Il numero 105, che troverete in edicola domani, contiene
la conclusione dell'avventura con lo Yeti, nonché
la prima parte della storia “Caccia all'uomo”.
YETI!
Krinhar, un malvagio monaco tibetano che era stato
in precedenza sconfitto dal maestro di Ramath il fachiro, Shu-Tze, si è
trasferito (con un gruppo di misteriosi orientali e uno Yeti hymalaiano, che ha
piegato ai suoi voleri) sulle Montagne Lucenti, dove cerca di decifrare una
misteriosa iscrizione: se ci riuscirà, otterrà i Sette Poteri e diventerà
potente come un dio.
Per contrastarlo, interviene Ramath stesso che
invia un messaggio telepatico a Cico, mentre questi si trova in stato di
incoscienza, chiedendo disperatamente aiuto. Zagor e Cico si mettono in viaggio
e, lungo il cammino, sono ospitati da un amichevole trapper. Ma, nottetempo,
accompagnata dall’arcano suono di un flauto, nella capanna in cui riposano
appare una creatura enorme e mostruosa, lo Yeti, che uccide il trapper.
Zagor e Cico affrontano gli uomini di Krinhan, ma
avrebbero la peggio se non li salvasse una loro vecchia conoscenza: Tisko, il
capo del Piccolo Popolo che vive sulle Montagne Lucenti, che ha salvato anche
Ramath. Lo spirito di quest’ultimo entra nel corpo di Zagor, ammansisce lo Yeti
e si scontra con Krinhar in uno strano mondo onirico, sconfiggendolo.
Gli uomini di Krinhar si arrendono e lo Yeti
rimane in America, dove darà origine alla leggenda del Sasquatch!
L’idea di base di questa storia è sicuramente buona. Dopo la simpatica introduzione con il Darkwood Monitor, la vicenda entra ottimamente nel vivo con il misterioso mostro che irrompe nella capanna,
l’efferata uccisione del trapper, il duello impari con Zagor ed infine il suono
del flauto in lontananza.
L'avventura, invece, perde mordente da quando Zagor penetra all’interno
della fortezza, anche se la raffigurazione grafica della lotta nel mondo
onirico è suggestiva: il suolo è raffigurato come un’immensa scacchiera
sulla quale si muovono i protagonisti dello scontro, con uno sfondo costituito da alberi, cime rocciose, specchi
e pendoli sospesi a mezz’aria. Peccato che si concluda tutto in poche tavole...
Positivo, invece, il modo in cui, alla fine dell’avventura, viene
spiegata la scomparsa dello Yeti ed il collegamento con il mito del
Sasquatch... Un’idea che - pare - sia stata frutto della mente di Tiziano
Sclavi.
Ecco qui il link del filmato suggerito da Francesco L.P. :
C'é un fotogramma ripreso proprio dalla celebre (e controversa) ripresa che due americani fecero ad una presunta femmina di "Bigfoot" nel lontano 1967. se il padron di casa permette linkerei il breve filmato così da darvi un'idea sull'episodio:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=IJjUt2sXo5o
Curiosi i disegni di Marco Torricelli: bravo senza alcun dubbio, ma all'interno della stessa tavola, a volte, si notano le influenze di Gallieno ferri o di Aurelio Galleppini!
Avventura a sfondo fantasy alla quale sicuramente attribuisco un giudizio più che accettabile ma che alla fine non mi sento di reputarla tra le storie veramente belle della saga. Invece, e lo confesso, mi intriga di più l'avventura allo stato puro che inizia a pag. 152 di questo volume 105 e che vede protagonista un bounty killer. In particolare mi esalta la vicenda in cui il nostro eroe viene ingiustamente accusato di un delitto non commesso e costretto a fuggire, costantemente inseguito sia dagli uomini dello sceriffo e sia dallo stesso bounty killer. Attendo pertanto l'uscita del prossimo volume 106 per il gusto di scoprire come Zagor riuscirà a scagionarsi facendo capire a tutti chi è stato il vero colpevole e soprattutto iniziare a leggere la successiva avventura riguardante il quarto ritorno del Professor Hellingen, la cui storia non conosco.
