Quando le grandi scimmie della foresta, guidate dal capobranco Kerchak, attaccano la capanna, anche lord Greystoke soccombe accanto alla sua sposa da poco defunta, ma il bambino viene salvato da Kala, una femmina che ha da poco perso il suo vero figlio a causa di un attacco dello stesso Kerchak.
Il piccolo viene chiamato Tarzan, cioè "Pelle Bianca"; cresce tra le scimmie, imparando il loro linguaggio e, soprattutto, il modo corretto per sopravvivere nella giungla e salvarsi dai pericoli che essa nasconde.
Ma la sua intelligenza gli permette di superare ben presto le capacità limitate delle scimmie, e grazie ai dizionari illustrati trovati nella capanna dei suoi veri genitori, il bambino impara a leggere e a scrivere (ma non a parlare) inglese.
La sua forza ed il suo coraggio, esaltati dall'intelligenza che gli permette di imparare da solo ad usare pugnale, arco e frecce, gli permettono di spaventare una tribù di cannibali (che odierà per sempre, perché uccidono Kala), di sconfiggere Kerchak ed essere così proclamato re delle scimmie.
Quando Tarzan ha ventuno anni, un altro ammutinamento fa sbarcare dei bianchi sulla costa. Dapprima felice, Tarzan rimane presto deluso dalla loro goffaggine nella giungla.
Ma fra quei bianchi vi è una fanciulla, Jane Porter, di cui si innamora violentemente. Salva a turno tutti i naufraghi, ma non può parlare con loro; la svolta avviene con l'arrivo di una nave francese che riaccende la speranza dei naufraghi di tornare in patria. Ma Jane viene rapita da un'enorme scimmia antropomorfa. Per salvarla i militari francesi, guidati dal tenente D'Arnot, organizzano una spedizione, che però si conclude con un attacco da parte dei cannibali e il ferimento di D'Arnot.
Tarzan, invece, riesce a salvare Jane (che è profondamente turbata dal "dio della foresta") e, dopo aver riportato la ragazza dai suoi familiari, accudisce nel folto della giungla l'ufficiale francese ferito. I militari francesi però, non vedendo tornare il loro capitano, decidono di partire e portano con sé anche i naufraghi inglesi e americani. Nella giungla rimangono quindi D'Arnot e Tarzan. Il francese insegna la sua lingua all'Uomo Scimmia, che decide di lasciare il suo ambiente per ritrovare Jane.
Si incamminano verso nord, raggiungono una missione, si imbarcano. A Parigi, la polizia riesce a stabilire la vera identità di Tarzan confrontando le sue impronte con quelle che aveva lasciato all'età di sei mesi su una pagina del diario di suo padre e accanto alle quali lo stesso lord Greystoke aveva scritto che ve le aveva lasciate suo figlio.
Tarzan, intanto, ha rivisto Jane, non poco sorpresa della sua trasformazione in un giovane ed elegante francese. Ma quando apprende che la fanciulla sta per sposare suo cugino, William Clayton, che ha preso il titolo di lord Greystoke, Tarzan se ne va, mantenendo segreta la sua vera identità per non spogliare del titolo e dei beni il cugino e la futura moglie.
Inglese di razza, grande scimmia di adozione e francese di cultura, Tarzan è un personaggio complesso, soprattutto nei primi romanzi. Vi sono in lui due personalità, di cui una animale: quando determinate circostanze la fanno affiorare, egli può uccidere senza esitazione, senza scrupolo... per Tarzan il problema non si pone nemmeno. Un'altra sua caratteristica (che, tuttavia, nei successivi romanzi è stata un poco alla volta cancellata) è quella di sentirsi felice soltanto in solitudine: si rende conto che le scimmie sono troppo al di sotto di lui ma, d'altro canto, non riesce ad abituarsi agli uomini, non sopporta la vita sociale e detesta le città. Dell'animale ha la pazienza, l'assenza di fretta, l'impassibilità. Ne ha anche le abitudini alimentari: dilania la preda con i denti e la mangia cruda. Fisicamente è un colosso capace di sollevare con una mano il corpo di un cavallo, ma, saltatore e corridore, ha una muscolatura lunga, liscia ed elegante che non lascia sospettare la portata della sua forza.
