mercoledì 25 luglio 2012

Zagor Collezione Storica a Colori: Il passato di Zagor (ZCSC24)




Il ventiquattresimo numero (che troverete in tutte le edicole domani) contiene la conclusione dell’avventura delle origini dello Spirito con la Scure, nonché la prima parte della storia intitolata “Senza pietà”.


* * *






ZAGOR RACCONTA...

In una giornata di pioggia, Cico decide di mettere in ordine la capanna nella palude e scopre un vecchio quadro che ritrae una giovane coppia. Dapprima Zagor si infuria con l’amico per avere “riesumato” il quadro nascosto, ma poi si scusa e gli confida che le persone ritratte sono i suoi genitori! Su invito del messicano, Zagor inizia a narrare la propria storia prima del loro incontro nella foresta...

Il nostro eroe era figlio di due coloni: Mike e Betty Wilding. Lui era un ex ufficiale dell’esercito ritiratosi a vivere da pioniere nei boschi. Era un uomo giusto, onesto, che non faceva distinzione di colore di pelle nei suoi rapporti con gli altri abitanti della regione. Lei era una giovane donna di origine irlandese, innamorata del marito e disposta a seguirlo ovunque.
Il loro unico figlio era nato proprio mentre suo padre, tra una battuta di caccia e l’altra, costruiva una casa che si specchiava nelle acque del Clear Water; al piccolo toccò la più meravigliosa infanzia che un bimbo potesse desiderare. Sia pure sotto le cure della madre che volle insegnargli quelle cognizioni che ella stessa aveva appreso anni prima nelle scuole europee, la vita della foresta gli offriva continue occasioni di affascinanti scoperte.
Si abituò presto a trattare con i cacciatori indiani che venivano alla capanna del padre per barattare le pelli con utensili, coperte e altre cianfrusaglie; ebbe anche modo di osservare di nascosto le tribù più bellicose di ritorno dalle loro razzie e di imparare i vari dialetti degli indiani che vivevano nella vicina foresta, il significato dei segnali di fumo e del rullare dei tamburi.
Ma tutto questo finì bruscamente quando un giorno suo padre tornò a casa con aria eccitata e sconvolta. Inseguito dai pellerossa, si barricò in casa con la moglie e il figlioletto, rivelando loro che si trattava di indiani Abenaki provenienti da lontano e guidati dal rinnegato bianco Salomon Kinsky.
Iniziò l’assedio, nel corso del quale il piccolo Wilding si trovò anche costretto ad uccidere il suo primo essere umano. La situazione era disperata: il tetto della casa era ormai in preda alle fiamme delle frecce incendiarie e i genitori del ragazzo decisero di metterlo in salvo e di attirare su di loro l’attenzione degli assedianti.
Dopo un ultimo abbraccio, Mike Wilding gettò suo figlio nelle acque del fiume Clear Water e questi venne trascinato lontano dalla corrente. Qualche miglio più a valle il ragazzo venne tratto in salvo da uno strano vagabondo di nome Wandering Fitzy, una sorta di filosofo cacciatore che viveva nella foresta, con il quale risalì il corso del fiume fino a raggiungere la sua casa ormai alle luci dell’alba.
Ma lì trovarono solo le rovine fumanti della capanna e i corpi dei genitori orribilmente straziati... Dopo aver dato loro cristiana sepoltura, sulle loro tombe il piccolo Wilding pronunciò un giuramento di vendetta contro gli Abenaki e la loro guida Salomon Kinsky!
Da quel momento Wandering Fitzy farà da novello padre per il ragazzo e gli trasmise le proprie conoscenze nonché l’abile uso della scure.
Da quel momento per il ragazzo iniziò un periodo assolutamente fantastico: lui e il suo mentore si spinsero negli angoli più remoti della Pennsylvania, della Virginia e dell’Ohio, passando gli inverni ad oziare nelle tende di qualche tribù indiana, oppure ripagando con dei lavori l’ospitalità offerta da comunità di cacciatori, o dividendo le fatiche di isolati cercatori d’oro.
Gli anni passarono e il futuro Zagor crebbe forte e robusto, imparando a maneggiare la scure con la stessa abilità del suo amico.
