Eccoci giunti alla quarantaseiesima puntata
delle rubrica
“A domanda… Moreno risponde”!
Questa volta parleremo del Grande Blek,
di Shyer, di Renato Polese,
della veste editoriale dello Zagor Classic
e dell’Avvoltoio.
Ma anche della differenza tra
“zagorianità” e “nolittianità”,
e tra “assistente di redazione” e “curatore”…
e di tanto altro ancora!!!
Ringraziando infinitamente Moreno
per la sua disponiblità,
vi lascio alla lettura!!!
1 – Caro Moreno, c’è la possibilità di un incontro tra Zagor e il Grande Blek? Anche se Blek sarebbe un vecchio di ottanta anni e non potrebbe combattere con Zagor, sarebbe però una grande partita! Blek non è in edicola da molto tempo, ma era molto popolare ai suoi tempi, e recentemente è stato visto in alcune scene delle “Storie da Altrove” insieme al Comandante Mark, tanti sicuramente lo ricordano ancora.
Conosco bene il Grande Blek (che preferisco a Capitan Miki), e da ragazzino era il mio eroe preferito dopo Zagor. E certo che tanti lo ricordano ancora! Ci sono vari punti di contatto con lo Spirito con la Scure: i trappers, la commistione con l’umorismo, la zona del mondo in cui sono ambientate le avventure dei due, le braccia nude… Tuttavia, valgono per Blek Macigno le obiezioni che ho sottolineato in una risposta data su questa stessa rubrica a chi proponeva un team-up con il Comandate Mark. La prima è che Blek vive le sue avventure negli anni della Guerra d’Indipendenza americana, dunque nell’ultimo scorcio del Settecento: dunque, se Zagor lo incontrasse, il nostro Macigno dovrebbe essere più che ottantenne (sarebbe un vecchietto da proteggere più che un alleato da avere al fianco in combattimento). Seconda cosa: i diritti di Blek non sono di proprietà della Bonelli, e dunque ci dovrebbero essere trattative e accordi con chi li detiene.
2 – Caro Moreno, ho sentito dire che Ferri ha disegnato l’ultimo episodio di Zagor in cui ha sposato Frida molti anni fa, basato su una sceneggiatura di Sergio Bonelli, c’è qualcosa di vero in questo?
Ne sento parlare adesso per la prima volta. Direi che si tratti di una leggenda metropolitana. Mi sento di escluderlo. Credo che, se davvero corre una voce del genere, tutto sia nato da una cosa detta da Sergio Bonelli non so più in quale occasione (se durante un incontro con il pubblico, in una rubrica della posta o rispondendo alle domande di una intervista), allorché ipotizzò che magari un giorno, arrivati al momento di dover concludere la saga zagoriana, si poteva farla finire con il matrimonio fra Zagor e Frida. Ma tutto qui, niente di più.
3 – Caro Moreno, è ormai da alcuni anni che la testata dei Color Zagor ha fatto capolino nella storia editoriale dello Spirito con la Scure. Numerosi sono stati i personaggi ricorrenti che hanno partecipato come protagonisti, svelando parte del loro passato oppure partecipando in maniera attiva alla storia senza dover scandagliare le loro gesta antecedenti a come i lettori li hanno conosciuti. Però, ecco, la magia di cui è impregnato Zagor, e non solo per la bellezza della testata, ma anche per il continuo riferimento alle credenze ed alle leggende indiane, non possono che portarmi a porre un quesito dopo aver ammirato tale magia in due racconti legati fra loro ma differenziati dagli anni in cui sono usciti in edicola. Lo Speciale Zagor n. 13 “Darkwood Anno Zero” e la storia “La progenie del male” uscita in due albi sulla serie regolare nel 2011, facendo da apripista alla trasferta sudamericana, hanno portato e riportato (solo in una visione) in scena una donna che avrebbe dovuto avere molti più anni di quanti ne dimostrava. Shyer, la sciamana (se è giusto definirla così) che ha atteso Patrick Wilding per mostrargli la via che solo l’est, solo quel punto cardinale avrebbe potuto dargli attraverso di lei. E le conoscenze che ha dato a Zagor sono servite sempre e comunque, a costo di un sacrificio che l’ha vista scontrarsi contro il Male, dopo essersi legata indissolubilmente all’aquila che si trovava insieme ad ella, formando l’uccello-tuono. E proprio la conoscenza fra l’aquila e Shyer, proprio il suo passato che l’ha vista avere come genitore un potente (per quanto riguarda la magia) padre, e che dopo probabilmente essere stata prescelta, è stata iniziata alle arti magiche non potendo avere contatti con l’altro sesso. Ora, tutta questa storia, essendo Shyer morta (o forse no?) ti piacerebbe raccontarla in un racconto in flashback dove la si vede iniziata alle arti magiche e poi con Zagor che ne parla, ovviamente al presente, e trovando qualche traccia che possa ricondurlo alla sua ricerca, cercando di capire se possa essere ancora viva pur avendo chissà quanti anni, ti stuzzica come idea o non è proprio fattibile visto che non pare, credo, esserci una sola minima possibilità di ritorno per qualcuno che è fondamentalmente stato usato per dare quell’aurea di misticità a Zagor e che, se dovesse tornare ai tempi presenti dove si svolgono le sue avventure, finirebbe col rendere vano il discorso di dover perire dalla parte del Bene pur di sconfiggere del tutto il Male?
Innanzitutto grazie per lunga e approfondita disamina sul personaggio di Shyer, che evidentemente (cosa di cui sono lieto) ti ha colpito in modo particolare. Shyer è comparsa, per adesso, in tre storie: “Darkwood Anno Zero”, “La progenie del male” (come hai detto tu) e “La grotta sacra” (la quinta parte della miniserie “Le Origini”). Secondo me, tutto quanto si poteva e si doveva dire è già stato detto. Approfondire di più significherebbe far svanire il mistero che caratterizza il personaggio. Personaggio che escludo possa essere ancora vivo, perché Shyer si è come immolata per sconfiggere il male, requisito (a quanto pare) indispensabile per scatenare la forza necessaria alla vittoria. Ci sono, casomai, due altri “misteri” da risolvere: che fine abbia fatto Ayane, la ragazza che ha preso il posto di Shyer, e chi sia Lyla, la sciamana che compare ne “Il ponte dell’arcobaleno”. Spero di poter scrivere qualcosa in proposito, prima o poi.
4 – Caro Moreno e caro Baltorr, avrei una domanda texiana. Possiamo sapere qual è la storia di Bonelli padre che riprenderà lei assieme a Torricelli? Secondo me “Le terre dell’abisso”.
A titolo personale non avrei problemi a rivelarlo, ma lascio che sia Boselli a dare le anticipazioni che riguardano Tex.
5 – Caro Moreno, essendo rimasto incuriosito dal fatto che “La palude dei misteri”, a detta tua, ha avuto un parto travagliato, mi piacerebbe sapere, da semplice lettore, cosa sia accaduto nel tempo della lavorazione della stessa.