Tra il giugno e il dicembre del 1913, "The All-Story" pubblica The Return of Tarzan (Il ritorno di Tarzan). La storia ha inizio pochi giorni dopo la conclusione di Tarzan delle Scimmie, a bordo di un transatlantico di ritorno a Parigi dagli Stati Uniti d'America. Sulla nave vi è Tarzan, il quale ha lasciato Jane Porter al proprio destino e ha rinunciato ai propri titoli. Egli entra in confidenza con il conte e la contessa de Coude, sventando i piani di Nikolas Rokoff e del suo fido compagno Alexis Paulvitch, animati da un odio di natura politica verso il conte de Coude e, a seguito dell'intervento di Tarzan, anche verso lo sconosciuto lord inglese.
Giunto a Parigi, presso l'amico Paul D'Arnot, Tarzan scopre la vita mondana della capitale europea e incrocia nuovamente i propri passi sia con i coniugi de Coude che con i loro avversari, sventando nuovamente dei piani orditi a discapito della contessa de Coude, rivelatasi alfine sorella dello stesso Rokoff. Se pur apparentemente sconfitto, Rokoff intuisce l'esistenza di una certa infatuazione da parte di sua sorella per Tarzan, sentimento non ricambiato da quest'ultimo e, ciò nonostante, abilmente sfruttato al fine di porre l'Uomo Scimmia a confronto con il conte in un duello d'onore.
Tarzan affronta la sfida con coraggio e, restando impassibile di fronte ai proiettili del proprio avversario, rinuncia a sparare nel momento in cui sopraggiunge il proprio turno, spiegando invece la propria versione dei fatti. Il conte, sinceramente commosso per il coraggio e la sincerità di Tarzan, lo accoglie come amico e decide di offrirgli una possibilità d'impiego. Tarzan entra così alle dipendenze del Ministero della Guerra francese, e come agente segreto inviato in Algeria. Lì l'Uomo Scimmia vive una serie di avventure che lo conducono nel deserto sahariano; quindi, terminata la missione e imbarcatosi per Città del Capo, viene improvvisamente attaccato da Rokoff e Paulvitch e gettato in mare.
Salvatosi dal destino di morte a cui era stato condannato, Tarzan approda nuovamente sulla costa natale e, ritrovato il proprio mondo, conquista prima il ruolo di sovrano della tribù africana dei Waziri (che d'ora in avanti saranno il suo popolo e il suo esercito), successivamente scopre la città perduta di Opar (antico avamposto minerario della perduta Atlantide, i cui tesori lo libereranno da ogni preoccupazione finanziaria) e, ancora, torna a essere re delle scimmie.
Nel frattempo anche Jane Porter, che continua a rinviare la data delle nozze, fa una crociera attorno all'Africa. A Città del Capo, Rokoff si insinua nella comitiva. Un naufragio li getta sulla costa vicino alla capanna natale di Tarzan. Egli potrà, così, salvare ancora una volta l'amata dalle grinfie di un terribile leone, senza tuttavia palesare la propria presenza. Poco dopo William Clayton si ammala gravemente e Jane viene rapita dalla gente di Opar, mentre Rokoff, approfittando della situazione, abbandona il proprio agonizzante compagno di sventura.
Fortunatamente un gruppo di scimmie avverte Tarzan del rapimento di Jane ed egli riesce a salvarla. Tornati all'accampamento di lei, i due trovano William morente: per lui non c'è più speranza ma, prima di morire, rivela a Jane che Tarzan è il vero lord Greystoke. Abitualmente di pattuglia in quelle acque, l'incrociatore di D'Arnot arriva giusto in tempo per prendere in custodia Rokoff prima che questi possa ancora scappare, e per fungere da testimone al matrimonio tra Tarzan e Jane, celebrato nella capanna natale.
A questo punto, si potrebbe avere l'impressione che ERB abbia pensato di fermarsi lì: Tarzan ha ritrovato Jane, la sua identità, il suo titolo e ha lasciato l'Africa.