RispondiEliminaBentrovati a tutti,
RispondiEliminaDopo le ultime avventure, (“I predatori della Valle del diavolo- I dominatori dell’abisso”) in cui l’autore è partito con delle buone idee, ma il cui sviluppo si è poi rivelato non all’altezza delle premesse, quella “fill in” (inferno bianco- La vendetta di Mano Nera) tutto sommato niente male
ancorché spoglia di quel respiro epico e della laboriosità tipiche delle storie a più ampio raggio (ciò nondimeno ugualmente piacevole e divertente) e infine quella sugli Argonauti, con ambientazioni suggestive e ben curate, ma con personaggi tratteggiati in modo essenziale e una trama che si evolve piatta e senza particolari colpi di scena (peraltro sfavorita dai disegni di un DONATELLI ormai in fase “calante” sebbene impreziositi dalla policromia) finalmente una storia dal sapore sì fantastico, ma dotata di un soggetto originale, ben strutturata, varia e complessivamente appassionante. TONINELLI torna ai vecchi fasti, dimostrandosi ancora attento all’evoluzione degli accadimenti e non dimenticando il primo intento di uno sceneggiatore: quello di sorprendere e divertire i propri lettori, forse anche inserendo nell’ordito del racconto, ingredienti splatter (la sequenza in cui lo Yeti strappa il braccio allo sventurato trapper è di forte impatto) e nell’insieme, profonde un piccolo tocco di novità a una serie dal taglio classico, in cui tali elementi fino ad ora, difficilmente erano stati resi così espliciti. Purtroppo, l’eccessiva compressione del racconto non permette di sviluppare adeguatamente alcune trovate (da praticante di arti marziali “non ortodosse” avrei reso più efficaci le scene di combattimento tra il nostro e i guerrieri Mnong) e la resa dei conti finale appare, specie a conclusione del duello, un po’ troppo affrettata e sbrigativa. Da ultimo, qualche parola per i personaggi secondari, che stavolta s'integrano bene nella storia e ne costituiscono il valore aggiunto (Ramath e Tisko in modo particolare) e ai disegni, con un TORRICELLI dal tratto ricco di inquadrature tradizionali e classiche ma anche in continua evoluzione, specie nei primi piani e nella definizione dei characters secondari. Nel complesso una storia godibilissima, che all’epoca della prima lettura già lasciava presagire, con l’avvento di quell’estate del 1988 in cui DYD rappresentava il fenomeno di massa, l’arrivo di qualcosa di inaspettato e sorprendente anche per noi aficionados dello SCLS; ma di questo parleremo più avanti…
Un caro saluto .. Anonimo (Sardo).
Concordo con Anonimo su "I sette poteri". Una buona storia, godibile e coinvolgente con elementi esoterici dove i vari personaggi hanno ognuno il proprio spazio. I guerrieri orientali, lo yeti, lo scontro finale... non manca neanche la gag cichiana che ogni tanto Toninelli rispolverava e che ha dato anche nome ad una fanzine ^^! Bella secondo me l' idea di estrapolare Ramath dal contesto della Golden baby per fargli vivere un' avventura in solitario come poi avverrà DI NUOVO in "Thugs", raccontandoci qualcosa su di lui come farà anche con Doc ne "Le belve del Black river".
RispondiEliminaUnica pecca secondo me è che SPOILER
Krinhan si vede solo alla fine mentre secondo me sarebbe potuto e dovuto apparire già un po qua e un po là tipo come fanno i due negromanti di Kush de "Il ritorno di Cain".
Ah, In questa storia s' inaugurano anche i messaggi di Ramath a Cico che torneranno ne "L' esploratore scomparso" e "Il terrore dal mare". Il nostro mitico pancione messicano insomma ormai è l' interlocutore prediletto dall' altrettanto mitico fachiro. ^^
FINE SPOILER
Lo svolgimento è un po da videogioco con i nostri che affrontano diverse prove sino a scontrarsi con il boss finale. Proprio simpatico il colpo di scena finale!
Effettivamente una maggiore lunghezza avrebbe reso la storia probabilmente ancora più bella.
Comunque concordo con chi scrive che Toninelli, almeno su Zagor, avesse uno standard qualitativo altalenante e che a volte non riuscisse a trasformare dei bei soggetti in storie buone come successo secondo me con "Acqua di fuoco" e "Il vello d'oro". Quest' ultima, nonostante sia più lunga de ISP è piuttosto altalenante e ha un finale concitato ad affrettato. Curioso come sia riuscito a gestire meglio la storia successiva con meno pagine.
". Un’idea che - pare - sia stata frutto della mente di Tiziano Sclavi."
EliminaAh, però! Non ci avevo fatto caso alla scorsa lettura dell' articolo!