Comincio con il dire che tutte le storie hanno un parto travagliato, perché ideare, sceneggiare disegnare, rivedere, correggere e consegnare alla stampa una storia di decine e decine (a volte centinaia) di tavole facendo in modo che tutto funzioni, non è mai facile. A volte, però, è più difficile che in altri casi. Non voglio farla lunga raccontando intoppi e incidenti di percorso (anche perché il tema appassionerebbe solo gli addetti ai lavori e forse neppure loro). Basterà accennare al fatto che lo Zagor Più n°2 avrebbe dovuto proporre una storia diversa, saltata improvvisamente dalla programmazione per un ritardo nella lavorazione. Poiché il nuovo formato dello Zagor Più prevede storie di 190 tavole e non ne avevamo di pronte e di adatte di quella lunghezza, abbiamo dovuto fare i salti mortali per riuscire a completarne una in tempo utile. A ciò si aggiungono i problemi causati dalla data di uscita de “La palude dei misteri”: il 21 agosto. Dato che anche la redazione chiude per ferie due settimane, in genere luglio è il più crudele dei mesi per noi redattori, costretti a fare il doppio del lavoro (editing, correzioni, lettura di bozze, rubriche, promozione) per preparare comunque le uscite in edicola di agosto e settembre. E lo staff di Zagor in quel periodo ha dovuto mandare in stampa gli albi Zenith, il bis, il Color e lo Zagor Più, appunto, albo su cui sono stati necessari molti interventi per aggiustare ciò che non andava.
6 – Caro Moreno, sappiamo bene che, nell’anno in cui uscì “Caccia al lupo” Lei era ancora all’inizio come sceneggiatore di Zagor ma che Lei ricordi, sempre che fosse stato in redazione, come mai Renato Polese disegnò solo quella storia e poi niente più per la collana? E poi, leggendo la posta dell’albo, Sergio Bonelli e Mauro Boselli parlano di un nemico sul genere “Enigmista” da contrapporre a Zagor. Non avendo, mea culpa, tutti gli albi dello Spirito con la Scure, è venuta alla luce quell’idea oppure no?
“Caccia al lupo” uscì in un momento molto particolare nella storia editoriale dello Spirito con la Scure, quello dell’arrivo di molti nuovi autori, sia disegnatori che sceneggiatori (tra cui, appunto, anche il sottoscritto), messi alla prova da Renato Queirolo, nominato curatore della serie. Anche l’introduzione della figura del supervisore di testata fu una rivoluzione di non poco conto, visto che fino ad allora il controllo di tutto era accentrato nelle mani di Sergio Bonelli e Decio Canzio. Ma l’avvento di Martin Mystére, Dylan Dog, Nick Raider, Nathan Never imponeva una organizzazione diversa. In questo contesto, anche su Zagor si aprirono spazi di innovazione in cui furono messe alla prova mani diverse (quelle di Laurenti e Andreucci, per esempio). Non saprei dire se Queirolo inserì Polese perché gli serviva un velocista (quale Polese era) per coprire un buco nella programmazione, o per inserirlo stabilmente nello staff (cosa che poi non avvenne). Fatto sta che in quel momento c’era la disponibilità a veder cimentarsi con lo Spirito con la Scure delle mani nuove e diverse. A me lo Zagor di Polese piacque, forse però Bonelli ritenne di aver più bisogno di lui su Nick Raider (altra serie curata da Queirolo). Chi lo sa. Riguardo il nemico sul genere “Enigmista”… non so, mi viene in mente che ci si potesse riferire all’Uomo Dipinto. Un vero enigma.
7 – Di quale malattia soffriva Fiore della Notte da bambina della quale si parla nel sesto numero di “Darkwood Novels”? La temperatura comune che si verifica nei bambini non può causare sterilità e fotofobia.
Evidentemente soffriva di una malattia che ha causato sterilità e fotofobia, ma non sono il dottor House e non so dire quale. Oppure si sono collegati erroneamente, viste le limitate (rispetto alle nostre) conoscenze mediche del tempo, questi disturbi con ciò che accadde nell’infanzia, mentre le cause potrebbero essere diverse e scollegate fra loro. Vallo a sapere, in mancanza di dati significativi.
8 – Caro Moreno, c’è la possibilità di avere la miniserie “Darkwood Novels” a colori?
La possibilità c’è, perché negarla? Poi bisogna vedere che cosa ne pensa la direzione. Inutile il dire che ne sarei felicissimo, essendo molto legato a quella miniserie.
9 – Caro Moreno, a mio parere, lo Zagor Classic ha una veste editoriale un po’ dimessa. Ok, la foliazione è ridotta e un frontespizio avrebbe tolto spazio alle tavole, però almeno la prima striscia della prima pagina col titolo dell’albo (come si faceva una volta) ci poteva stare. Com’è adesso mi fa tanta miseria. Poi ci sarebbe anche il discorso sulle copertine, che... diciamolo: Ferri è stato un grandissimo illustratore nello Zenith Gigante, ma quelle delle strisce recuperate per il Classic non sono così iconiche. Insomma, il Classic mi piace proprio poco com’è ora, e credo che queste storie meritino di essere riproposte in una veste più accattivante. Non intendo in volumi cartonati da libreria (che non amo), ma in un prodotto da edicola più curato di quello attuale. Ah! Come sento la mancanza di Corteggi!
La veste editoriale di “Zagor Classic” è più o meno la stessa di “Tex Classic”, di cui è stata la naturale filiazione e che è stata presa a modello (noi abbiamo qualche pagina in più). Quindi, non c’erano margini di manovra, diciamo, essendoci un precedente da seguire. È una pubblicazione la cui agilità è funzionale anche al mantenimento di un prezzo abbastanza basso. In ogni caso non ho deciso io la grafica e mi limito a curare un testo redazionale su ogni numero. Capisco comunque le obiezioni (chi ha predisposto la veste editoriale “minimale” potrebbe però fare delle contro-osservazioni e spiegare il perché di certe scelte). Non concordo invece sulle copertine, che trovo invece un punto di forza della collana. Infatti ripropongono le cover di Ferri realizzate per le strisce, mai ristampate prima e pochissimo viste al di là del circuito dei collezionisti. Alcune, secondo me, sono molto belle. Altre potranno essere forse meno iconiche rispetto a quelle della Zenith, ma mi pare giusto recuperarle comunque, a testimonianza di un periodo irripetibile e della maturazione del disegno ferriano. Ecco, da cultore di Ferri basterebbero proprio le sue copertine di “Zagor Classic” per farmi acquistare ogni mese il nuovo numero.
10 – Trovo che Mortimer sia un grande personaggio, un “villain” tra i più riusciti (non solo di Zagor). Però, Moreno, ho l’impressione che ti sia un po’ incartato portandolo a un odio così totalizzante verso Zagor: cos’altro può fare di più perfido di ciò che ha fatto sinora, per portare a termine la propria vendetta? Non c’è il rischio che i suoi piani si ripetano? O che, se cambiasse i propri fini, diventi poco credibile? Sono proprio curioso di vedere come si presenterà Mortimer la prossima volta.