Ma nel 1914 il primo romanzo, Tarzan delle Scimmie, viene ripubblicato in volume e ottiene un successo strepitoso! Ragion per cui ERB decide di puntare ancora sul personaggio e scrive The Beasts of Tarzan (Le belve di Tarzan), in cui ricompaiono Rokoff e Paulvitch che rapiscono - in momenti diversi - prima Jack, il figlio dei Greystoke, poi Tarzan, ed infine Jane. Abbandonato ancora una volta sulla costa africana, Tarzan diventa amico di una pantera, di Akut (una grande scimmia) e di un guerriero negro. Con questi compagni d'avventura bracca i rapitori. Alla fine Rokoff viene ucciso dalla pantera, ma Paulvitch riesce a fuggire, per ricomparire nel romanzo successivo,
The Son of Tarzan (1915) (Il figlio di Tarzan), in cui il protagonista è il piccolo Jack, figlio di Tarzan. Egli ha dentro di sé i medesimi sentimenti del padre: l'amore per l'avventura, la vita selvaggia e gli animali; amore che viene messo a freno da Jane, madre fin troppo premurosa. A seguito di fortunose circostanze, Jack finisce da solo in Africa per ben otto anni e viene iniziato ai misteri della giungla dalla grande scimmia Akut, diventando così un secondo Tarzan col nome di Korak, "l'Uccisore". Paulvitch viene definitivamente eliminato, Korak si innamora di Miriam, figlia di un ufficiale francese rapita giovanissima da una banda di arabi, Tarzan ritrova il figlio perduto (e ormai cresciuto) e gli salva la vita. Tutto finisce bene, ma il nostro eroe ne esce inevitabilmente invecchiato...
L'anno dopo, il 1916, ERB pubblica l'ottimo Tarzan and the Jewels of Opar (Tarzan e i gioielli di Opar),
in cui troviamo Tarzan e Jane che si sono trasferiti a vivere in una piantagione in Kenya. L'Uomo Scimmia ritorna ad Opar ma, colpito da amnesia in seguito ad un colpo in testa, torna alla vita selvaggia, mentre alcuni predoni arabi rapiscono Jane e depredano l'oro dei Greystoke. Alla fine Tarzan ritroverà l'oro, la memoria e Jane!
Quindi ERB scrive quello che è considerato il suo capolavoro "tarzaniano", dodici racconti, i Jungle Tales of Tarzan (1916-1917) (I racconti della giungla di Tarzan):
queste avventure dell'infanzia e dell'adolescenza di Tarzan (ad es. le contese con i cannibali, l'affetto per la giovane scimmia Teeka, un incubo causato dall'aver mangiato carne avariata, la scoperta di Dio) sono veramente di alto livello letterario.
Nel 1918, nelle avventure dell'Uomo Scimmia irrompe la cruda realtà della Prima Guerra Mondiale. Nel romanzo Tarzan the Untamed (Tarzan l'indomabile), la piantagione di Tarzan viene distrutta dai tedeschi, che rapiscono Jane. Tarzan crede che la moglie sia morta nel rogo della casa, quindi insegue e giustizia, uno dopo l'altro, gli ufficiali tedeschi responsabili. Vendicato ma scoraggiato per la perdita dell'adorata moglie, Tarzan si dirige a occidente, per raggiungere le sue scimmie, e cammin facendo si imbatte nella città perduta di Xuja
(da questo momento, come vedremo, il tema delle “città perdute” nei luoghi più remoti dell’Africa diventa abbastanza comune nei romanzi di Tarzan). Alla fine, lo stato maggiore inglese gli fa sapere che Jane non era stata uccisa ma tenuta prigioniera da un distaccamento tedesco nelle foreste del Congo Belga.
Partito alla ricerca di Jane (Tarzan the Terrible - Tarzan il terribile - 1921), Tarzan scopre il paese nascosto di Pal-ul-Don, popolato da pitecantropi molto evoluti il cui bestiame è costituito da dinosauri e la cui società non è molto diversa dalla nostra, dilaniata da conflitti politici, razziali e religiosi. Tarzan vi ritrova Jane, ma ci vuole l'arrivo insperato del loro figlio Jack/Korak per assicurare il trionfo dei buoni sui cattivi.
Tarzan and the Golden Lion (1922) (Tarzan e il leone d'oro), dà al re della giungla un nuovo compagno, Jad-bal-ja, il leone dorato con la criniera nera che ha cresciuto e ammaestrato sin da cucciolo.
Tarzan ritorna ad Opar per la quarta volta, per procurarsi l'oro necessario a riparare i danni procurati dalla Grande Guerra. Oltre il regno di Opar, nella Valle del Palazzo dei Diamanti, scopre una razza di gorilla dall'intelligenza umana che stanno ancora aspettando il ritorno dei loro signori atlantidei...
In Tarzan and the Ant Men (1924) (Tarzan e gli uomini formica) l'Uomo Scimmia è costretto a paracadutarsi all'interno di una impenetrabile Foresta di Spine ove vivono uomini alti 40 centimetri che cavalcano antilopi nane.
Benché per un certo tempo ridotto alla loro statura e posto in schiavitù, a Tarzan sembra non dispiacere stare nella città degli uomini formica e partecipare alle loro guerre intestine... finché non trova il modo per potersene andare. Particolare interessante di questo romanzo è che Jack/Korak e Miriam hanno un figlio, John Clayton IV, di circa due anni e mezzo: Tarzan è ormai diventato nonno!
