giovedì 26 novembre 2015

La pista degli assassini (ZCSCSpec11)




L’undicesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione della storia di Zagor e la maledizione di Anulka, nonché la prima parte dell’avventura “La pista degli assassini” (Zagor Special n. 20 – aprile 2008).


IL MALEFICIO DI ANULKA

Agli inizi del Settecento, nella città di Amherst nel Massachusetts, una donna viene torturata e bruciata sul rogo per stregoneria: è la vecchia Anulka, sorpresa nell’atto di compiere un rituale magico usando il sangue di un uomo appena ucciso. Prima di bruciare, la strega lancia una terribile maledizione contro il reverendo Joshua Glover, che l’ha messa a morte, e tutta la sua discendenza. A distanza di oltre un secolo, Zagor ha modo di conoscere Julia Glover, una discendente del reverendo, e di difenderla da due banditi che si sono introdotti in casa sua: questi sono stati assoldati da un misterioso individuo incappucciato che si aggira fra le rovine della vecchia casa di Anulka e che ha loro offerto una ricompensa per entrare in possesso di alcuni antichi oggetti custoditi dalla famiglia Glover, nonché per rapire la ragazza stessa.
Al temine di una serie di indagini eseguite da Zagor seguendo la scia di diversi morti (uno dei due banditi viene ritrovato appeso e dissanguato; un lontano cugino di Julia, che la stava raggiungendo con la diligenza, muore avvelenato insieme a tutti gli altri passeggeri e ai postiglioni), giungono le rivelazioni finali: il misterioso incappucciato è il boia di Anulka e Julia è Anulka stessa!
La strega aveva convinto il boia a non giustiziarla, in cambio del segreto dell’immortalità. L’uomo aveva quindi mandato al rogo una povera vedova al posto della strega e subito dopo avevano compiuto il rituale che aveva ridato ad entrambi la giovinezza di un tempo. Ma gli effetti della magia stavano ormai terminando e solo con il medaglione di Anulka il vecchissimo boia poteva ritornare giovane ed aveva fatto di tutto per recuperarlo.
Nel tragico finale, Anulka viene sconfitta da una misteriosa vecchia di nome Polly (che poi scompare), la quale, pronunciando delle parole magiche, fa piombare addosso alla strega tutti i suoi anni ed essa avvizzisce davanti agli occhi sbalorditi dei presenti.

          Racconto horror/gotico di Moreno Burattini, un tuffo nel soprannaturale “classico”, con un finale molto bello e inaspettato, soprattutto per chi nel corso della lettura poteva pensare di trovarsi di fronte al classico tema della donna innocente perseguitata e del solito arrivista senza scrupoli che approfitta delle credenze popolari per poter indebitamente ottenere qualcosa.
          Con questo speciale l’autore torna ad omaggiare il mondo della streghe e delle maledizioni a decenni di distanza dalla nolittiana La casa del terrore. Pur appartenendo ad epoche diverse, entrambe le storie basano i loro presupposti su una condanna per stregoneria e sviluppano la loro trama legandola al tema della maledizione lanciata dalla strega verso i discendenti di famiglie coinvolte nella vicenda. Partendo da una medesima impostazione, tuttavia, le vicende hanno un epilogo diametralmente opposto: una messinscena nella storia del 1968, l’effettiva esistenza della strega in questa.
          Apprezzabili, poi, alcune soluzioni narrative adottate che sorprendono piacevolmente: la rivelazione che la giovane e avvenente Julia sia in realtà la centenaria Anulka e che il vecchio “incartapecorito” sia in realtà anch’egli un ultracentenario e non una persona camuffata; la scelta di non percorrere la strada della spiegazione razionale ma di proporre una soluzione del mistero totalmente soprannaturale; la trama architettata dallo sceneggiatore per salvare Anulka dal rogo.
          Belli i disegni di Marcello Mangiantini, a suo agio con l’atmosfera cupa del racconto, che con un tratto dettagliato e leggibile fa ottimo uso dei chiaroscuri; bravissimo nel creare paesaggi, ambienti, abiti ed arredi e nella caratterizzazione dei personaggi, il disegnatore pecca solo leggermente nel ritrarre il volto di Zagor (a tratti decisamente troppo giovane).
        Alcune curiosità finali: Burattini inserisce nel racconto la figura della poetessa americana Emily Dickinson, qui ancora bambina spensierata, che qualche decennio più tardi deciderà di estraniarsi dal mondo rinchiudendosi per il resto della sua vita dentro casa. In questa storia lo sceneggiatore fa profeticamente pronunciare al padre di Emily questa frase: “Torna a casa Emily... e non azzardarti ad uscire mai più dal cortile!”.
Inoltre, credo che lo sceneggiatore, nel narrare la storia di una donna anziana che ringiovanisce grazie ad un filtro magico e ad un medaglione luminescente, abbia voluto omaggiare un famosissimo personaggio del fumetto italiano: Satanik.
Infine, ad un utente del Forum SCLS che domandava se il nome del maggiordomo di Julia (Desmond) fosse una citazione del maggiordomo con il medesimo nome che si trova nella storia di Dylan Dog La dama in nero, Moreno Burattini così rivelava:
In realtà sia io che Sclavi citiamo il maggiordomo di Rip Kirby, appunto Desmond. Per chi legge fumetti è il nome del maggiordomo per antonomasia”.


