Il numero 108, che troverete in edicola domani, contiene
la conclusione dell'avventura con il
ritorno di Hellingen ad opera di Tiziano Sclavi, la storia completa "Il
tesoro della città fantasma", nonché la prima parte della storia “La
belva di Wallock”.
IL TESORO DELLA CITTÀ FANTASMA
Tre
banditi, Jess, Ogden e il Guercio, evadono dal carcere di Sun Valley. Jess
vuole attraversare il deserto per raggiungere la ghost town in cui ha nascosto
il bottino della rapina che avevano compiuto prima di essere arrestati, ma il
Guercio (l’unico che conosce la zona) muore nell’evasione. Per loro fortuna, i
criminali trovano Zagor e lo costringono a far loro da guida, e lo Spirito con
la Scure si dimostra insolitamente arrendevole.
Braccati
dai cacciatori di taglie, Zagor, Cico e i due evasi devono attraversare un
infuocato deserto per raggiungere la sperduta ghost town in cui Jess ha
nascosto il bottino della rapina. L’unico ad arrivare a destinazione è però
quest’ultimo, che lascia Zagor e Cico a morire nel deserto e si impadronisce
del malloppo. Naturalmente non è così facile uccidere lo Spirito con la Scure:
questi sopravvive e cattura Jess, rivelandogli che si era finto arrendevole per
poter arrivare a recuperare la refurtiva.
Storia dal buon ritmo e
ben articolata, anche se semplice, che presenta alcuni elementi classici del
western: il rovente deserto con le pozze d’acqua asciutte, l’impossibilità di
cucinare lo scarso cibo a disposizione, la pazzia e la disperazione che sta per
impadronirsi dei personaggi, e la notte come unico, confortevole ristoro; la
città fantasma, con il vento che spazza la strada e lo sbattere delle ultime,
rachitiche imposte; l’accostamento tra lo spietato Jess e la partita di poker,
con la fortuna che ti volta le spalle per più di una mano; il duello finale con
l’epilogo della storia quasi da giallo, con Zagor che spiega a Cico i
retroscena del loro coinvolgimento nell’avventura, e la frase finale di Cico “Ora
capisco i motivi della tua arrendevolezza iniziale con quei furfanti…”.
I disegni di Donatelli
accompagnano bene la sceneggiatura di Toninelli: il suo deserto appare torrido
e inquietante allo stesso tempo, il caldo sembra avvolgere persino il lettore,
e dalle pagine si percepisce la sofferenza dei protagonisti.
Cari Amici,
RispondiEliminaho letto, per la prima volta, la conclusione dell'avventura contro Hellingen e devo pertanto fare ammenda di alcune osservazioni critiche fatte a caldo.
Non c'è che dire: la storia è molto bella a mio parere e ci lascia con un senso di speranza che ho molto apprezzato.
Saluti a tutti
Giovanni21
Insolita per la serie questa "Il tesoro della città fantasma". Di grande impatto l' ambientazione desertica. Il ritmo non cala e Toninelli ci trasporta in una storia brutale e rude.
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