Il centocinquantottesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell'avventura di Zagor alla ricerca del tesoro di Jean Lafitte, nonché la prima parte della storia “Il ritorno di Cain”.
IL TESORO DI JEAN
LAFITTE
Il tesoro di Jean Lafitte fa gola a molti: a Digging
Bill, che si è alleato con il pirata John Connor e insieme a lui ha fatto
fuggire un ex complice di Lafitte; al pirata Barbe-en-Feu e ai suoi accoliti;
alla misteriosa Denise, della quale si è innamorato il giovane Jacques
Lassalle. Intanto, dietro le quinte, lo stesso Lafitte prepara il suo ritorno
in scena!
Barbe-en-Feu rapisce Digging Bill e Jacques con
l'intento di scoprire se sanno dove si trovi il tesoro di Jean Lafitte. Per
liberarli, Zagor deve penetrare nell'inaccessibile covo del pirata, nel cuore
di canneti paludosi dove il pericolo è in agguato a ogni passo.
La Pride, la nave di Lafitte, fa rotta verso l'Africa.
Obiettivo: la cupa Isola dello Scheletro. È qui che si svolgerà la battaglia
finale per il possesso del tesoro tra Barbe-en-Feu e Lafitte. Ma un'altra
minaccia incombe su Zagor e i suoi amici: Jacques, nei suoi sogni, inizia a
essere perseguitato da Marie Laveau, la bellissima strega vudù!
Questa del tesoro di Jean Lafitte è un’altra ottima storia di Moreno
Burattini, l’avventura dalla quale
prende il via la nuova trasferta africana ed in cui compare un Digging Bill ossessionato e
divertente, squisitamente nolittiano. Ecco: nolittiano è il giusto aggettivo
da usare per lo stile letterario di Burattini. Egli si dimostra,
infatti, a mio parere, il miglior interprete della tradizione zagoriana, tanto
che nelle sue storie i personaggi agiscono e parlano come li avrebbe fatti
agire e parlare Guido Nolitta.
Questo splendido ed avvincente intreccio piratesco, che si ricollega
agli eventi della storia Vendetta Vudu,
presenta da un lato diversi nuovi personaggi ben caratterizzati quali Jean
Lafitte, sua intrigante figlia Denise ed il malvagio Barb-En-Feu, e dall’altro
comprimari già conosciuti (Jacques Lassalle e John Connor) che vengono qui approfonditi
e mostrati sotto nuova luce. Accurata, senza mai essere noiosa, è anche la
ricostruzione storica della vicende che fanno da sfondo all’avventura.
La vicenda è molto “classica”: la caccia al tesoro, l’isola non
segnata sulle mappe, lo scheletro che indica la direzione… Si respira a pieni
polmoni l’aria della tipica avventura marinaresca, con richiami più o meno
evidenti ai classici del genere, uno tra tutti L’isola del tesoro di R. L. Stevenson.
Coinvolgente la soluzione narrativa dal ritmo serrato con cui
nel finale vengono seguite a fasi alterne le due esplosioni: quella progettata
da Zagor e Jacques Lassalle ai danni della nave di Barbe-en-feu per salvare la Pride con a bordo Cico e Denise; e
quella scatenata da Jean Lafitte contro Barbe-en-feu stesso ed i suoi uomini,
molto meno gradita da Digging Bill!!!
Belli i disegni di Chiarolla che dà il meglio di sé nelle
ambientazioni di mare (rese magistralmente), nella rappresentazione decisamente
sexy di Denise Lafitte, ed in genere nella caratterizzazione dei vari personaggi.
Per concludere, riporto un intervento postato da Moreno Burattini nel gennaio 2004
sul Forum SCLS a proposito di questa storia:
“Riguardo al Tesoro di Jean Lafitte, mi piace
sottolineare che vi compaiono dei nuovi personaggi molto particolari che poi
sono stati utilizzati anche da Boselli, poi di nuovo da me, e che torneranno di
nuovo molto presto. Si tratta di Jean Lafitte e di sua figlia Denise. Dico che
sono molto particolari perché si tratta di personaggi storici.
