Il numero 106, che troverete in edicola domani, contiene
la conclusione dell'avventura con il
meticcio Shamrock, nonché la prima parte della storia “Incubi”.
IL BOUNTY KILLER
Una vecchia conoscenza di Zagor, il meticcio
Shamrock, ha lasciato la fattoria del padre per diventare un cacciatore di
taglie. E così, quando lo Spirito con la Scure viene incolpato di un delitto
che non ha commesso (l’uccisione di Treeshaw, il proprietario del saloon di
Fort Bend), anche Shamrock si getta al suo inseguimento!
In realtà Treeshaw è stato ucciso da Jampot, un
vecchio nemico di Zagor che tenta di uccidere anche il nostro eroe.
Fortunatamente, interviene in suo aiuto proprio Shamrock, che scagiona lo
Spirito con la Scure e torna alla fattoria di suo padre, rinunciando al
mestiere di bounty killer.
In questa storia western dallo stampo classico, con l’aggiunta di un
delitto nella camera chiusa tipico della narrativa gialla, Toninelli ci
presenta un bounty killer non crudele e spietato, come siamo solitamente
abituati a vedere, ma dotato di una personalità più problematica.
Purtroppo il personaggio di Cico viene subito messo da parte e rimane assente per
tutta la storia; Zagor si
fa mettere al tappeto per ben tre volte nell’arco di un albo e mezzo (la prima,
come un novellino, da Treeshaw; poi quando, senza un attimo di riflessione,
entra nella stanza dove è stata preparata la trappola; quindi, quando si fa
sorprendere da un avversario minimale come Jampot, che gli spara e lo colpisce
al braccio); inoltre, il nostro eroe in molti frangenti sembra addirittura
parlare come Tex (“grandinate di piombo”, “il concerto è iniziato”, “puro buon
senso” e ordina anche due “monumentali bistecche con una montagna di patatine
fritte”!!!).
Insomma, una storia che, in definitiva, non è riuscita ad
appassionarmi fino in fondo...
P.S.
Della lunghissima storia di Sclavi con Hellingen ne parliamo la settimana prossima!
P.S.
Della lunghissima storia di Sclavi con Hellingen ne parliamo la settimana prossima!
Secondo i calcoli, la storia Incubi termina con il 107 o potrebbe occupare qualche pagina del 108?
RispondiEliminaDovrebbero rimanere circa 45 pagine che verrebbero pubblicate sul n. 108 ;-)
EliminaCari Amici,
RispondiEliminaho letto con divertimento la storia del Bounty killer che mi è piaciuta e che ho trovato ben congegnata. Ho molto apprezzato il dubbio che insinua Zagor sul bounty killer circa la possibile innocenza del ricercato. Così come mi è piaciuto l'abbandono del mestiere, per tali ragioni, da parte di Shamrock.
Saluti a tutti.
giovanni21
Bene, Giovanni! Sai che il tuo entusiasmo è quasi contagioso? Grazie per il commento!!!
EliminaMai quanto il Tuo, caro Baltorr!
RispondiEliminaE pensare che a 16 anni avevo abbandonato il Nostro travolto dalla tempesta ormonale...
mai errore fu più grande!
Adesso mi sto rifacendo con la CSC (di qui il mio morboso interesse sulla prosecuzione...).
Grazie per il Blog, Baltorr!
Alla prossima!!
