mercoledì 9 ottobre 2013

Zagor Collezione Storica a Colori: Colui che non muore (ZCSC87)



L'ottantasettesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell’avventura di Zagor con i Menominee e i Winnebago, la storia completa “L'imboscata”, nonché le prime pagine de Il ritorno di Supermike”.

 

DUELLO AI GRANDI LAGHI


Nella regione dei Grandi Laghi la tribù dei Menominee vorrebbe sottrarre i territori di caccia ai Winnebago. Allora il colonnello Steenway propone di risolvere la vertenza senza spargimento di sangue ma con una partita di Baggatiway (sorta di gioco con elementi sia del tennis che del rugby).
Le due tribù accettano. I Winnebago hanno, però, bisogno di un fuoriclasse per vincere, e decidono di reclutare Zagor! Come? Rapiscono Cico e costringere lo Spirito con la Scure a giocare dalla loro parte.
Zagor, pur contrariato, accetta e riesce ad entrare in affiatamento con la squadra. Dal canto loro, i Menominee voglio approfittare della distrazione creata dalla partita per attaccare la guarnigione del forte locale e massacrarla.
Cico viene a conoscenza del piano e lo rivela a Zagor, il quale riesce a sventare l’attacco e a svelare le vere intenzioni dei Menominee. I Winnebago potranno ora continuare a cacciare nei loro territori.

             Breve storia che merita sicuramente un “buono” come giudizio.
Divertente l’idea della gara di Baggatiway per evitare la guerra, ben caratterizzati i due diversi accampamenti indiani dei Winnebago e dei Menominee (con tende di diversa fattura che denotano una diversità nelle tribù stesse) ed, infine, bella la copertina ed il titolo del primo dei due numeri. Ottimi i disegni di Bignotti.

                                                                                     * * *

 

L’INVULNERABILE


      Terminata l’avventura ai Grandi Laghi, sulla strada di ritorno a Darkwood Zagor e Cico vengono catturati dalla tribù schiavista dei Kutchin, che si sono uniti ad altre tribù in una grande rivolta contro i bianchi guidata dal misterioso “Colui-che-non-muore”.
      Separato da Cico, ma con l’aiuto di Carcassonne, uno schiavo di origine francese, Zagor si trova a fronteggiare i rivoltosi e scopre che la loro guida è il redivivo Eskimo, il capo dei Falchi delle Nevi, sopravvissuto alle gelide acque del fiume dove era finito e diventato invulnerabile grazie alle misteriose radiazioni di una caverna sotterranea.
       Zagor riesce a fuggire dagli indiani Kutchin, evita la distruzione di Fort Resolution da parte dei ribelli e si scontra con Eskimo, riuscendo ad ucciderlo nonostante i suoi poteri.


Con questa storia Toninelli sembra perdere colpi. La trama è priva di mordente, un interessante avversario come Eskimo viene ridotto a un superuomo con tanto di mantello, Cico viene messo presto fuori scena e sostituito da Carcassonne (un espediente già usato a suo tempo G. L. Bonelli e che Toninelli utilizzerà spesso da qui in avanti: affiancare allo Spirito con la Scure dei comprimari diversi dal messicano), Zagor perde quell’alone mitico che lo ha sempre contraddistinto (basta davvero una piccola botta in testa per metterlo fuori combattimento).
Uniche due note positive: la stretta continuità con l’episodio precedente e i disegni di Donatelli.

8 commenti:

  1. La prima cosa che mi viene in mente è che un'edizione "luxury" come la ZCSC per una storia come quella del "Supereskimo" è sprecata.
    Per tacere della prossima del ritorno di Supermike per la quale interverrò la settimana prossima.
    Per quanto riguarda gli anni '80 zagoriani, forse sarebbe stato meglio operare una selezione lasciando fuori incoerenti brutture come queste.

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    1. Caro Mario, come sempre sei molto "tranchant" nei tuoi giudizi negativi...

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  2. Ehhh...non sono molto diplomatico.
    Ma almeno non corro il rischio di essere frainteso!
    Questa storia mi ricorda certe edizioni di lusso in "super audio cd" di album rock assolutamente prescindibili.
    Ce ne sono a centinaia...quello che io chiamo le "gonzo edition".
    Sono confezioni così belle (con dentro musica brutta) che ammetto di esserci cascato anch'io qualche volta...

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    1. Ahahahah! Anche ai tuoi paragoni fumettistico/musicali ci sono abitato!!!