ERB si rende allora conto che, così, l'immagine del suo "dio silvano" rischia di appannarsi agli occhi dei lettori, per cui per una decina d'anni scrive avventure in cui non compare più la famiglia di Tarzan, fastidiosa testimonianza del suo invecchiamento.
Dopo un romanzo per ragazzi (The Tarzan Twins), nell'avventura intitolata Tarzan Lord of the Jungle (1927) (Tarzan re della giungla) il nostro eroe scopre l'esistenza, in una conca perduta tra le montagne, di due regni medioevali fondati nel XII secolo da alcuni crociati inglesi,
ove vivono uomini che obbediscono ancora alle regole della cavalleria e sono sempre pronti a scendere in lizza a spezzar lance nei tornei o essere uccisi nei duelli all'ultimo sangue.
Un secondo romanzo per ragazzi (Tarzan and the Tarzan Twins with Jad-bal-ja the Golden Lion) separa questo ottimo Tarzan medioevale da Tarzan and the Lost Empire (1928) (Tarzan e l'impero perduto) ove Tarzan si mette alla ricerca di un esploratore tedesco che sta cercando una misteriosa tribù perduta. Fra antiche congiure, moderni intrighi e combattimenti gladiatorii, Tarzan si ritrova nello scenario incredibile di due città gemelle abitate da legionari romani, ignari avamposti di un impero caduto ormai da quindici secoli.
Dopo averlo mandato fra i cavalieri medioevali e gli antichi romani, ERB decide di inviare il suo Tarzan ancora più lontano: addirittura al centro della Terra! Tarzan at the Earth's Core (1929) collega il ciclo di Tarzan ad un altro ciclo burroughsiano, quello di Pellucidar, il mondo interno. Tarzan vi discende in dirigibile, con una spedizione tedesca, attraverso l'apertura polare che connette il mondo esterno a quello interno. Giunto a Pellucidar, Tarzan si ritrova a dover lottare contro le creature preistoriche e gli abitanti che popolano quel mondo sotterraneo.
Nel 1930 la realtà irrompe ancora una volta nei romanzi di Tarzan: in Tarzan the Invincible, il signore della giungla e la sua tribù di fedeli guerrieri Waziri impediscono a una spedizione comunista di depredare i tesori della città perduta di Opar;
il seguito di questa avventura (Tarzan the Triumphant - Tarzan trionfante - 1931) ha inizio al Cremlino, dove Josef Stalin decide di inviare una nuova spedizione dove ha fallito la precedente: Tarzan e i suoi Waziri devono così affrontare gli agenti sovietici in cerca di vendetta e una tribù perduta, discendente dei primi cristiani, che praticano un culto bizzarro e una religione degradata.
Nel 1931 escono altri due volumi di Tarzan: in Tarzan and the Leopard Men (Tarzan e gli uomini leopardo) un Tarzan colpito da amnesia deve combattere una setta segreta di cannibali, gli Uomini Leopardo; in Tarzan and the City of Gold (Tarzan e la città d'oro), l'Uomo Scimmia scopre il favoloso paese di Onthat, dove sorgono le città gemelle di Cathne ed Athne, l'una d'oro, l'altra d'avorio; esse sono in guerra da generazioni e si combattono servendosi di leoni ed elefanti addestrati. Tarzan, prigioniero della folle regina di Cathne, mostra alla folla assetata di sangue come si combatte con Numa, il leone, e come si vince.
Nel 1933 ERB trova modo di ironizzare sul trattamento che le produzioni cinematografiche di Hollywood hanno riservato al personaggio di Tarzan.
Johnny Weissmuller |
Quando scrive il romanzo Tarzan and the Lion Man, infatti, l'attore Johnny Weissmuller aveva cominciato a diventare famoso per la sua interpretazione di un Tarzan semianalfabeta, e ciò con totale disappunto da parte del suo creatore... In questa avventura, Tarzan e il suo leone Jad-bal-ja scoprono una città abitata da un popolo di gorilla parlanti, creati da uno scienziato pazzo. In quegli stessi luoghi, a peggiorare la situazione, arriva una troupe di Hollywood che vuole girare un film di Tarzan proprio in Africa, con un attore che è l'esatto contrario dell'Uomo Scimmia in termini di coraggio e determinazione.