Qualche anno dopo, la sete di vendetta portò il giovane Wilding a compiere un gesto che avrebbe segnato per sempre il suo destino. Rintracciato finalmente Salomon Kinsky (che nella zona era conosciuto come un pacifico predicatore che aveva civilizzato la tribù degli Abenaki, con i quali viveva dedicandosi all’agricoltura) egli era determinato nel suo desiderio di vendetta, ma in ciò non fu assecondato da Wandering Fitzy che, anzi, cercò invano di dissuaderlo.
I due si separarono, e il giovane – scoperto l’accampamento degli Abenaki – attaccò gli indiani con azioni da guerriglia e seminando la morte tra loro.
Infine si trovò faccia a faccia con l’odiato Salomon Kinsky e gli disse di essere il figlio di Mike Wilding... Kinsky gli rivelò, allora, che suo padre, all’epoca in cui era ancora un ufficiale dell’esercito, si era reso responsabile di un crimine terribile: aveva fatto fucilare trecentoventi abitanti, tra i quali anche donne e bambini, di un villaggio Abenaki, e per questo era finito davanti alla corte marziale ed era stato radiato dall’esercito. Ecco perché Kinsky e gli Abenaki lo avevano voluto punire con la morte.
A riprova di quanto detto, Kinsky mostrò al giovane Wilding dei giornali dell’epoca... e approfittando della sua distrazione, tentò di sparargli alle spalle. Ma ecco che sulla soglia comparve Wandering Fitzy che uccise Salomon Kinsky, rimanendo però a sua volta ferito mortalmente...
Così, nel volgere di un solo giorno, il giovane perse tutto ciò che aveva di più caro: lo struggente, idealizzato ricordo di suo padre ed anche il suo unico amico. Sconvolto e inorridito si addentrò nel verde del bosco e camminò per ore ed ore senza meta, finché la stanchezza ebbe il sopravvento e piombò in un sonno profondo tormentato dai fantasmi del passato lontano e recente.
Quindi giurò a se stesso che non si sarebbe mai più fatto ingannare dalle apparenze e dai pregiudizi, e che avrebbe dedicato la sua vita al servizio della giustizia da qualunque parte si trovasse senza badare al colore della pelle e ad altre discriminazioni...
Poi, un giorno si ritrovò a salvare da un attacco indiano un carrozzone di saltimbanchi, i Sullivan, ai quali raccontò la sua storia e i suoi intendimenti.
Essi, allora, gli consigliarono di creare attorno alla sua figura un alone di mistero ed una fama che intimidisse gli avversari... Gli fornirono anche un costume che lo rendesse facilmente identificabile ed egli decise di chiamarsi Za-gor-te-nay, che in dialetto algonkino significa letteralmente lo “Spirito con la Scure”, o più brevemente Zagor!!!
Quindi architettarono insieme la sua apparizione al Gran Consiglio di Primavera, una riunione nel corso della quale i capi di numerose tribù indiane si ritrovavano per parlare dei loro problemi comuni.
In un nascondiglio creato ad arte, Zagor attese l’arrivo dei capi indiani e, con l’aiuto di effetti sonori e visivi sorprendenti, egli apparve come uscito dal nulla ed annunciò di essere stato inviato sulla terra da Manito, il Grande Spirito, per indicare agli indiani la via giusta da seguire, per suggerire loro sagge decisioni e per condannare folli imprese di rivolta. Egli sarebbe sempre rimasto con loro ad un tempo difensore e giudice... e proclamò il suo nome: Za-gor-te-nay!!!
Naturalmente, non tutto poteva filare liscio e Oga-Ito, bellicoso capo dei Wyandot, lo sfidò e Zagor dovette combattere con lui e sconfiggerlo per dimostrare la propria potenza.
Rammaricandosi di aver dovuto iniziare la sua missione uccidendo un uomo di quella razza che aveva giurato di difendere, Zagor si accomiatò dai capi indiani con un messaggio di pace e, lanciando quello che da allora divenne il suo grido di battaglia, si allontanò nel folto della foresta...
Dopo aver salutato i Sullivan, Zagor iniziò la sua opera pacificatrice nella Foresta di Darkwood, dove trovò un isolotto circondato da sabbie mobili, sul quale costruì il suo rifugio... e da quel momento ebbero inizio le sue avventure come Spirito con la Scure!

