Il centoottantanovesimo
numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro Entak, la storia completa “I guerrieri della notte”, nonché le
prime pagine della storia “Gli indiani della prateria”.
I GUERRIERI DELLA NOTTE
Un uomo gira per la frontiera reclutando chi
ormai non ha più nulla da perdere, e ogni sera mette in scena un crudele
spettacolo di morte, dove moderni gladiatori si sfidano in uno scontro senza
regole. Il nome dell'impresario senza scrupoli è Elias Van Dergaard, e al suo
servizio c’è un campione che nessuno è mai riuscito a battere, un colosso
chiamato Shamrock.
Al collo, il gigantesco lottatore porta uno
strano amuleto, lo stesso che Elias ha rubato a uno stregone Dakota dopo averlo
ucciso e che il giovane guerriero Lupo Valoroso vuole recuperare, ritenendolo
dotato del magico potere di rendere invincibile chi lo possiede. Zagor si
unisce a Lupo Valoroso, per vendicare lo stregone assassinato e fermare la macchina
di morte di Van Dergaard.
Quest’ultimo ha trovato protezione a Ruger
Town, una città violenta in mano a uno sceriffo corrotto, dove l'unica legge
che vale è quella del più forte. Là dove la sfida è all’ultimo sangue, e dove
molte vite si incrociano cercando una ragione per uccidere a mani nude, anche
Zagor scende nell’arena di combattimento, prima dello scontro finale con il
bieco impresario e i suoi alleati!
Bella storia, di agile e veloce lettura, inusuale rispetto ai
consueti filoni narrativi, ottimamente sceneggiata, con un taglio
cinematografico molto moderno fatto di stacchi repentini e con l’utilizzo del
“particolare” che conduce il lettore da una situazione all’altra (ad es. il
pugno e il sacchetto del talismano).
Ben congegnata la prima parte, sia per l'utilizzo del
rendez-vous dei trappers di Darkwood che per l’alone di mistero che circonda il
talismano (che rimarrà tale anche al termine della storia).
Zagor è deciso e sicuro di sé e Cico (com’è giusto che sia)
brilla per la sua comicità nei siparietti a lui dedicati. Anche i comprimari
risultano ben tratteggiati: il pellerossa Lupo Valoroso, lo spietato Van
Dergaard, il colossale Shamrock e lo sceriffo Donovan.
La seconda parte dell’avventura spicca per la particolarmente
riuscita caratterizzazione del personaggio di O’Malley (quasi il “vero”
protagonista dell’albo), classica la figura dell’irlandese dal passato
tormentato che si aggrega ai dei farabutti per un debito di riconoscenza, ma
che poi si redime con una fine gloriosa e redentrice… Inoltre, vi è un
personaggio di secondo piano che a mio parere brilla coma un raggio di luce,
breve e limpido, in una vicenda ricolma di violenza e sopraffazione: Padre
Shelly!
Sicuramente inaspettata la risoluzione della vicenda (o, per lo
meno, non scontata come poteva essere facile intuire), con il doppiogiochismo
di Van Dergaard e dello sceriffo Donovan l’uno nei confronti dell’altro e con
la giustizia che trionfa sia per Lupo Valoroso (che torna in possesso del
talismano) sia per il cinese Wong Fei (che viene messo in condizione di
dimostrare la sua legittima difesa).
Insomma un’ottima prova per Diego
Cajelli, qui al suo esordio sulle serie regolare dopo le storie apparse sui
due Almanacchi dell’Avventura usciti nel 2004 e 2006.
I disegni di Mauro
Laurenti sono adattissimi alla storia, veloce, lineare e violenta, ed anche
se in alcuni punti possono sembrare affrettati, ritengo che si tratti non di un
minore impegno profuso ma della naturale evoluzione dello stile del
disegnatore.
A me la storia al tempo della prima pubblicazione piacque. Non avevo percepito tutte le citazioni dalla " nobile arte" della boxe di Diegozilla - ne aveva parlato, se non ricordo male nel suo blog - perchè sono sempre stato per fate l'amore e non la boxe e so a malapena distinguere Mike Tyson da Michael Jackson, ma confondo le loro voci.
