Il numero 109, che troverete in edicola domani, contiene
la conclusione dell'avventura della maledizione
di Tonka,
nonché la prima parte della storia “Il ragazzo rapito”.
LA MALEDIZIONE DI TONKA
Uno spirito
del Male si è impossessato di Tonka. Ferito dalla mostruosa belva di Wallock,
spinta a lasciare le terre in cui viveva da un incendio, il capo dei Mohawk si
trasforma in un’orripilante creatura assetata di sangue e poi torna umano. Ma
gli intervalli tra una trasformazione e l’altra sono sempre più brevi: tra
poco, la mutazione sarà irreversibile!
Hogal
l’eremita è l’unico che può liberare Tonka dalla maledizione che lo ha colpito.
Zagor si mette in marcia con il capo dei Mohawk, ma il viaggio verso il picco
nebbioso dove vive Hogal è lungo e faticoso, disseminato di contrattempi e
difficoltà. Nonostante tutto, alla fine Tonka beve una pozione preparata da
Hogal e ritorna umano. La maledizione è finita!
Questa è
sicuramente una delle migliori storie di Toninelli e una delle sue rare
incursioni nel genere fantastico, graficamente ben resa da un ottimo Michele
Pepe ai disegni.
Si segnalano
alcune belle sequenze, tra le quali quella della belva di Wallock che fugge da
uno spaventoso incendio e, soprattutto, quella in cui Tonka (trasformato in
mostro) uccide un grizzly dopo un’estenuante lotta.
Il tema centrale dell’avventura è di quelli
in grado di stimolare riflessioni profonde sul senso e sul valore dell’amicizia
che lega Zagor ad un fratello rosso; e la vicenda che vede Tonka trasformarsi
in una creatura del male ad intervalli angosciosamente sempre più brevi,
mantiene alta la tensione e l’interesse del lettore sino alla fine.
Mah...ne ho un vago ricordo e non buono.
RispondiEliminaAnche i disegni di Pepe non mi sono mai piaciuti.
Una delle avventure che, visto il tema, mi ha sempre affanscinato. L' ho riletta volentieri e ho potuto notare, come scritto nell' articolo, come nella seconda parte si punti molto sul rapporto d' amicizia tra Tonka e Zagor e come il primo
RispondiEliminaSPOILER si dimostri un uomo di grande valore disposto a sacrificarsi pur di non fare più inconsapevolmente del male. Zagor daltro canto non demorde mai pur di portare in tempo l' amico dal vecchio della montagna e al pessimismo dell' uno fa da contraltare l' ottimismo dell' altro e la sua voglia di lottare fino alla fine FINE SPOILER
Non manca neanche un tocco d' horror poi.
Come già successo ne "I sette poteri" Cico non c' è nella seconda parte, ma ha comunque in entrambi casi il suo spazio.
Riguardo i disegni, a me invece quelli di Pepe piacciono. Un peccato che dopo "Il giorno del riscatto" sia stata pubblicata solo "Fuga per la libertà" e che, ovviamente e soprattutto, sia venuto a mancare prematuramente.
Cari amici,
RispondiEliminaDopo la lunga e controversa avventura narrataci da SCLAVI e conclusasi sul n.108 della CSAC, gli episodi compresi in questi ultimi volumi, rappresentano, un “rientro nei ranghi” della tradizione avventurosa Zagoriana; lo stile cinematografico visto in “incubi” lascia il posto a soluzioni meno iperrealistiche, sicuramente più canoniche, anche quando attingono all’anima fantastica del personaggio. TONINELLI ha però il merito di insistere sulla psicologia dei personaggi e sul codice morale del nostro, tirando fuori dal cilindro storie (almeno nei casi de: “Il tesoro della città fantasma” e “La maledizione di Tonka”) con personaggi ben caratterizzati, dialoghi brillanti e sceneggiature con i controfiocchi. In “Jess Lo spietato”, la storia intessuta (dal taglio prettamente western) intorno alla fuga degli evasi, diventa l’occasione per una delle rappresentazioni più schiette e realistiche sul tema; con un sofisticato ricamo psicologico e un “villain” comunque rimasto nei ricordi dei lettori: Jess è l’emblema dei reietti, di chi non ha altra scelta che essere un criminale, cinico e spietato non accetta regole e non si piega al volere di nessuno, non esita addirittura a servirsi dello SCLS, nonostante ne conosca la fama di pericoloso avversario, per raggiungere i propri scopi. La trama, quantunque un po’ concisa, si avvale in ogni modo di un buon ritmo che fa stare con il fiato sospeso fino all'epilogo, forse un po' blando rispetto al resto, ma di certo inaspettato. Le ambientazioni sono suggestive e ben curate, rese efficaci da un DONATELLI dal tratto sicuramente più spigoloso e meno preciso rispetto al passato, ma comunque capace di rendere soddisfacente l’esperienza di lettura. Quanto al racconto “il vecchio della Montagna”,concordo con le tue impressioni Baltorr. L'autore riesce a farti penetrare nel mondo "estraniato" del protagonista, (il povero Tonka) nulla è dato al caso e ogni cosa si equilibra quasi alla perfezione: il mistero con la psicologia e il raziocinio con il sovrannaturale. La precisione e il dettaglio con cui personaggi e luoghi vengono utilizzati all’interno della storia contribuisce non solo alla credibilità e al potere di suggestione di situazioni sovrannaturali, ma anche in maniera cruciale al coinvolgimento del pubblico. Il ritmo narrativo è intenso fin da subito, ma acquista vigore maggiormente verso la seconda parte della storia dove la tensione aumenta e i colpi di scena inchiodano gli occhi alle pagine; merito anche di un ispirato Michele Pepe, disegnatore dal tratto forse un po’ rude, ma sempre impeccabile nella caratterizzazione tutti i protagonisti e i comprimari presenti (di cui ne diversifica costantemente le varie espressioni) nella costruzione delle tavole e dello storytelling. Nel complesso due bei racconti che ho ancor più apprezzato in occasione di questa nuova rilettura.
Un Caro saluto, Anonimo (Sardo).
ma super epizoda
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