All’epoca in cui uscì la storia (1969), i personaggi dei fumetti non avevano un background personale, perché l’approfondimento psicologico non contava molto. Nolitta ha voluto dare ancora più spessore al suo personaggio dotandolo di un passato problematico e così scrive una storia che conferisce a Zagor un passato pieno di ombre e sfumature di grigio, un passato grazie al quale egli è divenuto ciò che è: il giustiziere di Darkwood.
Quando iniziai la collezione, questa storia era una delle più introvabili e ricercate, per cui vi lascio immaginare la mia letizia quando un vicino di casa mi prestò da leggere gli albi in questione... E subito mi venne spontaneo accostare questa avventura con quella de “Il passato di Tex”... Non me ne vogliano gli amici texiani, ma... non ci sono paragoni di sorta!!!
             Questa è un vero capolavoro!!!

18 commenti:

  1. Mi è sempre parso strano che questa storia non sia mai stata utilizzata per albi fuori serie extra-Bonelli (quelle per intendenderci della Mondadori o le collane a fumetti in allegato ai quotidiani). Solo il mitico cartonato verde, edito dalla Cepim nel 1977, l'aveva riproposta.
    Mino

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    1. Ciao, Mino, ben trovato! E grazie per il tuo intervento!
      Diversamente da quanto dici, in realtà questa storia, oltre che nell'ormai storico cartonato verde, è stata ri-pubblicata nel 2008 anche dalla Mondadori nella collana Oscar Best-Sellers (n. 1834).
      Il volume in questione contiene per intero le storie "Zagor racconta..." e "L'uragano" (il primo scontro con Hellingen), oltre ad altre tavole che illustrano i momenti più significativi della saga dello Spirito con la Scure.
      Mi traccomando, Mino, scrivi ancora sul mio blog!;-)

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    2. Ah, ecco... mi pareva strano! Grazie della info!
      A presto,
      Mino

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  2. E' vero Marco, non ci sono paragoni.
    Il pathos struggente di questa vicenda è assolutamente assente da "Il passato di Tex" che ho letto, ma che non ricordo.
    E questo la dice lunga.

    In ogni caso "Zagor racconta..." è certo imprescindibile per la comprensione del personaggio, ma non ne sono mai andato pazzo.
    In tutta sincerità.

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    1. Perché non ne sei mai "andato pazzo"?

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    2. Perchè non amo le storie in flash-back.
      Credo sia lo stesso motivo per cui non mi piace "Tigre"...

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    3. Beh, per Tigre ti posso anche dare ragione: in una storia che si svolge in tempo reale, i flashback (per chi non li ama) possono anche dare fastidio.
      Ma qui devo osservare che la storia "portante" è proprio quella del passato di Zagor e non quella del suo racconto a Cico nella capanna della palude (peraltro, con pochissimi "stacchi" su questa)...

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    4. beh, che dire? sempre grande il buon Marco con il suo blog e articoli sulla ZCSC :-)
      Il passato di Tex, a confronto di quello di Zagor, non ci passa minimamente vicino (il pathos e le caratterizzazioni dei personaggi, in questa storia, sono da urlo) :-D
      Qui Nolitta ha dimostrato di esser un grande sceneggiatore (prima aveva fatto cose egregie comunque, ma solo con questa storia ha fatto il passo in avanti tra i più grandi):-)
      Inoltre, reputo che da questo numero 55 ci sia un crescendo incredibile nelle storie di Zagor (le 54 storie precenti non son male, anzi, ma da qui in poi sarà una goduria ancora maggiore):-)

      continua così Marco :-)

      Vincenzo

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    5. Grazie per il "tifo", Vincenzo!;-)

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    6. Mah...forse l'ho letta troppe volte il che significa che non è certo una storia minore!
      E' densa di momenti commoventi e ad alta drammaticità. Gli ultimi scambi di parole con i genitori sono momenti terribili ed indimenticabili.
      Però...sai poi dipende anche dalle corde che uno ha.
      E' una cosa complessa, come il gradire o meno un brano musicale.
      Ci sono cose che riconosco essere oggettivamente migliori, più interessanti, più articolate, con un portato culturale superiore ecc. ecc. di altre che comunque preferisco.
      Vale nella musica, nel cinema, nei libri e anche nel fumetto.
      Per dire: preferisco ascoltare "I get around" dei Beach Boys che la discografia completa dei Tangerine Dream.
      Nel fumetto il caso più eclatante di questo concetto è la preferenza che ho per una cosuccia tutto sommato da poco come "La storia del Comandante Mark", sicuramente più puerile e banale di "Zagor Racconta..."
      Non odiarmi!