Non mi pare che Mortimer viva solo per vendicarsi di Zagor (ne avrebbe comunque il motivo, visto che lo considera il responsabile della morte di Sybil). Nell’ultima storia, per esempio, “La diabolica trappola”, la vendetta contro lo Spirito con la Scure è funzionale anche a far incassare al criminale i soldi promessi dal gruppo di uomini d’affari che vogliono liberarsi del Re di Darkwood per mettere le mani sulla foresta. Nella storia haitiana, attirare Zagor a Port-au-Prince serviva anche al colpo che Mortimer voleva mettere in atto, impossessandosi di un carico d’oro. Nella seconda avventura, il furfante fa in modo di utilizzare il nostro eroe per liberare un falsario durante la traduzione da un carcere all’altro. Insomma, il suo intento è sempre quello di vendicarsi ma guadagnandoci. Fa eccezione forse solo la storia “Vendetta trasversale”, ma lì la morte di Sybil era avvenuta nell’avventura precedente e si può capire come il criminale volesse farla pagare a Zagor nel più crudele dei modi. Tuttavia, Mortimer non odia Zagor solo per Sybil: lo Spirito con la Scure rappresenta una sfida da vincere, dato che egli si ritiene (e lo è) un genio. Per uno come lui, abituato a pianificare tutto e a prevedere ogni cosa, i ripetuti smacchi che subisce da un uomo dei boschi rappresentano un’onta da lavare con il sangue. Circa la “prossima volta”, se hai letto il finale dell’albo “L’ultimo duello” avrai capito che non ci sarà.
11 – Caro Moreno, a quando uno Super Zagor come il Super Tex? Però senza lo spezzettamento delle storie brevi, mi raccomando!
Fosse per me, si farebbe subito. Può darsi che il successo del Super Tex invogli la direzione a proporre anche un Super Zagor, come è successo con il Classic. Chissà. Circa lo spezzettamento, dato che oltre le storie degli Almanacchi del West verranno riproposte anche quelle dei Maxi, o si fa una testata a foliazione (e prezzo) variabile, per pubblicare solo avventure autoconclusive, o si accetta che i racconti siano a puntate.
12 – Caro Moreno, hai svolto il lavoro di assistente di redazione prima e di curatore poi per Zagor. In cosa consistono le differenze fra questi due ruoli e, essendo appunto curatore, è minore il tempo da dedicare alle proprie sceneggiature? Proprio per queste, a prescindere da storie buone o meno buone, il dover pensare a revisionare le storie altrui ha portato ad inficiare in negativo la tua produzione sia in termini di velocità che di livello di storie?
Ho iniziato a fare l’assistente di redazione a Mauro Boselli (ruolo che oggi è ricoperto da Giorgio Giusfredi) nel 2001, perché con l’uscita di Dampyr Mauro non riusciva, da solo, a seguire due personaggi, gli serviva un aiutante (anche perché lentamente principiava a occuparsi pure di Tex). Inizialmente ho imparato da lui a rivedere testi e disegni facendo apportare le modifiche necessarie a risolvere le inevitabili magagne, e come si procede per la correzione delle bozze di stampa (la “lettura delle ciano”). Via via che imparavo, Boselli mi ha concesso sempre più autonomia di scelte e di intervento, finché sono diventato autonomo. Quando, nel 2007, sono stato promosso curatore di testata era già da qualche anno che, in pratica, Zagor lo seguivo quasi tutto da solo, pur sotto l’occhio vigile del Bos. Fare l’editor di un personaggio comporta una grande responsabilità: si tratta di gestire lo staff degli autori, dando a tutti indicazioni e consigli (non di rado facendo anche lo psicologo), accettare o rifiutare proposte, preparare la programmazione in modo da alternare il genere delle storie in modo da accontentare i gusti (variegati) del pubblico, risolvere grane e problemi per fare in modo che tutti gli albi (tanti) escano in edicola il giorno stabilito, ottenere dai grafici e dai letteristi della redazione la necessaria collaborazione sugli interventi richiesti, confrontarsi con il direttore su titoli e copertine, preparare redazionali e pubblicità, rispondere ai lettori. Il lavoro di revisione sulle storie altrui credo che, nel corso di trent’anni di attività (al di là del singolo episodio), abbia migliorato la qualità delle mie, perché non posso contestare a uno sceneggiatore un certo difetto e poi fare anch’io la stessa cosa o anche peggio. La mia velocità è più o meno sempre la stessa da molti anni (fanno fede le statistiche di Saverio Ceri su “Dime Web”): ottocento tavole l’anno.
13 – Caro Moreno e caro Baltorr, mi scuso se chiedo un’anticipazione, non di Zagor dopotutto. Ma siccome si parlava di un seguito della storia dei Chupacabras su Tex, a che punto è codesta e quando uscirà?
La programmazione la fa Boselli, ma io e il disegnatore siamo quasi arrivati in fondo. Spero che arrivi in edicola entro il 2022.
14 – Caro Moreno aspettando la pubblicazione della terza serie a strisce di Zagor che, da come ho saputo, dovrebbe uscire quest’anno e avendo adorato la seconda ti posso chiedere se è in programma da parte vostra la ristampa della prima serie avendo purtroppo perso l’occasione di averla?
Immagino che prima o poi la storia della prima serie (mia e della coppia Sedioli/Verni) verrà ristampata in qualche modo o maniera (magari in albo unico). Sono però decisioni che spettano alla direzione.
15 – Caro Moreno, credo che esistano capolavori di storie zagoriane che valevano alla loro uscita così come sono valse negli anni successivi. Posto il fatto che ogni periodo è differente, così come i lettori, credi che storie come “L’Avvoltoio”, per fare un esempio, sarebbero state accettate dal pubblico dello Spirito con la Scure oggi, per la loro banalità? Oltretutto, a proposito di quella storia, è stato secondo te controproducente metterla come aggiunta allo Zagor Magazine 2022, per poi rivederla poco dopo nello Zagor Classic?
Parto dal fondo: controproducente no, lo Zagor Magazine non si basava certo solo sulla ristampa della storia dell’Avvoltoio, offrendo anzi un sacco di altra roba, appetibile anche per un pubblico diverso da quello dello “Zagor Classic”, probabilmente raggiungendo anche lettori che non seguono l’eroe di Darkwood. Bisogna anche convincersi che se c’è chi, super appassionato come lo siamo tu e io, legge tutto ciò che riguarda Zagor, ci sono anche fruitori occasionali, il pubblico degli incuriositi. Non commettiamo l’errore di pensare che tutto debba essere fatto su misura per noi (come quando qualcuno dice “inutile ristampa” riferendosi alla riedizione di qualcosa che lui già ha: sarà inutile per te, rispondo io, utile per qualcun altro). Sul Magazine serviva una storia breve del primo periodo (celebrando appunto il sessantennale dello Spirito con la Scure, con due avventure inedite legate alle origini), che fosse considerata un “cult” da antologia. “L’Avvoltoio” (scelta da chi ha curato il Magazine) mi pare una soluzione perfetta. Solo il caso ha fatto sì che una collana indipendente, il “Classic”, fosse cronologicamente arrivata a riproporla a sua volta. Ma, ripeto, a mio avviso il Magazine è qualcosa di slegato dalle testate zagoriane (tant’è vero che di rado si occupa dello Spirito con la Scure) e mi ha fatto molto piacere che un numero sia stato dedicato all’eroe di Darkwood. Circa il fatto che l’Avvoltoio sia una storia “banale”, non direi. È una storia apparentemente semplice e lineare, ma che porta a riflettere (com’era nello stile di Nolitta) sulle ragioni del “cattivo” di turno, anche se è uno spietato criminale. Un esempio potrebbero essere i pirati cinesi di “Ombre”, che sono feroci e spietati ma sono stati ingaggiati tra gli operai vessati, sfruttati e sottopagati di un cantiere ferroviario: cattivi, dunque, ma a causa di qualcosa. Non ci dimentichiamo che negli anni Sessanta e Settanta Sergio Bonelli era convinto (e aveva ragione) di scrivere per un pubblico di ragazzini. Se adesso si pretendono storie più articolate, magari più adulte, è perché il fumetto è maturato anche grazie a racconti come “L’Avvoltoio”. Resta il fatto che se si giudicassero alcune storie nolittiane (tipo “I padroni del fuoco”) con gli stessi criteri con cui si valutano i racconti che escono oggi in edicola, temo che ci sarebbero molte cose da contestare. Ogni storia va inserita in un contesto, in un periodo. E per fortuna Bonelli poteva scrivere serenamente per il pubblico di allora, con divertimento suo e dei lettori.