Alla fine, come John Clayton, Tarzan va a Hollywood per l'uscita del film e - divertendosi - si propone per un'audizione nel ruolo di Tarzan in un film successivo e... viene giudicato inadatto perché "non è il tipo"!!!
Nel successivo romanzo del 1935, Tarzan's Quest, riappare come personaggio principale la moglie di Tarzan, Jane Porter, che viene coinvolta con il marito nella ricerca della sanguinaria tribù dei Kavuru, che rapiscono donne per fabbricare un elisir che assicura l'eterna giovinezza.
ERB sembra perdere un po' della sua immaginazione in Tarzan the Magnificent (1936), nel quale Tarzan dapprima incontra le amazzoni di Zuli, dotate di incredibili poteri mentali, ma poi torna alle città dimenticate di Cathne e Athne per un'avventura banale.
Meglio riuscito è Tarzan and the Forbidden City (1938) (Tarzan e la città vietata): un giovane esploratore è scomparso in Africa, alla ricerca di un favoloso diamante; il padre e la sorella vogliono andare a salvarlo e riescono a farsi aiutare da Tarzan e dal capitano Paul D'Arnot. La loro spedizione di soccorso li conduce fino alla misteriosa città di Ashair, dove si svolgono strani riti in un tempio costruito in fondo ad un lago.
Nel 1940 ERB torna a scrivere racconti, pubblicandone tre in rapida successione, raccolti poi in un unico volume: Tarzan and the Jungle Murders (una storia di spionaggio fra agenti segreti inglesi ed italiani che ha come scenario la giungla africana), Tarzan and the Champion (in cui Tarzan deve confrontarsi con un arrogante pugile americano giunto in Africa per la caccia grossa) e Tarzan and the Castaways (nel quale l'Uomo Scimmia fa naufragio su un'isola dell'Oceano Pacifico abitata da discendenti dell'antica civiltà Maya). Lo stesso anno, ERB scrive anche il romanzo Tarzan and the Madman (che verrà, però, pubblicato postumo solo nel 1964): Tarzan si mette alla ricerca di un folle che è convinto di essere l'Uomo Scimmia e vive in una città perduta, abitata da discendenti dei primi esploratori portoghesi.
Tarzan and the Foreign Legion (1944) è l'ultima avventura di Tarzan scritta da ERB. Durante il secondo conflitto mondiale, mentre sta servendo come ufficiale di collegamento della R.A.F. su un cacciabombardiere americano sotto l'identità civile di John Clayton, Tarzan viene abbattuto sull'isola di Sumatra (territorio delle Indie Orientali all'epoca occupato dal Giappone). Egli usa le proprie abilità e la propria esperienza nella giungla per sopravvivere e per salvare i suoi compagni americani, cui si aggiungono via via un cinese, una eurasiana e una olandese (per scherzo si battezzano, allora, "la legione straniera"): insieme combattono i giapponesi e i loro collaborazionisti, fino a raggiungere l'Australia dopo molte peripezie.
L'apparente giovinezza di Tarzan non passa inosservata ai suoi compagni americani, che hanno sempre sentito parlare di lui e visto i film ispirati al suo personaggio: egli, allora, rivela loro come, all'età di 24 anni, dopo aver salvato la vita ad uno stregone negro, è stato da questi ricompensato con un trattamento gli ha concesso l'immortalità. Da allora l'Uomo Scimmia non è più invecchiato...
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È con questa immagine di eterna giovinezza che, anche noi, vogliamo accomiatarci da Tarzan. È così che ha voluto lasciarcelo in eredità il suo creatore.
Edgar Rice Burroughs, infatti, aveva iniziato un nuovo romanzo di Tarzan nel 1946, ma si è spento il 19 marzo 1950 lasciandolo incompiuto.
Successivamente, nel 1995, il manoscritto incompiuto di Burroughs venne completato da Joe R. Lansdale e pubblicato dalla Dark Horse come Tarzan: The Lost Adventure (Assassini nella giungla).
I FUMETTI DI TARZAN
Il Tarzan a fumetti venne inizialmente pubblicato in strisce giornaliere (daily strip), che esordirono si vari quotidiani americani nel 1929; nel 1931 alle strisce si affiancarono le tavole domenicali (Sunday Pages).
Questi primi fumetti si avvalsero della collaborazione di vari autori (cartoonist), i più famosi dei quali furono Hal Foster, Burne Hogarth e Russ Manning, l'autore che più di tutti legò il suo nome al personaggio e che realizzò una delle versioni di Tarzan più conosciute e apprezzate in tutto il mondo.
