giovedì 16 agosto 2018

Dragonero: la saga delle Regine Nere


Voi tutti sapete della mia passione per il genere fantasy, e quindi potete ben immaginare che la collana di Dragonero della Sergio Bonelli Editore sia una delle mie preferite. È la prima volta che ne scrivo dettagliatamente su questo blog, ma dopo aver terminato di leggere l’ultima serie di storie pubblicate (dedicate alla cosiddetta Saga delle Regine Nere), penso che meriti una bella recensione perché mi ha proprio esaltato.

Premetto che avevo deciso appositamente di “accumulare” tutti gli albi nei quali questa saga viene narrata (dal n. 56 al n. 63) e di leggerli insieme, tutti d’un fiato; e sono proprio contento di averlo fatto. In tal modo è stato come leggere un unico, lungo romanzo fantasy! Credo infatti che se avessi “centellinato” l’avventura un albo al mese, un poco alla volta, mi sarei perso la grandiosità che permea tutta l’opera. Grandiosità sottolineata dai bellissimi disegni degli artisti che si sono alternati nell’illustrare i vari episodi: Giancarlo Olivares, Giuseppe De Luca, Francesco Rizzato, Antonella Platano, Fabio Babich, Luca Enoch e Gianluca Pagliarani; senza dimenticare Giuseppe Matteoni, autore delle strepitose copertine.

Per chi non ne fosse a conoscenza, cercherò prima di tutto di spiegare i presupposti e la trama di questa saga.
Innanzitutto, chi sono le Regine Nere?
Sono le sovrane del clan degli elfi neri, di carattere estremista e bellicoso, che non tollerano gli stili di vita delle altre razze, specialmente quella umana, poiché (a loro dire) recano danni alla natura. In un passato ormai remoto, decisero di guidare il loro clan lontano dalle altre terre “civilizzate”, oltre mare. Il primo imperatore, Vrlam Erondàr, temendo che le Regine Nere potessero tornare e muovere guerra all’impero, pianificò un vero e proprio genocidio nei confronti del loro clan.
Vrlam non riuscì nel suo intento, poiché le Regine ed alcuni elfi si salvarono e riuscirono a trovare una nuova terra dove stabilirsi. Da allora le Regine, sopratutto la Regina Madre, sono vissute nel più profondo rancore versò l’umanità e, nei secoli successivi, si sono organizzate per distruggere l’impero e riportare la natura agli antichi splendori.
Dopo aver pianificato una serie di azioni di spionaggio, sabotaggio e complotti, per minare la sicurezza e la forza dell’impero, all’inizio di questa saga sono infine giunte alle porte dell’Erondàr, assetate di vendetta!
Di più non dico…

In questi otto albi si dipana una storia epica, maestosa, struggente; con eroi tutti d’un pezzo e con comprimari che originariamente avevo concepito come subdoli e meschini (soprattutto il principe Nahim e il cancelliere Vrill Ausofer) che si rivelano essere lungimiranti, coraggiosi e finanche altruisti (comunque senza troppo esagerare…)!

E poi ancora: una lunga serie di battaglie, scontri, massacri che sembrano non avere fine; la bellezza dell’unità che nasce dal pericolo comune; lo scoramento e la paura che lentamente si tramutano in speranza e vittoria; le perdite dolorose di personaggi che abbiamo conosciuto e apprezzato, alcuni anche solo saltuariamente, nel corso delle avventure di questi cinque anni; la scoperta di segreti del passato del protagonista che finalmente sono disvelati; l’onore, il coraggio, la fratellanza, l’eucatastrofe così cara a Tolkien e così indispensabile nelle vicende di fantasy eroica...

Non dimentichiamo poi l’importante cambiamento radicale che avviene nella “personalità” di Ian Aranill: lo abbiamo conosciuto come Cacciatore di Draghi ed ora lo ritroviamo come Fratello dei Draghi; la sua spada che abbiamo conosciuto come la Tagliatrice Crudele al termine della vicenda è divenuta la Pacificatrice (la qual cosa lascia ben intendere che a volte, se si vuole la pace, occorre essere disposti alla guerra).

Ora sorge una nuova alba (come opportunamente segnalato nel titolo dell'albo di settembre): si dovrà ricostruire la civiltà dell’Erondàr, si dovranno curare le ferite e le mutilazioni (anche quelle della povera Sera), si dovranno piangere i morti... Ma sono sicuro che i lettori sono pienamente consapevoli che gli autori Stefano Vietti e Luca Enoch, coadiuvati dal curatore della testata Luca Barbieri, dopo questo “punto di non ritorno”, sapranno condurli per mano in una nuova fase della collana (sottolineata anche da un nuovo cambio della grafica di copertina) e continueranno a seguire fiduciosi e appassionati le avventure del “loro” (nostro) Dragonero!





Post Scriptum:
Bellissima la preghiera innalzata da Ian Aranill a pag. 89 dell’ultimo albo, che richiama il Salmo 23 della Bibbia; ed altrettanto bella l’invocazione dell’ultima pagina che richiama alcuni versi dell’inno allo Spirito Santo (nella fatica, riposo... nella calura, riparo... nel pianto, conforto).

Nessun commento:

Posta un commento