16 – Caro Moreno, quali sono le tre storie, se esistono, meno “zagoriane”, non tanto per il comportamento dell’eroe, quanto per il tipo di storie che non si rifà al classico di Guido Nolitta?
Bisogna stare attenti a non confondere la “zagorianità” con la “nolittianità”. Sergio Bonelli ha scritto Zagor per vent’anni, ma il suo eroe ne ha appena compiuti sessanta. Ci sono quaranta anni di storie non nolittiane, che sono sedimentate e fanno parte anch’esse dell’evoluzione del personaggio. Per fare un esempio, e potrei qui citare il libo-intervista “Making Of Guido Nolitta” delle edizioni If in cui Sergio lo dice chiaramente, una delle caratteristiche della sceneggiatura nolittiana è quella di non staccare mai (o quasi mai) l’attenzione dal protagonista: il lettore segue l’eroe, vede quel che vede lui, scopre quel che scopre lui. Altri autori, me compreso (ma ultimo dopo tanti esempi altrui), invece mostrano cosa accade altrove, rivelano al lettore cose che Zagor non sa. Il modo di raccontare le storie, del resto, si è fatto più articolato sia in letteratura, che al cinema, che (inevitabilmente) nei fumetti. Potrei dire senza tema di smentite che la storia con Hellingen e il Wendigo scritta da Boselli non è nolittiana, ma è perfettamente zagoriana, perché lo Zagor di Boselli fa parte ormai della mitologia dello Spirito con la Scure. Un altro esempio è la storia di Sclavi sempre con Hellingen. Un terzo e ultimo esempio potrebbe essere mio, con “Darkwood Anno Zero”.
17 – Caro Moreno, ti scrivo perché sono un appassionato delle storie di Zagor e soprattutto di uno sceneggiatore come Giorgio Pezzin. Non sarà stato forse il migliore, oggettivamente parlando, ma una sua avventura è, a parer mio, indiscutibilmente bella. “La pista del West” si rifà ad un evento realmente accaduto ed il finale lascia spazio per un ritorno. E non sto solo dicendo per quanto riguarda i presunti ex cannibali riportati all’umanità che potrebbero riperdere a causa di un altro evento traumatico, come l’uccisione delle persone che li hanno accolti, ma di un cattivo che è da addebitare allo stuolo dei “minori”. Herrera, l’ultimo scampato della banda che lasciava i coloni alla fame ed alle intemperie della Sierra Blanca, è precipitato nel “ghiaccio liquido”, come lo definisce Cico. Lo stesso messicano rimane un ghiacciolo e Zagor ha una tempra straordinaria. Considerando il fatto che egli precipiti dalla stessa altezza dei due, e che possa essere riuscito a rimettersi a riva, potrebbe essere sopravvissuto, diventando un cannibale per conto suo, oppure meditando vendetta per lungo tempo dopo essere rimasto mezzo congelato. Una carovana successiva potrebbe averlo soccorso non sapendo della sua identità, pur denunciata alle autorità da Zagor. Insomma gli spunti sono tanti anche se tu insegni che gli spunti non bastano. Il lettore potrebbe chiedersi il perché abbia aspettato così tanto tempo, come abbia appunto potuto procurarsi del cibo in quei luoghi decisamente sperduti. Insomma ci sono tanti se e tanti ma, e non so nemmeno se un personaggio minore, anche possibilmente redento come lui, possa tornare alla ribalta. Ma ti chiedo se possa essercene la possibilità, se ti ricordi della storia, se ha qualcosa che ti intrighi per tale personaggio ed il suo destino, e se non mi sono forse dilungato un po’ troppo per quello che, a conti fatti, non è un villain memorabile per tutti quanti, anzi, forse solo per me…
Sono un estimatore delle storie di Giorgio Pezzin, soprattutto di quelle (extra-bonelliane) realizzate con Giorgio Cavazzano. Fra le sue storie zagoriane, “La pista del West” è senza dubbio la mia preferita (me la ricordo molto bene, tanto che ho scritto un articolo in proposito sul volume n° 73 dello Zagor di Repubblica, intitolato “La carovana dei disperati”). Il racconto prende chiaramente spunto da un tragico fatto reale, quello del cannibalismo a cui furono costretti i superstiti della carovana Donner. Ne ho parlato qui, recensendo il saggio “Il diavolo sulla sierra” di Angelo Solmi:
http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2016/07/il-diavolo-sulla-sierra.html
Anche Giancarlo Berardi ha tratto da questa tragedia una storia di Ken Parker. Va detto che su Zagor lo stesso argomento (quello della carovana bloccata sulle montagne e dei superstiti che si nutrono di carne umana) è stato affrontato anche nello Speciale “La leggenda di ‘Wandering’ Fitzy” e nell’albo de “Le origini” intitolato “Il demone cannibale”. Che si possa fare un sequel de “La pista del West” non è escluso, bisognerà però trovare un’idea che serva a non ripetere cose già viste.
18 – Caro Moreno, crede che vedere insieme il Conte di Lapalette e Bat Batterton mentre si è in cerca del tesoro di Priscilla Stanford possa essere più un’avventura comica che altro? Oppure crede che Batterton insieme a “Digging” Bill la possa far diventare comica ancora di più, visto che quando si parla di tesori nascosti il cercatore degli stessi non può certo tirarsi indietro?
Riguardo al tesoro di Priscilla Stanford (caduto in una fenditura del terreno) vedrei meglio in azione “Digging” Bill, appunto perché il suo soprannome significa “Bill lo scavatore”. Il conte di Lapalette mi pare più il tipo di svaligiatore di casseforti o di porte blindate. Del resto il nostro conte, pur simpatico (nonostante il suo mestiere) non è precisamente un personaggio comico, mentre la coppia “Digging” Bill e Bat Batterton è già stata sperimentata come felicemente umoristica. Non è detto però che si faccia una storia basata sui gioielli di Priscilla, né che, facendola, la si debba fare con risvolti comici come le due ambientate nella Casa del Terrore.
