Il centoventiseiesimo
numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor a Silver Town, le storie complete "Lo
spirito della foresta" e "Il
passo del diavolo", nonché la prima parte della storia "Il
sakem dei Malecite".
UOMINI E BELVE
Una
sanguinaria creatura semina terrore e morte tra i cercatori d’oro di Goldridge.
Gli indiani sostengono che si tratti del Wendigo, lo Spirito della Foresta, ma
lo spirito è in realtà un povero ragazzo che, dopo la morte dei genitori,
uccisi da alcuni banditi, ha vissuto per anni abbandonato in mezzo ai boschi. E
sono altri i veri assassini…
Ultima
storia zagoriana degli anni ’90 sceneggiata da Ade Capone, che di lì a
poco avrebbe lasciato la Bonelli per la casa editrice Star Comics (con la quale
avrebbe creato il suo personaggio più famoso e longevo: Lazarus Ledd).
Una storia che
sembra mirare a far riflettere il lettore sulla natura umana che, a volte, è
più feroce di quella delle belve...
La sceneggiatura è stata ampiamente rimaneggiata
dall’allora supervisore della collana Renato Queirolo, ed è un’altra
storia breve (89 tavole) che ha il pregio di presentare al pubblico un nuovo
disegnatore: il romano Stefano Andreucci, piuttosto bravo nello stile
classico e tuttavia arioso e movimentato, che ben si addice alle avventure di
Zagor.
* * *
UN PATTO INFAME
I coloni
di Haven Gate rischiano di morire di fame. Le scorte di cibo promesse loro dal
mercante Mac Farland non sono mai arrivate. Mac Farland, infatti, vuole
scacciare i pionieri per impadronirsi dell’oro delle Montagne Lucenti,
servendosi anche della banda di predoni indiani guidati da Alce Nero. Ma ha
trovato un osso duro sul suo cammino: Za-gor-te-nay!
Prima e unica
storia sceneggiata dal sardo Bepi Vigna, co-creatore del personaggio di
Nathan Never insieme a Michele Medda e Antonio Serra.
Purtroppo
questa sua avventura zagoriana è abbastanza ordinaria e non riesce ad
appassionare il lettore.
L’investitura del nuovo
saggio capo indiano, osteggiata dal perfido e sconsiderato rivale in combutta
con i bianchi, è una situazione già ampiamente sfruttata nelle storie
zagoriane. Tuttavia, l’idea di un paese che rischia di morire di fame perché i
rifornimenti non arrivano poteva essere originale, se fosse stata meglio
gestita in fase di sceneggiatura... L’incipit, infatti, appare alquanto
affrettato, l’azione nella città fantasma è piuttosto frammentata, Zagor viene
colto di sorpresa come un novellino, il finale è privo di azione (ma tutto
sommato originale).
Degno,
comunque, di nota è l’esordio del disegnatore agrigentino Gaetano Cassaro
(già disegnatore di Martin Mystère che – come scrisse Sergio Bonelli in
una rubrica della posta - non si era “mai trovato a suo agio con computer ed
auto moderne" ed aveva ora "trovato la sua strada disegnando
indiani e foreste”).
A partire da questi ultimi numeri della collana storica a colori, si ripropone un periodo del fumetto in cui Zagor viene "manipolato" da sceneggiatori e disegnatori che si aggiungono e si susseguono in maniera incredibile. Questo è stato un aspetto positivo? Comunque le ultime storie riproposte dalla collana sono alquanto brevi. Paradossalmente al cambiamento sopra evidenziato, assistiamo stilisticamente quasi come ad un ritorno alle origini della saga, sebbene con aspetti creativi differenti e senza avere da parte mia la pretesa di proferire se sia stato meglio allora o ciò che, appunto, è accaduto da quel 1993 in poi.
RispondiEliminaIn effetti, in questo periodo di transizione Zagor era diventata un po' la "palestra" per vari sceneggiatori e disegnatori...
EliminaGià! In redazione come è già scritto probabilmente non erano preparati all' addio di Toninelli e la preparazione della seconda odissea rubava lavoro. Poi, sempre come già scritto, le storie brevi erano ideali per valutare i nuovi disegnatori.
EliminaL' avventura di Vigna dovrei rileggerla mentre trovo godibile e misteriosa quella di Capone-Queirolo dove esordisce Andreucci, che purtroppo per Zagor ha disegnato solo 4 storie! Ci rimasi un pò male a non vederlo più nel parco disegnatori della testata.
RispondiEliminaHo riletto "Un patto infame". Non è male, anche se non troppo originale tranne, come fatto notare nell' articolo, riguardo la situazione dei pionieri. La prima parte com' è stato scritto richiama un po "La corsa delle sette frecce" e com' è stato segnato sullo spiritoconlascure forum è un omaggio(anche se l' utente parla più di scopiazzatura XD) alla storia di Blueberry "Naso rotto". La vicenda poi è ordinaria, ma godibile con un finale un po insolito ed ironico.
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