Giovanni21
Ciao a tutti,
RispondiEliminaInevitabile che accanto a uno dei capolavori della collana (inutile negarlo: nel bene o nel male la storia scritta da SCLAVI che avremo modo di commentare più avanti, rientra a pieno titolo nella categoria) l’episodio che vede protagonista il “bounty Hunter” Shamrock, appaia al di sotto degli “standard” sia graficamente che per quanto riguarda il soggetto e la sceneggiatura. Tuttavia, in questa ulteriore rilettura della serie, ho sinceramente rivalutato la complessità e la bellezza degli episodi apparentemente secondari, esaminandoli sotto un’altra luce rispetto ai tempi in cui ogni numero era una scoperta nuova, (attesa per quel mese che non passava mai) e perciò un po’ più amara quando era anche solo un po’ deludente. Così è avvenuto per il racconto in parola. Il problema della giustizia e dei modi più opportuni per amministrarla, incarnato nella figura di un personaggio, il cacciatore di taglie, che non si preoccupa di cercare prove per sostenere le accuse o convocare giurie per emanare verdetti (anche capitali) che a torto o ragione ha già pronunciato e che vede vittima persino il nostro eroe, è un tema importante, tutt’oggi attualissimo, che lo scrittore Senese ha ben saputo sfruttare sia per rendere incalzante il ritmo dell’azione, ma più sottilmente per stabilire un parallelo empatico con il lettore, invogliandolo, attraverso le parole dell’eroe, alla riflessione, a capire che sebbene la giustizia, come la democrazia, siano utopie che vanno perseguite senza sosta, si debba sempre cercare una via, una soluzione in grado di non confonderne il concetto con quello inteso come “legge del più forte” che, alla fine, rende i soprusi inevitabili. Il modo in cui si arriva alla resa dei conti con il “villain” di turno (l’inaspettato “Jampot” che io avevo relegato nella categoria delle comparse fugaci) risente del genere avventuroso e del giallo, che condiziona la scelta intelligente con cui il nostro dà il via alla sua operazione per venire a capo dell’intricata vicenda e riabilitarsi. Tutto sommato una buona storia, articolata e verosimile, e che, avvalorata dalla policromia, ne ha reso ancor più godibile la rilettura.
Un caro saluto .. Anonimo (Sardo).
Bella recensione la tua, Anonimo (Sardo),
EliminaLa tentazione "giustizialista" è sempre dietro l'angolo e a volte colui che viene accusato di un misfatto si rivela poi innocente... Purtroppo, nonostante un eventuale verdetto di innocenza che - spesso - arriva troppo tardi, l'onore della persona resta macchiato per sempre...
Verissimo, è per questo che coloro i quali sono preposti ad appurare (anche in ambito investigativo oltre che inquisitorio) la fondatezza degli elementi atti a sostenere un’eventuale ipotesi accusatoria, dovrebbero svolgere con la massima perizia ed estremo buon senso tale attività, cosa che sfortunatamente in alcuni casi, per molteplici ragioni, non avviene…se poi si volesse considerare anche del grosso ruolo svolto dai media in casi simili..
RispondiEliminaAnonimo (Sardo)
Mi avete fatto voglia di rileggere "Il bounty killer". Per il fatto che si colloca tra "I sette poteri" e "Incubi", l' ho un po snobbata e mai letta in ordine se non erro.
RispondiEliminaComunque ho letto che Toninelli aveva la tendenza ad introdurre cattivi dai tratti facciali particolari. Alla fine è successo solo in tre o quattro casi: Faccia tagliata, Muso di rospo, Viso piatto, presente qui e aggiungiamoci anche Skull Randall. Su 44 mi sembrano proprio pochi. Poi boh!
Un' altra cosa è il fatto che Toninelli inseriva spesso mercanti d' armi e di wisky! Su 44 a me non sembra siano comparsi così tante volte. Mi vengono in mente "Acqua di fuoco" e "L' ultimatum". A Toninelli è legato qualche luogo comune di troppo o comunque qualche caratteristica un po troppo esagerata nelle considerazioni. Concordo come già scritto che come scrittore fosse piuttosto altalenante e chissà perché, a volte presentava uno Zagor imbolsito (vedi "I predatori della valle del diavolo"), però secondo me ad un certo punto invece di peggiore è diventato anche più costante. " Dopo "Acqua di fuoco", tanta carne al fuoco e mille nemici, non gestita al meglio si stabilizza e che ricordi non scrive storie brutte, ma più che discrete e buone in generale. Devo rileggere però "Le creature delle acque morte" (perché, con tutto il rispetto per il mitico e compianto Don non l' ha disegnata il miticoFerri?). Ogni tanto poi reinseriva le gag con Cico: vedi "Il battello degli uomini perduti", "I predatori della valle del diavolo", "I sette poteri", "La vittima designata"... non capisco perché ad un certo punto non apprezzasse tanto Ferri. Boh!
Secondo me il periodo "peggiore" di Toninelli è quello 85-87, più che altro perché il più incostante. Vero che ha avuto pochi picchi, però comunque le buone storie non mancano a mio giudizio. Peccato che ogni tanto non sfruttasse troppo bene dei bei soggetti: vedi "Acqua di fuoco" e "Il vello d'oro".