19 – Caro Moreno, avere un numero di pagine massimo entro il quale dover stare, porta lo sceneggiatore, a prescindere dalla propria bravura, ad accelerare alcune parti della storia che sta svolgendo, compreso il finale che, con i tempi che furono, avrebbe meritato ben più ampio respiro?
Il bravo sceneggiatore concorda con il suo editor il numero di tavole e poi si fa una scaletta in modo da non trovarsi a corto di tavole nel finale. Questo nel mondo ideale. Poi nei fatti non sempre tutto va nella maniera giusta.
20 – Gentile Moreno, quali sono secondo te i dieci personaggi più importanti della saga di Zagor, escludendo ovviamente dalla lista lo stesso Spirito con la Scure e Cico?
Mescolando amici e nemici? Direi, in ordine alfabetico, Bat Batterton, Bela Rakosi, “Digging” Bill, Fishleg, Hellingen, Icaro La Plume, Kandrax, Supermike, Tonka, “Wandering” Fitzy.
Caro Moreno, nella prima avventura con Mortimer venne riferito da lui stesso di fare di cognome Hood, ma mettendolo in dubbio subito dopo, non riuscendo quindi a capire quale possa essere il suo vero cognome. Nell'ultima avventura con lui protagonista, lo stesso Mortimer ammette di avere origini europee, ma non viene confermata nè smentita l'identità del suo cognome. Visto il finale, non credo che potrà esserci un prosieguo di tale racconto per scoprire questa informazione, ma è una delle cose che più mi ha messo curiosità, dall'anno 1997 ad oggi. Cosa ne pensa?
RispondiEliminaGentile signor Moreno quale personaggio ricorrente le piacerebbe affiancare a zagor e Cico in una trasferta futura ? Digging Bill ha accompagnato i nostri nel Texas ,in luisiana e addirittura in Africa . Secondo te quale comprimario fisso vedresti meglio in una lunga trasferta ? Grazie per l' attenzione
RispondiEliminaDopo i ritorni di Kandrax e del Barone Rakosi -che per un pò, immagino, non vedremo più riapparire- di Mortimer -che, a quanto ho capito, non rivedremo più- di Supermike -che tutti attendiamo a breve- resta il finalmente ritrovato tra i "vivi" Hellingen, che è vero che si è rivisto non moltissimo tempo fa sulla serie regolare e da pochissimo sull'eccezionale numero dell'incontro con Flash, ma che sappiamo trovarsi "attualmente" ad Altrove in piena forma e pronto a nuove "cospirazioni". Chiedo, dunque, se sia previsto un rientro del nostro Hellingen nella serie regolare, diciamo nei prossimi 2-3 anni, magari in una lunga avventura in più parti come meritano i grandi antagonisti e come, infatti, è accaduto per il ritorno del Vampiro e come accadrà su Tex per il ritorno di Mefisto.
RispondiEliminaGentile Moreno, una storia, per poter uscire in edicola, a parte rare eccezioni, deve essere completamente pronta al massimo tre mesi prima rispetto all'uscita oppure i tempi sono più lunghi e si può arrivare anche a due mesi prima?
RispondiEliminaCiao Baltorr! Ho una domanda per te... Dato che pubblichi le illustrazioni di Alessandro Piccinelli sul tuo blog, ho una domanda per te a riguardo... Ho visto gli schizzi di Piccinelli di diversi personaggi del racconto "Bandera" di Zagor e Tex Willer, ma non sono stati pubblicati schizzi di Zagor. Potresti "indagare" se potrebbero esserci alcuni precedenti schizzi del 55enne Zagor in cui sembra diverso da come è presentato nella storia e se fin dall'inizio della realizzazione di "Bandera" Zagor avrebbe dovuto assomigliare a quello? Sarebbe interessante vedere una versione "diversa" di Zagor. Grazie e saluti!
RispondiEliminaChiedrò ad Alessandro e ti farò sapere!
EliminaAlessandro Piccinelli mi ha riposto.
EliminaLa versione di Zagor che si è vista in “Bandera” era già nella mente di Mauro Boselli, quindi non ci sono stati bozzetti preparatori particolari. Alcuni però sono stati fatti, ma non possono essere mostrati perché saranno probabilmente utilizzati dalla Bonelli (con altre “prove”) in un quasi sicuro volume da libreria. In ogni caso, gli “studi” su Zagor sono stati più che altro sul costume, nel senso di decidere quale giacca fargli indossare all’inizio, se mantenergliela fino alla fine o se togliergliela a un certo punto (come poi è stato).
Il vero dubbio che si sono posti è stato su come invecchiare un poco Zagor. Boselli voleva mantenerlo come lo conosciamo oggi, però alla fine, discutendone, hanno trovato una via di mezzo con il pretesto grafico delle basette bianche, per far capire che almeno un po’ di tempo era passato. Inoltre, l’utilizzo delle basette bianche è stato anche un piccolo omaggio da parte di Piccinelli a Mister No e a Sergio Bonelli.
Grazie!
EliminaCaro Moreno, come dobbiamo considerare a livello di continuity quanto accaduto nel team up con Flash? Ne verrà tenuto conto nelle storie future delle vari collane "regolari"?
RispondiEliminaIntendo dire: da adesso potremmo, per esempio, anche vedere una scena sulla Zenith con Zagor e Cico che parlano della avventura vissuta con il supereroe DC?
Se nominassero Thunderman, verrebbe considerato che è tornato (provvisoriamente) in vita dopo la morte nella tua storia con Marcus?
Ma soprattutto, questo albo va considerato come un "ritorno" di Hellingen a tutti gli effetti? Lo avevamo lasciato in cella nella tua ultima storia, e ora lo ritroviamo improvvisamente libero.
Verrà raccontato nel prossimo ritorno cosa è successo nel mezzo (e quindi il team up è una storia sfalsata nel futuro rispetto alla Zenith attuale), oppure niente di tutto ciò, e pertanto questo albo va considerato una sorta di what if, o qualcosa avvenuto in una dimensione parallela e roba simile?
Caro Moreno, quando ha capito che fare lo sceneggiatore di fumetti sarebbe stata la sua strada? Non mi sto riferendo al momento in cui una persona le ha detto che avrebbe potuto fare carriera in questo ambito, ma a quando lei se n'è reso conto personalmente?
RispondiEliminaRicordo la battuta che fece il Sergione nella posta. Rimanendo in tema, altra leggenda che "Incubi" fosse stata pianificata per essere l' ultima storia del personaggio!😳😳😳 Si è riusciti a dire sul web che "Dark Zagor" era un' idea di Toninelli quando sulla posta si parlava chiaramente di una provocazione, chiamiamola così, di una fanzine!🤦
RispondiEliminaQualche tempo dopo che Moreno è diventato curatore è esploso l' "internet per tutti" e quindi ci credo che possa essere più preso di mira rispetto al passato. C' è da dire che non è facile gestire tutte queste testate e quindi mica è colpa sua in questi casi se gli tocca fare taglia e cuci per "La palude dei misteri" per far uscire la testata puntuale. Vedi pure "Ritorno alla casa del terrore", allungata per passare dal colore allo speciale. Come già detto poi, rispetto al passato, ora alcuni disegnatori non sono dei fulmini di guerra.