RispondiEliminaHo sempre amato lo stile di Mau Lau su Zagor - mi piace di più a Darkwood e meno a Praga con Harlan Draka - e spero che arrivi ad una maggiore sintesi senza sacrificare la resa del movimento che è il suo vero asso. E' il migliore quando occorre far zompare Pat da una liana all'altra oppure farlo combattere in stile Dan Day Lewis ultimo moicano. Il suo Cico è simpatico e le signore che disegna le più sexy tra quelle che pucciano il tacco tredici nella palude. Ogni tanto riprendo in mano il Vendicatore Nero o la palude dei forzati solo per dare una occhiata alle tavole di Mau Lau. Per trovare un altro in SBE che abbia la stessa carica cinetica occorre saltare nel futuro di Nat Never o d i Sighma ed imbattersi in Stefano Casini che mi piacerebbe tanto vedere alle prese con il dinamico duo Zagor & Cico. Chissà...
Cajelli. Ennesima meteora zagoriana! XD Zagor e Martin Mystère se la giocano per averne il maggior numero all' attivo. XD
RispondiEliminaConcordo sulla prima parte con uno Zagor però secondo me un pochino sottotono che cresce nella seconda. Peccato che quest' ultima butti un pò via personaggi come l' asiativo presentatoci con tutti gli onori e il villain! Boh!
Questo periodo che va dal 501 al 600 lo stò leggendo in differita e mi fa una situazione un pò strana. Mi sembra si sia provato ad andare in una nuova direzione con la trasferta sudamericana che veniva rinviata.
Attendo "L' orda infernale" che ho letto essere piuttosto astrusa. XD Meno male che la prossima è "Il gigante di pietra"! XD
Baltorr ma che fine ha fatto Diego Cajelli? Sono in lavorazione sue storie? Inoltre mi chiedevo se il "maxi" di Gramaccioni è stato confermato per settembre oppure è stato posticipato ad altra data.A presto...
RispondiEliminaCajelli sono anni che non scrive più per Zagor... Del Maxi di Gramaccioni non ho notizie nuove...
EliminaSi concordo.
RispondiEliminaStoria così così. In bianco e nero la ricordavo migliore. In effettive le prime due storie del posto 500 non sono appassionanti.
Come dice Francesco, con la trasferta in sudamerica si vede effettivamente una storia di maggior spessore narrativo, con nuovi personaggi, villain (Burracho mi pare di ricordare) il capitanp Herzog ed altri molto interessanti.
Paraltro evidenzio che le migliori storie della trasferta, a mio parere, sono quelle di Burattini: un bel misto tra Mister no E Zagor!
Non per questo cesserò da comprare il volume.
saluti a tutti
Giovanni 21
Grazie Giovanni! Sempre presente!!!
EliminaCaro Baltorr e gentili amici ben trovati a tutti,
RispondiEliminaEntusiasta della ricomparsa della CSAC, profitto di questo spazio per esprimere la mia soddisfazione nel vedere finalmente riconosciuto il giusto tributo di notorietà (quale reputo sia questa ennesima iniziativa editoriale di Repubblica) nei confronti del nostro eroe, evento che denota una crescente attenzione e stima nei confronti di un personaggio il quale, a dispetto dei quasi sessant’anni dalla data della prima pubblicazione, continua ad attrarre su di sé l’interesse mediatico, rinnovandosi e fornendo sempre, grazie al contributo di bravissimi di autori e disegnatori, un’esperienza di lettura mai banale o scontata. Volendo commentare la storia attualmente riedita in “technicolor”, il primo impatto con il testo è stato subito positivo. In primis per il tema trattato, quello dei combattimenti clandestini, da sempre fonte di suggestioni ed emozioni dal forte impatto drammatico e dell’introduzione, con un approccio un po’ più tecnico (quantomeno graficamente) rispetto al passato, delle arti marziali asiatiche di cui da anni sono cultore e praticante (finché età e fisico reggono …!). La struttura della storia è lineare e ben calibrata, con la nervosa e crudele concretezza della realtà (gli scontri all’ultimo sangue), la cinica cattiveria di chi è capace di sfruttare ed asservire ai propri scopi le debolezze e le necessità del prossimo (Van Dergaard, lo sceriffo di Ruger Town) e un magnifico parterre di comprimari (buoni e cattivi) punto forte delle storie di CAJELLI, che s'integrano bene nella trama e costituiscono quel “quid pluris” che ne valorizza lo sviluppo. Il tutto supportato da un LAURENTI in stato di grazia, dimostratosi davvero bravo a servire lo sceneggiatore con il suo tratto, curato ma al contempo essenziale, sempre attento alla recitazione dei personaggi e alla potenza dinamica delle scene d'azione. Uniche pecche: la brevità della storia, che a mio avviso meritava una riproposizione in chiave più ampia, ed il finale: si, so di essere ovvio e prevedibile, ma avrei preferito vedere il nostro suonarle di santa ragione al mastodontico campione. Nel complesso un buon racconto, dotato di un proprio innegabile fascino, che mi ha procurato un sano divertimento e che ho riletto volentieri.
