Da informazioni giunte dal gruppo Repubblica/L'Espresso, vi informo che la Collezione Storica a Colori continuerà le pubblicazioni con ulteriori 12 numeri dopo il 164. Sono anche in colorazione gli albi della collana Zagor Special che verranno pubblicati solo dopo l'eventuale stop della serie regolare, stop che però non è ancora previsto perché le vendite vanno BENE!
Intanto, il centocinquantasettesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la storia completa “Fuga per la libertà”, nonché la prima parte della storia “Il tesoro di Jean Laffitte”.
FUGA PER LA LIBERTÀ
Nel Sud degli Stati Uniti, Zagor e Cico
salvano dai suoi inseguitori uno schiavo nero, Toby, fuggito da una
piantagione. L'intenzione di Toby è di raggiungere il battello fluviale di un
certo Baxter, su cui si sono già imbarcate sua moglie e sua figlia, e che
dovrebbe portare gli schiavi fuggiaschi nelle terre libere del Nord...
Sfuggire agli uomini di mister Lee, il
padrone di Toby, in una terra dove gli uomini neri sono considerati come
animali, è una durissima impresa. Zagor, Cico e Toby ci riescono: ma si
troveranno di fronte a un'agghiacciante sorpresa, quando avranno raggiunto la
fatidica barca di Baxter!
Questa Fuga
per la libertà (con gli ultimi disegni del compianto Michele Pepe) è un’appassionante, drammatica e realistica avventura
che aiuta il lettore a riflettere sul significato di
parole oggi forse troppo inflazionate come “schiavitù” e “giustizia”.
All’epoca della sua uscita sulla serie mensile (anno 2000)
suscitò delle polemiche per il modo con cui Zagor sconfigge (o trucida
deliberatamente, secondo alcuni) gli schiavisti. A mio parere lo Spirito con la
Scure aveva ben poca scelta, considerato il contesto storico nel quale
l’avventura si svolge: è evidente che non poteva, ammesso di riuscire a
catturare vivi i negrieri, assicurarli alla giustizia (che – come tale
all’epoca dei fatti – li avrebbe quasi sicuramente assolti). Purtroppo la
violenza e l’ingiustizia ne generano altrettante, in una spirale di odio e
sangue. L’unica cosa “in più” che un personaggio come Zagor avrebbe potuto fare
era – forse – spendere una parola di cordoglio sulla loro atroce fine, ma per
il resto ritengo non avesse altra via d’uscita.
Così
Moreno Burattini ha commentato, in un suo intervento del marzo 2004 sul
Forum SCLS, questa sua sceneggiatura:
“Qualcuno ha scritto che
bisogna ammettere che il comportamento di Zagor nel finale di questa storia è
stato il più duro dell’intera collana.
Secondo me non bisogna ammetterlo perché, a
mio parere, c’è un precedente assai più clamoroso. Nell’albo Il fiore che uccide, classico nolittiano,
e sottolineo “nolittiano”, Zagor fa crollare una diga che sovrasta un villaggio
e nell’inondazione che segue muoiono non solo i feroci guerrieri invasati dalla
droga (il rimando è chiaramente alla Setta degli Assassini di storica e
mediorientale memoria), ma anche donne e bambini. La scelta narrativa è sicuramente
giustificata, forte e d’impatto, ma direi che è questo il comportamento di
Zagor più duro dell’intera collana.
Nell’albo scritto da Toninelli La vendetta di Mano Nera, Zagor mette in atto una trappola esplosiva simile a quella di Catene (guarda caso il disegnatore è lo stesso, Michele Pepe): fa saltare in aria una locomotiva dopo averci attirato attorno gli indiani contro cui combatteva.
Nel n. 2 di Ken Parker, eroe buonista e politicamente corretto quant’altri mai, e da me molto amato, Lungo Fucile uccide i cattivi responsabili della morte dei suoi amici facendo saltare in aria il loro ufficio con un barile di polvere da sparo.