LA PISTA DEGLI ASSASSINI

Il piccolo Thomas Ward, figlio di un ricco uomo d’affari di Boston, vede massacrati i propri genitori sotto i suoi occhi, durante un viaggio in carrozza attraverso la foresta di Darkwood. Dell’aggressione vengono accusati misteriosi pellerossa che, dopo aver colpito nel buio della notte, sono fuggiti senza lasciare traccia. La tragedia segna la vita del bambino, scampato alla strage: Thomas cresce preda di incubi e angosce che lo tormentano.
Divenuto uomo, il giovane Ward decide di affrontare le proprie paure e, grazie anche a Zagor che lo guida, torna sul luogo dell’agguato. Non lontano, sorge la capanna dello sciamano Volo di Farfalle in grado di trasportare gli uomini con l’anima lacerata nel Paese delle Ombre, in un viaggio nel fondo oscuro del proprio cuore, ad affrontare i demoni che vi dimorano.
Zagor fa da guida a Tom nel Paese delle Ombre e questi riesce a superare tutte le sue paure e ad acquisire piena sicurezza di sé, decidendo di proseguire il suo viaggio fino a Dead Horse, l’agglomerato nei pressi del quale i suoi genitori sono stati uccisi.
Dopo alcune incomprensioni con lo zio e la guardia del corpo di Tom, che pensano il ragazzo sia plagiato da Zagor, lo Spirito con la Scure si ritrova faccia a faccia con gli assassini che colpirono molti anni prima e che sono ancora nei paraggi: si tratta di quattro fratelli boscaioli, i Burke, che erano stati privati di ogni risparmio per colpa del padre di Tom il quale era fuggito con i loro soldi e su quelli aveva costruito la sua fortuna.
I Burke vorrebbero ora rapire Tom per chiederne il riscatto, ma stavolta trovano sulla loro strada Zagor che pone definitivamente termine alle loro imprese criminali.

Questa sceneggiatura di Luigi Mignacco è molto equilibrata e senza cadute di tono, l’avventura è piacevole da leggere ed il ritmo serrato degli avvenimenti induce il lettore a “divorare” l’albo per arrivare alla fine.
Il viaggio del giovane Thomas nelle terre selvagge è anche un itinerario per ritrovare essenzialmente se stesso: infatti il filo guida della storia è l’emancipazione del giovane dalle proprie paure (gli animali e i pellerossa) e il suo percorso di rinascita sotto la guida di Zagor, che riesce a dare al ragazzo un’efficace spinta emotiva.
Sono parecchi i momenti “belli” dell’avventura: l’intervento di Zagor contro la frusta di Kramer, l’idea “ecumenica” del Campo delle Molte Tribù, l’onirico viaggio nel Paese delle Ombre laddove Tom ha modo di incontrare i suoi animali guida: il coniglio (la paura), l’orso (il letargo in cui è vissuto fino ad allora) e l’alce (la forza e il coraggio che lo guideranno d’ora in avanti).
Il mistero sulla morte dei genitori di Thomas si dipana, poi, velocemente nel finale e la sua spiegazione è sì semplice ma anche molto realistica e non usuale.
           Un ultimo appunto sulla sceneggiatura: credo che Mignacco abbia voluto “velatamente” omaggiare il personaggio di Batman/Bruce Wayne: il piccolo Thomas (nome del padre di Bruce) ha un padre di nome Wayne, che viene ucciso sotto i suoi occhi assieme alla madre proprio mentre dei pipistrelli entrano nella carrozza... non credo che sia un puro caso!
          Completano il bel quadro i disegni dal tratto elegante di un Marco Torricelli in ottima forma, salvo per qualche piccola incertezza  soprattutto nel rappresentare il volto di Zagor.

7 commenti:

  1. Manca 10 giorni alla fine della csac. .. ancora nessuna news. ?

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  2. Perdonami Baltorr ma è scandaloso! Possibile che nessuno sappia? Se é no sarà no, pazienza....ma una risposta la devono dare.....mi pare irrispttoso..un abbraccio Giovanni21

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  3. In effetti appare molto strano che Burattini,in qualità di curatore della serie,non rilasci alcun comunicato ufficiale. Il popolo zagoriano è in fermento.Drappelli di zagoriani sono pronti a muoversi e a marciare in direzione di Via Buonarroti! Te la senti di portare il nostro vessillo e di unirti a noi? Vogliamo notizie certe sulla prosecuzione o meno della CSAC!

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    1. infatti dovrebbe essere proprio Burattini a colmare l'incertezza e dare a noi appassionati una risposta definitiva...
      LORENZO74

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  4. All'assalto della Redazione!!!! Giovanni21

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