Il centoundicesimo
numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura con i Cheyennes, nonché la prima parte della storia “La
collina sacra”.
LA COLLINA SACRA
Lo stregone
Tei-Kan della tribù dei Corvi manda a chiamare Zagor: una truppa di militari,
comandati dal capitano Roger Flint, che odia gli indiani, hanno costruito un
forte su una collina dove si trova una Ruota della Medicina: un magico cerchio
di pietre al cui interno è imprigionata una mostruosa creatura.
Il cerchio
di pietre viene spezzato e l’orrore torna a manifestarsi, mediante un essere
mostruoso che assume facce sempre diverse. Da dove proviene? E, soprattutto,
chi è, in realtà? Zagor lo scopre durante una misteriosa cerimonia alla quale
lo sottopone Tei-Kan, e nella quale rivive i momenti più drammatici del suo
passato.
Questa
mostruosa creatura è venuta dallo spazio. Gli Antichi l’hanno combattuta e
rinchiusa nel cerchio di pietre, ma, grazie ai soldati di Flint, è tornata. E
appare, di volta in volta, sotto un diverso aspetto, a seconda di chi la
guarda. Zagor, grazie a Tei-Kan (che muore) e al capitano Flint, riesce a
distruggere il mostro, che torna nello spazio profondo che l’aveva vomitato.
Storia splendida,
ricolma di un orrore che cresce pagina dopo pagina, insinuandosi lentamente
fino ad esplodere nell’attacco finale da parte della creatura; del mostro, più
che vederlo, se ne avverte la presenza, ed ogni lettore può immaginarselo come
vuole, “adattandolo” alle proprie paure più recondite... proprio come accade ai
personaggi della storia!
Capone attinge al
patrimonio dei miti e delle leggende degli indiani per tracciare un quadro
affascinante della loro spiritualità, con un forte richiamo al rispetto delle
antiche tradizioni, al rispetto della natura, alla consapevolezza che ognuno di
noi porta dentro di sé degli orrori che prima o poi bisogna trovare la forza di
affrontare e combattere.
Affascinante la
cerimonia con cui Zagor entra a far parte degli Antichi, quando rivede suo
padre, i suoi nemici e rivive alcuni dei momenti più tragici ed importanti
della sua vita...
Molto significative le
figure del capitano Flint e dello stregone Tei-Kan: il primo avversa
profondamente gli indiani e le loro credenze, che non esita a calpestare con
l’edificazione del sacrilego forte, provocando così la liberazione dell’orrenda
creatura imprigionata nella Ruota della Medicina, salvo poi rendersi conto
dell’errore e redimersi nel finale; il secondo non esita a sacrificare
generosamente la propria vita per aiutare Zagor.
Lo scontro finale con
la creatura lascia davvero il lettore col fiato sospeso, ma è solo la bella
conclusione di una delle storie meglio riuscite di quel periodo.
Siamo arrivati all'estate del 1989....si, "Tenebre" la ricordo davevro come una bella storia, l'ultima grande storia di Capone direi.
RispondiEliminaConcordo con Mario, vicenda calibratissima (ma non rammento troppo ciò che accade nel prossimo vlolume) peccato che Ade, a parer mio, dopo non riesca più ad inquadrare benissimo il protagonista.
RispondiEliminaCiao Baltorr
RispondiEliminaLa bella storia di Capone più che ai miti e alle leggende indiane ha una forte ispirazione nel super classico "Il pianeta proibito" (niente di male, l'avrebbe fatto anche Nolitta) dove compare appunto un mostro che appare a ciascuno adattandosi alle proprie paure. Non sò se anche quel film prese l'idea da una fonte precedente, di sicuro dopo l'hanno fatto tanti altri, ricordo un episodio simile di Spazio:1999 (roba per noi anziani).
Saluti
Da ragazzino quest' avventura era tra quelle che mi suggestionò di più! Oggi di meno, però è pur sempre una bella storia dove al racconto prettamente di genere si uniscono, come scritto nell' articolo, tematiche importanti. Capone alla sua seconda storia pubblicata, seppur un pochino sotto "La notte del diluvio", sforna una bella vicenda coinvolgente e cupa con un Ferri sempre al top, mattatore delle storie cupe del decennio!
RispondiEliminaAnche qui l' autore fa un' introduzione piuttosto lunga che ci porta mano a mano, "lentamente", all' interno della vicenda. Come già scritto poi
SPOILER anche quì Zagor come ne LNDD si avvale di un aiuto magico con il combattimento che è uno dei più tosti affrontato dallo spirito con la scure! FINE SPOILER
Per tematiche mi ricorda in parte anche un episodio di "Duck tales - avventure di paperi", "Niente paura". Peccato che poi Capone si sia un pò perso nel suo primo periodo, a parte forse con "Oro maledetto" che devo rileggere. Comunque una storia dai toni piuttosto angoscianti, ambientata quasi sempre di notte e con un finale tosto.
Ho trovato originalissima l'idea di un essere alieno in grado di mutare le proprie sembianze a cospetto delle persone che ha di fronte, a seconda delle paure di queste ultime. Per il resto la vicenda mi lascia alquanto perplesso in quanto annacqua in un fantasy che mostra di avere, in quest'occasione, il fiato corto, soprattutto per la presenza della ruota della medicina (il cui intento sarebbe quello di imprigionare l'essere alieno, e pertanto lo confesso, come idea di base dello sceneggiatore non mi ha attirato per niente per eccessiva astrattezza nella forma) e per un finale da fiaba dove Zagor si affida ad una sorta di "bacchetta magica" per sconfiggere il mostro, Per carità. Un'avventura che sfiora nel complesso appena la sufficienza e mi sento magnanimo nel considerarla in tal modo.
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