giovedì 7 settembre 2017

Zagor Collezione Storica a Colori: Il seme della follia (ZCSC205)



Il duecentocinquesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor a Windy Rock, la storia completa “Uomini senza legge”, nonché le prime pagine della storia “Il grande torneo”.


UOMINI SENZA LEGGE

Zagor, Cico e il loro amico sceriffo Jim White, con un gruppo di uomini ai suoi ordini, sono sulle tracce di una banda di sanguinari rapinatori, guidati dallo scaltro Sharp, in fuga dopo il loro ultimo colpo. Dopo essersi divisi in due gruppi, la caccia si trasforma in un  viaggio nell’incubo, quando alcuni fuggitivi e gli inseguitori capeggiati dallo scriffo giungono a Truth, un villaggio nelle mani di un folle predicatore, padre Bloom, a capo di una setta di invasati.
Il reverendo Bloom e i suoi adepti, dopo aver messo le mani sul bottino del fuorilegge Sharp e fatto fare una brutta fine alla sua banda, sono decisi a non restituirlo allo sceriffo White.
Anche Zagor e Cico, intenzionati a ricongiungersi all’amico Marshall dopo avere eliminato i componenti della banda che inseguivano e recuperato parte del bottino, arrivano al villaggio dei folli e lì si accorgono di dover lottare per salvare non soltanto la propria pelle, ma anche quella dei due unici innocenti tra gli abitanti della valle, il piccolo Josh (un bambino sordomuto ma dotato di improvvise e involontarie “premonizioni”) e sua madre Shana.
A complicare la faccenda c’è anche il bandito Sharp che non è affatto morto come crede Bloom: lo Spirito con la Scure dovrà contare su di lui per uscire vivo da una situazione che si fa via via più drammatica.
Grazie all’aiuto di Sharp (che è sì un bandito ma non un assassino) e all’intervento risolutivo degli indiani Seneca (perseguitati a suo tempo da Bloom) il reverendo e i suoi seguaci vengono sterminati; a Sharp viene concessa una possibilità di redenzione, rimanendo a rifarsi una vita insieme a Shana e al piccolo Josh.

Dopo averci accompagnato fra i misteri di un “orrore sepolto”, questa volta Jacopo Rauch ci regala una bella storia prettamente di genere western, imbastendo una trama ancora una volta imperniata su una molteplicità di personaggi estremamente “vivi” e capaci di emozionare il lettore a più livelli (a volte affinità, a volte sospetto, ma anche condanna e vergogna).
Una vicenda piena d’azione, resa ottimamente dai pennelli di Raffele Della Monica, perfettamente adatti agli ambienti ivi descritti (sia cittadini che boschivi).
Tra i coprotagonisti, spiccano sicuramente il bandito Sharp e il predicatore Bloom. Il primo ricopre bene la figura dell’antagonista/alleato, malvivente ma dotato di un proprio senso dell’onore; il secondo, invece, non lo si può non disprezzare: forse non tanto perché veramente cattivo, ma perché “interpreta” i dettami di una religione che dovrebbe insegnare l’amore “piegandola” ai propri biechi fini di potere, ricchezza e sadismo.
Molto “nolittiana”, infine, la possibilità di redenzione offerta da Zagor (in modo alquanto scettico, in verità) al bandito Sharp, che con la positiva vicinanza di Shana e Josh potrà riscattarsi da suo passato criminale.

In chiusura, riporto alcune risposte date da Jacopo Rauch alle domande dei forumisti di SCLS in merito a questa storia.

A chi gli faceva i complimenti per le sue sceneggiature e per il suo “sodalizio zagoriano” con Raffaele Della Monica e gli domandava se per il reverendo Bloom si fosse ispirato a qualche personaggio in particolare, Jacopo rispondeva:

Grazie per i complimenti, anzitutto. Sono contento che la mia modesta produzione abbia i suoi fans. Annoto con grande piacere.
Brevemente, su Uomini senza legge, ritengo che Della Monica abbia contribuito non poco alla sua riuscita. Passo a lui gran parte dei meriti e auspico fervidamente di rilavorarci insieme quanto prima.
Su Zacary Bloom. Che devo dirti?
1) Non so da dove derivi questo mio gusto, ma trovo affascinante la figura letteraria del predicatore. In particolare quella del predicatore-guerriero.
2) Trovo poi particolarmente detestabili i fanatici religiosi d’ogni credo (siano essi in buona fede o ipocriti).
Dalla sintesi delle due cose nasce (e muore) Zacary Bloom. Personaggio odioso, che però mi affascina.
Per definirlo, direi che ho attinto da varie figure che compaiono qua e là in letteratura e film, ma non mi sono ispirato a nessuna in particolare. Comunque, non a Preacher (quello de L’Angelo della Morte), con il quale Bloom mantiene una differenza fondamentale. Preacher è uno psicopatico, mentre Bloom è un lucido malfattore”.

A chi osservava che in questa storia era stato molto “nolittiano” ma criticava l’ultima vignetta che a suo parere imitava troppo quelle “alla Tex” (con la battuta di Zagor a Cico mentre galoppano: “Le vie del Signore sono infinite”), lo sceneggiatore rispondeva così:

In realtà tutta la storia è molto atipicamente western per essere Zagor (col nostro eroe a cavallo a inseguire rapinatori di banche). Il finale, con una bella galoppata nel sole morente, mi sembrava adeguata allo stile del tutto. Diciamo che ci stava”.

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