Caro Moreno, crede che possa essere possibile, e che ci possano essere i termini, per vedere sceneggiata una storia di Zagor dal Maestro Roberto Recchioni?
RispondiEliminaMaestro de che?
EliminaUna volta, disse che presentó un soggetto tipo 15-16 anni fa, ma Boselli glie lo bocciò.😅😅 Mi sa che è andata.🤷
EliminaIn effetti il "titolo" è forse un po' esagerato...
EliminaCaro Moreno, lei ha avuto il pregio di aver saputo ripescare Thunderman insieme all'Uomo Volante. Siccome, a parer mio, è stata una storia, la sua, decisamente intrigante, c'è una cosa che mi ha lasciato incuriosito. Se ne parla in un Flashback, chiaramente, ma la figura di Charles Dickwick mi è parsa decisamente allegra e gioviale. Un sognatore, che è riuscito a compiere un miracolo che si è ritorto contro di lui. Forse può risultare un pò macchietta, un personaggio al quale Cico potrebbe fare da spalla oppure lo stesso Dickwick fare da spalla al messicano, ma il punto è che fine abbia fatto? Averlo solo sentito nominare nella seconda storia ha lasciate, spero non solo a me, la voglia di rivederlo. E la prova che ha datto con Alfred Bannister dimostra come sulla prima storia in cui apparve ci abbia messo tanta concentrazione per poterne carpire i fatti per poterlo meglio raffigurare nel sequel. Per cui, avendolo citato, ha sicuramente studiato a lungo anche la figura di Dickwick e per questo chiedo non solo un eventuale ripescaggio, ma anche cosa ne pensa lei di questo ometto e della sua mancata apparizione nel sequel(attenzione, credo che la vicenda non ne avesse forse il bisogno di rivederlo in scena per non farne scendere la drammaticità, ma è comunque andata persa una sua partecipazione)?
RispondiEliminaHo scoperto qualche anno fa che Moreno è rimasto sorpreso dal fatto che "I pirati del drago" sia considerata tra le sue migliori storie da molti, me compreso. Volevo chiedergli se c' è qualche altra sua opera cui non puntava particolarmente e che invece si è rivelata un successo stupendolo.
RispondiEliminacaro Baltorr,
RispondiEliminagrazie e ringrazia Moreno per la sua disponibilità a soddisfare le ns curiosità.
Se non sono state già fatte avrei le seguenti domande per Moreno.
- riprenderà la CSAC per chiudere quanto meno la trasferta sudamericana? 10 numeri dovrebbero bastere...
- si farà uno Zagor Index o enciclopedia zagoriana aggiornata?
grazie
Giovanni21
Caro Moreno, nell'avventura uscita di recente sulla serie regolare di Zagor, intitolata "Da un antico passato", sceneggiata da JacopoRauch e disegnata da Raffaele Della Monica, sono stati rivissuti eventi tratti da più storie, come "Il terrore dal Mare", "Il Dio della Polvere", "L'orrore sepolto" ecc. Citando quest'ultima, mi pare chiaro che sia Zagor che Cico che Verybad avrebbero dovuto quantomeno essere più cauti nel decidere di lasciare da solo l'uomo colpito dal tentacolo energizzante di Athoth alla testa. Essi, infatti, avrebbero dovuto sospettare che si sarebbe potuto trasformare come successe in passato nella storia di cui questa è il diretto seguito. La forma del Mostro è poi simile a quella del professore trasformato per primo e reso succube della Grande Madre in prima persona, mentre gli altri erano semplici esecutori. Invece no, perché è stato lasciato assieme alla governante mentre sono tutti andati a vedere la sfera, ad assistere all'apparizione dei mostri sul Black Lake e poi a chiacchierare nello studio di Mister Housman. Ora, dico io, gli avvenimenti passati non avrebbero dovuto far subodorare che il sottoposto del padrone di casa fosse stato colpito in maniera tale da subire una trasformazione visto che l'hanno avuto proprio davanti? Non hanno visto il bubbone sulla fronte, ma la cosa mi ha fatto storcere il naso e non mi ha fatto cadere nella sospensione di incredulità che ci sarebbe dovuta essere. Mi scuso, innanzitutto, per essere stato forse un pò troppo diretto e duro, ma intendo far conoscere al curatore della testata zagoriana la mia opinione. Cosa ne pensa di tutto ciò?
RispondiEliminaGentile Moreno, la collana Color Zagor risulta essere, di norma, presentata con un comprimario Zagoriano a fare da co-protagonista(per scoprire il suo passato o per vivere un'avventura al presente) insieme allo Spirito con la Scure. Avendo dirottato le storie di Winter Snake sulla serie regolare e di Bat Batterton sullo Speciale annuale, entrambi i personaggi(non essendo ancora stati sfruttati sul Color) potranno diventare in futuro partecipanti della collana biennale?
RispondiEliminaCaro Moreno, molto spesso si è riferito al fatto che molti lettori abbiano deciso di paragonare le storie di oggi a quelle di Guido Nolitta, pur se quest'ultima abbia contribuito "solo" alla prima parte della storia di vita di Zagor. Io le chiedo, gentilmente, se non bisogna farsi la domanda opposta, ovvero il perché gli sceneggiatori di oggi debbano fare i conti con Guido Nolitta? Forse non sono alla sua altezza? Forse il pubblico ha esigenze diverse? Sa spiegare perché debba sempre vivere questo insormontabile paragone dagli anni in cui termino di sceneggiare il personaggio che lui ha creato?
RispondiEliminaCaro Moreno, non posso naturalmente sapere a che punto è la lavorazione del terzo capitolo della trilogia di Ol Undas, iniziato con "La Città sopra il mondo" e continuato con "Il Rapimento di Icaro La Plume", ma quello che voglio chiederti è se potremo rivedere, oltre alla figlia Eva, anche lo scienziato Dunnkopf(o Dunkopf, come corretto nel sequel)? E' apparso sempre per poche vignette, rinchiuso come è in manicomio, ma non crede che possa ritornargli un colpo di genio tale da farlo rinsavire e da aiutare La Plume, Zagor e gli Agenti di Altrove oppure a far liberare la figlia tenuta sicuramente in prigione?
RispondiEliminaGentile Moreno, nella bella storia in edicola si è manifestata la presenza dei "Grandi Antichi" e in altra bella storia, quella della "fine" del Wendigo -vado a memoria e spero di non sbagliare- si menzionava la teoria dell'equilibrio, tutti temi per così dire "dampyriani". Chiedo, dunque, se siano ormai maturi i tempi per uno storico cross-over tra Zagor ed il Dampyr?
RispondiEliminaGentile Moreno, ad inizio di ogni mese esce il Bao-Bonelli preview che fornisce interessanti anticipazioni, con tanto di copertine, sugli albi che le due case editrici faranno uscire, in edicola e libreria, due mesi più avanti. Per Zagor (e per Tex), però, il preview non fornisce detta anticipazione sull'albo mensile e si limita ad indicare il titolo, già noto, dell'albo del mese successivo. Così nel preview di aprile non si mostra nulla dell'albo Zenith di giugno, ma si indica solamente sotto la voce "le altre uscite di giugno 2022" il titolo dell'albo "Ombre su Golnor" che, peraltro, in realtà esce in maggio e non in giugno. Chiedo, pertanto, se non si possa fare qualcosa per fare in modo che il preview offra tempestive ed interessanti anticipazioni anche ai lettori del albo Zagor/Zenith mensile.