Attualmente le strisce continuano ad essere pubblicate sui quotidiani americani e possono anche essere lette on-line su Tarzan daily strip.
Le storie di Tarzan vennero pubblicate anche nel formato più ampio del Comic Book.
Fu la Dell Publishing, nel 1939, a realizzare questi albi e, dopo un cambio di denominazione in Glod Key Comics nel 1962, proseguì sino al 1972. Le storie più importanti furono tutte disegnate da Russ Manning e Doug Widley.
Poi toccò prima alla DC Comics, dal 1972 al 1977, quindi alla Marvel Comics fino al 1979.
Per queste due case editrici, i disegnatori di riferimento sono, rispettivamente, Joe Kubert e John Buscema.
Successivamente si assicurò i diritti, fino al 1992, la Malibu Comics che pubblicò tre miniserie con una versione violenta e inedita del personaggio di Burroughs.
A partire dagli anni novanta il personaggio viene edito dalla Dark Horse Comics in maniera pressoché esclusiva fino al 2011,
quando la casa editrice statunitense Dynamite Entertainment annuncia il lancio di una nuova serie regolare. Il titolo è Lord of the Jungle e si propone di raccontare la vera storia del Tarzan di Edgar Rice Burroughs senza censure. Il fumetto è infatti indirizzato ad un pubblico adulto e presenta in copertina l'avvertenza Mature (cioè per un pubblico maturo). La vicenda racconta l'abbandono dei coniugi Greystoke nel Congo Belga di fine Ottocento e le loro successive tribolazioni compresa la nascita del figlio destinato a diventare il Re della giungla. I disegnatori sono soprattutto Roberto Castro e Benito Gallego.
Edizioni in italiano
I fumetti di Tarzan sono giunti anche in Italia fin dal 1933 pubblicati dalla Mondadori, che li inserì in appendice alla rivista I romanzi di cappa e spada. Anche altri editori, oltre alla Mondadori, presentarono, nel corso degli anni successivi, le storie dell'eroe: la S.A.E.V. su L'Audace, Pinocchio e Jumbo; l'A.P.I. su Paperino, la Universo su Intrepido e gli Albi dell'Intrepido; la Società Editrice Lombarda su Il giorno dei ragazzi. Una curiosità è senza dubbio rappresentata dal nome che il personaggio ha avuto in Italia durante il periodo del regime fascista. Il nome Tarzan non poteva essere utilizzato in quanto il regime proibiva l'utilizzo di parole straniere; per questo le sue storie venivano divulgate sotto il nome di "Sigfrido".
Infine, fra il 1968 e il 1980, l'Editrice Cenisio ha pubblicato in maniera organica tutta la produzione di Foster, Hogarth e Manning.
Dal 2003 al 2005 le Edizioni IF hanno riproposto, in un omonimo mensile durato dieci numeri, storie sparse, disegnate, fra gli altri, da Russ Manning, Joe Kubert e John Buscema.
Nel 2008 Planeta DeAgostini ha ristampato le storie disegnate da Hal Foster e Burne Hogarth in 18 volumi cartonati.
Tra il 2017 e il 2020 l’Editoriale Cosmo ha pubblicato quattro volumi cartonati che raccolgono tutte le strisce quotidiane e le tavole domenicali di Russ Manning.
Mentre tra il 2022 e il 2023 ha raccolto in tre volumi cartonati tutte le avventure disegnate da John Buscema per la Marvel Comics.
Alla fine, numerose sono state anche le domande del pubblico, che ha dimostrato di aver gradito la mia presentazione e che a gran voce mi ha chiesto per l’anno prossimo un’altra “lezione” sul fumetto. In proposito ci stiamo già organizzando…
Grazie Baltorr, un articolo molto bello, ricco di dati e con tante immagini. Nel tuo stile pacato e gentile. Meriti un applauso da parte di tutti gli amanti del fumetto.
RispondiEliminaQuando ero bambino mio zio mi regalò un enorme volume, che raccoglieva le storie in fumetto di Tarzan, in ordine cronologico a partire proprio dalla sua nascita.
Si trattava credo di disegni degli anni '40 ed erano bellissimi, in particolare non ricordo di aver più visto delle belve raffigurate in un modo così spettacolare.
La narrazione avveniva tramite didascalie e non con i classici balloons.
Questo dava un ritmo da romanzo alle vicende e lasciava più libero il disegno.
Insomma un modo di raccontare che aveva i suoi pregi!
Interessantissimo, veramente una bellissima disanima.
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