Ps. Piccolo cenno al precedente post.
Mi trovo in sintonia con le riflessioni e i pensieri espressi dal mio collega in anonimato e sebbene concordi sul fatto che il personaggio possa venire arricchito di nuova linfa per coinvolgere nuovo pubblico, ritengo comunque che lo stesso debba essere rispettato nei suoi connotati caratteriali, narrativi e soprattutto grafici (taccio ed indulgo sul nuovo copertinista sul quale mi sono già espresso e su cui avremo modo di dibattere in futuro) senza snaturane il retaggio e senza dimenticare il “concept” originario da cui proviene.
Un caro saluto, il vostro Anonimo (Sardo)
Grazie Anonimo (Sardo) per le tua bella recensione!
Eliminacari Amici,
RispondiEliminama scusate un secondo?
Vi pare che lo Zagor che leggiamo oggi sia quello degli inizi?
Uno Zagor che picchia molto di più, che fa viaggi in dimensioni parallele e varchi nel tempo; che arriva a visitare Atlantide ed anzi forse ha una ascendenza puri lì; uno Zagor che è la reincarnazione di un dio africano di cui non ricordo bene il nome; uno Zagor che si trastulla con le Amazzoni; uno Zagor che si strugge a leggere e rileggere una lettera della fidanzata ufficiale... Uno Zagor che sempre più scimmiesco nelle movenze ...Ma vi pare?
il cambio editoriale c'è già stato! Ed è giusto così...
Saluti a tutti
Giovanni21
P.S. spero, ma non ci conto, ci si fermi qui; in fondo in fondo siamo e restiamo sempre entro i confini di un immaginario i cui confini (scusate la ripetizione) si estendono sempre più, ma restano visibili.
Vi abbraccio
Giovanni21
Caro Giovanni,
EliminaStavolta non riesco a cogliere il senso del tuo post. Pur recependo il sarcasmo nelle tue parole infatti, devo dire di condividere solo parzialmente quanto su riportato. E’ Iogico asserire che le storie di Zagor rispetto agli esordi siano rinnovate, non si poteva certo tenerlo fermo agli anni sessanta! (O meglio agli anni ottanta quando NOLITTA smise di scriverlo). Non penso fosse questa l’intenzione del suo ideatore, il quale, rendendolo trasversale ai generi ed alle mode, oltre a consacrarne il successo, lo ha anche reso capace di evolversi, consegnando ai suoi successori un implicito messaggio: “walk on”, andate avanti. Perché parliamoci chiaro: è questa la formula della longevità editoriale del nostro eroe, la scintilla che lo ha reso capace di resistere al passaggio delle stagioni e di adeguarsi ai tempi che cambiano. Narrativamente parlando allora, ben vengano i viaggi per il mezzo di dimensioni parallele, ben venga il fatto di esser stato, il protagonista, indotto con un inganno onirico a reputarsi il semi-dio Damballah, coinvolto nella ricerca di continenti perduti, ben venga una maggior presenza femminile nella saga (che si tratti di fidanzate ufficiali o meno, ma anche di amiche, avventuriere, amanti, piratesse, sacerdotesse vodoo, signorine “controverse” ecc. fanno parte del contesto, anche romantico, in cui si muove il personaggio) e, altrettanto bene accette, siano le trasferte in paesi esotici, l’introduzione di nuovi comprimari ed antagonisti, tutto all’insegna dell’avventura, purché si rimanga fedeli all’impostazione di base ed alle caratteristiche di concezione del personaggio, come effettivamente avvenuto ed avviene tutt’oggi. A parer mio dunque, non siamo di fronte ad cambiamento editoriale, ma solamente alla ricerca di nuovi stimoli che una volta di più sorprendano e stupiscano il lettore, facendolo appassionare ancora alle gesta di un personaggio di fantasia con alle spalle oltre mezzo secolo di pubblicazioni. Di contro, diverso sarebbe il discorso di un “ultimate Zagor” o di un “What if” della saga, per attirare nuovo pubblico, magari anche (come qualcuno aveva provato a fare negli anni novanta) proponendo e rispolverando un barbuto “Dark Zagor”. Qui concordo con te e con il collega in anonimato che ho richiamato nel mio precedente intervento: meglio fermarsi e non perdere di vista i confini dell’eredità, della tradizione e delle caratteristiche di ideazione del personaggio, le medesime che ci hanno fatto appassionare allo stesso e che tali devono rimanere; anche per chi dovesse scoprirlo ex novo. Ma su questo non ho dubbi: con BURATTINI a capitanare lo staff di via BUONARROTI non corriamo rischi, equilibrio e buonsenso prevarranno. Da ultimo, mi ha lasciato perplesso la tua frase: “Uno Zagor che sempre più scimmiesco nelle movenze” Non so se tu ti riferisca a qualche disegnatore in particolare, il cui tratto abbia causato tale impressione, ma che dire? A me non è parso, anzi. Se si escludono alcuni casi eclatanti (vgs. PICCATTO nel n.666) e le mie ormai note remore sul copertinista, (impeccabile o quasi nel ritrarre lo Scls di profilo o da lontano, ma disastroso nel riprodurre frontalmente il volto del personaggio, e taccio sul resto) mi sembra che anche i nuovi acquisti se le cavino egregiamente avendo cura, secondo l’indole stilistica di ciascuno è ovvio, di ossequiare l’immagine grafica attribuitagli dal suo creatore. Ma questa come al solito, è la mia impressione, sono curioso ed aperto a sentire la tua e quella degli altri utenti del blog. Un caro saluto, Anonimo (Sardo
Caro Anonimo,
Eliminaho letto la Tua replica e Ti ringrazio.