RispondiEliminaCaro Moreno, vedendo le immagini postare da Baltorr in occasione di Lucca Collezionando, mi sono soffermato su quelle riguardanti Alfredo Castelli. Impegnato con Martin Mystére credo che non abbia il tempo di poter tornare a scrivere anche solo una storia, anche breve, di Zagor. Ma ti voglio chiedere se ci siano state discussioni al riguardo di un suo eventuale ritorno stile Toninelli?
RispondiEliminaGentilissimo Moreno,innanzitutto voglio fare i complimenti a te e a tutti i tuoi collaboratori (sceneggiatori, disegnatori, ecc.) per le splendide storie che ci regalate del mio personaggio preferito che è entrato nel 61 anno e va verso il 700° numero della serie gigante. Ho molto apprezzato le ultime storie della regolare, cioè la lunga con il ritorno di Rakosi e quella de "La porta dei mondi".I disegni di artisti come Della Monica e Venturi sono semplicemente fantastici, LI ADORO!Trovo,inoltre, che Rauch, ormai sia diventato un ottimo sceneggiatore che rivaleggia addirittura con te (spero tu mi possa perdonare questa mia considerazione!).Leggo anche Tex e Tex Willer e ho visto che sta scrivendo storie belle anche lì e appunto per questo voglio chiederti di non lasciarti "scippare" dal Bos un così validissimo collaboratore: RAUCH DEVE CONTINUARE A SCRIVERE STORIE DELLO SPIRITO CON LA SCURE! Mi è tanto piaciuta anche quella di Mortimer e sono contento che lo hai fatto tornare, almeno un'ultima(?) volta come ti avevo chiesto proprio io dal vivo in un incontro con te a Milano anni fa. Su questa avrei da porti una domanda: visto come era finita la storia "Sangue Kiowa" con il finale aperto nel quale comparivano un paio di affaristi intenzionati a impadronirsi di Darkwood e considerato che questa trama è presente anche nella storia "L'ultimo duello", mi viene da pensare che siano gli stessi affaristi senza scrupoli. Mi sbaglio, forse, e quindi quel finale è ancora aperto a sviluppi futuri? Mi scuso per la lunghezza della mia e ti ringrazio.
RispondiEliminaCaro Moreno, scusa se ti scrivo in questo blog per ottenere un'anticipazione, ma sono curioso. Sono curioso del fatto che anche quest'anno possa esserci uno Zagor Magazine come quello per festeggiare i sessant'anni. E' stato confermato anche per il 2022, pur essendo stato creato appositamente per l'anno passato?
RispondiEliminaGentile Moreno, Zagor, nella sua non tanto assortita carriera di sciupafemmine, ha avuto amori e respinto possibili tali. Però c'è una donna, apparsa ne "Il Segreto del Capitano", che lo ha pure baciato, andando al di là di una richiesta respinta, visto che avrebbe potuto tranquillamente innamorarsi di lei se non fosse che...si sia rivelata una banditessa, non al pari del fratello apparso nella medesima storia, e che tornò dopo tanti anni all'interno della serie. Alla fine i due non sono morti, ed ora come ora Zagor ha altre magagne amorose ma la cantante Lorna crede che sia possibile rivederòa(come dice lei, è possibile tutto), magari utilizzando l'abusato, ma credibile, cliché di una richiesta d'aiuto oppure che Zagor si trovi a passare per puro caso nei meandri della zona dove risiedono i due per aiutarli contro qualcuno di molto più pericoloso di loro? E rivedere Zagor in difficoltà, con le emozioni del cuore, potrebbe risultare, se non affascinante, anche leggermente simpatico per aggiungere ancora più pepe a quella che, se non erro, possa infine divenire la sua più importante storia d'amore di sempre che sta per vivere con Jenny?
RispondiEliminaTre domande per il disponibilissimo Moreno: 1. quali sono gli elementi che ti fanno approvare o bocciare un soggetto? Escludendo storie palesemente incompatibili col personaggio o il suo background (che, immagino, raramente ti saranno proposte), come riesci a capire dal solo soggetto se la storia funzionerà oppure no? Ho sempre pensato che la differenza tra una storia buona e una meno riuscita stia nella sceneggiatura, piuttosto che nel soggetto. Mi sbaglio?
RispondiElimina2. Chi cura il curatore? Ovvero, i tuoi soggetti per Zagor sono approvati da un'altra figura della redazione SBE?
3. Ti capita di lavorare "su commissione", cioè che qualcuno di autorevole ti dica "è il caso di fare una storia con il tal personaggio o la tal ambientazione"?
Grazie.
Caro Moreno, quali sono le cinque storie di Zagor scritte da lei che le sono riuscite meno bene di altri? E quali sono invece le cinque storie, in generale, ma senza citare le sue, che invece sono riuscite meno bene ad altri sceneggiatori nella lunga vita dello Spirito con la Scure?
RispondiEliminaA domande come questa Moreno ha già risposto più volte... per cui non ritengo opportuno sottoporgliela di nuovo...
EliminaCaro Moreno, in un'intervista Marcello Toninelli disse che, secondo un referendum, per i lettori fu "Fantasmi!" la storia che piacque meno di quel periodo, per Guido Nolitta "La Fortezza di Smirnoff" mentre per lo stesso Toninelli fu "L'Orchidea Rossa". Concordi con queste tre scelte? Cosa pensi di queste tre storie? In più, ci sono forum ed altri mezzi di comunicazione dove poter sondare il terreno sui gusti dei lettori, ma un "vecchio" referendum da inviare tramite posta, pur comunque già stare facendo fatica a sostenere costi per i vari giornali, fumetti, libri, riviste ecc., credi che possa avere successo ancora oggi oppure il suddetto costo di invio della lettera, od il dimezzamento dei lettori affezionati, rischierebbe di ricevere molte meno risposte di quante preventivate?
RispondiEliminaQuella di "Fantasmi" è una leggenda metropolitana basata pure su un' uscita di Castelli. Al primo posto c'è "Il cavaliere misterioso" e la storia dei numeri 152-153 non figura neanche tra le prime elencate nei risultati.
EliminaBuonasera signor Burattini, voglio dirle che ho appena finito la lettura dell'ultima storia con Mortimer(so di essere indietro), e mi è parso di capire, anche vedendo anticipazioni su internet, che la misteriosa scrittrice incontrata da Zagor al ritorno dall'Europa possa essere Mary Shelley. Siccome Molok è stato un grande avversario di Zagor, e sempre secondo alcune anticipazioni sembrerebbe in procinto di tornare, aver scritto Frankenstein, e magari in un flashback posto in quel viaggio ricordare, dai racconti fatti dalla stessa al riguardo della sua creatura, che gli stessi Zagor e Cico hanno incontrato un mostro simile, crede che possa essere d'aiuto il fatto di voler "anticipare" il suo ritorno, in stile Kandrax con i Servi di Cromm, dopo averne colto il ricordo in questo presunto flashback?