Nell’albo scritto da Toninelli La vendetta di Mano Nera, Zagor mette in atto una trappola esplosiva simile a quella di Catene (guarda caso il disegnatore è lo stesso, Michele Pepe): fa saltare in aria una locomotiva dopo averci attirato attorno gli indiani contro cui combatteva.
Nel n. 2 di Ken Parker, eroe buonista e politicamente corretto quant’altri mai, e da me molto amato, Lungo Fucile uccide i cattivi responsabili della morte dei suoi amici facendo saltare in aria il loro ufficio con un barile di polvere da sparo.
Nel finale di Catene, Zagor uccide solo cattivi
sicuramente colpevoli, e di quel tipo di cattivi particolarmente infami (tant’è
vero che l’ispirazione è tratta dalla Storia Universale dell’Infamia di
Borges). Cattivi che se lui avesse condotto in tribunale forse l’avrebbero fatta
franca, e che se avesse affrontato uno per uno (rinunciando a proteggere gli
schiavi appena liberati?) avrebbero nel frattempo continuato a far soffrire e
morire centinaia di neri nella loro mefitica miniera di zolfo. Sinceramente non
vedo lo scandalo, anche perché non si può pretendere di applicare le nostre
idee sulla giustizia di uomini nel terzo millennio alla realtà storica, molto
più dura e spiccia, della frontiera americana dell’inizio dell’Ottocento.
Vorrei adesso evitare di
ribadire che io, personalmente, sono di idee liberali e ipergarantiste,
decisamente a favore del rispetto dei diritti umani, ma lo faccio a scanso di
equivoci. Proprio in questi giorni sto coltivando con Mauro Laurenti il
progetto di una storia a fumetti in volume che racconti la vicenda di Francesco
Ferrucci, una cosa tipo “Il mestiere delle armi” di Olmi: Ferrucci è un
paladino della libertà repubblicana in epoca di despoti e di signori, imperatori
e papi, sicuramente un “buono”. Eppure, dovendo combattere con pochi mezzi e poche
armi contro eserciti sterminati armati di tutto punto, si comportava da
guerrigliero e dimostrava estrema crudeltà. Il nostro racconto comincerà con un
tamburino mandato da Fabrizio Maramaldo al Ferrucci recante un ultimatum. La
risposta sprezzante di Ferrucci, assediato a Volterra con pochi contadini a
difesa della città e fuori l’esercito imperiale ad assediarla, fu di far
impiccare il ragazzo gettandolo fuori dalle mura con un cappio al collo. Una
vera bastardata. In teoria, ambasciator non porta pena. Ma servì. Alla fine
vinse il Ferrucci (almeno a Volterra). E oggi ci sono vie dedicate al Ferrucci
(citato anche nell’inno d’Italia) e non a Maramaldo (che anzi è nome divenuto
sinonimo di vigliacco)”.
Grazie delle belle notizie caro Baltorr. Secondo i miei calcoli dovremmo arrivare al 470 della serie regolare ....certo visto che ci sono potrebbero raggiungerla ! giovanni21
RispondiEliminaBell' avventura con Burattini al suo secondo capitolo sull' ideale trilogia della "libertà"! Unico in cui non c' è Libery Sam, risulta molto d' azione e coinvolgente oltre che comunque riflessiva. Fa molto piacere il ritorno di Michele Pepe pur essendo purtroppo l' ultimo.
RispondiEliminaSul finale rileggendola sono rimasto un po così! °_O Non m lo ricordavo così truce! Più che nel risultato forse nelle modalità è un po criticabile visto che avviene troppo a sangue freddo! Nelle avventure sopracitate nella prima Zagor si rende conto solo alla fine del risultato mentre nella seconda risulta una mossa astuta per vincere il combattimento.
Ora comunque ci aspetta la bella trasferta africana! ^^ Pirati, negromanti, città perdute... wow!