Penso di avere espresso male quello che Tu hai capito bene.
Il mio intervento è infatti successivo a quello di Crepascolo ed a suo auspicato Ultimate Zagor.
Nel mio intervento mi sono limitato a dire che francamente non mi pare ci sia bisogno di altri cambiamenti e ciò perché il personaggio, in effetti, è cambiato.
Tale mia constatazione non aveva o meglio non voleva assumere un significato di disvalore.
Ed ho anche scritto che ciò è giusto che avvenga, in quanto altrimenti sarebbe impossibile mandarlo ancora in edicola ogni mese dopo oltre 50 anni.
Quanto all'estensione di questi, ripeto doverosi e comprensibili aggiustamenti e cambiamenti, mi sono solo auspicato che essi si mantenessero nel solco della "tradizione": ossia di un eroe che ripugna la violenza e che se ne serve solo quando assolutamente necessario; di un eroe che non esita a salvare anche chi ha appena tentato di ucciderlo, in un contesto dove la violenza e la morte vengono doverosamente citate e raffigurate ma senza indugere troppo.
Ho l'impressione, invece, che nelle ultime storie, non solo si indugi un po' nello splatter, ma Zagor presenti, come dire, la mano più pesante.
Mi riservo di citare le vignette che mi hanno colpito in tal senso, ma credo che un certo cambiamento un po' più violento lo abbiamo notato tutti.
L'esempio che più mi ha colpito è quello prima del pestaggio e poi del massacro dei frati nella storia La profezia - il Giorno del giudizio.
ti ricorderai che i due frati che non concordano con la "pastorale" di padre Tomas vengono prima picchiati a sangue ed uno poi infilzato con il forcone.
Leggendo e rileggendo la scena, mi sono chiesto: ci voleva proprio questo particolare?
Ed ancora, ho negli occhi i cruenti sacrifici umani disegnati da Ferri nella storia ambientata in centro america prima della trasferta; ed ancora nell'ultimo maxi mi pare che la chimera ci venga rappresentata molto realisticamente nei suoi assalti dilanianti.
Ma ci sono altri particolari che mi hanno (spiacevolmente) sorpreso: ossia la frequenza con la quale le frecce indiane centrano il collo o la gola del bersaglio umano; ovvero la rappresentazione di cadaveri con gli occhi aperti, per non dire il segno dovizioso della pallottola che centra il bersaglio, con tanto di fuoriuscita di sangue.
E del siberiano con la passione per le pelli della storia sulla rivolta di helgate che vogliamo dire?
A me pare che tutto questo nei primi 200 numeri del Nostro non ci fosse.
Quanto ai nemici colpiti da Zagor con la scure, mi pare che ce ne siano tanti che non si rialzano più..
Quanto al resto, Ti confermo che trova Zagor meno elegante e raffinato nelle movenze e molto più marziale (nel senso dell'arte) nel combattere a mani nude.
Se a Te piace così, va bene lo stesso. A me no, ed ho ritenuto farlo presente, sperando di rappresentare qualche lettore.
Quanto, infine, al copertinista, mi spiace dover constatare che i desideri dei lettori non sono stati tenuti nelle minima considerazione. Accetto, ovviamente, la cosa, ma esprimo, ancora una volta, il mio disappunto.
Non fosse altro per non permettere ad autori e sceneggiatori di sedersi!
Ti abbraccio e Ti saluto con affetto.
giovanni21