RispondiEliminaCaro Moreno, tutti sanno che il Texone, al pari degli altri "Oni" che in passato ha sfornato la Casa Editrice Bonelli, sia un "parto" sia per sceneggiarlo che per disegnarlo. Non tutti sono da Tex, ma lei ha acquisito esperienza con lo Zagorone, pur se è stata breve, e con il mondo di Tex con storie già uscite e di prossima uscita. La domanda non è se le piacerebbe farlo o se ne ha il tempo, perché essendo il curatore di Zagor di tempo per sceneggiare storie di altre testate ce n'è sicuramente poco, ma se si ritenga in grado di crearne uno, sotto l'egida guida del curatore della serie di Tex Willer, confrontandosi con una sfida in apparenza mostruosa?
RispondiEliminaGentile Moreno, io capisco l'umiltà per la quale una persona possa dire di ammirare il lavoro altrui e di non essere probabilmente in grado di eguagliare la qualità ed il tipo di storie di un altro sceneggiatore. In particolar modo, non si è fatto problemi nel professare come Mauro Boselli possa essere uno di questi colleghi irraggiungibili da parte sua. Con tutto il rispetto, e senza voler offendere nessuno, credo che ogni sceneggiatore valido abbia una certa esperienza nel poter affermare di essere in grado non di eguagliare gli altri, ma di scrivere storie "diverse", sennò non ci sarebbe stato il cambiamento degli ultimi anni, grazie a lei, a Boselli stesso ed a tanti altri autori. Forse non ha scritto "L'Esploratore Scomparso", ma ha portato in edicola "La Palude dei Forzati". Probabilmente non sarebbe stato in grado di sceneggiare "Il terrore dal mare" ma ha saputo portarci nei meandri cittadini di New York e farci ammirare le imprese di Mortimer. E forse non sarebbe stata alla sua altezza una storia come "Comancheros", ma quando vi sono di mezzo racconti come "Gli indiani della prateria" può sembrare chiaro, almeno ai miei occhi, che neanche il Maestro Boselli o chi per lui avrebbero mai potuto portare in scena le avventure scritte da lei. Non scrivo certo per farle dei complimenti dei quali non ha bisogno, ma solo per dirle che a modo loro, tutti gli sceneggiatori sono bravi e che lasciano un'impronta, chi più chi meno, attraverso varie generazioni, e spero che possa concordare con me. La ringrazio, così come ringrazio lo staff di ieri e di oggi di Zagor, per aver fatto vivere e riuscire a continuare a far vivere i nostri sogni di carta.
RispondiEliminaCaro Moreno, dopo aver scritto poco fa una domanda, me ne è sorta un'altra più tecnica. Sfogliando le ultime pagine de "Il Segno del Male", che finiscono quando inizia l'avventura caraibica di Mortimer, notai a suo tempo che le ultime vignette di Gallieno Ferri sembrarono disegnate con grande velocità, alla stregua del "tirato via". Forse per esigenze di programmazione e di tempo, furono accelerati i tempi di fine per il Maestro ligure? La stessa cosa per la fine di "Fermate il Boia!", con l'inizio di "Terra selvaggia" che si rifà al finale dell'avventura precedente. La cosa è stata disegnata in fretta e furia per collegare entrambe le avventure, al pari della storia sulla Monument Valley di Bane Kerac che ha forzatamente collegato le avventure uscite l'anno precedente sui tre Maxi Tex "ghiacciati"?
RispondiEliminaCaro Moreno, ti scrivo in questa rubrica per sciogliere una mia curiosità. Se un soggetto viene bene, può esso essere "rovinato" da una sceneggiatura non alla sua altezza? O accade più spesso, a prescindere dalla bravura dell'autore, che una buona sceneggiatura possa risultare migliore rispetto al soggetto originario?
RispondiEliminaCaro Moreno, è lodevole l'iniziativa della serie Zagor di voler incentrare i Color sui comprimari dello Spirito con la Scure, sia parlando del loro passato sia mettendone in risalto le doti in una nuova storia senza andare a ricercare chissà quale cosa accaduta molti anni prima da poter riutilizzare al presente. Il punto è, se vogliamo, che spesso leggo che i comprimari siano adatti soltanto a storie brevi(come negli albetti allegati agli Speciali di qualche anno fa) e non ad una storia ben più lunga in quanto sono nati per essere spalle, non protagonisti. Cico è un caso a parte, in quanto co-protagonista, mettiamola così. Però cosa pensa a proposito dell'aver sfatato questa sorta di mito dove, perlomeno, anche i comprimari adesso possono dire la loro in una maniera o nell'altra? Crede che siano tutti buoni per una storia lunga(a prescindere dall'idea della storia, intendo per quanto riguarda la personalità del comprimario in questione, che rischia di essere schiacciato dalla storia stessa e quindi non riuscendo a farlo esprimere al meglio), oppure che lo siano solo alcuni in maniera particolare(e non parlo di personaggi apparsi una volta e poi dimenticati, ma di quelli ricorrenti)?
RispondiEliminaCaro Moreno ho molto apprezzato ai tempi gli albi allegati agli speciali zagor tra il 1993 e il 1999 purtroppo non li ho conservato per vari motivi anche se ho recuperato i primi quattro nell' ultimo albo di Cico pubblicato dalla if . sarebbe fattibile secondo te riunirli in un volume unico ? Tipo speciale extra cosa ne pensi ? Cordialmente i miei saluti a te e tutta la grande famiglia zagor
RispondiEliminaCaro Moreno, quale/i è/sono il/i personaggio/i realmente esistito/i e contemporaneo/i di Zagor che le piacerebbe utilizzare in qualche futura storia e che non sia/siano già apparso/i(Alexis De Tocqueville, per esempio) o anche solo citato/i(Mary Shelley, altro esempio)?
RispondiEliminaCaro Moreno, scusa il disturbo, ma ho letto su una piattaforma internettiana, altresì detta Social Network, che una persona citata all'interno di questa rubrica, per la quale venne chiesto se avesse mai potuto divenire un autore di Zagor, ovvero Gianfranco Manfredi, ha addirittura scritto sulla suddetta che si era proposto per una storia ma che non gli è stato neanche risposto. Cosa puoi e vuoi dirci al riguardo di questa semplice curiosità?
RispondiEliminaGentile Moreno, dopo aver sperimentato la coppia Sedioli-Verni, se ce ne dovesse essere un'altra, quale altra coppia di disegnatori della sua scuderia vedrebbe bene insieme, uno alle matite e l'altro alle chine?
RispondiEliminaBuonasera, leggo zagor da 40 anni, ho tutti i numeri, qualche ristampa nei primi 100, il resto tutti originali. Ogni tanto penso di smettere, ma Zagor è per me come una specie di fratello, che vedo una volta al mese. Fare morire Jenny è una scelta che non approvo, poi in un modo così veloce, come se la sua figura fosse di poca importanza. Rischiare la morte, era già un pretesto sufficiente, per giustificare l'impossibilità di in legame tra lei e Zagor. Forse in futuro, viste le tante risorse del mondo zagoriano, si potrebbe trovare un modo di fare risorgere Jenny a nuova vita. Un saluto.
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