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    7. Ma per carità, Mario... Anche se so che la tua frase finale è una battuta, sappi che non riesco ad odiare nemmeno chi se lo meriterebbe, figurati se odio te per una cosa come questa!:-D
      Le mie erano solo ossservazioni, diciamo così, "tecniche" sulla questione del flashback da te sollevata...
      Comprendo benissimo il tuo discorso: a volte le preferenze che si accordano a qualcosa vanno oltre il dato oggettivo ed il semplice, arido ragionamento... ed è giusto che sia così!;-)

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    8. Già...però il ragionamento non è mai "arido"...è ciò che abbiamo per comprendere il mondo che ci circonda e...noi stessi.
      A proposito di ragionamenti: commenterò volentieri la "Zagortenayde" sul tuo lido (se farai un post dedicato)e sulla quale sto ragionando...appunto!
      Sul forum non lo farò perchè purtroppo non ho il tempo di seguire discussioni che potrebbero diventare estenuanti.
      Ti chiamo by phone nei prossimi giorni.
      Bye!

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    9. All'uscita della Zagortenayde avevo già dedicato un topic nel mese di giugno, prima ancora che venisse pubblicata... potremmo usare quello...
      http://zagorealtro.blogspot.it/2012/06/zagortenayde.html

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    10. Ok, appena riesco vado e scrivo!
      Ciao!

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  3. Per scrivere di questa storia dovrei finire per citare "Il ponte dell'arcobaleno". Meglio, allora, soprassedere! :-D

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    1. Infatti mi domandavo come mai non avessi ancora scritto nulla...
      Fai come con le persone antipatiche... fai finta che "Il ponte dell'arcobaleno" non esista... non sia mai stata scritta... ignorala... io nemmeno mi ricordo di cosa parla... forse di Noé e della fine del diluvuo universale??... e poi commenta degnamente "Zagor racconta...":-D

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  4. :-D
    La grande abilità di Nolitta (oltre naturalmente al saper mettere in scena puro e semplice) era quella di fare di Zagor un eroe di stampo classico ma allo stesso tempo dall'umanità trascinante e in grado di sbagliare come ogni uomo. Cedere talvolta alla violenza (senza doverla giustificare oggigiorno come "sono stato costretto", "mi avrebbe ucciso", "mi ha attaccato" etc.) perché incollerito, amareggiato, ferito. In fondo, questa storia in oggetto é la summa del più grande sbaglio di Zagor (anzi, dell'allora giovane Wilding) che lo marchierà talmente tanto da costringerlo a cambiare identità e obiettivi nella vita. Così aveva deciso il suo autore, così doveva rimanere.
    Per il resto, la prima parte della storia é tutto sommato un topoi del genere, che scorre senza particolari sorprese fino - proprio - all'epilogo mozzafiato e imprevedibile! Wandering é uno di quei personaggi talmente perfetti e ben incastrati nella storia che non sarebbe dovuto tornare. ;-)

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  5. Tra le più ricordate della serie, mi è sempre rimasta impressa per la sua morale, "La verità non sta mai da una parte sola", come dice il mitico Wandering Fitzy, e del crimine commesso dal padre di Zagor. Devo ammettere che rileggendola sono rimasto "shockato" dalla spietatezza del nostro nel mettere in atto la sua vendetta! O_O Un vero e proprio pugno nello stomaco! Se l' avessi letta per la prima volta oggi non so cosa avrei pensato. Quest' aspetto all' epoca non mi shockò più di tanto devo dire (ghigno di Zagor a parte). Non saprei come prenderla onestamente. Bella la parte con i mitic Sullivan e letteralmente spettacolare la prima apparizione di Zago-r-te-nay! Troppo forte la scena in cui Romeo
    guarda tutto preso il combattimento tra lo spirito con la scure e Oga-Ito! :lol:
    "Il passato di Tex" come scritto su spiritoconlascure forum racconta una parte della sua storia con il personaggio che si è formato nei primi numeri: diventato ranger, capo indiano, si è sposato ed ha avuto un figlio, ha trovato due amici, Tiger e Kit, inseparabili... "in "Zagor racconta" invece assistiamo proprio alla genesi del personaggio. Come scritto magari i può fare più un paragone per certi aspetti con "Tex l' implacabile"/"Il giuramento".

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