Soprattutto Jean Lafitte è
davvero un mito. Un personaggio su cui si potrebbe scrivere per chilometri. Il
modo con cui tenne in scacco le autorità americane e messicane giocando anche
sulla loro rivalità e sul fatto che nelle terre di frontiera del Sud non c’era
ancora controllo del territorio, è assolutamente affascinante. E poi c’è il
mistero della sua scomparsa a bordo della mitica nave nera, la Pride, quando l’esercito statunitense gli diede
l'ultimatum perché sloggiasse da Galveston.
Però, la storia di Jean
Lafitte la sanno tutti (e comunque è raccontata, in perfetta aderenza alla
realtà, in alcune pagine del racconto zagoriano). Quello che non tutti sanno è
che anche Denise è un personaggio storico. Lafitte aveva davvero una figlia di
nome Denise Jeanette. Di lei, però, si sa pochissimo. Io l’ho trasformata in
una sorta di Geena Davis com’era nel film Corsari (e alcuni spunti di quella pellicola sono finiti nella mia sceneggiatura).
Anche Barbe-en-feu è un personaggio storico.
Vi faccio leggere la mia
descrizione data a Chiarolla quando gli ho spiegato come doveva essere Denise
nella vignetta della sua prima apparizione (nuda!).
Vignetta 3
Piano americano / campo cortissimo.
Jacques siede sul letto con lo sguardo basso, nascondendo la
testa fra le mani (messe ai lati del volto con le dita sulle tempie). È sudato,
sconvolto. Accanto a lui si alza la ragazza, che si copre un po’ con il
lenzuolo (facciamola pure sexy, mettiamo pure in evidenza la linea dei seni
purché non si vedano i capezzoli - tutto sommato siamo ancora sulle pagine di
Zagor e non su Dylan Dog o Legs Weaver). La ragazza, Denise, è un personaggio
nuovo, mai visto prima, che dunque va inventato. Però è anche lei un personaggio
storico, di cui non esistono ritratti (almeno io non ne ho trovati), ma di cui
c’è una interessante descrizione fatta da un certo McKenny, ufficiale della
marina degli Stati Uniti, che incontrò Denise il 2 marzo 1821 a bordo della goletta
Pride di suo padre Jean Lafitte. Sì, perché Denise (vero nome: Denise Jeanette)
era la figlia di Jean Lafitte. Nel 1839, sulla rivista United States Magazine
and Democracy Review, McKenny descriveva così la ragazza: “Comparve una giovane
donna. Uno dei più radiosi esempi di bruna che si possano sognare. Una figura
incantevole, di forme piene e voluttuose, lineamenti di grande bellezza, occhi
neri dallo sguardo languido, e la capigliatura più nera e lussureggiante che si
sia mai arricciolata sulla terra. Insomma, tutto quanto occorreva per indurre
una squadra di giovanotti sentimentali, quali eravamo, alla poesia o al
suicidio”. Dunque, disegnando Denise cercheremo di attenerci a questa
descrizione: ragazza bianca ma dalla pelle bruna, quasi da dare l’impressione di
avere a che fare con una mulatta; formosa e prosperosa; capelli lunghi, neri,
riccioli; aria seducente e languida, conturbante e sensuale, insomma erotica.
Denise, coprendosi appena un po’ con il lenzuolo, alza il busto, svegliata di
sorpresa dal grido di Jacques, e lo guarda preoccupata.
Adesso andate a vedere
cosa ha disegnato Chiarolla”.
Amico, una domanda: Questo Zagor 158 (Africa) é tutto disegnato da Chiarolla? Grazie.
RispondiEliminaNo. Le ultime 79 pagine del volume sono dedicate all'inizio della storia "Il ritorno di Cain" disegnata da Stefano Andreucci.
EliminaCiao!
Grazie mille! Ciao!
EliminaE si comincia con la mitica, seppur breve, trasferta africana! ^^
RispondiEliminaSi, racconto avvincente con diversi cambi di fronte e personaggi intriganti e ben caratterizzati! Bella l' azione e suggestive le location. Una bella introduzione all' arrivo sul continente africano!
D ' accordo su tutto caro Baltor. Bella avventura piratesca che non mi ha fatto rimpiangere capitan serpente. Su Denise ho le mie riserve, essendo della "scuola" di quanti vedono nei personaggi femminili un inutile rallentamento della narazione. A mio parere Denise conferma anche nel suo ruolo di sedicente protsgonista...un abbraccio e grazie della compagnia che ci tieni.Giovanni21
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