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  3. Anche a mio parere la storia ambientata ai grandi laghi merita un ampio giudizio positivo. Mi compiaccio quando un protagonista di fantasia si imbatte in personaggi storicamente esistiti o in fatti realmente accaduti. Ciò denota il desiderio di dare una certa veridicità all’eroe e ci si può rendere conto di come gli autori abbiano impostato, per renderla plausibile, una vicenda basata su una corposa documentazione sul carattere etnografico dei nativi Americani (oltre l’evento del bagattiway ovvero dell’antesignano del moderno Lacrosse, sport tutt’oggi molto praticato in Canada, tempo fa ebbi occasione di leggere che un accadimento simile a quello descritto da TONINELLI nella storia in parola, ebbe a verificarsi concretamente: se non erro, una delle tribù coinvolte era Assinboin e gli esiti dello scontro furono tragici per l’intera guarnigione di un avamposto militare). E che dire del ruolo di Cico? Oltre la serie di situazioni umoristiche che lo vedono coinvolto, il buffo Messicano diventa protagonista a tutti gli effetti dell’avventura al vaglio e la sua funzione si rivela decisiva nel finale della storia. Bene anche la collocazione temporale delle narrazioni che contribuisce a creare una continuity serrata tra le stesse. Quanto al secondo episodio quello relativo a "Colui-che-non-muore", dissento invece dai vostri pareri negativi. Rileggendola a distanza di tempo, quest’avventura mi è sembrata comunque ben ordita, piacevole e con ingredienti non privi di una certa originalità: Zagor offerto in dono come schiavo ai Dogrib e alla mercè inconsapevole del suo nemico, il ben definito spessore psicologico dei comprimari negativi, anche minori (es. Whytooga) e positivi (Carcassonne), le sfumature della tragedia vissuta da quest’ultimo in contrapposizione all’istinto altruistico e generoso del nostro per la conquista del fine comune. A dare corpo al tutto, i disegni di un ispirato DONATELLI che riportano equilibrio e stile alle scene rispetto al copioso “taglia e incolla” di immagini ed espressioni cui spesso era solito ricorrere BIGNOTTI. In merito a Eskimo, Il ritorno di questo “villain” che ha raccolto così tanti biasimi, non lo vedo poi così “supereroistico” come lo si definisce..anche e soprattutto alla luce recente avventura (bellissima, non fraintendetemi) di MIGNACCO e SEDIOLI (cfr. “L’orda infernale” e segg. - in cui tra l’altro, è stato fatto esplicito richiamo a quella al vaglio) ove veramente si è circondati da, passatemi il termine, “bestioni culturisti” invulnerabili, e che, per converso, ha ottenuto un grosso successo di pubblico. Un ultimo appunto Baltorr, in relazione a quella che tu definisci: “la perdita di quell’alone mitico che ha sempre contraddistinto lo SCLS” per una semplice “botta in testa”.Trovo invece che l’espediente, utilizzato per dare inizio alla storia, rappresenti, rispetto allo stereotipo western del giustiziere indistruttibile e insuperabile, un elemento a favore del nostro eroe, da sempre dotato di quella scintilla di umanità autentica, che nel corso del tempo lo ha contraddistinto da altri personaggi “duri” a tutto tondo.
    Un grosso abbraccio a tutti ..Anonimo (Sardo).

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  4. Riporto qui il post di Giovanni che per errore era andato perso:

    Caro Mario CX, confermo i Tuoi giudizi: la storia di super Eskimo è effettivamente un po sopra le righe. Devo ringraziare i disegni di Donatelli ed il color se sono riuscito a finirla.
    Che dire? Non tutte le ciambelle riescono con buco.
    Il brutto è che il peggio deve ancora venire (mi riferisco al ritorno di SuperMicke).
    Un saluto a tutti
    Giovanni21

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    1. IRDS, come già scritto, l' ho trovata una storia più che discreta.
      Riguardo a "L' invulnerabile", Toninelli voleva dare un nuovo spessore ad Eskimo, in pratica un "semplice", ma ben attrezzato ed organizzato predone. però non l' ha approfondito più di tanto e il suo spazio non è molto. Un po un difetto della storia che vede Zagor nell' insolta veste di schiavo. A proposito, ancora una volta l' autore aggiunge delle note folkloristiche (?) introducendo il tema della schiavitù tra gli indiani che riprenderà anche in "Viaggio nella paura" e di cui successivamente anche Boselli parlerà in "Alaska".
      Comunque in generale l' avventura l' ho trovata godibile, anche se un po inferiore a quelle fino a quel momento scritte dal Toni. Bella l' ambientazione innevata, insolita per la serie, ben rappresentata dai bei disegni di Donatelli. Simpatico il personaggio di Carcassone (dopo il trapper della prima storia del buon Marcello un altro bel personaggio) con cui Zagor scambia volentieri delle battute. Ecco, una delle note positive della storia è il fatto che lo spirito con la scure, abbia ritrovi ogni tanto il suo spirito XD.

      "basta davvero una piccola botta in testa per metterlo fuori combattimento"

      Nolitta docet. XD

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  5. "Duello ai grandi laghi" è una godibile storia "leggera" condita di sport! Insolito e divertente vedere Zagor e gli altri allenarsi e poi giocare! Grande l' utlizzo di Cico! Insomma un divertissement, fino ad un certo punto, toninelliano, senza troppe pretese che, appunto per questo, si lascia ben apprezzare. Simpatico anche il fatto che

    SPOILER il nostro trovi un nuovo amico, Hoowar mi pare, con cui formare una grande coppia alla partita! FINE SPOILER

    Notare come nel giro di poche storie fosse tornato Bignotti, emigrato su Mister No. A me su Zagor piace. Peccato che disegnerà solo ancora una storia, "Carovane combattenti" (n. 245-246-247).

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